Cravenroad7

Forum dylaniato
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#442 - Frammenti
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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 3:27 pm 
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rimatt ha scritto:
baubau ha scritto:
Quello di ambrosini di adesso è uno stile.


Certo che sì, è lo stile: "Abbozzo, rifinisco in fretta, tiro via a più non posso e poi mi lamento della qualità di stampa". :g:

Scherzo, Conte, ti voglio sempre bene. :*


Mi aspettavo una risposta del genere da qualcuno, ho fatto apposta questa mini provocazione.
Ti spiego perchè secondo me ambrosini è uno stile mentre piccatto no: certamente il conte ha diminuito la "definizione" e il dettaglio dei suoi disegni per questioni di tempo, stanchezza, praticità. Io ho disegnato fumetti per un po' di tempo (non a livello professionale, ma con una produzione professionale in termini quantitativi) e dopo un po' l'inchiostrazione diventa snervante, un mero processo di automatico e noioso artigianato. La vera fase creativa è nella matita.
Però secondo me ambrosini non ha affatto banalizzato la sua matita, tantomeno la sua inchiostrazione; l'ha invece (l'inchiostrazione) trasformata per renderla più veloce ma al tempo stesso dandogli un'impronta uniforme, coerente, artisticamente interessante e per niente banale. Può piacere o no (a me, molto) ma ė indubbio che ci sia una consapevolezza dietro, di poter raggiungere lo stesso un risultato esteticamente gradevole, diminuendo il dettaglio e concentrandosi sull'espressività grezza del disegno, quasi fosse una bozzetto.
Al contrario, piccatto è andato via via semplificando proprio il disegno, eliminando prospettive, banalizzando movimento e espressività, trascurando l'inchiostrazione, senza però sostituirle con qualcosa di altrettanto rilevante. Se una ricerca artistica c'è stata, per quanto mi riguarda è stata infruttuosa.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 7:17 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Parlare di evoluzione dello stile ambrosiniano mi pare voler vendere la terza gamba transavanguardesca (fatta dal proprio falegname) al suocero di Tre uomini ed una gamba... quando nella fattispecie si adduce ad una recherche personalizzata per il semplice fatto d'esser passato dall'espressionismo simil-pittorico allo sgorbismo contronatura :? .

Molto spesso si fatica a comprendere quale personaggio stia ritraendo e se appartenga ancora alla specie umana. L'aumento del tratteggio è indirettamente proporzionale all'efficacia di qualsiasi resa visiva, nel suo caso. Da un bozzoletto spesso nasce un bacherozzo, mica si libra una libellula. Dovrebbe prenderne lui stesso consapevolezza a beneficio del lettore, altrimenti potrebbe passare a disegnare altro c/o un chioschetto sulle rive della Senna.

Mentre non mi sembra giusto sostenere, a discapito del valido lavoro di assistenti come Riccio e Santaniello, che gli "attuali" lavori firmati Piccatto siano all'insegna della pura banalizzazione espressiva o del risparmio sull'inchiostrazione. Avresti dovuto vedere il Piccatto di una decina d'anni fa allora... senza assistenti... dove regnava l'astrattismo anti-dinamico e tutto sembrava come terremotato :D .

Grazie a Riccio e Santaniello invece la sue tavole hanno recuperato ordine, margini e dettagli in pulizia, con inchiostrature ben più significative del decennio scorso. Basta vedersi anche qualche storia sugli OB dove in virtù degli assistenti ritornano gli interni disegnati con cura e ricchi di prospettive, cosa che intorno al 2005-2010 te la potevi scordare dal solo Piccatto.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 9:50 pm 
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Me lo ricordo bene il piccatto di quei tempi. Paradossalmente, sebbene il risultato non mi convincesse neanche allora, aveva molta più personalolità dell'ultimo piccatto. Ripeto, guardando quello che era (un disegnatore eccezionale) e quello che era diventato, non ho mai visto ricerca artistica, ma solo banalizzazione.
Ovviamente anche Ambrosini ha cambiato il suo stile per questioni di tempi, e non per spirito artistico. Quello che cambia è il risultato, ovvero, nel risparmiare sul tempo, è pure riuscito a trovare una soluzione estetica convincente, coerente e stilosa. A molti non piace e lo capisco, ma io in tutta onestà, questa difficoltà nel distinguere le figure e i personaggi non l'ho mai mai trovata.
Inoltre, mettiamoci pure che questo cambio di stile ha permesso di avere un sacco più di storie di ambrosini pubblicate, e questo è un motivo in più per.accettare di buon grado il cambio di stile.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 9:55 pm 
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Non ci siamo :dito: .

Ambrosini pubblica la media di una storia all'anno, se tutto va bene... quando ai tempi di Napoleone andava di marcia con la sesta su una complanare. Quindi nel sacco (di certe impressioni) mi sa che ci sia finito tu.

