Cravenroad7

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#37/S- Una storia d'orrore
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Buono (7-8) 24%  24%  [ 6 ]
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Voti totali : 25
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: mar ott 10, 2023 1:33 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Manuel Crispo ha scritto:

ha costruito entrambe le saghe intorno a una serie di punti fissi comuni, tra cui c'è anche Dalila che in questa continuity può avere (come non avere) lo stesso ruolo visto in "Una risata vi resusciterà". Può essere una citazione, un inside joke o il preludio a qualcosa di diverso


Non so che ruolo avrà in futuro, ammesso che Bilotta ci grazi del suo ritorno coeso al resto... di sicuro qua deriva da un planning iniziale rivisto in altra ottica last minute, perché la dis-programmazione è la chiave di volta di tutti gli Speciali da 5 annate a questa parte. Illuderti che esista una pianificazione di fondo in quello che hanno fatto Bilotta e Recchioni finora non aiuta. La Baraldi proverà a metterci mezza pezza, ma la strategia narrativa ed editoriale rimane da pezze-nti.

Cita:
Al momento attuale per me il Pianeta dei Morti e la Saga degli Hicks non sono combinabili insieme perché ci sono differenze troppo grandi fra i due filoni, e questo mi porta a pensare che Bilotta stia strutturando la "Saga degli Hicks" come qualcosa ambientato in una realtà parallela.


Neanche a me sembrano così tanto compatibili, ma con tutte le capriole rifilabili tra inciuci meta-dimensionali è sempre possibile ricongiungere i due estremi della spirale prima che si strozzi da sola. Ed i rifacimenti di alcune sezioni in pesante afterthought degli ultimi 2 Speciali lo testimoniano, perché è chiaro che alcuni spunti inizialmente servissero alla causa del defunto PdM - o forse sospeso, mesmerizzato? :o
Bilotta va a braccio, piegandolo spesso ad ombrello nei confronti della coerenza narrativa che ha intavolato da oltre un decennio per amore di divagazione o contrordini last minute dall'alto.

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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: ven ott 20, 2023 10:38 am 
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Iscritto il: dom mag 10, 2020 2:19 pm
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Mi sembra che Bilotta abbia capito e fatta sua quella lezione che Gualdoni ha cercato di riprendere in modo sbagliato e Recchioni ha preteso in altrettanto sbagliata maniera. Invece di stravolgere o cercare citazioni fini a loro stesse, parte da punti fermi della saga e ne dà una sua interpretazione che riesce a piacere ai lettori senza provocarli. Mi sembra un atteggiamente decisamente più meturo da un punto di vista artistico. In questa storia diverte e commuove.

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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: dom ott 29, 2023 6:04 pm 
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Iscritto il: sab giu 19, 2010 5:51 pm
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una storia d'orrore
oddio adesso anche bilotta si dà al metafumetto come recchioni o il peggior sclavi? aridatece il pianeta dei morti, verrebbe da dire
ma è una reazione istintiva, di pancia: sicuramente il peggior speciale scritto da bilotta, ma è comunque un albo interessante
è un albo che si lascia leggere con leggerezza e, allo stesso tempo, si coglie qua e là il sottotesto, come nel commovente finale
dietro l'ingenuità alla anna never della protagonista e alla riscrittura dei classici c'è di più, una storia complessa su un tema adulto
il mio so già è un voto temporaneo (un 7 da non buttar via) perchè è una storia che va riletta per poter essere capita meglio
oltre a "la scelta" di barbato, mi ricorda "una risata vi seppellirà": il cabaret, certe situazioni alla "io e annie" (io e annie never...)
adatto alla storia gerasi con il suo stile bizzarro e riconoscibile, mi è piaciuta la scena del bacio in metropolitana
bella copertina

