Estrapolo per (improvviso, ma non durerà molto, una botta & via
) amor di sintesi.
Gordon Pym ha scritto:
[...] si parlava di questa collana Audace come un po' il canto del cigno del fumetto "di massa" italiano, ad opera della casa editrice italiana più importante che proprio con i fumetti "popolari" aveva costruito il proprio successo. Nel senso che con questa scelta editoriale (e con la linea young) si divide il pubblico per fasce, e si punta sulla nicchia con un prodotto meno generico
Volevo sapere cosa ne pensano gli utenti di Craven Road.
[...] se vogliamo Dylan Dog non è nato per nulla come prodotto di massa... Oggi con una maggiore offerta e con un pubblico che ovviamente è cambiato (anche anagraficamente).... probabilmente è necessario diversificare i prodotti. E non credo che puntare alla nicchia sia sintomo del decadimento del fumetto italiano in termini numerici, anzi, forse non ha mai goduto delle luci della ribalta come in questo momento
Per quanto mi riguarda le cose stanno in termini meno idilliaci. E queste sono perlopiù scelte di ripiego
.
Nel senso che in questi (penultimi) anni la SBE ha provato ripetutamente a re-accalappiare il suo pubblico medio-popolare che fisiologicamente stava calando, con una strizzata d'occhio anche alle nuove generazioni, ma sempre entro la stessa tipologia classica di testata. Risultato: personaggi storici in perdita/emorragia cronica di lettori (
DD, MM, NN, Dampyr, etc), nonostante tutte le "novità" ficcate in modo coatto, incapaci di interessare le nuove leve, come di recuperare i fasti di un tempo. E quando hanno sfornato qualcosa di ineditamente nuovo, a livello di personaggi, (v.
Adam Wild, Orfani, Morgan Lost, Lukas, etc) i pochi(-ssimi) che hanno comprato erano sempre un sotto-gruppo dei soliti noti quasitrentenni, con le nuove generazioni che gli hanno voltato le spalle. Forse l'unica eccezione in questo senso è
Dragonero, che almeno si mantiene nell'autosufficienza ed ha un'età media di lettori più fresca del resto.
Per cui adesso l'idea di base, visto che il prodotto generalista non attecchisce, come in passato, è nell'intento di orientare - a livello di dichiarazioni - il prodotto per un target più mirato e selettivo, diversificando in partenza. Non dico di nicchia, ma diciamo "specifico".... col rischio che diventi ghettizzante. Quindi separare vecchietti da giovinastri, senza pensare che molto probabilmente quei vecchietti si sono semplicemente stufati del fumetto (come medium d'intrattenimento) ed i cccciovani non sanno neanche cosa sia, presi da tutt'altro. Alla fine conta chi sgancia: le ribalte mediatiche sui social o su altre forme di visibilità pro auto-compiacimento delle rockstar del fumetto attuale non cambiano di molte virgole (e zeri, $$$) l'andamento di una testata se non c'è un seguito concreto che ai
followers chiacchieroni da tastiera faccia subentrare dei
buyers effettivi.
In realtà la
distinzione di massima sempre più influente d'ora in poi sarà il fumetto da libreria rispetto a quello da edicola. Perché su quel gap di prezzi - gonfiati, e di nicchia, quelli sì - si orienterà la fonte di sostentamento primario del carrozzone SBE nel loro progetto commerciale futuro. Lanciando inediti costosi concepiti per gli scaffali delle librerie (dove bazzicano i nerd attempati spendaccioni o i quindicenni viziati dalla paghetta di mammina) per poi magari ristamparli a prezzo ridotto...quando si è sgonfiato il clamore... con una specie di ristampa lowcost in edicola, se la cosa ha attirato l'attenzione.
Insomma se la massa non cresce, la si fa lievitare sotto un cuscino di piume d'oca danesi, nutrite dal
foie gras di se stesse. Altro che cigni...
ALOHA IL CANTO DELL'OCA, CANNIBALE