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#421 - La variabile
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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: gio ott 07, 2021 1:12 pm 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Rimatt, in un post di due giorni fa un po' più dettagliato avevo scritto che c'erano due opzioni:

-le vignette sospette sono opera di un galoppino X a cui è stato chiesto di metterci una pezza;

-le vignette sospette sono opera di Celoni che, dovendo rimettere mano alle sue stesse tavole, ridisegna con la mano sinistra.

Quindi per me dire "non sono di Celoni" significa dire che o proprio non sono sue, o non sono disegnate con quella cura e quella precisione a cui Celoni ci ha abituati. Come si dice dalle mie parti, in entrambi i casi Celoni c'è passato da vicino!

Detto questo, secondo me (per il bene che voglio a Celoni, non per altro) questa vignetta (come molte altre) NON l'ha fatta lui, e non è lo stile di Celoni, specialmente quei capelli di lei che non hanno nulla di Celonoso (guarda come sono confusionari...).
Ma in ogni caso poco importerebbe, perché tanto la sostanza è quella: in questo albo ci sono vignette (a volte quasi tavole...) che sono state aggiunte dopo, non importa da chi, e sono tutte approssimative. Si vede lontano un chilometro. Il contrasto con i VERI (in tutti i sensi) disegni di Celoni di cui quest'albo è meravigliosamente pieno, sono abissali.
Tanto basta a dimostrare che la storia (bella o brutta che sia) è vecchia come il cucco, e che ogni volta che hanno cercato di metterci una toppa hanno toppato alla grande.

Se riesco, ne posto qualche altra secondo me ancora più evidente di questa. Nima citava giustamente pagina 28/ii riguardo alla faccia di Dylan, ma TUTTA la vignetta è abbozzatissima (guardate Leslie e il braccio che tiene il machete...), ma anche tutta la PAGINA è "sospetta": cioè, ditemi voi se la Leslie dell'ultima vignetta è un disegno che uno dice "ecco il Celoni che tanto ci piace!" (a parte il fatto che in tutto l'albo si vedono ancora i segni delle matite delle bozze... ma come stampano alla Bonelli?!?)... Guardate la penultima vignetta com'è sporca e non rifinita... Celoni mica è Milazzo!

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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: gio ott 07, 2021 3:18 pm 
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Donc, visto che mi sono tolto un po' di questioni col precedente macro-post di risposte a catena ai vostri spunti, passo a quel (poco? :lol: ) che resta per un commento complessivo sull'albo+appunti sparsi


_____S_P_O_I_L_E_R______


Sinceramente pensavo peggio, anche intravedendo i vostri commenti ed il sondaggio in perdita.
Certo, la parte inziale (diciamo fino al risveglio di Dust) non depone bene, ma alla fine non è una storia così malvagia, e presenta diversi punti d'interesse... almeno per me. Questo perché la seconda metà mette in scena anche qualche nodo di pathos in più, convergendo verso qualcosa di "provato" dai personaggi, provati pure loro come il lettore :D

La Barbato alle prese col fantasy-mistico-gotico non ce la vedo tanto sinceramente, specie nell'ultimo decennio, ma sempre meglio alcune scene dense di questo #421 che quanto di stramoscio visto in Giochi Innocenti o robetta simile. E poi mi ha fatto anche piacere rileggere il #221 per contestualizzare il tutto, che è un albo molto sottovalutato dalla media, ma che ho sempre trovato di fascia alta nella Silver Age della Barbato.
Quindi ho votato 6 alla fine, con Celoni che mi ha convinto fino ad un certo punto, e la copertina idem (v. post di una pagina fa).

[...]

Come dicevo prima, e altri hanno più volte ribadito, la storia parte malaccio, in modo irritante.
Dylan come sempre vittima passiva degli eventi, antipatico e inconcludente. Fiumi di urticanti apparolamenti/battibecchi per abbozzare i personaggi collaterali ed il pretesto per l' "azione". Un viaggio esotico che non c'entra una mazza col goticismo del precedente numero #221 (arivedi mio macro-post una pagina fa). Aggiungiamoci dei riti magici molto pacchianeggianti e Ash che predica di continuo di conoscere i nostri desideri, e la botta quasi indigeribile è servita.
Un colosseo di pollici versi per p.36 dove Leslie (di poca materia grigia dotata) sermonizza Dylan sul fatto che esistano "zone grigie" nella realtà, rispetto al manicheismo della giacca nera con camicia rossa di Dylan, suppongo. :dito: :dito: :dito:

Una nota di demerito anche per il ruolo di collante-mascotte di Dylan, che la Barbato prova ad inculcarci in ogni modo per giustificarne la presenza nel team di recupero traditori, ma si capisce lontano 10 miglia che siamo ai livello di puro pretesto da imbucato clandestino.