voto 7


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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: mar nov 07, 2023 12:56 pm 
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Iscritto il: dom ago 24, 2008 9:27 pm
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Alessandro Bilotta è un grande sceneggiatore e “Una storia d’orrore” lo dimostra. Uno speciale all’anno, la sua specialità, l’unica certezza in tempi duri per Dylan Dog. La saga “romeriana” iniziava a mostrare segni di stanchezza e Bilotta tira (ritira) fuori dal cilindro Opal (la figlia del professor Hicks) e Crandall Reed, fumettista dalle sembianza di Angelo Stano trentenne. Probabile che altri fumettisti abbiano dato il volto s personaggi della storia. Che risulta avvincente per quanto a volte troppo immersa nel metafumetto. Opal cabarettista scadente (anche se un paio di sue battute le aveva già dette Groucho annoi fa), l’assiste che fa colpo su una donna e viene scaricato come di solito succede a Dylan... La strega di cui non si sa molto, diverse fidanzate di Dylan, l’excursus del paesino turistico con gli zombie e il cliente filosofo. Ringraziamo anche Sergio Gerasi che ci dà dentro con i cervelli che esplodono per poi passare a passeggiate romantiche al parco. E c’è pure l’omaggio a “Il lungo addio” che nei giorni successivi alla morte di Carlo Ambrosini fa venire la lacrimi via!
Tanti passati d tanti futuri, come in Cronorifugio, bellissimo romanzo (politico però) del bulgaro Gospodinov. Bella anche la copertina di Marco Mastrazzo. Uno speciale coi fiocchi, grazie al talento centellinato di Bilotta.


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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: dom nov 12, 2023 9:28 pm 
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In un periodo storico per la testata in cui le storie DI Dylan Dog sono sempre più rare e tutti si dilettano in storie CON Dylan Dog, quando non nelle storie SU Dylan Dog, almeno Bilotta scrive con un livello qualitativo elevato e rende qualsiasi cosa elegante, interessante e gradevole.

Questo speciale non è tra le sue storie più forti, le 160 pagine sembra che pesino, alla fine e, forse in 128 la storia sarebbe stata più incisiva.

Però è sempre un grande piacere leggere qualcosa di diverso. Si badi bene, non qualcosa di nuovo, perché questo albo trasuda autocitazionismo da tutti i pori, ma propone una diversa angolatura. Bilotta, in questo, è il migliore sulla piazza.

La storia di Dylan e Opal è un pretesto di riflessione sul personaggio, il metafumetto è poco più che una scusa narrativa per inserire il fumettista. Insomma, come tutte le scritture stratificate, è difficile da circoscrivere entro paletti. E questo è il più grande plauso che personalmente sento di fare a Bilotta, che ogni anno mi regala una storia dannatamente interessante.

Mi rendo conto che a molti lettori ciò non vada a genio e hanno anche le loro ragioni, trovandosi di fronte ogni volta a qualcosa di complicato, riflessivo, quasi filosofico e non a una bella storia DI Dylan Dog.

Ma del resto le belle storie DI Dylan Dog non esistono praticamente più, come dimostrano serie regolare e Old Boy.

Ogni volta chiudo lo speciale soddisfatto, e questo a me basta. Anche se quest'anno siamo su un buon livello, lontano tuttavia dall'ottimo di altre annate. Anche Gerasi, adattissimo al tono della storia, non sempre impeccabile.


***
Storie DI dyd - quando c'è tutto il palinsesto di ritualità e formularità codificato da Sclavi, a contorno di un'indagine con tinte sovrannaturali e/o orrorifiche.
Storie CON dyd - quando la presenza di Dylan è l'unica cosa che rende la storia dylaniata, che altrimenti potrebbe essere di Napoleone, Julia, Nick Raider o peggio.
Storie SU dyd - quando il personaggi e il suo universo sono sottoposti a riflessione, approfondimento, rielaborazione, spiegazioni, flash-back, flash-forward, what-if eccetera. Una miscellanea oggi molto in voga in cui stanno celebrativi, Caccia alle streghe, Lungo addio, metafumetti, il Pianeta dei morti et similia.

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: dom nov 12, 2023 10:45 pm 
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leonearmato ha scritto:
il più grande plauso che personalmente sento di fare a Bilotta, che ogni anno mi regala una storia dannatamente interessante [...] Mi rendo conto che a molti lettori ciò non vada a genio e hanno anche le loro ragioni, trovandosi di fronte ogni volta a qualcosa di complicato, riflessivo, quasi filosofico e non a una bella storia DI Dylan Dog.


