Cravenroad7

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#30/S - La fine è il mio inizio
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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: dom set 25, 2016 5:41 pm 
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Iscritto il: lun lug 26, 2010 6:24 pm
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Don Cristo ha scritto:
Aspè, perché due?


SPOILER

Svarione mio, sorry. Il fatto è che per me ora Lynwood è senza metà faccia rovinata. :mrgreen:

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Sette terribili porte sono nascoste nella terra e nel mare.


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: dom set 25, 2016 6:02 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Ah, ecco. No perché è passato un po' da quando ho riletto gli altri quindi potevo essermi perso un Lynwood per strada :D


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: lun set 26, 2016 1:51 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Ci hanno un po' fatto una trappola usando Dylan Dog come cavallo di Troia.
Perché, inutile negarlo, questo protagonista ha in comune con l'indagatore dell'incubo solo nome e camicia.
Ma chi si sarebbe avventurato nell'ennesima fiction zombesca senza quel nome in copertina?
Per fortuna il racconto è comunque meritevole, con grandi trovate pur camminando sul filo della pretenziosità nei dialoghi/monologhi.
Peccato che debba pagare il dazio di un finale già scritto e di una cadenza annuale che non aiuta una struttura in così stretta continuity (davvero stavolta!) con albi lontanissimi dall'essere autoconclusivi e autonomi.
E peccato anche che si sia persa l'estetica futuristica/distopica delle prime uscite (soprattutto quella di Martinello) a favore di un approccio più anonimo.
Ad avercene comunque di letture così.

Mi piacerebbe che Dio Carnevale fosse un pochino meno sketchoso. Dove è attaccato il braccio destro di Dylan?

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: lun set 26, 2016 2:24 pm 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
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al momento ho letto solo le prime quarante pagine, ma ho una curiosità: visto che il titolo è quello di un libro di Tiziano Terzani, c'è qualche affinità o è semplice coincidenza?
Ovviamente lo chiedo a chi eventualmente ha già letto l'albo e pure il libro...

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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: lun set 26, 2016 9:27 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Letto, dalla fine al nuovo inizio. E sinceramente non mi sembra quel capolavoro per cui altri hanno ululato a nove lune in ciclo. Abbasso la coda da lone wolf, uscendo dal branco, senza bastiancontreresimo ferire, perché alla fine è un prodotto di alto livello, non gli darei mai meno di 7, e merita il seguito (anche di sostenitori) che troverà nel tempo 8-) .

Aria nuova per Dylan, e ci voleva. Ma a livello di struttura non presenta nulla di strabiliante(-mente riuscito) ed alla fine gli ho preferito certamente l'episodio precedente, denso di echi dellamortedellamorati e più sclaviano nella poetica senza smidollarsi nel tributo. Lì ho trovato l'orrore autosufficiente nel fare paura incidendo una nuova dimensione sensibile, qui il decorso macabro di un feuilleton che ha bisogno di fagocitare pagine su pagine di riflessioni e carrambate per trovarsi un senso/appeal.
Ma tutto questo è normale se si considera che alla fine è un segmento di un percorso narrativo, un episodio di una serie in progress. E per questo non potrei mai votarlo per il Galeone d'Oro, visto che sarebbe come presentare l'episodio 4 season 5 del Trono di Spade al festival di Cannes, anche come fuoriconcorso, anche se migliore delle altre pellicole presentate. Mi sembra un "tipiacevincerefacile", tenendo conto non solo delle 160 pagine a disposizione, ma anche di poter campare di rendita sulle oltre 300 precedenti per calibrare già alcune coordinate di questo nuovo multiverso in fase di definizione, non solo narrativa :dito: .

Dei disegni magari parlerò dopo, perché anche Camagni come altri esuli delle campagne napoleoniche (v. Ornigotti e Nizzoli) poteva fare meglio su DD, ma forse qui una certa monotonia abulica nelle inquadrature (v. pp. 14-15, 64-65, 77-80) deriva anche dall'impostazione della sceneggiatura tavolaXtavola che gli ha affibbiato Bilotta. Copertina ben fatta ma dimenticabile, un passo indietro rispetto a quella precedente, per questo come carnevalata direi un pajo di cottilon o poco più :| .