Della coerenza stilistica sinceramente non so cosa farmene, se il risultato mi lascia perplesso.
Lascio l'esito sul valore intimo dell'artista ai battitori d'asta galleristici. A quelli di sicuro interessa più "la ricerca" (?) della coerenza, che forse si contraddice con lo stesso concetto di sperimentazione, a me più gradito in senso contaminante, anche in discrasia coi propri precedenti lavori.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 10:12 pm 
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Iscritto il: sab feb 04, 2023 2:21 pm
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Considera che si invecchia pure.
Ambrosini ha "cambiato stile" (cambio che, tra l'altro, io non ho trovato affatto traumatico, ma molto graduale) solo in tarda età. Evidentemente per riuscire a reggere certi ritmi che prima reggeva tranquillamente e che adesso sarebbero proibitivi.
Piccatto è una vita che tirava via.
Quale che fosse il motivo, io guardo soltanto al risultato: un disegno svilito, privo di dinamismo, di espressività e di tridimensionalità, non sostituito con nessuna altra soluzione artistica interessante, se non l'idea di un "cezannesimo" molto meh...
I discorsi su "ricerca" e "sperimentazione" lasciano il tempo che trovano, e sono tutti nella mente e nelle intenzioni dell'autore, che nessuno conosce.
A me interessa solo quello che vedo stampato: da una parte una semplificazione del dettaglio nell'inchiostrazione, sostituita da un maggiore impatto in termini di immediatezza del segno e diespressività; dall'altra vedo un disegno svilito, svuotati delle sue caratteristiche migliori e riempito connnient'altro.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: gio lug 13, 2023 10:22 pm 
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Come ti ha fatto intuire Rimatt, quello che tu attribuisci solo a Piccatto in questa sede, è una cosa tranquillamente attribuibile anche allo stesso Ambrosini, per necessità che loro conoscono, compresi i tempi di lavorazione.

Il concetto di "ricerca" l'hai introdotto tu stesso, ed ora lo ritiri, in contraddizione.
Quello che vedo io stampato è un Ambrosini dozzinale quanto il Piccatto senza assistenti del 2010. Mi può anche piacere a sprazzi/per alcuni versi nella sua grezzaggine outré, ma mi sembra molto comprensibile che il 90% dei lettori non gradisca il 90% delle sue tavole attuali, spesso incomprensibili a livello di fisionomie e cine-dinamica dell'azione. Parlando di fumetti: l'impatto più immediato è proprio nell'espressività di quel lettore che ti farà un "meh :roll: " grosso quanto una galleria del quartiere Latino davanti a robe simili.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 14, 2023 7:21 am 
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Il concetto di "ricerca" l'ho introdotto dicendo che SE mai ce n'è stata una, il risultato non è visibile nelle tavole, non come una ricerca particolarmente riuscita per lo meno. Quindi SE anche c'è stata, non me ne frega niente.

Comunque siamo nel campo della soggettività più totale (tranne sul discorso di riconoscere le fisionomie di ambrosini, che a me lascia un po' perplesso).
Mi rendo conto, come detto a inizio post, di essere fuori dal coro ed è il motivo per cui ho lanciato questa mini provocazione.
Anche io adoravo l'ambrosini di un tempo, esattamente come adoravo il piccatto dei tempi d'oro.
La differenza è che nell'evoluzione del loro stile, il primo ha sostituito quello a cui non arrivava più (per motivi di tempo/fatica) con qualcosa di interessante, il secondo invece ha preso -ben prima della vecchiaia fumettistica- una rotta (non so per quale motivo) di svilimento delle caratteristiche principali del proprio tratto, senza aggiungere altro.
Ora mi fermo perchè penso di aver espresso abbastanza il concetto e rischio di diventare un disco rotto.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 14, 2023 10:14 am 
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Località: Verona
A me, in realtà, Piccatto è piaciuto sempre, anche quando tirava palesemente via, proprio perché il suo tratto secco e veloce, perfino quando schizzato in tutta fretta, conserva(va) un dinamismo e una spigolosa "modernità" (non saprei che termine usare) che apprezzavo molto. E specifico che si trattava di un dinamismo del tratto, non del disegno in sé.

