Cravenroad7

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#362 - Dopo un lungo silenzio
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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: lun ott 31, 2016 10:36 pm 
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Iscritto il: gio nov 07, 2013 10:29 pm
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V.M. ha scritto:
Leggendo questa storia, avrei riconosciuto Sclavi anche se l'avesse scritta sotto pseudonimo.

Concordo.
Lo stile di Sclavi ( e, più in generale, il suo Dylan ) è inconfondibile.
Ritrovarlo è stato come rivedere un caro vecchio amico dopo tanto tempo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: lun ott 31, 2016 11:45 pm 
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Iscritto il: mer giu 22, 2016 9:37 am
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femosenamedia ha scritto:
Ho votato ottimo. Per me è da 10.
Chiunque abbia avuto a che fare, anche indirettamente, con il problema dell'alcolismo e della sobrietà (nell'accezione che danno gli alcolisti, che è diversa da quella del vocabolario) non può non ritenere questo albo un capolavoro.
Ho letto di qualcuno che ha ritenuto che Sclavi abbia banalizzato il problema. Dio li perdoni.


Ecco. Grazie di questo post.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 12:50 am 
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Località: La Zona
Votato buono, ma ho apprezzato più le sottigliezze autoriali tipiche di Sclavi, che la storia nel suo complesso. Sarà che si tratta di un argomento che proprio non riesco a prendere sul serio nel 2016.
Ad ogni modo, ho avvertito anch'io la "mano" del Creatore e ne ho apprezzato la lettura, come ho apprezzato il ritorno dell'incarnazione dello scetticismo Sclaviano, il Prof. Adam. Sono un po' deluso invece dall'utilizzo di Groucho, mi aspettavo per lui qualche scena in più dall'Autore che meglio di tutti ha saputo, in passato, "metterlo in scena".


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 1:00 am 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
Messaggi: 2562
hicks ha scritto:
Groucho, mi aspettavo per lui qualche scena in più dall'Autore che meglio di tutti ha saputo, in passato, "metterlo in scena".

perché dici così? A me sembra perfetto

_________________
Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
https://www.instagram.com/dipintendo


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 11:45 am 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
Messaggi: 989
Località: Corbetta
Finalmente ho letto l'ultima fatica di Tiziano Sclavi. Complice l'attesa e l'aspettativa l'ho trovata una storia buona ma non eccezzionale. All'interno della storia infatti vi trovo delle scene veramente molto belle e toccanti che solo un uomo dalla sensibilità di Sclavi può scrivere. Vi trovo, però, anche un problema di resa del problema dell'alcolismo di Dylan. Non dico oltre e proseguo con una recensione più approfondita con spoiler vari.

Fino a pagina 9

Spoiler!
Molto bella e visionaria la presentazione del dramma di Owen. La pagina 9 con quella poltrona vuota e quel "parlami..." dice più di mille parole. Questo è quello che sa fare Sclavi, rendere l'emozione con una vignetta e poche parole.


Fino a pagina 16

Spoiler!
ho trovato molto interessante lo spunto iniziale che porta Dylan a bere il suo "primo" bicchiere. Una ingenuo bicchiere di vino per un ex alcolista può essere l'inizio di un inferno ma al momento sembra solo una piccola resa ma non la perdita di una battaglia. Interessante la scena di sesso vista da fuori quasi a dare intimità ai due amanti. Crystal nonostante non abbia molto spazio per la caratterizzazione non può essere una cliente qualsiasi che cade tra le braccia di Dylan ma deve essere resa unica in quanto colei che fa cominciare a Dylan il suo viaggio verso l'alcolismo. Da poche vignette si evince quindi che è una storia che va avanti da un pò ed entrambi sono molto innamorati.