Quando si risveglia lo stronzone-angelo mancato Dust qualcosa comincia a mettersi in moto, ma non dura molto perché Dylan viene ri-narcotizzato dall'infermiera finto cesso... e giù di altre presentazioni e spiegazioni perché (W il risparmio, mi auto-cito ma non ex-cito):
Cita:
la Barbato ha settordicimila concettosità da spiegare nel mentre per illustrare tutto il suo marchingegno (psico)logico sul "chi desidera(va) cosa" e sul come sia organizzata la sua personale cosmologia semidivina, tra reietti, inetti, esiliati, benefattori, prescelti, rinnegati, traditori, ribelli, rivoltosi, funzionari, aguzzini, burocrati, etc.


Appunto, col fatto che l'emo-demonio Ash riveste un ruolo fondamentale, una buona parte dell'albo è devoluta a spiegare (o depistare su) "chi desidera cosa", come se il genio della lampada fosse un seguace miscredente di Jung. Sinceramente l'estremo patetico in questo senso si raggiunge con la quadratura del triangolo romboidale Ash-Dust-Leslie-Dylan che Arcangelo (sotto mentite juveni spoglie) prova a spiegare alla fine di p.72, col risultato di una supercazzola toppante di brutto - ahhhh, la mancata onniscienza :roll: - perché Ash è tutt'altro che slegato da Dust (v. patto di p.59), Leslie dipende da Ash per i suoi desideri ondivaghi compreso quelli suicidi, e Dust sotto sotto ci tiene ancora a flirtare con Leslie per ridurla ad un'ameba 'nnamurata sotto il suo giogo (v. finale) :* .

Uno dei problemi di questo genere di storie della Barbato, è che per quanto le sue idee siano molto interessanti e stimolanti - a livello di soggetto per lo più - per metterle in scena deve illustrarle in ogni loro risvolto con-sequenziale, ai limiti del cervellotico, secondo una logica macchinosa e quanto farraginosa. Per chiudere le zone d'ombra sembra alla fine abbagliarci con del nozionismo non richiesto :? .
Un paragone rapido: quando Ambrosini maneggia questi grandi temi universali o metafisici, non si sente costretto a spiegare tutto lucidamente. Lascia il non-detto al suo valore simbolico o ellittico che sia. L'opacità che apre la mente inquieta. Anche per la libera interpretazione del lettore... arbitrariamente sommerso dalle info manualistiche della Barbato, invece.

Rimanendo in tema, sulla cosmologia fantasticata dalla Barbato - visto che lei si dimena tanto nell'illustrarla e motivarla - avrei qualcosa da ridire-senza-infierire, non tanto per i dettagli liberamente autoassunti, quanto per alcuni precetti di base che il mio avatar ci tiene a specificare... lei che di Angeli caduti (in testa) se ne intende.

    Prima falla: tutti gli angeli sono a prescindere GIA' dotati del libero arbitrio, per decidere se stare con/contro Dio. Aut aut in modalità manichea. Nessuno (no, quello del #43 non c'entra :wink: ) ha condizionato la loro libera scelta di "partito" o schieramento. Altrimenti Satana/Lucifero come diavolo ha fatto a ribellarsi da capostipite dei demoni? La Barbato confonde la libertà di scelta con quella di azione, una volta entrati nei ranghi delle milizie celesti (v. concetto di subordinazione gerarchica e obbedienza da prestazione top, più volte ripetuto dai burocrati di questo albo).

