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#420 - Jenny
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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: gio set 09, 2021 8:02 pm 
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Myskin ha scritto:
E' una roba alla Moccia. Si tratta di una situazione assurda perché sono assolutamente convinto che... [a] Recchioni gli fanno schifo. Quindi mi chiedo: come fanno a passare?

Mi viene da dire che: A- Il curatore o chi per lui deve avere un'opinione ben bassa dei lettori, oppure B- C'è lo zampino di Davide Bonelli, che tra tutti i capoccioni coinvolti è l'unico che non ha nessuna esperienza come creativo (che io sappia). In questa seconda eventualità, poco cambierebbe in caso di cambio di curatore.


La maggior parte dei piani alti ha un'idea bassissima dei lettori, salvo quando c'è da vantarsi che anche Umberto Eco o Battiato leggevano DD. Li immaginano boccaloni a prescindere, pronti a bersi la qualsiasi da aficionados, ed eternamente incapaci di crescere criticamente - nonostante l'età media sia oltre i 30 anni suonati (e stonati). Carne da spennaggio perfetta per l'autore-tardone nerd che vuole togliersi le sue fisime sulla testata, senza avere uno straccio di idea credibile sulla lunga prospettiva.

Davide Bonelli mette solo (e inca$$a) la grana, per non lasciare che la rendita virtuale ereditata si disperda. Non conta quasi nulla a livello di direzione artistica ed editoriale, anche perché non è materia sua. Una specie di Piersilvio senza la Toffanin che preferisce non entrare in politica. La sua valletta che comanda, il vero capoccia, è Airoldi. È lui che di fatto dirige le mosse chiave del baraccone ed indirizza la policy editoriale, spalleggiato dallo yesman buonopertuttelestagioni Masiero. Peccato sia un sottoprodotto della Panini, convinto che in Italia si possa ricavare dalla SBE un movimento come i comics mmerigani . E questi sono i risultati.

Quando non sa che fare, daje de reboot, retcon epocali, nuove stagioni, strilloni da bancarella, serie parallele, Cico da nonno, Nathan prima della comunione, edizioni stralux, acchiappa-Vasco, i ccccciovani sono con noi, etc. Finché arronza spicci e contiene le perdite fisiologiche, a Davide B sta bene. :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: gio set 09, 2021 8:50 pm 
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wolkoff ha scritto:

La maggior parte dei piani alti ha un'idea bassissima dei lettori, salvo quando c'è da vantarsi che anche Umberto Eco o Battiato leggevano DD. Li immaginano boccaloni a prescindere, pronti a bersi la qualsiasi da aficionados, ed eternamente incapaci di crescere criticamente - nonostante l'età media sia oltre i 30 anni suonati (e stonati). Carne da spennaggio perfetta per l'autore-tardone nerd che vuole togliersi le sue fisime sulla testata, senza avere uno straccio di idea credibile sulla lunga prospettiva.

Davide Bonelli mette solo (e inca$$a) la grana, per non lasciare che la rendita virtuale ereditata si disperda. Non conta quasi nulla a livello di direzione artistica ed editoriale, anche perché non è materia sua. Una specie di Piersilvio senza la Toffanin che preferisce non entrare in politica. La sua valletta che comanda, il vero capoccia, è Airoldi. È lui che di fatto dirige le mosse chiave del baraccone ed indirizza la policy editoriale, spalleggiato dallo yesman buonopertuttelestagioni Masiero. Peccato sia un sottoprodotto della Panini, convinto che in Italia si possa ricavare dalla SBE un movimento come i comics mmerigani . E questi sono i risultati.