Alcune cose che non ho gradito o mi hanno lasciato perplesso, ma senza particolari scompensi:


SPOILER *** SPOILER **** SPOILER *** SPOILER ****


Le prime 100 pagine sono basate tutte su un dialogo a quattro Dylan-Sybil-Werner-Herbert - e qui sono d'accordo con Rimatt, sul rianimatore lovercraftiano :wink: . Onestamente non è il massimo, e dopo un po' sorbirmi le loro riflessioni metafisiche o metadomestiche comincia a pesarmi abbastanza. Tra l'altro capisco la confusione pseudo-filosofeggiante del nostro se prima legge Hobbes, poi afferma à la Leibniz di viver "nel migliore dei mondi possibili", si confronta col demiurgo post-nichilista Werner, o si sbrodola le esaltazioni gnosticiste del profeta Herbert. Troppa teoria, poca pratica 'nzomma. E l'ambientazione fanta-apocalittica dell'episodio pilota appare sempre più distante :( .

Queste prime 100 pagine ad un certo punto mi sembrano una campagna sociale contro i fumi delle droghe oblificanti: è bello dimenticare ma non scordatevi di pagare il vostro spacciatore...che poi sappiamo tutti chi è, tranne i diretti interessati. La questione dei ricordi da azzerare è funzionale, ma il fatto che gli spippatori di loto non si pongano domande è molto più inquietante (e rattoppata) come espediente, ed ho l'impressione che l'autore abusi (da addicted?) della faccenda delle amnesie per ricamarci situazioni inverosimili nel modo di ragionare degli intossicati. Va bene che le sostanza psicotrope alterano lo sviluppo del pensiero, ma pensare che Dylan (o altri) svalvolino da fattoni ogni logica, incapaci della minima silloge, e si sveglino - nelle loro perplessità/inquietudini - come fanciullini imberbi davanti alla prima fase di astinenza me pare 'na cosa un po' scalcagnesca. Già il fatto di assumere la sostanza in modo passivo senza sapere a cosa serva mi sembra precaria, come situazione di base. E quando Dylan, un po' per assuefazione/astinenza/influenza di Herbert comincia a porsi domande ed andar in tilt per il riaffiorare di frammenti di ricordi, è quasi ridicolo - considerando i suoi lunghi confronti para-architettonici proprio con Werner :!: - il momento in cui si pone la domanda su chi abbia interesse a tenere tutti segregati nella nuova Londra (p.57).
Insomma reghezzi, non vi fumate il futuro, altrimenti vi rincoglionite come il vostro Very Old Boy che cerca di scamparvi :o .

Ci sono delle stranezze (o forse incongruenze) per quanto riguarda il time lapsing visto che sia Sybil che Dylan parlano di quattro/cinque anni di non-vita nella Fake London, mentre una volta uscito dalla riserva per smemorati la Jenkins dice che è passato un solo anno (p.128). Ma si sa, quando ti sale la scimmietta anche il tempo è relativo, o forse il NonGiovane Holden di Agosto ha fatto scuola... :P
Abbastanza strampalato (ed inutile) il fatto di come Herbert conoscesse già la casa e la madre del dr. Frost, oltre alle ragioni per cui sopprime l'intelligenza del PazienteZero dopo essersi gasato della sua ricomparsa parziale (p.148). D'altronde tutta la sua parabola delirante da posato tele-affabulatore frichettone a santone della shiiiientsa misticizatta di zolfo mi sembra un tantino campato in aria, tenendo conto di come invecchia di brutto nel giro di così poche pagine. Ma forse pure lui deve essersi scordato della tinta per capelli come Dylan... :D

Continuo a pensare che ci siano molti ripensamenti/accantonamenti da parte di Bilotta, rispetto alle tracce messe su carta negli episodi precedenti, specialmente nel Tramonto, dato che oltre all'accenno alla strage di Chelsea non vedo come possa uscirsene sulla questione dei primi smemorati di Wickedford e della fine che Bloch ha fatto in quei quartieri. Sperando in altre news sul fronte Ccermaniko o su Jenkins the Hero. Peccato, perché erano cose che m'interessavano molto più dell'ennesima rimpatriata di famiglia ad effetto con la reincarnazione semi-luciferina di Xabaras ed un figlio classe '86 intento a salvare mammà armato di sola Bodeo, prima che Nonna Morgana o zio Cagliostro ci rimettano lo zampone :* .

OGNI FINE E' UN ALOHA PER INIZIARE ALTRO

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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 1:17 am 
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Anche se su diversi fronti sono in disaccordo (sono in prima fila tra gli ululanti al capolavoro per questo Speciale "trentuagenario" :P ).....non posso ugualmente non plaudire le sempre intelligenti, argute, simpatiche, ben argomentate (e degne sempre di lettura nonostante la lunghezza che manco gli spiegoni della prima Barbato anni novanta) recensioni di Wolkoff! :wink:
(e ora che ne ho riletta una....mi rendo improvvisamente conto che un pò mi mancavano!)