    Quindi non è necessario che il misericordioso Arcangelo vada regalando nulla ad alcuno, a livello di libero arbitrio, che non è una facoltà strettamente mortale/umana. Inoltre lo stesso Arcangelo, senza farsi di fatto umano, per ribellarsi alle ristrettezze divine ha esercitato una libera forma di volontà (p.57.vi), infrangendo le regole di proposito secondo il suo libero arbitrio 8-) .
    Più che libero arbitrio, i "ribelli" prescelti che Arcangelo ajuta dovrebbero farsi una tessera del partito Movimento Fancazzista Svizzero, dal momento che non reggono lo stress di operare con rigore militante né il Bene né il Male, preferendo per convenienza (voltagabbante all'occasione) una forma di neutralità indolente e imbelle, da defezionisti/lavativi, simile agli Ignavi di Dante. La libertà di non-fare più che quella di (non) scegliere un'ideologia, divina o terrena che sia.

    Secondo pasticcio: il discorso della conoscenza. La Barbato prima ci fa capire che gli angeli - anche quelli sani/funzionali, diversi dal difettoso Dust - non possono concepire il Male né comprenderlo appieno (p.56), poi fa dire all'infermiera ex-angelo-o-demone che ha rinunciato alla piena conoscenza semidivina per diventare umana, mentre i burocrati dicono che Ash e Dust possiedono ancora una forma di consapevolezza ampia (p.77), e infine ritorna sul mantra che Dust debba fare un downgrade verso la mortalità per comprendere il Male (e commetterlo con più gusto? :P ).
    Metteteve d'accordo! :evil:

    La mia conoscenza concorda sul fatto che non ci sia bisogno di diventare umani per poter distinguere il Bene del Male, e che gli Angeli possiedono una buona forma di conoscenza intuitiva per emanazione. Di sicuro superiore a quella umana in senso di cose (semi)divine, ma soltanto perché sono dei contenitori vuoti a cui Dio trasmette/travasa il suo Sapere come e quando vuole (v. profezie, rivelazioni, annunciazioni, etc). Di fatto non possiedono una conoscenza costruttiva (il ragionamento Vs intuizione) che invece pertiene agli uomini mortali, che l'hanno assunta simbolicamente dal Frutto del Sapere (la mela proibita, a cui la Barbato allude ari-pasticciando) al prezzo di rinunciare per castigo all'immortalità...
    ...perché se un essere possedesse sia il Frutto della Vita (l'immortalità delle semidivinità di puro spirito, Angeli e Demoni appunto) sia quello del Sapere (costruttivo, v. scienza, arte, poesia, tecnologia, filosofia, etc) potrebbe competere con Dio nella sua sfera, e non solo a livello di arroganza/ribellione armata, come Satana... che già nel pentolame difetta di nozioni base da Leroy Merlin :( .

    Terzo inconveniente: forse un Serafino o un Cherubino saprebbe agire in modo più scaltro, ma Arcangelo ci fa la figura del fesso alla fine, ai limiti della logica tafazziana. Che bisogno c'era di riunire tutti i "prescelti" (tranne uno) presso Dylan mettendoli in serio pericolo, e vuotando tutto il sacco per filo e per segno blablablando per quella densa dozzina di pagine, lui stesso presente/parlante? Non se lo aspettava che una volta "liberato" da Leslie per umanizzare di rito Dust si sarebbe esposto agli squadroni celeste-infernali che non vedevano l'ora di rimetterlo in gattabuja, a ballare il limbo per la prossima eternità? :o
    Non che i burocrati ci facciano una bella figura, come supervisori, paraculati da un demonietto minore evocato da una strega della City in carriera, che inizialmente ha fatto evadere proprio Arcangelo dalla sua prigione.

    Resta il fatto che l' "elemento primario", il primo convertito all'umano fancazzismo, è ancora a piede libero sulla Terra e potrebbe farsi "nuovo Superman" (p.76.vi) se acquisisse una consapevolezza anche solo parziale dei suoi poteri da ex angelo/demone. Nuovo sequel tra 15 anni? Il mio angelo custode mi suggerisce di cambiare religione intanto... :3

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: gio ott 07, 2021 3:56 pm 
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bertuccia ha scritto:
A me è sembrato di rivivere Alla ricerca di Dory, quell'insopportabile pesciolina priva di memoria a breve termine, che blatera in continuazione, nuotando a vanvera e perdendosi ogni 3x2.
Un pedante pesciolino Dory di nome Dylan.