Quando non sa che fare, daje de reboot, retcon epocali, nuove stagioni, strilloni da bancarella, serie parallele, Cico da nonno, Nathan prima della comunione, edizioni stralux, acchiappa-Vasco, i ccccciovani sono con noi, etc. Finché arronza spicci e contiene le perdite fisiologiche, a Davide B sta bene. :roll:


Un'idea bassissima dei lettori e un'idea alta degli introiti: cose che potenzialmente non vanno a braccetto.
Considerare i lettori come caproni pronti a bersi tutto non è il miglior modo per totalizzare buone vendite, rialzare le quotazioni della testata, rendere la suddetta e il suo protagonista in qualche maniera credibili e degni di finire sul mercato.
Perché se a un lotto di storie avvincenti fatte per un pubblico che aveva spassionatamente voglia di essere intrattenuto si sostituisce un baraccone degno di Uomini e Donne (concetti gridati anziché sussurrati, sentimenti a buon mercato, donnine frustrate) si comprende che i Nostri non hanno capito il tipo di prodotto che hanno tra le mani.

Svilire la testata in questa maniera significa sbattersene allegramente del gusto di lettori affezionati che seguono da ben oltre trent'anni, gente che è stata bene abituata durante tutto il primo periodo con storie che sapevano avvincere. C'era qualcosa da raccontare. Narrazioni con un capo e una coda. Bei ritmi. Protagonisti e comprimari tridimensionali. Qualche risata compiaciuta che non faceva mai male.

Oggi si palesa, invece, la sagra del trito (e non parlo della fiera dell'hamburger).
E avoja a dare alle stampe "materiale for fans only", come certe inutili edizioni deluxe (le ultime saranno, da quanto ho capito, quelle dedicate a Vasco). Non è questo il modo per solleticare l'attenzione né per rialzare le quotazioni della testata.
Fino a che i lettori saranno considerati dei caproni e saranno trattati come tali, le reazioni di disgusto non potranno che susseguirsi fino a un graduale (cosa che pare stia già succedendo da tempo) abbandono della testata da parte di tanti aficionados.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: lun set 13, 2021 1:24 pm 
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Purtroppo non ho tempo per commentare i singoli albi , ma
ho finito di leggere l'ultimo albo e due righe vorrei scriverle sull'intero ciclo Vaschiano.
La deriva intimista e sentimentalista di questi tre albi non mi ha particolarmente coinvolto.
Questo tocco edulcorato non è nuovo in DD, anche se onestamente Johnny Freak o L'ultimo addio edulcorati lo erano in modo molto diverso.
Secondo me però il problema non è da far risalire alla mancanza di stima della dirigenza Bonelli verso i propri lettori,
ma credo sia più strutturale. Collegare le atmosfere di Vasco con quelle di Dylan era obiettivamente difficile, poco affini, quasi per nulla.
Certo gli autori hanno aggiunto del proprio, perchè poi dei testi delle canzoni è rimasto poco, ma alla fine lo spunto narrativo iniziale era modesto in partenza, quindi questi albi si sono trascinati un po' di quel sentimentalismo banale e sempliciotto dei testi di Vasco (con tutto il rispetto per i fan del cantante, ma ammetto di non averlo mai apprezzato in vita mia).
A calcare la mano c'è stata probabilmente anche l'ambizione di poter avvicinare qualche lettore "casual" in più in occasione di questa operazione commerciale, rendendo le storie un po' più ammiccanti a un certo tipo di pubblico non tipicamente Doghiano. Politica che ovviamente ritengo sbagliata perchè è ormai chiaro a tutto il mondo
che i fumetti Bonelli (e non solo) vendono solo ad uno zoccolo duro di appassionati lettori di 30/40/50 anni (in su) e non saranno due o tre operazioni di questo tipo
a cambiare il trend. Il fumetto non è più un fenomeno popolare o casual dagli anni 80-90, chi lo compra rappresenta un target particolare.

A questo punto invece di puntare sui numeri o meglio sul desiderio di ottenere numeri di vendita maggiori a volte snaturando il personaggio, ridurrei le testate e migliorerei la qualità
di quello di nuovo che viene venduto o ripubblicato. Il tempo delle vacche grasse è finito , ma si può ancora campare bene soddisfando la nicchia di una certa età che qualche soldino non lo nega.