Fino a pagina 26

Spoiler!
Qui vi è la presentazione del caso. E' una presentazione molto veloce ma non per questo poco toccante anzi forse la stessa brevità delle situazioni raccontate permette a noi lettori di poter immaginare di più e quindi di potersi angosciare maggiormente. Ho molto apprezzato l'ultima vignetta di pagina 20 nella quale Dylan si convince che quel bicchiere di vino è stato solo un caso isolato che non avrà conseguenze... Ho inoltre apprezzato l'intera pagina 23. Con una macrovignetta si vive tutto il dolore di Owen che perde la moglie in un batter di ciglia senza che lui possa fare nulla, senza che lui possa agire per salvarla. Rende in questo modo la morte della moglie molto poetica e al di là di tutto quello che si sarebbe potuto inserire (l'agitazione, il tentativo di salvarla) questa rimane per me la scelta migliore. La morte che arriva, punto. Forse non avrei fatto dire nell'ultima vignetta la causa della morte ma avrei lasciato la vignetta senza parole. Ma mi dico sempre che è facile "correggere" quando il grosso del lavoro l'ha fatto un gigante :D


Dopo un inizio fantastico arriva per me a pagina 29-30 la prima nota dolente

Spoiler!
Perchè Dylan prende quella birra? Capisco che l'alcolismo è subdolo e ti fa credere di avere il pieno controllo su ogni cosa che fai quando in realtà il controlo lo hai già perso dalla prima goccia bevuta. Mi sarei aspettato maggiormente nel personaggio una maggiore esitazione per questa birra.
Poi scopriamo nella pagina successiva che in realtà ne ha bevute tre e Dylan si autocazzia dicendo che non accadrà mai più. Qui ho avuto il primo dubbio. Non che il messaggio di Sclavi non sia passato. Capisco che Dylan ha ormai perso il controllo ma mi sarebbe piaciuto un maggior tormento (che ci volete fare? Sono barbatiano io :D )


Fino a pagina 43

Spoiler!
Intenso il momento in cui anche Dylan sente la presenza della moglie di Owen quasi a rappresentare un medesimo destino, un medesimo sentire nell'alcolismo. A questo punto mi viene il dubbio che possa essere che questo spirito possa essere visto solo da chi beve... per fortuna Tiziano non è così banale come me :g:

Continua questo bere di Dylan che continuo a non accettare. Me lo aspetto da un uomo qualsiasi ma non da uno che ha un vissuto come quello di Dylan.

Una menzione particolare per le tavole a pagina 36 e 37 veramente belle e graficamente ben fatte!!

Bella anche la scena dell'ingorgo stradale e il successivo Groucho. Da qui emerge un Dylan distrutto e un Groucho meraviglioso spettatore inerme in quanto può solo aspettare che Dylan risolva il suo problema. Come in qualsiasi forma di dipendenza o di depressione le persone che ti stanno accanto soffrono il doppio. La prima perchè ti vedono stare male, la seconda perchè non possono fare niente e sono condannate ad aspettare. Bella l'ultima vignetta di pagina 42. Groucho se ne sta andando, sta lasciando da solo DD ma proprio perchè sa che non c'è altro da fare. Questi fantasmi si combattono da soli. Gli amici possono gettarti una corda per farti risalire ma la corda la devi prendere tu.


Fino a pagina 50

Spoiler!
Wow... la scena migliore dell'albo. Diretta al cuore, spietata nella solitudine che sta provando Owen. Il prete trova sollievo in Gesù, Owen non ce la fa... ha solo silenzio dentro di sè. Non sono gli altri che non parlano ma sei tu che non riesci ad ascoltare te stesso. O almeno questo è quello che ho pensato vedendo quella scena. Grazie Tiziano! Un brivido al cuore. Potrei spendere mille parole ma non ne sarei in grado e lascio il silenzio a magnificare questa scena.


Fino a pagina 63 - E qui la seconda scelta per me poco azzeccata...