Dylan Dory :mrgreen:

La storia della Barbato è al limite dell'illegibile, sembra sia stata scritta di getto e consegnata senza alcuna fase di rilettura e rifinitura. Spero che, almeno nei romanzi, l'autrice adotti un minimo di labor limae.

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Amo la narrazione, sia scritta che illustrata.

Link al mio canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCW8B_a ... siwN8VkJjQ


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: ven ott 08, 2021 2:30 pm 
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Keanu Coen ha scritto:
Rimatt, in un post di due giorni fa un po' più dettagliato avevo scritto che c'erano due opzioni:

-le vignette sospette sono opera di un galoppino X a cui è stato chiesto di metterci una pezza;

-le vignette sospette sono opera di Celoni che, dovendo rimettere mano alle sue stesse tavole, ridisegna con la mano sinistra.

Quindi per me dire "non sono di Celoni" significa dire che o proprio non sono sue, o non sono disegnate con quella cura e quella precisione a cui Celoni ci ha abituati. Come si dice dalle mie parti, in entrambi i casi Celoni c'è passato da vicino!

Detto questo, secondo me (per il bene che voglio a Celoni, non per altro) questa vignetta (come molte altre) NON l'ha fatta lui, e non è lo stile di Celoni, specialmente quei capelli di lei che non hanno nulla di Celonoso (guarda come sono confusionari...).
Ma in ogni caso poco importerebbe, perché tanto la sostanza è quella: in questo albo ci sono vignette (a volte quasi tavole...) che sono state aggiunte dopo, non importa da chi, e sono tutte approssimative. Si vede lontano un chilometro. Il contrasto con i VERI (in tutti i sensi) disegni di Celoni di cui quest'albo è meravigliosamente pieno, sono abissali.
Tanto basta a dimostrare che la storia (bella o brutta che sia) è vecchia come il cucco, e che ogni volta che hanno cercato di metterci una toppa hanno toppato alla grande.

Se riesco, ne posto qualche altra secondo me ancora più evidente di questa. Nima citava giustamente pagina 28/ii riguardo alla faccia di Dylan, ma TUTTA la vignetta è abbozzatissima (guardate Leslie e il braccio che tiene il machete...), ma anche tutta la PAGINA è "sospetta": cioè, ditemi voi se la Leslie dell'ultima vignetta è un disegno che uno dice "ecco il Celoni che tanto ci piace!" (a parte il fatto che in tutto l'albo si vedono ancora i segni delle matite delle bozze... ma come stampano alla Bonelli?!?)... Guardate la penultima vignetta com'è sporca e non rifinita... Celoni mica è Milazzo!


Io rimango dell'idea che sia normale che, in un lavoro di 94 pagine, alcune pagine siano meno riuscite e/o rifinite di altre. I disegnatori devono portare a casa la pagnotta, non possono star lì a curare ogni segnetto con certosina meticolosità. Hai presente Roi, no? Questa, al pari di altre, è semplicemente una vignetta un po' frettolosa, e per quanto mi riguarda non ci vedo nulla di fuori dal normale o di impubblicabile.

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Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: ven ott 08, 2021 11:29 pm 
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rimatt ha scritto:
Io rimango dell'idea che sia normale che, in un lavoro di 94 pagine, alcune pagine siano meno riuscite e/o rifinite di altre. I disegnatori devono portare a casa la pagnotta, non possono star lì a curare ogni segnetto con certosina meticolosità. Hai presente Roi, no? Questa, al pari di altre, è semplicemente una vignetta un po' frettolosa, e per quanto mi riguarda non ci vedo nulla di fuori dal normale o di impubblicabile.

Sarà... ma tra tutti i fumetti che leggo le vignette frettolose capitano solo su Dylan Dog, soprattutto con una certa frequenza. Cosa che non è in toto da imputare al disegnatore, ma alla mancanza effettiva di curatore e revisori che dovrebbero visionare ogni singola vignetta prima di avallare la pubblicazione. Che vuol dire che per portare a casa la pagnotta non possono consegnare un lavoro rifinito? Se ristrutturo casa e l'operaio mi lascia le sbavature di vernice qua e là io gliele faccio sistemare prima di pagarlo. La pagnotta si guadagna lavorando bene, non alla cazzomannaggia; altrimenti non stupiamoci se Dylan Dog cade sempre più in basso mese dopo mese.


