Tom Simone ha scritto:
La cosa che ho apprezzato di più è stata la chiusura con una messa al bando definitiva del rapporto uomo-donna che in Dylan Dog risultava sempre impregnato di amore e di innamoramento (me ne sto rendendo conto man mano che procedo a leggere i vecchi albi).L'idea di sclavi era che Dylan si innamorasse sempre...
...e sempre ancora s'innamorerà, sbagliando, soffrendo, godendo, illudendo, sorridendo, perdendo(si).
Non è stato messo al bando propria nulla, se non il nuovo concorsone per la fidanzata del mese.
Questa cosa del
cambiamento definitivo è solo un falso riflesso di rigurgito, come se Dylan imparasse da se stesso e facesse tesoro - seeeeh - di quanto successo 94pp prima...tsk
Probabilmente i prossimi autori dei testi ci andranno un po' più pianino nelle dichiarazioni sperticate da cascamorto del NewOldBoy, senza ricamarci troppo se si porta una a letto...ma da qui a dire che non s'innamorerà più (e genuinamente)
ce ne passa .
Un Dylan inquieto ed incompleto che vive la femminilità solo come supporto di amicizia o ginnastica da materasso non può durare a lungo, anche a livello narrativo
.
Per quanto si voglia far passare per cinico il suo ricredersi su quanto fatto, quello che succede in questo albo non si applica necessariamente ai prossimi, di invaghimento in invaghimento. Uno come Dylan può amare in millemila modi millemila donne e tipologie di rapporti diversi. Se qui fa il punto della situazione, con una specie di stato dell'arte/presa di coscienza, questo non vuol dire che non può tornare a contraddirsi, anche a breve, nella discontinuità dei sentimenti, romantizzati o meno.
L'unica sbavatura - come penso assieme al buon
Rkc ed altri
- è far credere con sommaria (ed ingenua)
generaliter-atio che quanto dice qui
VALGA PER TUTTE le diversissime dinamiche sentimentali che lo hanno coinvolto sinora in quasi 30anni di sudata carriera di perizomi divelti
.
ALOHA PANTA REY
(E ANCHE MARINA
, NEL CASO)