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#356 - La macchina umana
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 11:43 am 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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Mi accodo a Cyber Dylan nella generale delusione, per un motivo molto semplice e, al contempo, credo abbastanza complesso [che forse appartiene solo alla mia mente].

Ci sono tre argomenti che, a mio avviso, Dylan Dog non dovrebbe più toccare: la morte, il lavoro/burocrazia e Dylan Dog stesso.
Il secondo, rispetto agli altri due, ha anche delle aggravanti:
1) È stato trattato da chiunque, dall'antichità a oggi;
2) È fortemente politicizzato;
3) Come conseguenza del punto 2, è stato trattato sempre allo stesso modo.

Bilotta è un grande, scrive con personalità e carisma, ha talento e visione, ma corre da fermo. Fa i salti mortali sulla cyclette.
Potrei analizzare i contenuti e la sceneggiatura in mille modi diversi, tutti positivi [tipo la Fine dell'episodio messa lì, ben altro che mera volontà di stupire], ma sul tema di fondo non fa un passo rispetto al solco tracciato dai predecessori.
E i nomi di Villaggio e De André, giustamente sottolineati, risalgono a qualcosa come 40 anni fa.

Cos'è cambiato da 40 anni a questa parte, sulla ricezione del tema del lavoro? Nulla. Nulla, e il motivo è il punto 2 di prima.
Non è un mistero che, da 40 anni a questa parte [ma diciamo anche dalla fine della guerra?], l'arte e la cultura siano di proprietà della sinistra, ideologica o meno.
Vi viene in mente il nome di un grande cantautore di destra, tranne - forse - Battisti? E Battisti, forse proprio per questo, è stato uno dei pochi che ha potuto permettersi di cantare di qualunque cosa, fossero anche semplici emozioni, senza lasciarsi contagiare prima o dopo dal morbo della politicizzazione coatta.
E Fantozzi, che io potrei declamare a memoria come il pelide Achille o le sacre sponde, è proprio la prima grande vera elevazione artistica, a livello cinematografico, da sinistra [e dal basso], di una certa visione di un certo mondo.

Ora, che Dylan Dog sia vagamente orientato a me sta pure bene.
Recchioni stesso dichiarò in un post che chi vota Salvini e legge Dylan Dog non ha capito un cazzo, e sottovoce posso pure dargli ragione.
Però. C'è un però.
E il però è che non riesco a smettere di pensare all'orrore, quello sì, che mi susciterebbe un albo che parlasse finalmente [provocazione voluta] del lavoro come di un qualcosa di magnifico.
E mi susciterebbe orrore perché l'unico nella storia che ha avuto l'ardire di farlo con una celebre scritta non fu Villaggio, e neanche De André. In generale, non fu nessuno che a fine albo ricorderei con un sorriso.
Ecco. A quel punto, avrei davvero la sensazione di stringere qualcosa di autenticamente demoniaco, un fumetto che trascende se stesso tornando autenticamente alle origini.
Il che non significa che quell'albo debba poi corrispondere al pensiero dell'autore, ma sarebbe un effetto novità, coraggio e futuro[/passato] che mi piacerebbe davvero vedere.

Dice: hai sbagliato fumetto. Io credo di no.
Quando parlo di origini e futuro/passato, mi riferisco proprio al fatto che il primo Dylan Dog era tutt'altro che politically correct.
Anni fa, la sensazione era quella di avere fra mani l'incarnazione del male.
Si pensi a Gli Uccisori, e alla sua spirale di violenza che alimenta se stessa non risparmiando nessuno. O a Il male, e alla sua conclusione ciclica e fatalista.
Il problema è che gran parte di quella caustica irriverenza oggi è diventata la norma, anche ad alti livelli. Si pensi al progresso della ricerca scientifica sullo sfruttamento degli animali [Goblin] o allo sdoganamento ormai pressoché totale del fumetto, e del fumetto "violento" [Caccia alle streghe].
La mancanza di polso dell'attuale Dylan Dog, che io stesso ravviso, è dovuta proprio al fatto che il personaggio è stabile sul percorso tracciato da se stesso. Ma è un percorso ormai collettivo. Dylan Dog non è più solo su quel sentiero, il che gli ha fatto perdere molto e lo ha condotto alla stanchezza attuale.