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: ven ott 08, 2021 11:55 pm 
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Lo metto decisamente tra i 5 albi più brutti mai letti su DD da parte mia.


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: sab ott 09, 2021 4:32 am 
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daradda ha scritto:
rimatt ha scritto:
Io rimango dell'idea che sia normale che, in un lavoro di 94 pagine, alcune pagine siano meno riuscite e/o rifinite di altre. I disegnatori devono portare a casa la pagnotta, non possono star lì a curare ogni segnetto con certosina meticolosità. Hai presente Roi, no? Questa, al pari di altre, è semplicemente una vignetta un po' frettolosa, e per quanto mi riguarda non ci vedo nulla di fuori dal normale o di impubblicabile.


Sarà... ma tra tutti i fumetti che leggo le vignette frettolose capitano solo su Dylan Dog, soprattutto con una certa frequenza. Cosa che non è in toto da imputare al disegnatore, ma alla mancanza effettiva di curatore e revisori che dovrebbero visionare ogni singola vignetta prima di avallare la pubblicazione. Che vuol dire che per portare a casa la pagnotta non possono consegnare un lavoro rifinito? Se ristrutturo casa e l'operaio mi lascia le sbavature di vernice qua e là io gliele faccio sistemare prima di pagarlo. La pagnotta si guadagna lavorando bene, non alla cazzomannaggia; altrimenti non stupiamoci se Dylan Dog cade sempre più in basso mese dopo mese.


Come non essere d'accordo con chi ha introdotto sul forum l'espressione "alla cazzomannaggia"? Concordo con te veramente su ogni parola (frase finale compresa).

La situazione che è successa in quest'albo è più grave (o, per non esagerare, semplicemente più strana) rispetto, mettiamo caso, alle solite arronzatacce del sopravvalutatissimo Roi. In quest'albo è successo che Celoni ha riversato ORIGINARIAMENTE nelle sue vignette tutta la sua maestria: basti guardare le prime eccezionali 10 pagine, che non presentano nessuna "anomalia". Poi qualcuno ha deciso che la storia doveva essere modificata per rientrare nei nuovi canoni e stranamente da pagina 11 in poi cominciano ad arrivare cose strane, tipo vignette non finite, retini sospetti, cambi di stile, facce dei personaggi random, eccetera.

La cosa di cui mi lamento NON è che le vignette non siano tutte dei capolavori, ci sta che un disegnatore abbia i suoi momenti no (sumus carnibus...), ma che in quest'albo siano PARTICOLARMENTE arronzate (per non dire apocrife) e soprattutto che rivelino esageratamente che ci sono state DUE fasi di lavorazione. Un pregio di un albo sarà anche la coerenza interna dei disegni, no? Un po' com'era successo nell'albo 412, in cui si vedeva perfettamente dove Casalanguida aveva interrotto nel 2016, e dove aveva ricominciato (con un altro stile completamente) più recentemente, solo che oggi è MOLTO PEGGIO, perché la differenza tra le tavole disegnate da Dio da Celoni e le vignette "incriminate" è, oltre che evidente, ABISSALE.

Ieri sfogliavo l'albo "Anima d'acciaio", unico Dyd cartaceo di Celoni che mi è rimasto, e chiaramente ci sono vignette più definite, e altre più standard, ma non ce n'è non dico una, ma neanche MEZZA arronzata a questi livelli! Allora si può fare! Si può portare a casa la pagnotta anche con dignità! La mancanza di professionalità non si può giustificare così a cuor leggero.

Insomma, Celoni non può averci abituati a disegni eccezionali e curatissimi, e poi averci servito questa robetta. Perlomeno, io lo rispetto troppo come disegnatore per credere che vignette come questa, tanto per cogliere fior da fiore, le abbia fatte lui:

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Cioè, a me mi pare che in questo albo ci abbiano disegnato in cinque! Troppo, troppo strano.