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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 2:05 am 
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Iscritto il: sab ago 09, 2014 3:00 am
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wolcof concordo, come già detto in questo albo vedo un gran gioco di palleggio di un giocatore che non vede la porta, assolutamente irrispettoso nei confronti di Dylan tossico inconsapevole ( non immemore) dai neuroni ridotti al lumicino al punto da avvallare con il suo interesse le argomentazioni intellettualmente risibili di un filosofo da operetta. Io non sarei così generoso come te nel voto, quando si scomodano temi come la memoria la coscienza la morale bisognerebbe sapere di cosa si parla.


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 9:32 am 
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Località: Galluzzo
wolkoff ha scritto:
Abbastanza strampalato (ed inutile) il fatto di come Herbert conoscesse già la casa e la madre del dr. Frost

SPOILER
Non credo che Simon conoscesse precedentemente la casa e la madre di Frost. Da quel che mi è parso di leggere tra le righe, credo che Herbert abbia prima individuato un soggetto che studiasse il virus e il paziente zero, poi abbia cercato di entrare in contatto con lui. Per fare questo, ha avvelenato la madre di Frost (ecco perché dice di conoscerla, e perché conosce la casa) per renderlo vulnerabile e plagiarlo.
Io l'ho intesa così ma è una mia interpretazione, visto che Bilotta non dà indizi in questo senso.

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 9:43 am 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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julius94 ha scritto:
Non credo che Simon conoscesse precedentemente la casa e la madre di Frost. Da quel che mi è parso di leggere tra le righe, credo che Herbert abbia prima individuato un soggetto che studiasse il virus e il paziente zero, poi abbia cercato di entrare in contatto con lui. Per fare questo, ha avvelenato la madre di Frost (ecco perché dice di conoscerla, e perché conosce la casa) per renderlo vulnerabile e plagiarlo.


Ma infatti è chiaramente così.


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 9:54 am 
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SPOILER

Il "mondo altro" creato da Bilotta è decisamente di gran livello. L'autore è riuscito nell'intento di estrapolare Dylan Dog e di creare un futuro alternativo possibile intorno a lui, con tutto il carico di emozioni, di disillusioni, di disperazione e di una cercata ma mai trovata rassegnazione.
In particolar in questo albo viene affrontata la questione delle attitudini, della memoria individuale, della nostra natura che non può essere ingannata o messa da parte, a favore di un qualcosa che è naturale che non ci appartenga.
Ottima l’idea in tal senso di coinvolgere una vecchia conoscenza come Sybil. Simbolo di un legame sottile con un passato rinnegato, ma presente in ogni gesto e pensiero.
Altra particolarità fondamentale è l’estrema sottile linea che separa Werner (il creatore delle oasi “del sonno della coscienza”) da Herbert (un fantomatico rivoluzionario), che delinea l’estremo equilibrio precario di tutto ciò che rappresenta la civiltà umana in questo mondo non mondo.
Le loro contraddizioni, i loro deliri. Werner ha creato l’oblio, ma ne fugge ogni momento filmando tutto ciò che lo circonda e ogni momento della sua vita; Herbert combatte il sistema ma alla fine si rivela essere un mostro più pericoloso di quelli che all’inizio cercava di smascherare e combattere. E si scopre essere un personaggio importantissimo.

Il fatto che quest’ultimo abbia le sembianze di Dario Argento che lungo la storia ha una trasformazione fisica (che nella realtà è coincisa con la sua decadenza professionale) è indicativa.

Disegni perfetti per la storia raccontata, che in realtà un po’ richiamano quelli di Ambrosini, ma rimangono davvero suggestivi.
Carnevale conferma con la copertina, di essere un artista straordinario.

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BenVenutI iN GolConDa!


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 12:35 pm 
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Completamente d'accordo con Julius e Don Cristo sul punto contestato da Wolkoff. Mi sembrava anche chiaro.