Comunque sono d'accordo con l'utente che scriveva che ormai del nuovo Dylan Dog non c'è più traccia e che tranne per qualche particolare insignificante
ormai tra Old Boy e albi regolari non c'è più nessuna differenza, quindi non possiamo neanche più appellarci allo stravolgimento narrativo che,
diciamolo chiaramente, per me non c'è mai stato, ma è sempre rimasto un colpo in canna nella mente di Recchioni che ha dovuto fare marcia indietro
dinanze alle critiche di lettori abituali e abitudinari (a torto o a ragione dipende dai punti di vista).

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: lun set 13, 2021 8:41 pm 
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Gordon Pym ha scritto:
è ormai chiaro a tutto il mondo che i fumetti Bonelli (e non solo) vendono solo ad uno zoccolo duro di appassionati lettori di 30/40/50 anni... Il fumetto non è più un fenomeno popolare o casual dagli anni 80-90, chi lo compra rappresenta un target particolare.

A questo punto invece di puntare sui numeri o meglio sul desiderio di ottenere numeri di vendita maggiori a volte snaturando il personaggio, ridurrei le testate e migliorerei la qualità di quello di nuovo che viene venduto o ripubblicato. .


Il problema è che per far quadrare i conti devono sfruttare quel target di sopra (v. fan incrollabili, collezionisti, completisti, abitudinari da un ventennio o oltre...), moltiplicando di conseguenza le pubblicazioni... visto che di nuovi cccccioveni lettori manco l'ombra :cry: .
Esclusi i crossover random o #bis last minute, stando così l'assetto editoriale, ogni anno in edicola escono 24 pubblicazioni fisse collegate a DD (12 inediti, 6 OB, 4 CF, 1 Special, 1 Magazine), una media esorbitante di 2 al mese , nonostante il personaggio sia in crisi, come tutto il mondo del fumetto italico in generale (escluso Tex) a livello di vendite medie. Ma senza Dylan gran parte del carrozzone Bonelli andrebbe giù da una rupe, per cui finché c'è da sfornare carta, daje giù de rrroba in quantità.

Per questo non ridurranno mai le testate, anzi quando possibile uscirà altra roba da pubblicare, magari con scarsi costi di produzione, come ristampe deluxe e variant da libreria, per inca$$are altri spicci.

Il discorso della quantità poi non è neanche collegato più di tanto alla qualità :roll: .
Se non disponi di autori talentuosi, di idee valide, di ispirazioni stimolanti, di revisori all'altezza, di oculatezza programmatica, di mestiere comprovato, di priorità credibili... anche pubblicando la metà della roba rischi di toppare alla grande. Per paradosso, con tutte le storie che escono, visto il livello semi-cialtronesco della gestione, per la legge dei grandi numeri prima o poi si incappa (involontariamente?) in una storia buona. Se riduci all'osso le pubblicazioni temo che questa possibilità cali ulteriormente, con al lavoro la gente di sopra.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: mar set 14, 2021 1:54 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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l’orbitante numero di uscite è un problema ,
troppe.
e poi dylan dog è letto dai vecchi , 30 - 40 -50 enni.

non è questione di fare storie per teenager , anche perché il dylan di sclavi lo leggevo da piccolo, e così tanti coetanei.
il problema era di fare un reeboot , ma vero , con personaggi nuovi ed invece hanno cannato pure li.
non è vero che i lettori storici non volevano un reboot ,
ne volevano uno ma fatto bene ,
non che inizi e poi ritorni alla solita roba di prima.

questo dylan dog è più old dell’old boy.

poi Recchioni è desaparecido , dov’e la storia di batman , dove sono le sue storie sulla regolare a parte i numeri del 666. Dov’e l’impronta innovativa ?
se non ha voglia che molli l’osso.

leggo che ha finito la storia del samurai, bene... e dylan dog ?????
davvero una testata così importante lasciata morire così, o lasciata ad idee estemporanee .


