Nel frattempo ho finito la serie con gli ultimi due numeri.
Prima di scrivermi da solo un settimo di protesta, rispondo agli spunti di Zara:
Zarathustra ha scritto:
É curiosa la complementaritá di gusto tra me (da una parte) e Drake & Wolkoff (dall'altra). Peró me lo aspettavo. Per me il punto di forza (e fascino) di questa serie sono i suo espedienti stralunati, l'andamento rapsodico che é presente soprattutto nei primi numeri. Quando leggo UT come altri fumetti la mia incredulità è del tutto sospesa, insomma non saró mai quello che vi segnala le falle logiche in una trama.
Né chiedo davvero che una trama sia presente. Mentre mi sento di premiare la ricerca di un'atmosfera insolita.
Per altri lettori, questo "girare a vuoto" risulta irritante, e magari preferiranno la seconda parte della serie, dove "si va a parare" da qualche parte e cominciano ad arrivare le spiegazioni sulle Case.
Non che io disdegni un finale strutturato, è che in questo caso l'ho trovato di grande pochezza, sia visiva che di contenuto.
Per quanto possa sembrarti strano, sono (in parte) d'accordo con quello che dici, e soprattutto ne capisco le ragioni, "complementari", come dici tu, ma gusti-a-parte. La serie ha pagato un caro prezzo per il fascino di quei primi tre numeri sincopati, naif e rapsodici nella loro bislaccheria. Nel senso che dopo aver accumulato tanti dettagli (apparentemente) devianti ha dovuto darsi un senso narrativo, e virare pesantemente verso una costruzione di trama/ragioni per essa dal quarto numero (di raccordo) in poi, culminando negli ultimi due, quelli della rimpatriata nelle Case, con relative risposte a raffica, mascherate da scontri fatali e dialoghi rivelatori
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Lo squilibrio è evidente e penalizza la serie in senso lato. L'ho avvertito anche io. Temo pure che derivi dalla mancata capacità di proseguire la storia su quell'andazzo, dovendo rimodularla verso un unicum compatto e che corrispondesse all'idea cosmica di base. In pratica dopo tanto vagheggiarsi - anche poetico e fiabesco - il mondo di Ut ha sentito la necessità di definirsi e risolversi, dall'origine della bio-controevoluzione ai suoi sviluppi, e tutti i personaggi hanno deciso di vuotare il sacco della propria identità. Di poetico e fiabesco è rimasto poco, a parte il clamore ancora più suggestivo dei disegni, che di fatto si è sublimato sul finire in un titanismo visionario da kolossal, per cui non si possono non fare i complimenti al pennino fatato di Roi
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Per la storia in sé un po' meno, la penna. Perché si capisce che la Barbato ha fatto una certa fatica a riconvertire il linguaggio delle idee ( visionarie ) di Roi in una specie di narrazione, con tanto di sceneggiatura e dialoghi. Non parlo di falle logiche - di cui ce ne sono a dozzine, anche se all'inizio potevano esser giustificate dalla logica "stramba" degli stessi personaggi/loro mondo - ma proprio di una forma di adattamento ai testi che appare claudicante sia in origine che negli esiti finali. Come se le idee ispirate di Roi avessero dovuto approdare in realtà su un altro format per render al meglio, magari un libro di illustrazioni con tanto di didascalie
Magari un altro autore le avrebbe vissute diversamente, ma la Barbato no, ha incanalato il tutto verso un modus discutibile: non è riuscita a tradurle in modo decente queste idee di Corrado, e gli scompensi si avvertono per tutta la serie, compresa la frattura tra primi ed ultimi 3 numeri. Il prodotto finale è un ibrido bonelliano meno coraggioso di quello che sembra e sconclusionato anche nelle sue diverse anime, asfissiate da un surplus di inventiva confinata in una scansione convenzionale, malriuscito nel complesso, né avvincente, né emozionante, né profondo. Al massimo decorativo... barocco finto-espressivo direi
Adesso onestamente non ho molto tempo per scrivere un commento un po' più complessivo sulla serie, o più dettagliato sugli ultimi due numeri, anche perché mi sembra di esser rimasto l'unico a parlarne, presumendo che tutti gli altri abbiano mollato strada facendo o non la ritengano degna di ulteriori discussioni. Ma se qualcuno si affaccia e mi dà corda potrei proseguire, eh... non ci facciamo mancare nulla qui sopra..
ALOHA IN ATEM