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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 3:26 pm 
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Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Sono rimasto molto sorpreso a leggere di un tale (quasi unanime) entusiasmo … io a parte una discreta atmosfera grazie al buon Camagni (io l’ ho apprezzato su MM) e qualche buono spunto social-filosofico mi sono abbastanza annoiato.
E sicuramente pesa anche il fatto già rimarcato di non essere un albo che si regge granchè sulle sue gambe ma solo un capitolo di una storia più grande.
Poi vedo che si insiste su questa “oasi” (ma che sarà grande almeno quanto un quartiere di una città) sconosciuta a tutti. Mi dispiace ma questa è una cosa che mi fa leggere tutto l’ albo con un occhio solo, direi che su questo Bilotta doveva inventarsi qualcosa d’ altro che fosse credibile.
Nel Maxi si era già rivisto, “forse” anche qui : ovviamente sto parlando del mio gatto preferito. 8-)
SPOILER
Bello l’ escamotage per tirare fuori in qualche modo QUEL personaggio dal passato. Ma non capisco chi dice che sia l’ incappucciato rapito : non mi pare che i tempi lo consentano, visto che salta fuori subito dopo, se non proprio in contemporanea. Anche se lui stesso a pag. 88 parla di un sogno su quel fatto, boh …
Tra l’ altro invece, a pag. 144 Judi Thomas definisce Lynwood come “l’ uomo più malvagio del mondo”.
FINE SPOILER

Copertina meglio della precedente, che era stata buona nell' ideazione ma orribile nella realizzazione. Però rimane un po' anonima, e poi è sempre Dylan contro gli zombie e nient' altro. Io ci avrei messo il muro di cinta nell' immagine.

6


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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 4:07 pm 
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Altair ha scritto:
Completamente d'accordo con Julius e Don Cristo sul punto contestato da Wolkoff. Mi sembrava anche chiaro.


Ma la mia non era una contestazione: si trattava della constatazione di un elemento superfluo ed abbastanza strampalato :| .
Per arrivare alle conclusioni di Julius&co bisogna fare delle mere ipotesi, visto che nulla di ciò è stato rappresentato/alluso su vignetta. Bisogna leggere tra le righe quando le stesse righe si sono scolorite perché è più interessante passare ad altro. Se la cosa avrà sviluppo prossimamente - ma nutro forti dubbi, proprio per la decoratività fine a se stessa dell'evento - allora mi sta bene. Per adesso vedo un' aggiunta inutile o spendibile altrove, oltre che vanamente lacunosa. Perché Herbert non aveva bisogno del decesso della panzona per intortare il Dr. Frost, e poteva abbordarlo in dozzine di altri modi, compreso il trasloco coatto del laboratorio, dopo essersi fidanzato con la vecchia babbiona che aveva incontrato ad una scuola di balli zombo-caraibici. Un elemento in più di cui si poteva fare tranquillamente a meno...e tutta la faccenda dell'avvelenamento rimane per me pura teoria messa ad arte per ciò che sarebbe avvenuto comunque.

Comunque di ritorno dal lavoro lo sto rileggendo per la prima volta, ed ho trovato altre storture che continuano a non convincermi, specialmente sulla gestione dell'effetto amnesia :? .

ANCHE SE MI FUMO L'IMPOSSIBILE
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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: mar set 27, 2016 9:17 pm 
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Allohra...qualche altra nota en passant dopo la rilettura.
Ovvie tonnellate di spoiler, ça va sans dire :wink: :wink: :wink: .

***

Come dicevo nel lungo post di poco sopra ci sono degli squassi poco convincenti per quanto riguarda l'effetto della droga sulla capacità mentali, prima che sulla memoria, degli immemori tossici. Molti ragionamenti pajono autistici, viste le premesse create, se non da ebeti. E la scansione del tempo, degli anni passati prima/durante la detenzione nell'oasi, non contribuisce a creare coerenza in questo discorso :(

Vabbeh, né Dylan né Sybil arrivano a sospettare che le pasticche di fumo c'entrino qualcosa in tutto questo, ma non si chiedono neanche a cosa servano, come su prescrizione medica automatica. La cchroga rendi gonzi, si sa, prima che fetusi. Però, gradualmente, sembrano capire di aver avuto un passato "altro" e che questo sia stato in parte cancellato. Quindi ammettono - Sybil con più ritrosia a dire il vero - di aver perso parte di un'altra vita. Lei riconosce masticando reticenza di aver avuto un altro marito (cornificabile) da qualche altra parte anni or sono (pp. 29 e 48), mentre Dylan sa di aver avuto in passato una specie di attività professionale (p.13) presso quello strano appartamento che stranamente Werner gli ha ricostruito su misura - e meno male che si doveva cancellare tutto per ripartire da zero :roll:
Per questo continua a sembrarmi molto fuori luogo, se non artefatto, ogni volta che ostentano stupore e non quagliazione dell'evidenza quando gli si prospetta l'idea di non aver un passato o che qualcuno abbia potuto resettarlo (p.47 per esempio) dopo che Werner stesso aveva dichiarato esplicitamente a Dylan di poter cancellare la memoria di un uomo per farne ripartire la non-vita (p.36). Insomma, oltre al passato remoto, il Nostro non sembra molto ferrato neanche in ciò che gli è stato riferito solo qualche giorno prima, e dovrei farmi io di qualche sostanza stupefacente per stupefarmi davanti a queste approssimazioni non oleate a sufficienza nei meccanismi interni alla narrazione.