Su Ambrosini, dico solo che, al di là dei suoi personaggi, basta vedere certi sfondi appena abbozzati (per esempio degli edifici realizzati con quattro righe approssimative e sporche) per capire che, nel corso degli anni, è andato perso molto. Mi piace ancora? In linea di massima sì, ma molto meno di una volta.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 14, 2023 7:12 pm 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
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Località: Napoli
A distanza di secoli risalgo sul galeone, che ormai ho abbandonato da un pezzo, ma il ritorno di Angelique non potevo perdermelo.
La Barbato ci ha sempre abituato a storie molto arzigogolate con tanta carne al fuoco, e anche qui non è diverso, però devo dire che mentre nella prima parte della sua produzione c'era comunque una grande attenzione a mantenere una coerenza tematica e narrativa all'interno dell'albo e alla fien tutte le trame si tenevano, col passare del tempo, almeno fin quando ho continuato a seguire la serie, le sue storie sono andate a briglia più sciolta, con trovate a volte fuori dalle righe, con minore attenzione alla coerenza logica, e alle volta anche troppi personaggi da gestire, spesso le storie davano impressione di affollamento, con difficoltà per il lettore anche solo a memorizzarli tutti. Complessivamente le sue storie si sono sempre distinte in positivo, perché comunque non sono mai state scialbe, però ho iniziato a gradirle di meno.
Il ritorno di Angelique quindi appartiene al primo gruppo di storie o al secondo?
Personalmente l'ho trovato in netta ripresa rispetto al mio ricordo delle ultime storie lette, ma non abbastanza da arrivare al livello delle prime storie (sarà la maledizione delle prime n storie, dove n è 100 per sclavi e 300 per gli altri?).
L'idea di base delle vicenda, come rivelata nel finale è anche interessante, ma secondo me non è sviluppata al meglio. La trovata con cui viene introdotto il personaggio di Rimbaud secondo me non è gestita benissimo, ci sta che Angelique prenda in giro Dylan rivelandogli la verità solo alla fine, un pò meno che uno scazzatissimo Giltslack si presti alla stessa cosa, se non per creare il colpo di scena nel lettore, forse potevano anticipare la presentazione a prima di entrare in manicomio e solo dopo far intervenire Peter al momento della consegna.
A parte questo e altri dettagli su cui non mi soffermo perchè non sono poi così rilevanti nella storia, devo dire che Angelique che era il punto di forza di Sciarada qui perde molto del suo fascino... in Sciarada era dosata col contagocce, creando molte aspettative, e spaccando la scena ogni volta che veniva consultata, qui è sempre al centro dell'azione, ha un comportamento più normale, e la sua prodigiosa intelligenza va e viene a seconda delle necessità della sceneggiatura, ha talvolta brillanti intuizioni, ma molto spesso necessita dei suoi "assistenti" per cose che in Sciarada avrebbe potuto risolvere da sola.
Mi piace che non ci sia un unico colpevole, ma che ogni personaggio della vicenda abbia la sua agenda, e che gli eventi nascono dallo scontrarsi dei diversi piani all'opera, ma devo dire che a volte è facile intuire chi faccia cosa. In Sciarada anche era forse abbastanza facile, se uno si soffermava a pensare, ma una sceneggiatura impeccabile ti teneva troppo impegnato e sbalordito per farti domande, qui forse qualcosa non ha funzionato allo stesso modo, e il colpevole ha un cartellone luminoso addosso, o forse è che siamo più scafati da certi meccanismi.
Secondo me alcuni passaggi sono un po' forzati, su tutti spoiler la sparizione di uno dei personaggi a metà albo non mi pare giustificata benissimo neanche alla luce del finale. In conclusione, l'albo è carino ma sicuramente mi aspettavo molto di più per un personaggio riuscito come Angelique. Va detto che per rivedere lo stesso team dell'esordio non sarebbe stato purtroppo possibile aspettare oltre, per cui sono comunque contento che Piccatto abbia avuto modo di accomiatarsi dal personaggio.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 21, 2023 9:04 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
Messaggi: 2102
letta in ritardissimo questa storia (ho preso l'albo assieme al bis estivo), con l'errore di non aver prima riletto Sciarada. Ad ogni modo non una delle migliori Barbato, ma comunque ben sopra la sufficienza. Mi accodo al commento e alle considerazioni di the Imp, su cui mi trovo generalmente d'accordo.
Bello vedere i disegni di Piccatto, sperando ci sia ancora qualcosina di suo da vedere in futuro.

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Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti.
Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 21, 2023 4:15 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
Messaggi: 12538
Località: Verona
Anch'io mi ritrovo nel commento del buon vecchio Imp, a conti fatti.

Non è un albo che mi sono pentito di aver letto, ma non è nemmeno un albo che ricorderò a lungo. Senza soffermarmi troppo sui dettagli, la cosa che più mi è mancata è la visceralità della Barbato di una volta, che scriveva con un coinvolgimento e con un'untensità che sulla serie regolare non ritrovo da una vita (e che probabilmente nell'era Recchioni non si sono mai visti, da parte sua). Qui c'è mestiere, c'è la capacità di scrivere e sviluppare trame intriganti... e poco altro. Va detto che alla fine i motivi d'interesse non mancano e, in un modo o nell'altro, l'attenzione resta desta fino alla fine, ma a livello di sceneggiatura e di dialoghi la storia non cattura fino in fondo e la si legge sempre con un certo distacco.

