bertuccia ha scritto:
Io ne faccio più sinteticamente una questione di mediocrità degli autori.
Quella manciata di veri professionisti, non sa più che pesci pigliare e si è attorcigliata... afflitti dalla povertà di ispirazione perché, nonostante gli sforzi (i pochi sforzi), sono ormai finiti, su questa testata.
Non hanno più nulla da dire.
La manovalanza ordinaria, ha creduto di potersi accostare al personaggio, utilizzando gli ingredienti insipidi, di trentennali ricette. Quindi sintesi estrema: non sa[nno] scrivere.
D'accordo, ma questo disfattismo di massima crea solo alibi per gli inetti di queste due categorie, che non cercano altro per nascondere dietro un dito (nell'occhio?) i propri lavoretti inqualificabili, coi paraventi-trenta-quaranta che menzioni tu, come il "
non abbiamo più nulla da scrivere", "
il personaggio è ostaggio dei suoi stilemi", "
voi lettori ve la dovete prendere nel/per il meta-*ulo perché più di così non sappiamo che farci" ed altre forme ipocrite di rassegnazione atte a rifilarti in dono pacchi di qualità che dire infima è un complimento

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Io sono meno pessimista rispetto a questo trend da cialtroni, la cui base nasce, voglio ricordarlo, da
CHI SELEZIONA E SUPERVISIONA testi ed autori - perché non credo proprio che il dottore di Airoldi o la badante di Sclavi abbia imposto la Contu al Matrigno Morboso da Tor Pignattara. Senza contare che qualche autore mediocre c'è sempre stato, è fisiologico... non necessariamente endemico.
Se è vero che un personaggio non muore, ma muoiono essenzialmente gli autori capaci di scriverlo, bisogna puntare con insistenza, professionalità, scrupolosità e progettazione - 4 fattori quasi sconosciuti nell'ultimo decennio - su quelle penne che a differenza di altri possono offrire prodotti "evoluti" in pieno trend dylaniato, riferito al tempo presente, per un referente medio che ha 30 anni suonati ed i bagagli di esperienze (e di palato) di cui parlavo sopra.
Secondo me queste premesse non mancherebbero del tutto.
Una speranza c'è, vedasi certi lavori recenti delle
P&M, i contribuiti del promettente
Vanzella, un
Ambrosini più potabile, un
Enna sempre affidabile, un
Bilotta meno divagante, un
Cavaletto diversamente classico, etc. E poi un lavoro intenso e sistematico di talent-scouting sul lungo corso,
E NON LE CONVOCAZIONI DEGLI AMICI DEGLI AMICI TRENDY DA LUCCA, perché non credo che non esista un plotone di aspiranti autori che vorrebbero contribuire alla causa, e che nessuno di questi - magari dietro la guida oculata di un dylaniato più esperto - possa produrre qualcosa di meno peggio delle pappette rancide eruttate da calibri ammosciogeni come Simeoni o la Baraldi, che ti fanno arrossire al solo pensiero di aver letto roba simile superati i 30, dopo che il Sommo Geggggno continua ad insistere su di loro da quasi un decennio

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Altro che accanimento terapeutico, questa è caco-thanasia dichiarata, un orrendo trascinarsi a morire perché non si ha il coraggio di conclamare la propria incompetenza e lasciare ad altri altre soluzioni.