Parlando del tempo che dovrebbe passare/esser passato nell'oasi, dicevo sopra che l'anno attribuito dalla Jenkins non corrisponde ai 4 o 5 dichiarati da Sybil&co. Questo crea altri scompensi ascoltando le parole di Forster l'addestratore (p.11) e del barista (p.62), che millantano decine di anni della stessa attività nello stesso luogo. Cosa ancora più improbabile se consideriamo che Forster stesso aveva chiesto in partenza espressamente a Werner di cancellare la memoria della moglie rompicoglioni (pp.16-17) mentre poi ne parla a Dylan con una certa disinvoltura. Questi, sia chiaro, non sono veri e propri errori, ma dettagli che si potevano evitare, e che Bilotta invece non sacrifica per il piacere di infilare il dialogo espressivo del personaggio XY, che però cade (di chiappe) in conflitto con le dozzine di premesse del mondo di cartapesta che l'autore gli ha creato attorno e che non può sfondare :| .

E parlando di ricordi rifrullati ad hoc, mi sembra una cosa piuttosto stralunante la dichiarazione del Forgetful Boy di aver incontrato per la prima volta la Sybil dell'oasi all'Inverness Market (p.77) quando in realtà nella chiusura dell'episodio precedente si trovano in un parco che non mi pare quello del parcheggio di un centro commerciale. Svista di base, rincoglionimento da overdose, furbata per evitare il regalo del primo anniversario, o Werner che addirittura manipoli i ricordi, forgiandone ulteriori, confondendo ulteriormente le sue cavie sterilizzate a spasso :?:
L'impatto delle amnesie indotte si risolve in uno strano (e forzoso) ribaltamento concettuale quando, poco dopo l'evasione dall'oasi, si inverte la natura delle smemorandae stesse, dicendo che il paziente Dylan (p.110) adesso avrebbe perso nozione soltanto del passato più prossimo, ri-acquisendo quello più distante in blocco. Mah, detto da un medico di Harlech ci può anche stare, visto che probabilmente la laurea l'ha presa per corrispondenza in camera condivisa con Lord Chester :P

Ultima cosa: lo stupore dotto di tutto l'entourage para(cul)medico verso i rinati barlumi d'intelletto del "caso unico" Paziente Zero, mi sembra un tantino sconfortante, a livello di progressi scientifici e ricerche in corso, visto che internamente alla saga, si erano già visti un anno fa dei ritornanti capaci di spicciare un pensiero complesso nel numero scorso - v. Damato e Bentler, zombie veri e propri, mica immemori - una forma di autoconsapevolezza anche superiore alle freddure sui maggiorenni o gli agguati da polli. E pure il sosia di Lynwood, già zombizzato, qui dimostra consapevolezza del suo ego in transizione una volta accoppato (p.154).

Questo per dire in generale che si poteva far di meglio, e dietro l'oro che luccica c'è sempre qualcosa di poco lucido... :D

MAGNATE STA' BARRETTA, NON CREA DIPENDENZA, MA AJUTA A DIMENTICARE LA GLICEMIA

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 Oggetto del messaggio: Re: #30/S - La fine è il mio inizio
MessaggioInviato: gio set 29, 2016 9:52 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
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finalmente sono riuscito a completare la lettura, bellissimo albo, anche se a mio avviso un filino sotto il precedente. Unico appunto: la prima parte nell'oasi mi sembra fin troppo lunga, mentre poi nella seconda è tutto un susseguirsi di cose... mi sembra uno di quei film in cui nel primo tempo non succede quasi nulla e poi nel secondo fai fatica a seguire la trama da quanto si sviluppa rapidamente.
Questo comunque non significa che la storia non sia bella e soprattutto con possibili sviluppi davvero interessanti.
E a questo proposito non posso che ribadire che una storia con una continuity di questo tipo viene penalizzata da uscite annuali, secondo me avrebbe bisogno di una frequenza maggiore.
Non so, mettiamo la serie regolare sullo speciale e viceversa :D :D :D
Ad ogni modo quest'anno c'è Sclavi, quindi il galeone d'oro non è così scontato :)

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