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: mar set 14, 2021 9:24 pm 
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Goblin ha scritto:
l’orbitante numero di uscite è un problema ,
troppe.
e poi dylan dog è letto dai vecchi , 30 - 40 -50 enni.

non è questione di fare storie per teenager , anche perché il dylan di sclavi lo leggevo da piccolo, e così tanti coetanei.
il problema era di fare un reeboot , ma vero , con personaggi nuovi ed invece hanno cannato pure li.
non è vero che i lettori storici non volevano un reboot ,
ne volevano uno ma fatto bene ,
non che inizi e poi ritorni alla solita roba di prima.

questo dylan dog è più old dell’old boy.

poi Recchioni è desaparecido , dov’e la storia di batman , dove sono le sue storie sulla regolare a parte i numeri del 666. Dov’e l’impronta innovativa ?
se non ha voglia che molli l’osso.

leggo che ha finito la storia del samurai, bene... e dylan dog ?????
davvero una testata così importante lasciata morire così, o lasciata ad idee estemporanee .


Ormai è come se avesse abbandonato. Penso avesse puntato tutto su quella famigerata ricostruzione dell'universo Dylaniato, che, e lo abbiamo visto, non ha dato i suoi frutti. Troppo frettolosa, troppo campata in aria, e la marcia indietro è stata obbligatoria.
Se voleva ricostruire da capo l'universo in questione doveva partire molto prima.
Fare in modo che la meteora - elemento di "demolizione" del vecchio universo - non fosse una roba buttata giù all'ultimo momento (e infatti le storie erano tutte slegate: se le mettiamo insieme non portano da nessuna parte) ma pensata per tempo, con un lotto di sceneggiature ben amalgamate tra di loro che potessero portare dunque a questo fatidico nuovo universo.
Pianificazione. Parola che i Nostri (e soprattutto il Nostro) non conoscono.
Problema due: buttano giù questo "nuovo universo". Si parte malissimo scimmiottando Sclavi, (quando invece l'intento apparente del Rrobe era "seppellirlo": emblematica la scena dell'uccisione nel 400), dando in pasto ai lettori un Dylan insopportabile - a dir poco - oltre che un assistente privo di qualsiasi verve comica (il punto di forza di Groucho, capace ai bei tempi di stemperare certi momenti "tesi") e si continua altrettanto male grazie a un lotto di storie inconsistenti.
Anche qui, avesse (il Rrobe) conosciuto la parola pianificazione avrebbe tirato fuori un tot di storie giuste per iniziare.
Magari evitando il Dylan minchione bravo solo a citarsi addosso (e se poi voleva tenere Gnaghi... alla fine nessun problema).
E avrebbe messo in cantiere un certo numero di storie per continuare: se l'inizio era buono, molti lettori avrebbero evitato di tirare pomodori marci e la serie poteva proseguire senza problemi.
Ma è andato tutto a farsi benedire. E penso che, falliti certi intenti iniziali, il Rrobe non abbia più voglia di mettersi in gioco.
Quindi, dopo il "disastro", quello che ci rimane è un nuovo universo monco che è la fotocopia mal riuscita dell'originale (certo, senza Wells - ma ancora con Rania e Carpenter - e con il Bloch "paparino"). Ciò che vediamo, mese dopo mese, è solo un mucchio di macerie: elementi disarticolati di un vecchio universo che non esiste più riadattati alla bell'e meglio per essere piazzati in un dylanverso alternativo praticamente inesistente. Le storie "nuove" si vedono con il lanternino, e quando queste subentrano (vedasi l'attuale trilogia) non sono capaci di poggiarsi su alcuna base né di tentare di edificarla per gradi (in data odierna sarebbe uno sforzo titanico).

Aspettiamo dunque un nuovo curatore (o più di uno) capace di tirarci fuori dal pantano. Sperando che non sia il Trio Lescano che ci ha deliziato con la bellissima :mrgreen: tripletta "canora" (altrimenti potremmo ritrovarci con qualche altra "perla" tipo una trilogia sul Festival di Sanremo in chiave soft-horror, in cui partecipa un mostro "in incognito" travestito da cantante. Ennesimo sublime tentativo di allargare la fanbase).

