Massssììì torniamo a scrivere...
Negli ultimi mesi, lavoro e altre letture mi hanno trascinato un po' lontano dal mondo dylaniano ma vi ho sempre seguito (e forse qualcosina a volo l'ho pure scritta!) e adoro le filippiche wolkoffiane (a proposito, ciao Wolk
![Very Happy :D](./images/smilies/icon_biggrin.gif)
).
Detto ciò, cosa dire dell'albo nel qual topic sto scrivendo?
NULLA!
Già di mio non sono mai stato un prolisso critico degli album del mese (per motivi piuttosto complessi che non sto qui a scrivere) ma l'albo di gennaio del Nostro non mi ha lasciato nulla perché il Nostro non ci sta.
Anzi! Ho cambiato idea. Scrivo lamentandomi, come i "vecchi" lettori che tanto odiano in quel di Facebook.
Parliamoci chiaro, a contrario di molti utenti di CR7, io sono tra quelli che ADORA lo scavo maniacale nei personaggi che seguo... il problema subentra quando lo scavo è fatto a pene di quadrupede. Quindi alieno al passato già raccontato e alle caratteristiche intriseche del personaggio.
Mai, se la memoria non mi inganna, è stato toccato il passato di Dylan in modo così lontano dal carattere del personaggio. Levando i passaggi Sclaviani (Finché morte non vi separi, Il lago nel cielo, Il volo dello struzzo, ecc...) chi ha raccontato l'infanzia/giovinezza/polizia di Dylan (Castelli, Ambrosini, Barbato, Ruju e altri che per ora non mi sovvengono) è stato più o meno coerente con il modo di essere del personaggio, nonché con la sua "formazione" per diventare quel che abbiamo imparato a conoscere dal 1986 in poi.
La Baraldi, per l'appunto, è lontanissima da Dylan. Racconta un periodo (tra il Lungo Addio e l'ingresso a Scotlan Yard?) mai toccato sino ad ora, ma lo fa senza una logica, senza una spiegazione veramente valida e, soprattutto, senza rispetto della Storia.
Capisco benissimo la difficoltà nel raccontare un passato di Dylan evitando il più possibile di datare la vicenda, ma se noi già abbiamo il Dylan poliziotto di inizio anni '80, non si può fare una storia con un Dylan calato in altri periodi storici (come ha ben descritto Cyber Dylan) rispetto al punto fermo di Sclavi raccontato in "Finché morte non vi separi", perché se no ci si perde. Che si usino altri personaggi (con il loro passato) per raccontare determinati episodi, e non Dylan.
La ricerca del raccontare costantemente (sorprendendo con scelte azzardate) il passato del Nostro, sempre più rafforza in me l'idea che hanno seri problemi a creare storie d'indagine classica. E non mi si venga a dire che il fumetto... bla bla... Dylan dovrebbe avere 60 anni... bla bla... perché ciò potrebbe giustificare, fra una decina d'anni un storia con Dylan adolescente e traumatizzato dagli attentati dell'11 settembre 2001 e nelle stazioni di Londra del 7 luglio 2005... oppure un Dylan incazzato contro il mondo perché in gioventù subì il cyber-bullismo... o da piccolo, nel 1992, rimase shockato di alcuni stragi mafiose nella lontana Sicilia (e Orrore Nero è del 1989)... e si potrebbe continuare all'infinito. Quello che voglio dire, è che preferisco pensare che il nostro si è "fermato" in un lasso di tempo che va dal 1986 al 1996 (con tutte le novità di oggi che nel frattempo subentrano) e che il suo passato sia sempre riferito a prima del 1980. Un po' come avviene nei Simpson o nei racconti giovanili di Zio Paperone (fermi sempre al Klondike di fine '800). Pertanto, NON si può raccontare un passato con tanta leggerezza.
E ora passiamo all'altro aspetto che mi ha fatto storcere il naso. Il modus operandi di Dylan non c'entra nulla con il Nostro. Cioè quello che ho letto era lo stesso, profondo, ragazzo del Lungo Addio? Lo stesso uomo ricco di valori, posato e coerente visto da poliziotto sotto la penna di Sclavi e Barbato? Lo stesso che poi si lamenterà ad ogni discoteca o concerto sotto la firma del suo creatore? No dico... se è lo stesso, mi pare di non aver capito una mazza di Dylan Dog. Ma lo dico sul serio. Ok, non era un membro effettivo della band, ma il seguirli costantemente, fargli da factotum e frequentarli, non può renderlo tanto lontano dal modo di essere della band.
Levando tutto ciò, se si può far finta di levarlo considerando che è la storia narrata, rimane un viaggio superficiale e stereotipato sia sul mondo musicale raccontato che sul presunto thriller contemporaneo citato qua e la nella storia.
Onestamente ero stato tra quelli che tessevano le lodi, alla Baraldi, ne "La mano sbagliata" ma ora, mi dispiace dirlo, l'ha proprio scafazzata (come si dice dalle mie parti).
Inoltre, Mari non è mai stato tra i miei disegnatori preferiti. Quindi ho pure l'aggravante nel mal sopportare l'uscita del mese.
Detto tutto ciò, come mi è capitato ultimamente, NON metterò il freddo voto nel sondaggio. Non l'ho fatto per le storie che ho apprezzato ultimamente e non lo farò per questa.
L'unica cosa che mi preme dire, se no mica scrivevo 'sta roba qui, è che a volte mi sorge il dubbio se in redazione conoscano effettivamente il personaggio che scrivono. Ma è comunque una domanda che mi faccio da tempo, anche nell'era Gualdoni (seppur per altri motivi).
Spero, comunque di ritornare a scrivere un po' di più nel forum, anche se vi seguo sempre con affetto e in silenzio...