Spoiler!
Dopo l'ennesimo cazziatone a Groucho e dopo la prova di amore di Crystal Dylan parla con il professore Adam. Non ho ben capito l'utilità di questa scena in realtà. Ok c'è la storia del primo caso di fantasma documentato con la consapevolezza che in generale non ci sono mai state manifestazione paranormali e che anzi tantissime sono state solo dei trucchi. Mi chiedo però a che pro inserire qui questa scena. La bellezza del'albo si fonda proprio su questo fantasma che non c'è. L'unica cosa che c'è è l'alcool, le difficoltà di Dylan e Owen a trovare il primo la reazione per non bere più e il secondo a rimuovere, cancellare il ricordo (la presenza) della moglie. TRovo quindi poco appropriata questa scelta che mi sembra messa solo per far vedere Dylan che beve ancora.


Fino a pagina 73 - Terza scelta poco azzeccata...

Spoiler!
Perchè, per la prima volta, la signora Trelkvosky si avvale di esperti del settore? Perchè non ci sono le classiche due amiche anziane o al più la nipote Diana (non sarebbe stata funzionale alla storia ma almeno sarebbe stato un gran belvedere :D )? Mentre la storia dovrebbe vertere sugli stati d'animo, su ciò che i personaggi CREDONO di vedere, di sentire. Almeno fino alle prime 50 pagine. PEr dire cosa poi? Che in questa casa c'è solo un grande silenzio. Forse Dylan vuole rifugiarsi nella razionalità, vuole CAPIRE sperando che vi sia una vera causa esterna, vuole sperare che il problema di Owen (e anche il suo) sia fuori e non DENTRO di sè? Può essere in effetti...

Non ho apprezzato il fatto che Dylan dica a Groucho che non ha ancora toccato il fondo. Mi è sembrato uno spiegare inutile... (un pò come fece Recchioni in MAter Dolorosa nello scontro tra MM e Morgana, ovviamente in maniera MOOOOLTO più esagerata.)


Fino a pagina 86

Spoiler!
Altra scena meravigliosa. Quando vedo Dylan soffrire lo apprezzo molto. Per questo mi piace lo stile della Barbato. Perchè è attraverso la sofferenza, attraverso il toccare il fondo che si trova la forza di risalire. PErchè è in questo modo che si attua la catarsi, nel senso di purificazione. Ed è dopo questo delirium tremens che DD tocca il fondo ed è pronto per aggrapparsi alla corda della Vita per rialzarsi.


Fino a pagina 93

Spoiler!
Questa scena è ambivalente. NEl senso che da una parte concordo con Piccatto. SEmbra uno spot contro l'alcolismo e non ho apprezzato molto il gruppo degli alcolisti anonimi. PErò è anche verp che tali gruppi esistono e aiutano, eccome se aiutano. Quindi ci sta anche il salto nella quotidianità anche se rende il tutto molto meno poetico. PEr intenderci Owen avrebbe potuto trovare il suo modo di aggrapparsi alla corda mediante il dialogo con Gesù. Proprio facendo vedere GEsù che gli parla. Sarebbe stato molto poetico. Questo modo di rialzarsi di Dylan è poco poetico (almeno per me ) ma è molto umano. Si ha bisogno comunque degli altri per rialzarsi. Ergo Dylan si aggrappa alla corda, un pò risale lui un pò la corda viene tirata dagli altri. E' un lavoro di squadra che può essere fatto da chi ti conosce bene (Crystal) ma anche da coloro che in fondo sono degli sconosciuti (il gruppo Alcolisti Anonimi). PEr questo motivo non mi piace come scena ma la approvo perchè è una visione dell'autore. Che non apprezzo ma ammiro.


Fino a pagina 98 - Tocco di classe (mancato?)

Spoiler!
Scena finale distruttiva. Fa capire che c'è chi ce la fa (Dylan) e chi non ce la fa. C'è anche chi potrebbe farcela ma ormai è troppo tardi. Con quel "Va bene così" detto da Owen si nota tutta la calma disperata di un personaggio che forse ha appena toccato il fondo, avrebbe anche la forza per aggrapparsi alla corda ma quella corda non è ben salda e inesorabilmente cede lasciando quella persona nella consapevolezza che non c'è più nulla da fare... l'unica cosa da fare è arrendersi. Non serve capire, combattere. Bisogna solo accettare. Nient'altro.