L'unico stato "interessante" che Bilotta ormai propone è quello gravido di divagazioni autorefenziali. Ogni 12 dannati mesi anziché 9 per sgravarsi.

Non occorrono le credenziali/strumenti critici di un cattedrato titolare di Filosofia alla Normale di Pisa per smontarlo nella normalità di questo andazzo non-complicato - anzi, oleosamente auto-accomodante - da lui intrapreso da troppo tempo a strafotto della coerenza narrativa, a cui appigliarsi con alibi patetici quando non supercazzolanti nelle fiere, dichiarazioni pubbliche, etc.

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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: gio gen 18, 2024 1:09 pm 
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Iscritto il: gio nov 30, 2023 12:05 pm
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Cari ragazzi, io del Pianeta dei morti ho letto poco. Giusto forse i primi due Speciali, e quello disegnato da Bacilieri. Non ho mai avuto il "mito" per questo universo.

Ho comprato questo numero per il gusto di una lettura in più, ben conscio della lunga continuity, di perdermi forzatamente dei pezzi, delle giravolte editoriali, ecc.

Sicuramente devo rileggerlo, per quanto fluido e "semplice" occorre tempo per assorbire la "massa" presente all'interno, e certamente gioca il fatto che non sono "saturo" di anni e anni di Speciali come voi.

Ma stare a cavillare su minuzie logiche, sfumature di dialoghi, collegamenti a numeri di 7 anni fa, vuol dire non aver centrato il punto e non aver goduto della storia in modo "emotivo". Sopratutto se si parla di amore, dove la logica é all'ultimo posto.

Criticare il momento - senza un vero senso - dove Dylan/Opal si recano nei 'rispettivi' negozi a vuoto, mi fa chiedere perché leggere Dylan Dog, a questo punto, e se qualcosa, in adolescenza, é filtrato da "Il lungo addio", oppure se vi ha riassunto e rappresentato.
Ovvio che da adulti l'innamoramento/l'amore é un'altra cosa, ma in quel momento inspiegabile a livello logico - ma captabile a livello di sensazione spleendylandoghianaidoloridelgiovanewerther - io mi ci sono davvero rivisto.
Cosi' come "Annie Hall" per me é sempre stato un pugno nello stomaco emotivo.

Stessa cosa il momento "non sapevo fossi vegetariano". Visto il ping pong con un momento speculare successivo, non si tratta sicuramente di svista.
Io l'ho visto come un momento quotidiano, che leva la poesia ad un momento già vissuto mille volte (e che ogni coppia crede di vivere in un modo unico, incredibile, assoluto), ovvero l'innamoramento, il sentirsi veramente in accordo con qualcuno. Un rendere prosaico, banale, "meschino", semplice quello che agli innamorati sembra eccezionale. Bilotta ti dice "guarda che Opal non é poi questa grande storia o persona per Dylan, non é eccezionale solo perché ti sto raccontando questa storia". A Dylan sembra di più perché ne é coinvolto, noi ne siamo fuori e la vediamo per quella che é, una persona che non spicca nella massa, che manco sa che il suo grande amore é vegetariano o no. L'altra ragazza lo sa, ma non é speciale nemmeno lei.

Guardate "Se mi lasci ti cancello": i personaggi sono volutamente scialbi, comuni, banali, non vivono una grande storia d'amore determinata dal destino contro il Fato avverso solo perché ci viene raccontata.

Ma spiegare tutto questo é complicato, spoetizza tutto: o filtra e si percepisce, o niente. Sottili rimandi 'illogici' ma di sensazione ed atmosfera.

E' questo Dylan e Sclavi: raccontare il niente, più "come" che "cosa", il respiro totale del racconto. La continuity logica sta all'ultimo posto.

Qui ci si é distaccati dall'intento di una trama "sci-fi" distopica alla Romero o Carpenter, dove incastrare tutto e far combaciare i pezzi e si é andati su un mood alla "Paterson"/Spike Jonze etc.

