Cravenroad7

Ma chi é Roy Andersson? il regista della Sirenetta?

qualcuno rompa la coppa Volpi in testa ad Alba Roschwafer waffen SS o come cavolo si scrive. . non la sopporto

Semo in due ma io la romperei in testa alla critica che gliela assegna.

Visto In ordine di sparizione(titolo originale Kraftidioten)
Nero norvegese, su neve.
Violento che colpisce.
Trama asciuttissima alla Clint Eastwood, schematico alla Tarantino, ed attori di gran caratura come Bruno Ganz e Stellan Skarsgard
Lo consiglio vivamente, anche perché non ci sono i soliti fiordi, salmoni e Breivik.

ALOHA BLACKLIST

Roy Andersson grandissimo e sottovalutato, recuperate i suoi film, soprattutto "A Swedish Love Story" (1970) e "Songs from the second floor" (2000)

ENEMY.
Tratto da Saramago.

Un film stranito e straniante, di quelli in cui i personaggi si muovono come ipnotizzati, vittime compulsive e robotiche dell'inevitabilità di un qualcosa di nascosto, metafisico, metaforico. E pauroso.

Spacca. Soprattutto gli ultimi cinque secondi. Che complicano il significante e al contempo appagano totalmente lo spettatore.

Villeneuve è uno bravo.

Ieri sera ho visto Si alza il vento, l'ultimo Miyazaki. Dovrà sedimentare un po' prima che riesca a dare un giudizio definitivo, ma di primo impatto mi è sembrato straordinario, uno tra i suoi film migliori. Storicamente attendibile seppure non privo di aperture oniriche, Si alza il vento ripercorre la storia di un uomo e del suo sogno, scegliendo un insolito stile narrativo ellittico (molto di quanto avviene è lasciato fuori schermo) e privo di precisi agganci storici (non è difficile risalire alle date degli eventi raccontati, ma nella pellicola non c'è nemmeno un'indicazione temporale precisa). Mentre attraversa vent'anni di storia giapponese, lo spettatore non può fare a meno di interrogarsi sul ruolo del protagonista nelle vicende del suo tempo: la forza della sua passione/ossessione è tale da fargli sacrificare tutto per essa, affetti compresi; ma ha il diritto, un artista-otaku come lui, di vivere così fuori dalla realtà da permettersi di ignorare l'inevitabile applicazione bellica delle sue pur meravigliose creazioni? La purezza del sogno si scontra con la crudeltà del reale, in un'epoca in cui una guerra è appena finita e un'altra sta per iniziare; ma l'uomo non ha mai dubbi di natura etica, e sceglie di continuare a perseguire il proprio sogno di bambino. Miyazaki è consapevole di questa sorta di scissione, e non dà facili risposte ai quesiti che la narrazione propone. Quel che è certo è che lo spettacolo è visivamente sontuoso e narrativamente appagante: se davvero questo è l'ultimo film del grande autore giapponese, congedo migliore non ci poteva essere.

Quasi un mese dopo...
Non ho visto "Si alza il vento" per problematiche contingenti e ogni volta che ne sento parlare bene ho una fitta al cuore, spero di recuperarlo presto!

Ho invece visto Amarcord, dopo che Fellini mi aveva entusiasmato con 8 e mezzo. E continuo a restare stupito dall'incredibilità del suo cinema, dalla capacità di far sembrare tutto un sogno o un vago ricordo (qui già più esplicitamente che in 8 e mezzo) e, soprattutto, dal delirio organizzato che è il mondo come traspare dai suoi film. La scena del pavone sulla neve è talmente surreale da strapparsi i capelli!
Bello, bellissimo, Fellini è un grande!

Prisoners di Denis Villeneuve.

Era dai tempi di Seven che non vedevo un thriller così avvincente e frenetico, nonostante qualche falla a livello di plot.
Prove fenomenali di Jackman e Gyllenhaal.

Regista da tenere sott'occhio.

Visto Sin City - Una donna per cui uccidere, per fortuna gratis. Evitabile, come e più del primo, molto più confusionario. Si era già vista la quasi impossibilità di riprodurre il fascino (quasi totalmente stilistico) della graphic novel, lo si è voluto confermare e lo si confermerà per sovrammercato con un terzo film. Si salva solo Mickey Rourke.

Dovresti aggiungere un 'sti cazzi

Gran film. Mi ha ricordato per certi versi Lynch ma primariamente Polanski.

Tu che interpretazione hai dato al finale?

Non ho visto il film, ma ho letto L'uomo duplicato di José Saramago, se il regista non ha cambiato nulla del finale direi che

Il finale è a sorpresa ed ironico, alla Alfred Hitchcock presenta.

Io l'ho amato. Preferisco questo tipo di narrazioni simboliche e magari più ermetiche che altre più classiche e lineari.

Non avendo letto il libro non vorrei spoilerarti qualcosa e guastarti un film. Cercando di essere il più vago possibile, c'è nel libro qualche riferimento ad un animale?

Il finale è diverso, simbolico quello del film, altrettanto inquietante, ma con una forte componente ironica (proprio alla Hitchcock) il libro dove

Beh, bello anche questo finale. Meno allegorico e più da thriller vero e proprio.

Comunque mi riferivo anche a tutto un sottotesto sul totalitarismo e sulla individualità delle persone che non so se è presente nel libro.
Che probabilmente nel film è la chiave di lettura di tutta la vicenda.

Stiamo parlando di Saramago, uno degli autori di maggior caratura di tutta la contemporaneità e tra i più complessi. Qualsiasi significato filosofico abbia il film, che non ho visto, sono sicuro nel libro sia presente 10 volte tanto, anzi riflessioni sull'identità della persona e mille altri ragionamenti sono parte integrante di questo come di altri romanzi del Nobel portoghese. Di autoritarismo ha sempre trattato, forse proprio ne L'uomo duplicato molto meno, ma ne sono intrisi romanzi come Cecità, La caverna e altri.