Le ultime due pagine sono un pugno nello stomaco. Owen si arrende alla morte imminente e anzi è quasi felice in quanto sa che potrà far finire quel lungo e insopportabile silenzio. L'albo si chiude con una speranza. Anche la vicenda di Owen finirà e finirà con un lieto fine, anche se dopo la morte. Io avrei fatto una fine diversa. A me non piace dare la speranza al pubblico. Quando scrivo tendo sempre a far finire il mio scritto "male" perchè sono convinto che sia attraverso il dolore che si possano comprendere appieno le sofferenze. Una piece teatrale che finisce con un lieto fine mi lascia l'amaro in bocca in quanto fa pensare implicitamente che anche nella vita tutto vada bene senza dare allo spettatore quel dolore, quella rabbia necessaria che poi può far scaturire la catarsi anche nello spettatore. Ad esempip per me l'ultima vignetta avrebbe dovuto essere così. Nessuna didascalia, nessun dialogo. Solo Owen con il viso abbassato davanti alla poltrona vuota. Non c'è speranza. C'è ancora quel silenzio. La speranza arriverà dopo ma quel capo abbassato fa notare quanto quella speranza sia dolorosa. Dando anche il dubbio che in realtà Owen non crede alle parole che si dice. Poi ognuno avrebbe delineato la sua spiegazione. Però come dicevo prima, è facile dire cosa potrebbe cambiare se qualcuno ha già fatto il 99% del lavoro per te.


I disegni di Casertano sono molto belli e molto funzionali alla storia. Storia che è per me sul buono/ottimo proprio per le tante cose che ho spiegato prima. Non sono errori ci mancherebbe sono solo diverse scelte e diversi gusti.

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 12:43 pm 
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@alemans

SPOILAH

A proposito dei due aiutanti della Trelkovski. Qualcuno potrebbe rispondere semplicemente "è una citazione".

Più che altro io l'ho visto (assieme alla comparsata di Adam, tutt'altro che fuori posto in questa storia) come un ritorno ad una caratteristica della serie troppo spesso dimenticata: lo scetticismo speranzoso.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 12:59 pm 
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@Don Cristo et als christi, nel caso

Spoiler!
Don Cristo ha scritto:

A proposito dei due aiutanti della Trelkovski....
Più che altro io l'ho visto (assieme alla compasata di Adam) come un ritorno ad una caratteristica della serie troppo spesso dimenticata: lo scetticismo speranzoso.


Mi sembra evidente che è una delle chiavi portanti dell'albo. Non ci credo, ma ci spero, fino a prova contraria.
La speranza emotiva di poter credere in un aldilà ancora vicino, e con cui comunicare. La speranza epistemologica di poter trovare (e sancire) un linguaggio comune per avvicinarsi o perlomeno riconoscere un ultraterreno reale. Davanti alla delusione c'è chi reagisce rifugiandosi coscientemente nel credo della scienza (Adam), per affinare gli strumenti utili (ipoteticamente) per rinfocolare quella speranza, un giorno, e distinguerla dall'illusione irraggiungibile e dalle frodi patenti, con degli strumenti comprovati.
O chi tenta di perdersi nella forme della non-coscienza, come l'alcool (Owen), la religiosità (F.Donovan) e l'autoplagio mentale (i clienti), per trovare uno stato liminale in cui lo scetticismo allenta la presa, provando altre forme di linguaggio o di percezione più personali e gratificanti verso ciò che altri non sanno spiegare.


Detto questo, l'albo l'ho letto stamattina ma devo ancora smaltire le sbevazzate del party di Halloween, quindi un giudizio tanto sobrio non potrei darlo. Per ora "silenzio", e penso che Sclavi sia d'accordo.

