Visto ieri "Povere creature!" (poor things).
Imbarazzante.
Uno dei film più pretenziosi e irritanti degli ultimi anni, e in tutto: recitazione impostata e autocelebrativa, sceneggiatura ridicola (la protagonista sembra parlare con un libro di aforismi di oscar wilde aperto davanti), scenografia volutamente finta e farlocca (senza però arrivare ad avere nè un effetto straniante nè divertente, ma solo perplimente), regia forzata e inconcludente, con continui grandangoli ed effetti ricercati senza però trovare nulla.
Il tutto accompagnato da un didascalismo e da una voglia di spiattellarti in faccia gli importantissimi e profondissimi temi del film (spoiler: quelli triti e ritriti della woke culture, retorica intellettualmente disonesta compresa) che ti fanno pensare "OK! L'ho colta questa piccola frecciatina lunga 70 metri e larga 30 sulla libertà della donna di fare di sè e del suo corpo quello che preferisce!!!".
I personaggi sono tutti macchiette, stereotipi con le gambe senza il minimo di evoluzione o sviluppo. Le donne sono tutte magnifiche (bella la scena di lei e dell'amica nera che si slinguazzano parlando di socialimo eh! quanto mi sento intelligente e intellettualmente stimolato *vomito*). Gli uomini tutti riprovevoli (eccezion fatta per gli unici due "buoni", ovvero i sottoni che lasciano fare alla protagonista tutto quello che desidera senza mai dire bah). L'autore crea negli uomini dei nemici ideali, talmente brutti, esasperati ed esagerati da non essere credibili neanche per mezzo secondo. Me lo immagino a sfregarsi le mani mentre scrive la sceneggiatura, pensando "facciamo le valigie Beppe, si va agli Oscar!".
Le scene di sesso prendono più o meno il 60% del film, e io non ho mai visto un film con così tante scene di sesso che mi lasciassero così freddo. Non eccitazione, non erotismo, nè disgusto nè fastidio. Semplicemente è lì. C'è. Un corpo nudo che si muove, di una bella attrice. Orrendo.
Il finale è semplicemente insultante.
Vorrei spendere un secondo sulle interpretazioni: ok che ha degli occhi talmente grandi che praticamente coprono mezza inquadratura, ma dire che questa rincoglionita che per tutto il film parla come il robot sapientino sia una grande interpretazione, non me la sento proprio.
Menzione d'onore invece per il grandissimo Mark Ruffalo, unico in grado di dare spessore, empatia e umanità al suo personaggio, che a essere onesti è pure l'unico scritto decentemente.
Ora, io capisco che questo film andrà benissimo in america. Ormai sono talmente ricoglioniti e col cervello talmente in pappa per certe tematiche e certi idealismi, che andranno in brodo di giuggiole per questa porcheria.
Questi sono film che piacciono alle persone che non sono abituate a vedere buon cinema, nè in generale all'approfondimento e al farsi delle domande, non sanno cosa sia l'introspezione, e quindi vedono sta robaccia o le robbaccie che ha fatto ultimamente Nolan, e si sentono stimolati.
Quello di cui non mi capacito è come faccia "la critica" a non alzare la voce. Questo e Oppenheimer sarebbero trai film più belli dell'anno per la critica? Due dei film più irritanti, pretenziosi e vuoti degli ultimi anni?
Che credibilità può avere una critica del genere?
Che senso ha?
Veramente siamo arrivati al livello che basta alzarsi in piedi e gridare "ehi! guardatemi tutti! sono intelligente!" per passare per intelligenti? Boooh!
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