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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: sab ott 09, 2021 10:04 am 
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daradda ha scritto:
Sarà... ma tra tutti i fumetti che leggo le vignette frettolose capitano solo su Dylan Dog, soprattutto con una certa frequenza. Cosa che non è in toto da imputare al disegnatore, ma alla mancanza effettiva di curatore e revisori che dovrebbero visionare ogni singola vignetta prima di avallare la pubblicazione. Che vuol dire che per portare a casa la pagnotta non possono consegnare un lavoro rifinito? Se ristrutturo casa e l'operaio mi lascia le sbavature di vernice qua e là io gliele faccio sistemare prima di pagarlo. La pagnotta si guadagna lavorando bene, non alla cazzomannaggia; altrimenti non stupiamoci se Dylan Dog cade sempre più in basso mese dopo mese.


Mi permetto di dissentire. Leggo di tutto, e le vignette frettolose (che non vuol dire indecenti, ma meno rifinite della media) le trovo ovunque. Tralasciando i manga, dove la fretta fa parte del sistema stesso di produzione, mi pare che la qualità altalenante delle tavole sia una costante della quasi totalità della serialità a fumetti. Ogni tanto fa capolino la fretta, la necessità di concludere. A guardarle con la lente d'ingrandimento, anche alcune vignette di Giraud lasciano perplessi (tra parentesi, tra le pagine di Blueberry, che per me potrebbe anche essere uno dei fumetti meglio disegnati di sempre, c'è un noto e grossolano errore di inquadratura che probabilmente farebbe – o ha fatto, se lo conosce – inorridire Keanu :D ).

Poi capiamoci, sto parlando di vignette meno rifinite di altre ma comunque pubblicabili, non di capolavori affiancati a sgorbi. In quest'albo ci sono effettivamente delle vignette tirate via, non lo nego, ma nulla che mi faccia pensare a modifiche successive fatte controvoglia o addirittura a interventi esterni. E nulla, in complesso, che mi faccia valutare meno che buono il lavoro di Celoni.

Anima d'acciaio è un albo del 2007, ci sta che Celoni allora lavorasse in modo diverso e dedicasse più tempo alle tavole. Quale disegnatore, in 14 (quattordici!) anni, non cambia almeno in parte il proprio stile? I vari Roi, Casertano, Piccatto disegnavano nello stesso modo nel 1986 e nel 2000?

Poi mi fa strano che dalla discussione io faccia la figura di quello che difende Dylan a spada tratta e quasi per partito preso, quando in realtà comprerò sì e no quattro o cinque albi all'anno, uscite speciali comprese, ma di fatto trovo che il livello grafico non sia in alcun modo uno dei problemi della testata; anzi, personalmente lo trovo di livello medio/alto sempre, albo di questo mese compreso.

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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
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Rimatt, a casa ho solo un volume di Blueberry, ti prego di farmi vedere questo errore, voglio assolutamente inorridire!

Anima d'acciaio è del 2007, è vero, Il tocco del male è del 2009, ma questo albo qui secondo me era già pronto dieci anni fa, quindi praticamente coevo. Lo stile di Celoni nel numero 421 è rimasto pressoché inalterato, basta vedere le prime pagine e molte altre nel corso dell'albo, non credo che il suo tratto sia cambiato più di tanto. E le due vignette che ho postato prima si vede lontano un miglio (non con la lente d'ingrandimento!) che sono disegnate da due persone diverse...
Ma mettiamo pure caso che siano entrambe opera di Celoni: che figura ci fa un disegnatore se le sua tavole sembrano disegnate ogni volta da tre persone diverse?!? In questo albo manca armonia nella sezione dei disegni (per tacere dei dialoghi...), è indubitabile. E l'armonia è un elemento essenziale delle tavole a fumetti.

E poi lo sai bene che, almeno per me, il fatto che succeda anche in altri fumetti seriali (e hai detto bene, lasciamo fuori i manga dal discorso, altrimenti esplodo! Ancora mi ricordo certe facce che iniziavano a spuntare su Death Note!) non solo non è una scusante, ma è assolutamente un'aggravante!

Per non parlare del fatto che per questo albo non parlerei mai, come fa Recchioni, di "un eccezionale Fabio Celoni che l'ha accompagnata con grande entusiasmo"... Letteralmente metà di quest'albo è ottimo, e metà è apocrifo (in entrambi i sensi che ho specificato credo ieri)! Insomma, siamo alle solite...