A.A.A.
ANCORA ALOHISTA ANONIMO :P

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 1:22 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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@alemans: rispondo (e recensisco) con qualche SPOILER.


Quelle che tu citi come scelte poco azzeccate sono scene fondamentali per l'albo, che è interamente costruito attorno alla ricerca (di Owen, e assieme a lui di Dylan) di prove: prove che in fondo i fantasmi esistono – e con loro un aldilà, e con loro un dio –, e che non si tratta solo di illusioni alcoliche destinate ad andarsene con la sobrietà. Owen e Dylan, per quanto si professino entrambi atei, desiderano credere, e quindi la loro ricerca – più di Dylan, in effetti – è seria e rigorosa, ha bisogno di supporto scientifico: per quello l'indagatore dell'incubo si rivolge prima di tutto ad Adam, un serio professore, e poi ricorre ai tecnologici macchinari degli aiutanti della Trelkowski. Dylan ha bisogno di prove, appunto, e alla fine le ottiene: i fantasmi non esistono, l'aldilà non esiste, dio non esiste; ci sono solo l'alcol e i deliri di due menti ottenebrate.

Quando Dylan si rende conto di quel che in fondo sapeva già, ovvero che non può contare su altro aiuto che quello della propria forza d'animo e dei propri simili, si fa coraggio e inizia a frequentare gli alcolisti anonimi, consapevole che la solidarietà del prossimo è l'unica cosa a cui potersi aggrappare. Owen, invece, preferisce cullarsi nel proprio ateismo "scettico", che non esclude (perché non vuole) l'esistenza dei fantasmi: continua a bere, e su quella sedia vuota è veramente convinto (perché è quel che vuole) di vedere la moglie; beve perché così può continuare a sperare che, in un aldilà che pure non crede esista realmente, potrà nuovamente risentirla. La pagina finale è di una tristezza abissale, mi ha davvero commosso.

Il tutto è illustrato da un Casertano in stato di grazia, che magari sbaglia un paio di proporzioni ma che riesce a donare ai propri personaggi un'espressività incredibile, dipingendone le emozioni (e la disperazione) con grandissima sensibilità

Insomma, che vi devo dire? Non me ne frega niente se qualche sequenza è un po' brusca e se il ritorno all'alcolismo è così repentino: per quel che mi ha comunicato e per l'intensità della narrazione, per me quest'albo è un capolavoro. Non posso non dargli il massimo dei voti.

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 1:29 pm 
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alemans123 ha scritto:
....cut......



Bellissimo post che condivido appieno!
La cosa che mi convince meno infatti

SPOILER
è proprio questo scivolare nuovamente nel precipizio, dalla "birra" in poi...
Anche se ammetto che tener duro per anni e anni, avere quasi la certezza di aver sconfitto la belva, possa lasciare adito a pensare che si possa bere "normalmente" dominandone gli effetti.
Dylan sembra assaporare la normalità, il piacere intrinseco di far come tutti (e tutti prendono una birra con la pizza, me esclusa :D) tranne poi scivolare lentamente e inesorabilmente nella morsa tentacolare dell'alcool.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 1:45 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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bertuccia ha scritto:
il piacere intrinseco di far come tutti (e tutti prendono una birra con la pizza, me esclusa :D)


Ma perché, tu cosa bevi sulla pizza Berta, per distinguerti? Un frappè, un Earl Breakfast, un Don Perignon, una Red Bull, una vodka lemon, una Perrier, un Biochetasi, o una tanica di Paraflu? All'estero sono molto meno intransigenti e fanno ogni tipo di accostamento, ma io ricordo tempo fa che ordinai a Formia una birra rossa assieme alla pizza, e mi guardarono molto male. In effetti non erano una bella accoppiata... but i have a thing for red(head) :P :oops:

UN ALOHA+COPERTO

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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 2:12 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
@ bertuccia C'è questa bella intervista di Luca Valtorta a Sclavi sull'argomento. Sono state già evidenziate altrove ma ci sono queste due risposte in particolare che sono illuminanti:

