Diamo a Cesare quel che è di Cesare: non ho mai nascosto la mia simpatia per il modo di scrivere i dialoghi di Simeoni, anzi è l'UNICO che secondo me considera Groucho all'altezza del personaggio che è, ed ha una capacità di creare botta e risposta che non sarà geniale, non sarà sempre azzeccata, non sarà sclaviana, ma che, credo sia indubitabile, è INEDITA. Soltanto in Simeoni si leggono battute e controbattute che non sono rubate da barzellette.com, che non sono totalmente avulse dal contesto, e che si vede che sono pensate e pesate col bilancino. Lo scambio "La cena si sta raffreddando", "anche il tuo ospite!", per me, è eccezionale, mai sentito prima, soprattutto, in 38 anni di Dylan. "Le ho portato il tè, ispettore". "Non stavo parlando di te", non è la battuta del secolo, non fa ridere, ma porca miseria è una battuta sul tè/te MAI SENTITA (da me) su Dylan. Ed è tutto dire! Funziona tutto? Chiaramente no, perché quando fai parlare A RAFFICA i tuoi personaggi, chiaro che certe volte colpisci a vuoto, è fisiologico. Ma effettivamente la LETTURA dell'albo (in senso stretto), è la cosa meno fastidiosa, e più piacevole. Aggiungo, però, che io sono di parte: questo tipo di umorismo è esattamente quello che uso io. Ogni parola che sento, un gioco di parole, ogni volta che mi capita, una associazione di idee, ogni volta che ne ricordo una, o che la invento sul momento, faccio una battuta (i miei figli e i miei alunni ne sono, ahiloro, testimoni!). Chiaro che non sempre sono divertente, e non sempre sono brillante, ma per me è importante la velocità di esecuzione della "battuta", o della "risposta", più che il divertimento per forza.
Poi, mannaggia a Simoeni, subentrano: -l'incapacità quasi totale di imbastire un giallo, che lo accomuna ai peggiori autori dylaniati, curatrice in testa, -la melensaggine delle situazioni, a colpi di "zietta" e "nipotino" da far svenire un ippopotamo, -le ingenuità di trama, -l'effetto "piccoli brividi", nonostante il buon Gigi si sforzi SEMPRE, gliene va dato atto, di imbastire morti molto splatterose ("le interiora/esteriora", per me, è un'altra chicca simeoniana, ma l'elenco è lungo).
Per quanto riguarda Brindisi, emozione molto forte, ovviamente sono stato contentissimo di rivederlo sulle pagine di Dylan, e in grandissima forma, ma a me questo effetto Craftint non convince affatto, dato che alla Bonelli sono proprio litigati col digitale, e Brunone non fa eccezione. Le sue vignette in bianco e nero puro sono imbattibili, e questo effetto qui le depotenzia tantissimo, secondo me. Ma piangiamo con un occhio. Inoltre, io sono convinto che Simeoni autore completo sia comunque meglio, rispetto a quando le sue storie vengono disegnate da altri.
In questi giorni sto preparando le mie lezioni sul Risorgimento, e non ho tempo di spulciare l'albo, che ho già letto quattro volte, ma mi piacerebbe farlo... Bertuccia, sono contento che ti sia piaciuto l'albo! Sono d'accordo con te, questo albo, sicuramente NON ha il difetto di avere personaggi mentecatti, e non è da tutti. Ci sono solo due o tre momenti in cui ci sono reazioni scomposte e stranianti, che non mi hanno convinto, ma effettivamente i personaggi sono quasi esseri umani. Però, in questo cavolo di albo non funziona nulla di nulla, da Dylan che porta una ragazzina nella casa della sfiga epocale, al poliziotto che risponde al telefono in casa di una donna aggredita e dà informazioni privatissime al primo che chiama, al ticket del lotto da SESSANTAMILA STERLINE che (o tempora, o mores!) fa capoccella dal taschino della giacca, pronto pronto a essere perso... E gli esempi sono ad apertura di albo, proprio!
Un albo nella teoria brillante, nella pratica farraginoso, con una leggerezza non richiesta, e una struttura gialla risibile, con una copertina di risulta che tra l'altro canna completamente il concept dell'originale, in cui non a caso predomina il nero, con il letto d'ospedale e il gigantesco hulk ridotto a microfigurina, effetto che qui invece si canna completamente.
Difetto peggiore, però, senza dubbio lo SPRECO VERGOGNOSO della Trelkovski, che tra l'altro, in chiusura, viene colta nel suo aspetto peggiore, quello degli svarioni lessicali, che NESSUN AUTORE ha mai saputo usare in modo naturale, facendolo dire solo errori indegni di Valeria Marini, e trasformando un suo "difetto" per me molto tenero in una ignoranza becera e insopportabile.
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
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