Ah: è il caso di iniziare anche a rinnovare gli sceneggiatori (mettano un concorso o quello che pare a loro) dato che molti di quelli odierni sono cotti.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: mer set 15, 2021 11:13 am 
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wolkoff ha scritto:

Il problema è che per far quadrare i conti devono sfruttare quel target di sopra (v. fan incrollabili, collezionisti, completisti, abitudinari da un ventennio o oltre...), moltiplicando di conseguenza le pubblicazioni... visto che di nuovi cccccioveni lettori manco l'ombra :cry: .
Esclusi i crossover random o #bis last minute, stando così l'assetto editoriale, ogni anno in edicola escono 24 pubblicazioni fisse collegate a DD (12 inediti, 6 OB, 4 CF, 1 Special, 1 Magazine), una media esorbitante di 2 al mese , nonostante il personaggio sia in crisi, come tutto il mondo del fumetto italico in generale (escluso Tex) a livello di vendite medie. Ma senza Dylan gran parte del carrozzone Bonelli andrebbe giù da una rupe, per cui finché c'è da sfornare carta, daje giù de rrroba in quantità.


Sicuramente è così ma io continuo a non essere convinto che il fumetto in generale sia in crisi. Se si vogliono raggiungere i numeri degli anni 90 si, quando era un prodotto per tutti, da edicola, a basso prezzo, popolare, ma se la Bonelli si mettesse in testa che quegli anni sono finiti e che il fumetto come media non ha più quella capacità di catalizzare grandissimi numeri, che ora ha una concorrenza molto più agguerrita e un fascino minore nei confronti della generazione di oggi, che il mercato è cambiato , è diventato di nicchia, con una fascia di lettori decisamente più anziani, potrebbe stabilire una direzione editoriale più precisa e sebbene meno remunerativa rispetto al passato, comunque non disprezzabile perchè la gente di 40/50 anni se ha un lavoro e una situazione stabile qualche soldino in più li spende. Non bisogna escudere i lettori più piccoli, ma inutile puntare sempre su un pubblico giovanile, i ragazzi secondo me oggi leggono poco, pochi fumetti, anche pochi manga , pochi libri, o almeno di meno rispetto a noi che non eravamo bombardati da tantissime altre forme di intrattenimento. Con tutte le eccezioni del caso ovviamente . In generale poi non credo ci sia bisogno di storie più adatte a loro, sono loro che si adattano alle storie. I racconti di Sclavi avevano l'appeal dell'elemento splatter e horror ma poi nelle tematiche avevano un tono adulto, così come Satanik o Kriminal negli anni 60-70.

Tornando al discorso di prima, se si inquadra definitivamente il fumetto come prodotto di nicchia, beh per me oggi gode di discreta salute e ha spesso un'attenzione e anche una sorta di dignità artistica che negli anni 90 si sognava, purchè però non si facciano paragoni. Buttare troppa carne al fuoco pensando che più pubblichi e più hai possibilità di guadagno è una politica che secondo me non paga. Troppe testate riservate al personaggio Dylan, ormai munto fino allo sfinimento e come detto dagli utenti negli ultimi interventi, con una guida sempre più flebile e che avanza senza una direzione precisa un po' a fari spenti. Troppi personaggi che secondo me non hanno più grosso appeal e energie narrative, come il mio adorato Martin Mystere, Nathan Never, poche novità e quelle poche non particolarmente brillanti (vedi Odessa). Se fossi Davide Bonelli mi concentrerei su 4-5 testate e concentrerei tutti gli sforzi su quelle, sul migliorarle o sul tener alto lo standard di pubblicazione e per arrotondare curerei con maggiore attenzione e passione le ristampe e i prodotti da fumetteria/libreria . Invece sfornano troppa roba e a volte in modo troppo superficiale, incappando in sviste, errori, scelte discutibili . Torno a ripetere, secondo me la Bonelli potrebbe campare anche così e abbastanza bene, invece di cercare di rastrellare qualcosa in più con queste operazioni commerciali alla cieca. La Cosmo ci riesce, l'Aurea pure. La Bao e la Coconino, la Lizard, Nicola Pesce, hanno un target ben preciso e campano. La Bonelli deve capire cosa vuole fare, e forse deve ridimensionare le ambizioni in base alle risorse disponibili e al mercato.


wolkoff ha scritto:
Se non disponi di autori talentuosi, di idee valide, di ispirazioni stimolanti, di revisori all'altezza, di oculatezza programmatica, di mestiere comprovato, di priorità credibili... anche pubblicando la metà della roba rischi di toppare alla grande. Per paradosso, con tutte le storie che escono, visto il livello semi-cialtronesco della gestione, per la legge dei grandi numeri prima o poi si incappa (involontariamente?) in una storia buona. Se riduci all'osso le pubblicazioni temo che questa possibilità cali ulteriormente, con al lavoro la gente di sopra.