A me questo Dylan Dog ha rassicurato. Come mi rassicurano Villaggio e De André.
Cazzo, c'è qualcuno che la pensa come me. Forse possiamo lottare insieme, e unirci per cambiare lo stato di cose.
No, io questo non lo voglio più vedere. Non voglio essere rassicurato. Voglio rivedere quella luce, quella antica, quella delle origini appunto, che filtrava dalla consapevolezza, o dalla speranza, che tutto quell'orrore non poteva essere altro che finzione.
Una finzione, e un orrore, che riuscivo a contenere proprio perché li imprigionavo lì, fra quelle pagine, semplicemente chiudendo l'albo. Cosa che con la realtà non è possibile. Un vero e proprio esorcismo mensile.
Oggi chiudo l'albo, e gli impiegati costretti a lavorare gratis sono ancora lì, molto vicini a me. No. Non ci siamo.

A margine, ma coerentemente, ho trovato il finale il trionfo della retorica più assoluta, e anche più banale.
La fila infinita di operai spersonalizzati e senza volto. Io quelli li vedo ovunque. Non voglio il mio ovunque, voglio Dylan Dog, perché altrimenti potrei fare a meno di leggere.
E in generale, l'albo mi è parso pesante e poco scorrevole, una copia di mille riassunti sul tema del lavoro cacca appiccicati e sovrapposti uno sull'altro [e il quintale di citazioni non è un buon segnale, in questo senso].
Comunque non è privo di colpi notevoli, e lo stile di Bilotta è maturo abbastanza per sostenerlo a dovere senza cadute di stile.
I disegni poi sono strepitosi. Rigacce nevrotiche, overdose di buio alternati a pianure di bianco asettico, volti scavati e dolorosi come pochi altri: personalmente, una gioia per gli occhi e per la storia che si voleva raccontare.

Che, concludendo, rimane per me la grande assente.
O la troppo presente, a seconda dei punti di vista.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 12:28 pm 
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Iscritto il: sab gen 31, 2015 12:29 pm
Messaggi: 344
Tutto molto sentito, per cui gli si perdona se talvolta scade ne banale. Un altro livello proprio rispetto ai mesi precedenti. 8

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Ormai sono sicuro che Dio esiste. Ora si tratta solo di trovarlo e riempirlo di botte.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 12:42 pm 
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Iscritto il: lun dic 21, 2015 5:31 pm
Messaggi: 258
E Nikolaj spiazza con un commento che è sentitissimo, profondo, interessantissimo, che non risparmia manco sto benedetto numero che non ho ancora letto (e mi girano le palle perché vorrei discuterne con piena cognizione di causa) e che mi trova, in generale, d'accordo.
Aspetto di leggere prima di dire la mia, ma un commento del genere non potevo non commentarlo positivamente.

_________________
http://nuwrestling.net/index.php/forum/forum-home


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 1:54 pm 
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Iscritto il: sab ago 21, 2010 7:28 pm
Messaggi: 591
Località: Twin Peaks
La storia scorre, ma sa di già letto...


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 3:24 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Località: Verona
Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Oggi chiudo l'albo, e gli impiegati costretti a lavorare gratis sono ancora lì, molto vicini a me. No. Non ci siamo.


Non entro del merito del commento, evidentemente molto sentito, ma come questo possa suonarti rassicurante è per me un mistero. Oltretutto (sempre se non ho capito male quel che intendi), se il personaggio percorresse effettivamente le strade che pari auspicare, per me – e presumo per molti altri – sarebbe una sostanziale incoerenza. Quello dell'essere controcorrente e del politically uncorrect è un falso problema: in fin dei conti Dylan non lo è mai stato, anzi. Se Bilotta, guardandosi intorno, vede le cose in una certa maniera, è giusto che le sue storie rispecchino quel punto di vista, perché Dylan è stato inteso così fin da subito. Non si può pretendere che un autore vada programmaticamente controcorrente: sarebbe un tradimento dello spirito del personaggio.

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 4:21 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Ci sono tre argomenti che, a mio avviso, Dylan Dog non dovrebbe più toccare: la morte, il lavoro/burocrazia e Dylan Dog stesso.