Legittimo non piaccia questo tipo di racconto o dia fastidio la svolta vista come "scorretta", ma diciamoci la verità. La storia non é da 10, da quel che ricordo i primi due speciali che ho letto sono superiori, ma il tono, lo stile, la capacità di scrittura, la regia complessiva, la portata... non ha pari in tutto il resto del Dylan attuale.

Lamentarsi di questo, é lamentarsi del brodo grasso, come si dice a Bologna.


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 Oggetto del messaggio: Re: #37/S- Una storia d'orrore
MessaggioInviato: lun gen 22, 2024 2:15 pm 
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Iscritto il: sab feb 04, 2023 2:21 pm
Messaggi: 208
Terroredallinfinito ha scritto:
...
Ma stare a cavillare su minuzie logiche, sfumature di dialoghi, collegamenti a numeri di 7 anni fa, vuol dire non aver centrato il punto e non aver goduto della storia in modo "emotivo". Sopratutto se si parla di amore, dove la logica é all'ultimo posto.
...
Criticare il momento - senza un vero senso - dove Dylan/Opal si recano nei 'rispettivi' negozi a vuoto, mi fa chiedere perché leggere Dylan Dog, a questo punto, e se qualcosa, in adolescenza, é filtrato da "Il lungo addio", oppure se vi ha riassunto e rappresentato.
...
Stessa cosa il momento "non sapevo fossi vegetariano". Visto il ping pong con un momento speculare successivo, non si tratta sicuramente di svista.
Io l'ho visto come un momento quotidiano, che leva la poesia ad un momento già vissuto mille volte (e che ogni coppia crede di vivere in un modo unico, incredibile, assoluto), ovvero l'innamoramento, il sentirsi veramente in accordo con qualcuno. Un rendere prosaico, banale, "meschino", semplice quello che agli innamorati sembra eccezionale. Bilotta ti dice "guarda che Opal non é poi questa grande storia o persona per Dylan, non é eccezionale solo perché ti sto raccontando questa storia". A Dylan sembra di più perché ne é coinvolto, noi ne siamo fuori e la vediamo per quella che é, una persona che non spicca nella massa, che manco sa che il suo grande amore é vegetariano o no. L'altra ragazza lo sa, ma non é speciale nemmeno lei.
...
E' questo Dylan e Sclavi: raccontare il niente, più "come" che "cosa", il respiro totale del racconto. La continuity logica sta all'ultimo posto.
...
Legittimo non piaccia questo tipo di racconto o dia fastidio la svolta vista come "scorretta", ma diciamoci la verità. La storia non é da 10, da quel che ricordo i primi due speciali che ho letto sono superiori, ma il tono, lo stile, la capacità di scrittura, la regia complessiva, la portata... non ha pari in tutto il resto del Dylan attuale.

Lamentarsi di questo, é lamentarsi del brodo grasso, come si dice a Bologna.


Niente da aggiungere, se non che concordo in tutto. Anch'io vorrei che perlomeno si cercasse di chiudere la trama principale, però se questo è quello che ci viene dato in alternativa, non è che me la sento più di tanto di stare a lamentarmi.

Le critiche sulle situazioni romantiche "ti cerco qua, mi cerchi là", "non sapevo fossi vegetariano" le ho trovate anch'io assurde... è chiaro che fa parte del carattere del personaggio di Opal che, come dici giustamente, è tutto tranne che perfetto.
Che poi, come dicevo in qualche post fa, è quello che si capisce Dylan desidererebbe da sempre, ma è condannato a non raggiungere mai: normalità. Una famiglia normale, con dei figli normali, un lavoro normale, un amore normale.
Eppure, se mai la raggiungesse, Sclavi (e se ricordo bene anche la Barbato) ci hanno fatto più volte vedere che alla lunga lo renderebbe infelice e insoddisfatto. La maledizione del personaggio è questa e per questo motivo in verità è sfortunatissimo in amore, nonostante le infinite conquiste e le gran doti di seduttore (che non lo rendono mai lo scopatore seriale che si immaginava Recchioni).

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"Di ciò di cui non si può argomentare, si deve narrare" (semicit. di semicit.)


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