Poi Rimatt, non penso affatto che tu sia il difensore di Dylan a spada tratta, su questo puoi stare tranquillo, solo mi chiedo che caratteristiche debba avere un albo per poter essere giudicato da te come inqualificabile! Lasciamo stare la trama, che si sa che è tutto soggettivo, e sono contento che a te sia piaciuto, ma stiamo parlando di un albo che festeggia il 35ennale, con allegato il numero 1, con il ritorno ai disegni di uno dei disegnatori più amati (compreso da me), un sequel "superattesissimo" (qualsiasi cosa voglia dire), e me lo fai uscire così, chiaramente manipolato geneticamente?!?

Ripeto, in moltissime vignette ci sono ancora i segni delle matite sotto (come nel 414), segno che questi qua nemmeno sono più in grado di stampare correttamente le tavole...

P.S. per quanto riguarda Piccatto, semplicemente è passato da mio disegnatore preferito a quasi inguardabile negli ultimi tempi. Casertano l'ho seguito di meno, ma secondo me ha tenuto botta abbastanza bene. E in ogni caso, nei loro albi non è che Piccatto disegna un primo piano di Dylan iperrealista e un altro cubista. Nel suo tirare via è sempre coerente. In questo albo invece non c'è nessuna coerenza.

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Keanu Coen ha scritto:
Rimatt, a casa ho solo un volume di Blueberry, ti prego di farmi vedere questo errore, voglio assolutamente inorridire!


Non ricordo nel dettaglio di che numero si tratta, ma dopo una ricerca su google ho trovato un'immagine della pagina in questione:

Immagine

Keanu Coen ha scritto:
Poi Rimatt, non penso affatto che tu sia il difensore di Dylan a spada tratta, su questo puoi stare tranquillo, solo mi chiedo che caratteristiche debba avere un albo per poter essere giudicato da te come inqualificabile!


A livello narrativo, gli albi immediatamente prima del 400 sono stati per me da KO. A livello grafico, ho letto di recente alcuni vecchi Jesus (che pure ho anche apprezzato, da altri punti di vista) e lì graficamente non c'era quasi nulla da salvare. In Bonelli però c'è quasi sempre un livello minimo di professionalità che trovo perlomeno soddisfacente. Ecco, volendo individuare un lavoro recente che proprio non mi piaciuto (ma che in senso assoluto non trovo affatto indecoroso), ti cito la storia texiana in cui ha esordito Zamberletti sulla serie regolare, i cui disegni (di Giuseppe Candita) non mi sono sembrati all'altezza del contesto. Specifico che a me interessano soprattutto la plasticità, la composizione della vignetta e la capacità di raccontare per immagini.

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Ciao,
Teo


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Keanu Coen ha scritto:
ma stiamo parlando di un albo che festeggia il 35ennale, con allegato il numero 1,


Che poi questa cosa dei celebrativi a colori mi sembra ormai una tradizione obsolescentage :( .
Che fa tutto tranne festeggiare lo Stano autentico, qui colorizzato da altri postuma-mente. Per me quasi inguardabile, un altro fumetto rispetto all'originale #1.
La SBE colorava (sul momento) i celebrativi in quanto evento perché 30 anni fa, in tempi senza CF et similia, erano rarissimi e quasi in deferenza ai comics o i fumetti franco-belgi che potevano permettersi il colore quasi sempre, rispetto a noi poveri daltonici. O forse oggi penzano di attirare i bimbiminkia col colore, non essendo sazi dell'hype pro-Vasco?

Tornando un attimo a Celoni, a me non ha convinto molto il suo nuovo stile, di una discontinuità semi-allarmante. Cose che nei Raminghi non ho mai visto. Ci ha perso molto il suo lato contortamente sovraccarico e barocco, per semplificare diversi passaggi. Senza contare che alcune vignette risultano inchiostrate (digitalmente) ancora a livello bozza. Ci sono delle pagine che sembrano uscire da uno Zagor, altre da un Ambrosini (p.53 ultime vignette). Primi piani non tutti convincenti, anzi. Dove c'era da aspettarsi qualcosa di fantasmagorico (à la Dorè?), tipo le vignette nella foresta e di trasformazione angelico-demoniaca, non ho visto nulla di sensazionale od elaborato.