E' vero che ci sono più cose in cielo e in terra che in qualsiasi altro posto ma su questo non sono d'accordo perché:
1) è un horror. come si fa a dire che non dovrebbe essere trattato l'argomento della morte se la morte è anche uno dei comprimari fondamentali della serie? :roll:
2) Dylan l'indagatore lo fa di mestiere, con tutto quel che ne consegue, incipit con clienti che suonano alla porta ecc.
3) è il protagonista della serie ed è un personaggio costantemente work in progress, sono proprio le storie SUL personaggio che fanno evolvere una serie a fumetti. Qualunque essa sia. :wink:

_________________
Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
https://www.instagram.com/dipintendo


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 4:23 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
Messaggi: 530
Rimatt, la differenza sostanziale fra i nostri piani di ragionamento è che per te il negativo e il poco rassicurante coincidono. Per me non necessariamente.

Che l'alienazione lavorativa sia una criticità è del tutto evidente, ma è un una criticità talmente quotidiana, talmente ben innestata nel tronco della società odierna, talmente battuta come strada, che non è più in grado di scuotermi. E soprattutto, siamo tutti d'accordo che lo sia, da me e te a Renzi [almeno a parole].

Lo shift rispetto a Caccia alle streghe è evidente: un tempo i soloni della censura artistica, e in media in generale, erano tutti concordi nel condannare i fumetti violenti. Non faccio neanche esempi concreti, li conosciamo tutti. Dylan Dog alzò la mano ed ebbe il coraggio di andare contro il sentire comune.

Come dire: il problema lavoro non è un morbo che infetta il cuore nero della contemporaneità, non lo è più da quando il primo che ne parlò artisticamente lo fece notare [e Villaggio, assumendolo come pioniere, in questo fu enorme].
Adesso è "solo" un problema manifesto e unanimemente condannato. In questo senso, non mi interessa che Dylan Dog me lo ricordi.
Preferirei mi spostasse l'attenzione su rilievi meno noti, o su rilievi noti trattati in modi diversi dal solito [nella sostanza, non nella forma], come faceva una volta.
Poi che DYD non fosse solo quello siamo d'accordo, ma a me quello piaceva. :D

Poi è giustissimo e assolutamente sacrosanto che Bilotta esprima il suo punto di vista senza infingimenti, come sono altrettanto libero io di rifiutarne l'approccio.
Ma ripeto: il problema non è di Bilotta. Il problema è del tema lavoro, maneggiando il quale è troppo difficile ormai non allinearsi.
Cerchiamo altre strade, apriamo altri sentieri.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 4:33 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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dipintendo ha scritto:
Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Ci sono tre argomenti che, a mio avviso, Dylan Dog non dovrebbe più toccare: la morte, il lavoro/burocrazia e Dylan Dog stesso.

E' vero che ci sono più cose in cielo e in terra che in qualsiasi altro posto ma su questo non sono d'accordo perché:
1) è un horror. come si fa a dire che non dovrebbe essere trattato l'argomento della morte se la morte è anche uno dei comprimari fondamentali della serie? :roll:
2) Dylan l'indagatore lo fa di mestiere, con tutto quel che ne consegue, incipit con clienti che suonano alla porta ecc.
3) è il protagonista della serie ed è un personaggio costantemente work in progress, sono proprio le storie SUL personaggio che fanno evolvere una serie a fumetti. Qualunque essa sia. :wink:


