Sono reduce dalla lettura di Saguaro. Avevo deciso di dare una seconda chance alla serie dopo averla (troppo precipitosamente) cassata dopo la lettura del numero 1, che mi fece desistere dal continuare a comprarla. Complice il tempi in più a disposizione ho letto tutti i numeri, anche spinto dalla alta considerazione di Enna che traspare sempre dai vostri commenti. Ebbene, devo dire che sono rimasto soddisfatto, al netto ovviamente di tutti gli inevitabili difetti. Non tutto il parco disegnatori è all'altezza: così su due piedi i nomi che mi hanno convinto meno di tutti sono Gugliotta, troppo americaneggiante, con due o tre pose sempre ripetute a prescindere dai personaggi, Barletta, tipico esempio di stile da scuola del fumetto, e la coppia Busticchi & Paesani, troppo altalenanti. Sinis rappresenta sicuramente il fiore all'occhiello, ma purtroppo il suo passaggio al digitale me lo rende un po' meno genuino, ed è un peccato, ma sono contento che (per volere del caso) gli ultimi due numeri portino la sua firma, una conclusione in grandissimo stile. Un altro nome che mi sento di citare, in positivo, è sicuramente il disegnatore Ivan Vitolo, protagonista della storia forse più western in assoluto, "Vento nel vento", grandissimo numero. Una citazione in estremo negativo ce l'ha l'albo 30, "Verità nascoste", in cui c'è una pessima distribuzione nel lavoro tra Vitti e Sinis, di cui mi piacerebbe conoscere le motivazioni. A parte questo, e a parte i vari clichè "bonelliani" e alcune ingenuità, mi sono affezionato al personaggio, un po' meno ai comprimari, che si affastellano un po' tutti nella memoria, tanto che sicuramente sarà necessaria una seconda lettura per riprendere le fila del discorso. Molto buone le sceneggiature di Enna, piene di balloon come piacciono a me, certo non sempre a fuoco, ma a suo favore posso dire che la frase più banale di tutta la serie la dice Mignacco (pure autore di due numeri molto buoni) nel numero 18: "so che non avete perso il vizio di difendere i più deboli dai soprusi dei prepotenti", una frase che forse nemmeno in Tex si sente più! Mi è dispiaciuto moltissimo per la sorte editoriale di questa testata (alla quale ahimè ho contribuito in prima persona), meritava sicuramente di meglio. Particolarmente ironica la frase conclusiva del numero 33 ("qualcosa mi dice che questo è solo l'inizio"), pronunciata in quello che sarebbe diventato il terzultimo albo della serie. In sintesi, grazie a chi in questo forum ha difeso questa serie, facendomi incuriosire molto, e facendomi capire una volta di più di non giudicare un libro dalla copertina. Considerando che nel pacco c'erano, insieme a Saguaro, Ut, Hellnoir e Coney Island (che non mi sono piaciute affatto!), si capisce come la lettura delle avventure di Thorn sia stato un vero e proprio balsamo ristoratore!
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
|