E' probabile, ma nella Bonelli ci sono anche bravissimi artisti e autori che lavorano con ritmi di lavoro elevati. Peraltro leggendo qualcosina di extra Bonelli, io onestamente non vedo neanche molta più professionalità e cura in altre testate italiane. Lo stesso Samuel Stern secondo me è sullo stesso livello di Dylan Dog, alterna buone storie con altre dimenticabili. La millevoltemeglio publishing del grande Max Bunker ha una gestione editoriale a dir poco amatoriale, lasciamo perdere la Star Comics, la Panini è di un altro pianeta eppure a volte prende qualche decisione discutibile. Insomma diciamo che la Bonelli a livello organizzativo è quanto meno nella media italiana.
Sul rinnovo del parco autori forse sarebbe auspicabile, secondo me servono nomi nuovi, che possano rischiare qualcosa in più, portare qualcosa di nuovo e personale. Ma non è facile.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
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nelle librerie è cambiato qualcosa recentemente , mondadori e feltrinelli, scaffalate di fumetti manga.
e pieno di ragazzi... ero quasi imbarazzato a dargli un occhiata , mi sembrava di accedere ad un reparto di scuola media.
il fumetto non è in crisi anzi , se sommiamo i bonelli i manga i comics e gli autoriali sono sicuramente più alti dei numeri degli anni 90 , ma il fatto è che si sono divisi la torta , e bonelli sicuramente ci ha perso molto.
e più va avanti e la tendenza va verso i manga.

P.S. però con dylan dog si danno la mazza sui piedi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
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Goblin ha scritto:
il fumetto non è in crisi anzi , se sommiamo i bonelli i manga i comics e gli autoriali sono sicuramente più alti dei numeri degli anni 90
Hai una fonte o è una tua idea?

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
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Dear Boy ha scritto:
Goblin ha scritto:
il fumetto non è in crisi anzi , se sommiamo i bonelli i manga i comics e gli autoriali sono sicuramente più alti dei numeri degli anni 90
Hai una fonte o è una tua idea?


è assolutamente una mia idea esatta ,
perché il totale più o meno è lo stesso se non di più, solo che ci sono molte più pubblicazioni rispetto agli anni 90 , e più concorrenza.
è assolutamente così.

hai una diversa fonte ?


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
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Credo stiamo andando nel "generalismo" sui massimi sistemi OT.
Finché qualcuno non apre un altro topic apposito rispondo qui... :|

Il fatto che ci siano molte più pubblicazioni in libreria non vuol dire che siano molti più potenziali acquirenti/referenti. Semplicemente le case editrici hanno bisogno di riversarsi anche su quel canale per drenare ulteriori ri$or$e, facendosi belli davanti ai radical chiccosi che sproloquiano sul fumetto "nona arte", senza comprarne più di due all'anno per regalarli ai nipoti smartdipendenti. Alla fine il vero utente di "nicchia" è sempre quello, solo che prima o poi in quella nicchia ci si soffocherà, se non affitta un vano extra per affastellare la sua roba.

Gordon Pym ha scritto:
vogliono raggiungere i numeri degli anni 90 si, quando era un prodotto per tutti, da edicola, a basso prezzo, popolare, ma se la Bonelli si mettesse in testa che quegli anni sono finiti e che il fumetto come media non ha più quella capacità di catalizzare grandissimi numeri, che ora ha una concorrenza molto più agguerrita e un fascino minore nei confronti della generazione di oggi ...