"- Come è avvenuta la 'scivolata'?
- In pratica tutto quello che ho scritto fino al 1987 l'ho scritto da ubriaco. L'alcolista non può permettersi di bere niente, mai. Io sono scivolato in un periodo in cui stavo molto bene: assaggi due dita di vino dolce, una birra analcolica - sono terribili le birre analcoliche - e senza che te ne rendi conto ci ritorni dentro. Io sono uno che diventa dipendente da tutto, da tutto. Adesso sono dipendente dalla Coca Cola, per non parlare delle sigarette...
- Quanto fuma?
- Adesso sono due pacchetti al giorno. In passato sono arrivato a fumarne anche cinque. Ma sa qual è la cosa che mi fa più arrabbiare? Mauro [Marcheselli], per esempio, se va a mangiare una pizza e si beve una birra non ha problemi, è capace di dire di no. Se invece lo faccio io, non riesco a fermarmi, ne bevo dieci. Ma perché lui sì e io no?"

Qui il link. http://www.repubblica.it/cultura/2016/1 ... 150492078/


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 2:44 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
Messaggi: 4129
Località: Macondo
Cita:
Insomma, che vi devo dire? Non me ne frega niente se qualche sequenza è un po' brusca e se il ritorno all'alcolismo è così repentino: per quel che mi ha comunicato e per l'intensità della narrazione, per me quest'albo è un capolavoro. Non posso non dargli il massimo dei voti.

Non posso che essere pienamente d'accordo con te, rimatt.

_________________
Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 2:51 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
Messaggi: 2531
Località: Noland
Come riportato da Don che riportava da Sclavi, a chi è già stato alcolista basta pochissimo per una ricaduta che va dal pochissimo al troppo, ne ho sentite tante in proposito in cui da una birretta o da un caffè corretto in pochi giorni si passava a bicchieroni di superalcolici.
Da ex fumatore, se oggi fumassi un paio di sigarette (non sigaro/illo o pipa, proprio sigarette), tra una settimana sarei già sulle 15-20 giornaliere.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 2:55 pm 
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Iscritto il: mer lug 24, 2013 5:03 pm
Messaggi: 11
Ma c'è una storia in questo albo? No, è nebbia che avvolge il solito pippone pedagogico trito e ritrito. Ma ehi, l'ha scritta Sclavi, allora capolavoro.
Al netto dei beni disegni, voto 0 spaccato, mi dispiace.


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 Oggetto del messaggio: Re: #362 - Dopo un lungo silenzio
MessaggioInviato: mar nov 01, 2016 3:03 pm 
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Iscritto il: mer feb 27, 2013 10:03 pm
Messaggi: 860
Località: Forlì
Non posso che quotare Leone che quota Rimatt.

Tra l'altro non avrei mai pensato che questo numero potesse dividere il forum (beh, a giudicare dai voti, in effetti, non ha diviso affatto..), soprattutto per quanto riguarda certe critiche, costruttive o meno.

Non so se alcolismo e tabagismo possano essere accostati come esempio, ma a me è capitata la stessa cosa per le sigarette: dopo tre anni, sicuro di me e sereno, dò due tiri a una sigaretta e mi ritrovo la settimana dopo a comprarle regolarmente in tabaccheria, e la cosa più assurda, pensiero formulato ben prima di leggere questa storia, è che mi sono convinto di dover toccare il fondo davvero per trovare la forza di smettere di nuovo (per i soldi, la salute, per la mia piccola di 18 mesi). In effetti sto passando un periodo di tensione non da poco, ma questa è un'altra storia. Comunque è per questi motivi che davvero faccio fatica a capire le critiche sulla repentinità della scivolata di Dylan, o giudizi come "la peggior storia di Sclavi" (cmq Piccatto, è davvero un piacere sapere che sei ancora in giro ;) ).


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