Quindi, a conti fatti, se è questo l'impatto del suo cambiamento di stile - al risparmio, tirato, frettinculo? - qualcosa ci abbiamo rimesso, in generale... per quanto il prodotto rimanga apprezzabile, nella media di altri disegnatori, ma non di quella sua autoriale :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: sab ott 09, 2021 1:56 pm 
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@rimatt ahahahah questo si che è impubblicabile!! :D :D

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Solomon Kane ha scritto:
@rimatt ahahahah questo si che è impubblicabile!! :D :D


Eppure è ancora lì, mai sistemato nemmeno nelle ristampe successive (anche giustamente, tutto sommato). :D

Wolk ha scritto:
Tornando un attimo a Celoni, a me non ha convinto molto il suo nuovo stile, di una discontinuità semi-allarmante. Cose che nei Raminghi non ho mai visto. Ci ha perso molto il suo lato contortamente sovraccarico e barocco, per semplificare diversi passaggi. Senza contare che alcune vignette risultano inchiostrate (digitalmente) ancora a livello bozza. Ci sono delle pagine che sembrano uscire da uno Zagor, altre da un Ambrosini (p.53 ultime vignette). Primi piani non tutti convincenti, anzi. Dove c'era da aspettarsi qualcosa di fantasmagorico (à la Dorè?), tipo le vignette nella foresta e di trasformazione angelico-demoniaca, non ho visto nulla di sensazionale od elaborato.

Quindi, a conti fatti, se è questo l'impatto del suo cambiamento di stile - al risparmio, tirato, frettinculo? - qualcosa ci abbiamo rimesso, in generale... per quanto il prodotto rimanga apprezzabile, nella media di altri disegnatori, ma non di quella sua autoriale :roll:


Ecco, su questo mi trovo abbastanza d'accordo. Anch'io ritengo questo Celoni inferiore a quello "storico", per quanto non disprezzabile in senso assoluto.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: sab ott 09, 2021 4:10 pm 
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Quante insufficienze, neanche fosse una storia "sbagliata" della Baraldina


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 Oggetto del messaggio: Re: #421 - La variabile
MessaggioInviato: sab ott 09, 2021 10:40 pm 
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carina l'idea del multiverso, mai sentita prima d'ora poi...

è un dylan non dylan, un dylan che si dice nuovo ma che affonda a piene mani nel "vecchio" universo perchè, voglio dire, mica si possono buttare nel cesso 30 anni di dylan dog eh robè?
ed è proprio questo che mi dà fastidio, e già lo spiegai tempo fa in un post: O date il via al nuovo corso con un dylan nuovo (alla fine il dylan barbuto non mi dispiaceva) O tenete quello vecchio e cercate di scrivere meglio le storie!
invece no, un continuo rimando ad altri universi, al vecchio dylan, ad altre storie.. bohbohboh

la storia in sè comunque, votato 5 perchè è irritante e verbosa, ma se ne sono lette di peggiori

comunque da teologo (sono anche giurista) mi dà un po' fastidio che si dica che gli angeli e i diavoli non hanno libero arbitrio perchè sono stati creati così. E' falso, lucifero, che peccò e fu precipitato, così come gli angeli che peccarono quando abbandonarono la loro dimora per fornicare con donne umane (Giuda 6) dimostra che possono compiere delle scelte. O servire Dio o darsi al peccato, esattamente come gli umani. Pagandone le conseguenze ovviamente.

poi boh è un dylan che sembra scemo come qualcuno ha giustamente sottolineato, facendo domande a vanvera tutto il tempo... scene trash, dylan che fa l'avvocato e il finale che apre ad altre storie non lascia incuriositi ma insoddisfatti

in coda vorrei dire due parole sulla copertina
sono cambiati i copertinisti e va bene, dato che l'altro è impegnato in altri lavori ma a giudicare dalla prossima a mio avviso facciamo mille passi indietro. E' un dylan testata che dice vuole innovarsi a chiacchiere, ma io vedo l'esatto opposto. Segno pure che a R.R. ormai frega più niente della testata.


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