Se fossi Davide Bonelli mi concentrerei su 4-5 testate e concentrerei tutti gli sforzi su quelle, sul migliorarle o sul tener alto lo standard di pubblicazione [...] La Cosmo ci riesce, l'Aurea pure. La Bao e la Coconino, la Lizard, Nicola Pesce, hanno un target ben preciso e campano. La Bonelli deve capire cosa vuole fare, e forse deve ridimensionare le ambizioni in base alle risorse disponibili e al mercato.


La Bonelli ha un impianto basato sul fumetto popolare, per un referente medio-italico: non siamo mica in Francia, dove il lettore medio è disposto a sborsare 16€ per 40 pagine colorate e brossurate, in librerie altamente specializzate dove bazzica quel paio di volte al mese. E non siamo nemmeno in Giappone, dove la metà della popolazione dai 10 ai 60 anni legge manga quotidianamente, a prezzi umani.
La SBE da tempo sta provando ad allargare il suo impianto con i rastrellamenti deluxe o griffatissimi da libreria (v. sopra), ma la base di sussistenza rimane quella tradizionale, compreso il target finale e tipologia di acquirente. Anche perché è un gigantesco carrozzone con dozzine di dipendenti e testate. Sottoprodurre vuol dire spegnersi a certi livelli, arrendersi, e snaturarsi. Altro che campare, un mezzo suicidio inerme post-trauma :!: :?
Taglierebbero molti personaggi storici solo se quelli subentranti dessero garanzie... ma la cosa non avviene, dopo comprovati flop, per cui si ritorna sui propri passi con Mister No da giovane, Martin on holiday, Nathan su Marte, etc. L'usato garantito rispetto agli ibridi idrogenati di scialbaggine.

Se la SBE si atteggiasse a novella Coconico de noartri come profilo, finirebbe annegata sotto le pernacchie dei suoi stessi addetti ai lavori, per non parlare dei lettori. :D

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Goblin ha scritto:
perché il totale più o meno è lo stesso se non di più, solo che ci sono molte più pubblicazioni rispetto agli anni 90 , e più concorrenza.
è assolutamente così.
Scusami ma continuo a non capire il "totale" di cosa?

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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Dear Boy ha scritto:
Goblin ha scritto:
perché il totale più o meno è lo stesso se non di più, solo che ci sono molte più pubblicazioni rispetto agli anni 90 , e più concorrenza.
è assolutamente così.
Scusami ma continuo a non capire il "totale" di cosa?


dei lettori


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: gio set 16, 2021 11:53 am 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Ma non credo proprio.
Per quanto possano essere aumentati gli acquirenti di GN in libreria (ma l'anomalia Zerocalcare dopa qualsiasi valutazione) non compenseranno MAI il tracollo delle edicole, cioè il vero motore economico del fumetto in Italia.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: gio set 16, 2021 12:54 pm 
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Iscritto il: mar ott 29, 2013 11:04 pm
Messaggi: 352
Località: Roma
Io in questo discorso non mischierei le varie categorie di fumetto. Il fumetto italiano non è quello americano, e ancora meno quello giapponese. Per un fumetto italiano in crollo c'è un giapponese in costante crescita grazie a un catalogo immenso pieno di contenuti che piacciono e attirano lettori. Il fumetto americano resiste bene grazie allo zoccolo duro e alla moda dei supereroi che si è diffusa sempre più negli ultimi anni. Il fumetto italiano invece ha praticamente solo lo zoccolo duro su cui contare; ai giovani non frega nulla di Bonelli e company, diciamolo, e non ci sono fattori esterni a trainarlo tipo produzioni cinematografiche o serie animate. Se lo zoccolo duro non viene soddisfatto, come sta in parte accadendo, ecco che arriva il lento ma costante tracollo.

Aggiungo che è vero che le edicole sono il principale mezzo di diffusione del fumetto italiano, ma non è per il loro tracollo che il fumetto italiano soffre. Anzi, direi il contrario. Unito ovviamente a tutti gli altri crolli, dai quotidiani alle riviste specializzate. La carta non interessa più se non per collezionismo, anche perchè ormai qualsiasi contenuto è reperibile online.


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