Il secondo punto non l'ho capito, mi sa che non intendiamo la stessa cosa.
Sul primo e terzo è questione di gusti: io di storie sulla morte come deus ex machina e di segoni metaletterari sul personaggio di Dylan Dog non ne posso più.
Da questo punto di vista, ad esempio, Il sorriso dell'oscura signora fu maiuscolo nel farmi vedere la morte da un altro punto di vista, distorcendola nel suo contrario. Ecco un punto di vista diverso.
Ma l'autore chi era?
E qui non si tratta di semplici nostalgie [sono forse l'unico non eccessivamente esaltato dal prossimo ritorno di Sclavi], ma proprio di approccio, di contatto con il sentire comune e della volontà di giocarci con piglio anarchico. Cosa che adesso manca, tanto.
Sempre per come la vedo io.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 4:41 pm 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
Messaggi: 532
Dovrebbero quasi farne un filone a parte,una categoria,uno spin-off(!)...Dylan vs. la burocrazia,che gia' in passato ha regalato esempi piuttosto lusinghieri.Non che l'albo in questione si limiti a questo,anzi.Parte da una certa premessa,per poi evolversi e diventare feroce\ironica critica sociale,parlandoci del mondo del lavoro...una macchina sempre in movimento che annulla le persone.Del consumismo,del senso di vuoto,della paura del tempo sprecato che trova terreno fertile nella riflessione sul non sapere cosa fare la domenica.Tutto molto vero,molto sentito.Autentico.Bilotta,fin qui non proprio entusiasmante sulla serie regolare...sforna il suo racconto migliore(escludiamo gli speciali),e ci tieni letteralmente incollati alle pagine.Anche durante sequenze e situazioni non proprio riuscitissime.Anche in un finale che perde un po' i collegamenti con le pagine precedenti,ma capisco ci fosse bisogno di una sorta di rottura a suo modo spiazzante.
"La macchina umana" e' tutto sommato un albo imprevedibile,dal ritmo serrato anche se non succede niente di eclatante che possa lasciar pensare,che so...ad azione forsennata,atmosfere thriller,serial killer.E' un mondo nascosto nel mondo stesso,una situazione kafkiana work in progress.Un Dylan perduto alla ricerca di se,ancorato all'amore.Su tutti,e' forte la presenza(assenza) del miglior John Ghost visto(!!!) fin qui.Il piu' minaccioso almeno.
Con il terrore del quotidiano,dell'ordinario,Bilotta ci restituisce un Dylan fragile e realistico pur in un contesto surreale.La paura di conformarsi sfocia nel gesto sovversivo finale,e il resto e' riflessione.
Bene anche l'uso di Groucho su diversi livelli.Molto bene i disegni di Di Tommaso,davvero.
Dopo "L'uomo dei tuoi sogni",un altro albo da applausi.
Bravi tutti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 5:25 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
Messaggi: 2158
Era meglio la corazzata potëmkin

Il lavoro come alienazione.
Le contraddizioni del capitalismo.
La vacuità del consumismo.
L'ennesima demonizzazione degli smartphone (sic! e da che pulpiti!).

La trama non c'è.
Cose che non ho capito
Spoiler!
Se Dylan si è fatto assumere per indagare, parliamo di settimane quindi, come fanno i colleghi ad avere una foto con lui a 20 anni?
In quale momento torna in sé?
Solo io ho l'impressione che nel finale non si riesce a tirare le fila?
Ma ci sono poi le fila?
I dialoghi sono sostituiti dagli aforismi.
Difetto anche della saga dei morti, ma che, in un contesto puramente esistenzialista, era tollerabile.
Se invece questo stile lo fai sconfinare nel sociologico puoi solo schiantarti contro un muro di retorica vecchia almeno quarant'anni.
Spoiler!
Fra l'altro ambientare la vicenda in un'azienda del "malvagio" Ghost ne depotenzia l'universalità del messaggio.
Forse è la continuity la vera alienazione
Alla fine solo un gradino sopra Anarchia.
Ma un abisso sotto Vampiri o 3X0.

Però capisco perché piace tanto.
Perché è subdolamente rassicurante con il suo sciorinare arguti contentini ideologici.

Don Cristo ha scritto:
Con giusto un accenno di Supernatural https://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_d ... _terribile
Vero. Anche se lì il messaggio era inverso.
La "missione" dell'affrontare il male richiedeva il rinunciare ad un'anonima ma gratificante vita normale.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 5:42 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
Dear Boy ha scritto:
La "missione" dell'affrontare il male richiedeva il rinunciare ad un'anonima ma gratificante vita normale.