Dignitosissimi i disegni di Piccatto & Co, buoni all'inizio e poi via via in calando. Ma è stato comunque un piacere rivederlo all'opera con Angelique.

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Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 21, 2023 7:23 pm 
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Iscritto il: lun mar 07, 2011 5:16 pm
Messaggi: 4466
Letta qualche giorno fa, voterò 6.

Spoiler!
Interessante il ritorno di Angelique e il personaggio di Rimbaud ma si poteva sviluppare meglio. Colpo di scena telefonatissimo. Ho storto il naso quando, dopo la sparizione notturna dell'assistente, dylan e angelique hanno preso atto della cosa e agito come se niente fosse. Tipo "sì vabbè è sparito misteriosamente, andiamo avanti".
Ho sofferto molto la verbosità dello spiegone iniziale con dialoghi pieni di infodump ma questo è sempre stato un problema Barbatiano, solo che spesso c'era in compenso un intreccio brillante e cervellotico che qui c'è nelle intenzioni ma manca nei fatti.
Di buono c'è il carisma dei personaggi, un'idea comunque interessante e un discreto effetto nostalgia.
Inoltre è l'ultimo albo di Piccatto quindi fa un certo effetto e già solo per questo merita la lettura, direi che su Piccatto non c'è altro da aggiungere, una colonna portante di Dylan che mancherà a tutti.

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Vai, allora, ci sono altri mondi oltre a questo.

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Classifiche dei voti del forum di tutti gli albi anno per anno:
viewtopic.php?p=470652#p470652


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: ven lug 21, 2023 11:25 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
Messaggi: 4123
Località: Macondo
Sembra di leggere un altra testata rispetto agli albi precedenti, nonostante una storia non memoriabile, anzi.
Paola Barbato, che di storie memorabili ce ne ha regalate eccomme, cerca di evocare atmosfere di dieci anni fa e in parte ce la fa anche. La trama non le riesce bene come ai tempi d'oro, ci sono un po' di forzature ed è oltremodo arzigogolata e verbosa. Cionostante, almeno si respira il suo Dylan Dog storico, quell'inetto senza speranze, forse più che mai vittima degli eventi.

Insomma, senza grossi entusiasmi, comunque non è neanche un albo da bocciare.

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 - Frammenti
MessaggioInviato: lun lug 24, 2023 9:49 am 
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Iscritto il: dom ago 24, 2008 9:27 pm
Messaggi: 746
Non male la copertina di “Frammenti”, semplice ed efficace, oltre che ben disegnata e colorata.
La storia, una sorta di seguito del cervellotico “Sciarada” è appunto un’ennesima sciarada criminale di quelle tanto care alla sceneggiatrice Paola Barbato. Al suo fianco il compianto Luigi Piccatto, con la collaborazione di due giovani disegnatori (Riccio e Santaniello).
Il tratto dell’anziano fumettista torinese risulta meno schematizzato degli ultimi lavori, forse anche grazie alla collaborazione con gli altri due disegnatori, ma ovviamente distante dai suoi capolavori degli anni ottanta, novanta e duemila.
La sceneggiatura segue un canovaccio amato dalla Barbato romanziera e autrice di Dylan, con descrizioni di omicidi, profili psicologici sorprendenti e la voglia di colpi di scena a iosa.
Basti pensare alla visita al manicomio Hasting dove a Dylan (e quindi al lettore) vengono presentati i 5 pazienti come fossero 5 persone distinte, per poi sorprenderli con l’espediente del killer con 5 personalità multiple.
Spoiler!
A volte i colpi di scena sono davvero banali, altro che il tanto criticato Ruju: fin dalla prima trasferta si sospetta dell’infermiere Mike: Angelique tendiamo ad escluderla poiché guarita, Rimbaud non può uscire dalla cella e Giltslack, per quanto cinico, viene descritto da un’esperta come Angelique un improbabile assassino. Quindi l’omicida sarà quasi per forza il robusto infermiere. Salvo ulteriori colpi di scena, ma quella è roba rujuana.
Infine la morte di Mike che butta giù dalla finestra Rimbaud. Il robusto infermiere muore, mentre il gracile killer si salva e muore solo una sua personalità. Un po’ ridicolo non trovate?

Tipica storia barbatiana, tanti dialoghi, tanti personaggi, per quanto 5 riassunti in uno, e tante situazioni improbabili con forzature nella sceneggiatura.
Ma in fin dei conti bello leggere una storia vecchio stile, senza Groucho (mai particolarmente amato dalla scrittrice), con il personaggio di Angelique che è un gradito ritorno e con le chine di un grande come Piccatto, le cui tavole sono comunque un bel ricordo di uno dei più grandi disegnatori della lunga saga di Dylan.
Sipario


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