Mò me lo rivedo. Nostalgia canaglia.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 6:40 pm 
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Iscritto il: mer feb 27, 2013 10:03 pm
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Località: Forlì
Su una cosa mi sento di voler blandamente discutere con chi ha criticato l'albo: a me dei contentini ideologichi o delle suggestioni politiche non me ne frega una mazza, e l'albo m'è piaciuto lo stesso. Tanto per dire: che l'oppresso sia di sinistra e l'oppressore di destra è sì visione vecchia come il cucco (e nell'albo traccia di questa visione non c'è). Esempio personale: per lavoro collaboro quotidianamente con operai (ruspisti ed escavatoristi principalmente), la maggior parte dei quali è sinceramente berlusconiana, se non (capitato settimana scorsa) convinta nostalgica del mio conterraneo dittatore appeso a Milano!! Io in questo albo vedo solo miseria umana trasversale e franca, e se nicolaj non ricorda i nomi degli impiegati vuol solo dire che l'operazione di Bilotta è proprio riuscita in pieno. Se la storia l'avesse scritta Ruju o Guladoni o Simeoni avremmo sì avuto un Dylan moralista e tutto d'un pezzo che non si fa ingabbiare come un allocco perchè lui è lui. Qui abbiamo un'ameba per buona metà dell'albo, che si lamenta della meschinità dei colleghi ma viene subito ripreso come ipocrita e gira con le sportine dello store piene di roba inutile.Saltando la questione del "è già stato fatto" (come dire che il già citato Battisti non poteva scrivere "innocenti evasioni" perchè già aveva pubblicato "29 settembre"....), ma è così importante, affrontando un tema - giustamente sottolineato - così abusato andare a cercare dell'originalità? Io non ho voluto leggere l'albo cercando di godere solo degli aspetti (che ci sono, ovvio) di critica stereotipata (parlerei quasi di archetipo più che di stereotipo ormai),ma principalmente del piano umano (supportato da efficacissimi disegni)
questa è la mia idea, scusate il probabile casino e le incongruenze ma ho una bambina urlante in braccio e sentivo l'urgenza di comunicare!!!
:)


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 6:56 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Beh, l'oppresso è da sempre il target primario di ogni politica di sinistra, ma non è detto che l'oppresso ricambi. Il fascismo moderno pesca a piene mani nel sottoproletariato, mescolando immaginari politici e buttando nello stesso calderone razzismo e anticapitalismo. Hai citato giustamente Berlusconi, ma Berlusconi non andrebbe considerato semplicemente "di destra". Berlusconi è stato percepito e si è posto come un punto di riferimento politico per tutte le classi sociali: ai lavoratori diceva una cosa, agli industriali ne diceva un'altra, non a caso è sopravvissuto vent'anni.
Nell'albo Bilotta non fa una demarcazione netta, etica, fra oppresso e oppressore: si vede nella scena delle scimmie e ancora di più nel personaggio della spiona, la più oppressa di tutti (le donne non possono fare carriera) che diventa oppressore a propria volta. Una delle cose che mi hanno fatto respirare aria di "vecchio Dylan Dog".


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 7:11 pm 
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Iscritto il: mer feb 27, 2013 10:03 pm
Messaggi: 860
Località: Forlì
Appunto come dici tu Don Cristo, nell'albo non c'è demarcazione netta, per questo non vedo ideologia o identità politica. Quest'ultima forse la vedono alcuni lettori perchè, sempre come dici tu, l'oppresso è target della sinistra. In spicci, diciamo la stessa cosas ma tu meglio (ho intanto depositato la bimba :D). Per quanto riguarda la Politica vera non val la pena perderci troppo tempo (intendo qui sul forum), dico solo che tutti i rappresentanti politici si pongono come riferimento per ogni classe sociale, sia quelli di destra che quelli di sinistra (quando c'era), motivo in più per non ricadere nel tranello della dx e sx storiche. Non lo ha fatto Bilotta, non facciamolo noi ;)


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: sab apr 30, 2016 7:30 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
Ecco! Se ci vogliamo soffermare sull'aspetto politico, più che sulla sinistra Bilotta cammina proprio sul filo a cavallo tra il qualunquismo pentastellato e il radicalscicchesimo da salotto. Il fatto che non scivoli mai nè da un lato nè dall'altro ha avuto una certa importanza nel farmi piacere l'albo, chiaramente.

Volevo aggiungere un'ultima cosa, ho avuto l'impressione che la critica al consumismo (come non considerarla ipocrita, con tutto il bene per Bilo :D ) sia più una specie di incidente di percorso. Il ghostphone mi è sembrato inserito un po' a forza nella storia. La paura di essere sostituiti da una macchina che sa fare di tutto credo fosse il fulcro di quella sottotrama.


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