Cravenroad7

Sì, allungare il più possibile la vita di una collana in costante calo e probabilmente destinata a una non lontana chiusura, evitando oltretutto di dover avviare una nuova collana per tre soli volumi di Napoleone.

Anche Bacilieri sul suo blog ("Sweet Salgari") era molto scettico circa questo posizionamento del prodotto.
Diciamo che Napoleone non ha mai avuto uno zoccolo duro di lettori appassionati (sicuramente meno di Magico Vento e Mister No, per dirne duue nuovamente in edicola) e avranno voluto stare più cauti e vedere che succede.

Ma nello specifico, a cosa era dovuto lo scetticismo di Bacilieri

Non mi sembra che questa collocazione sia tanto nociva in ogni dove. E' vero che la SBE non ci perdeva nulla a sfornare il trittico in formato One Shot - sul Registro dell'editoria - invece che piazzarlo qui sulla collana Storie, ma se la decisione è stata questa alla fine, è probabile che la scelta derivi dalla volontà di portare un po' di benzina ad una testata in riserva rosso magenta da diverso tempo.

Gli unici che ci hanno rimesso qualcosa sono i completisti della collana, costretti ad accattare 3albi3 di un personaggio che magari a loro non dice nulla, solo per non vedere un buco di 3 uscite sulla collezione da mensola. Se però si sono almeno sforzati di leggerle, queste storie, non credo abbiano poi tanto da lamentarsi, perché la qualità è comunque alta, ed il piacere della narrazione invariato, anche se si tratta di un personaggio con oltre 50 albi sul groppone.

L'unico elemento che a me reca un po' di noja, da lettore storico di Napoleone, è la copertina porosa e il logo in secondo piano proprio per adattarsi al formato della collana. Ma parliamo di cose per cui un certo cavallo sapiente mi manderebbe Allegra-mente a "socmel"


SHORBOLE CHE ALOHA

http://sweetsalgari.blogspot.com/2019/0 ... e.html?m=1
In sostanza, da un lato disorienterebbe il lettore, dall'altro dimostrerebbe che la SBE non ha proprio creduto in qiesto ritorno di Napoleone.
Ma, che io sappia, il ritorno era comunque già programmato come una tantum.

Grazie per la risposta, Leo

In linea di massima... continuano a sembrarmi falsi problemi, anche se condivido (v. sopra) le perplessità di Bacilieri sulle copertine, e ammiro la sua "carica" per ridare nuovo lustro ad un personaggio davvero unico nella storia SBE, che meriterebbe altre linfa editoriale

Tornando alla trilogia, la visibilità per il lettore napoleonico è rimasta invariata, e anzi ci ha guadagnato un po' di traino dai collezionisti delle Storie tirati dietro a rimorchio, e che magari adesso potrebbero trovare nuovo interesse per il personaggio e (mercatini a parte) provare a comprarlo in altro formato dovessero uscire ristampe da libreria delle vecchie storie o (addirittura ) una nuova miniserie. Chissà.
Col passaparola online nessuno è rimasto disorientato nell'intercettare l'evento, e se apparteneva allo zoccolo duro, come me, Jones, Alek, Altair, etc... non ha compiuto nessuno sforzo particolare a comprarlo in questo formato, rispetto ad altri. La sostanza vale più del nastro da confezione regalo.

Sul fatto che abbiano creduto (sostenendolo) o meno nelle potenzialità del personaggio - e quindi in Ambrosini di riflesso - su questo non saprei che dire. Vedremo in futuro che progetti gli assegneranno

Aggiungo solo che aprire una trilogia One-shot tutta a sé come collocazione separata a livello buro-editoriale (tipo Ut, Tropical Blues o Hellnoir, per intenderci) non avrebbe modificato affatto l'appeal delle uscite in sé per i fedeli fans, almeno che non si inventavano qualcosa come il colore, un maggior numero di pagine, contenuti extra, tarocchi del Cardinale, saggi di filosofia quantica, o altre trovate per boost-are l'evento nell'appetibilità markettara.

Ma prima di arrivare a questo disfattismo sulla "forma" ce ne passa...

ALOHA SANT'ELENA

Finalmente, anch'io!

Le ali di Allegra
Quanto mi è piaciuto ritornare a Ginevra, all'Astrid, e rivivere quelle stesse, identiche, atmosfere che ho provato quanto lessi per la prima volta "L'occhio di vetro", qualche anno fa. Strepitoso Ambrosini (nella storia come nei disegni) nel far tornare su carta quei personaggi così sfaccettati e intriganti che tanto mi avevano suggestionato. Che poi, alla fine, questo primo albo della trilogia altro non è che una variazione sul tema del giallo/noir che si era tanto visto nella serie regolare di Napoleone. Ma è forse questo ritorno a una consuetudine che rende davvero apprezzabile quest'albo, per un lettore che già conosce il personaggio. Ed è forse questa stessa semplicità quasi schematica che può anche essere goduta da un nuovo lettore. Quindi, per me, promosso su tutta la linea.
E grande interesse per i numeri a venire, che leggerò a breve e commenterò qui sotto nello stesso post

La signora Robinson
Ambrosini alza notevolmente il tiro, rispetto al primo albo. C'è l'indagine in pieno stile giallesco, ma c'è un Napoleone arcigno e burbero e, più di tutto, c'è tanta narrazione metafisica e onirica. Una lettura a tratti più scorrevole e a tratti più complessa e meno accessibile del primo albo. Ma, prime apparizioni a parte, è sempre stato così quando c'era di mezzo il Cardinale. E Bacilieri, boh, io non ho parole per esprimere la mia ammirazione per la sua arte. Paradossalmente, disegna così bene che mi perdo la narrazione. Le pagine a vignetta unica sono dei quadri.

L'inferno in cielo
A completare il trittico, l'altro disegnatore storico della serie, Camagni. Se la cava egregiamente, soprattutto nella seconda parte, quando la storia di fa meno "action" e torna più sui binari napoleonici. Un albo che necessariamente ha bisogno di molte pagine per tirare le fila dei vari discorsi iniziati nei due precedenti. Ma, nel complesso, un altro albo egregio, con elevati picchi narrativi e un finale emozionante, nella sua semplicità, dove il peso delle parole la fa da padrona.

Insomma, questa trilogia per me è stata una gioia. Un ritorno a un personaggio amato. Scritta perfettamente da quello che è forse il mio sceneggiatore Bonelli preferito e disegnata da tre artisti validissimi e totalmente in linea col personaggio. Un grazie di cuore alla SBE e ad Ambrosini per avermi fatto emozionare, ancora una volta, nella hall dell'Astrid Hotel.

Si chiude la trilogia. Sono molto soddisfatto, per quanto questo mi crei un po' di magone nel pensare a quanti anni ci separino dalle prossime uscite di Napoleone


Nello specifico questa storia si assesta su un 8 doveroso e funziona meglio della precedente perché non deve fungere da trait d'union. Magari avrei dato anche un voto in più, ma c'è qualcosa che non mi ha convinto (v. sotto), e poi questo Camagni è la pallida ombra di quanto visto tre lustri fa sulla testata originaria: certe volte mi sembra un imbrattatore con l'Uniposca per le mezzetinte, e continua a rimpicciolire sempre più i personaggi, togliendo pathos alle espressioni e dettagli all'ambientazione .

C'è il dramma a parte, con la gang da favela... cosa che mancava proprio nell'episodio precedente. Miseria a pallottole rendono sempre, tra madonne e corruzione: c'è quindi anche una buona parte action che non delude né si rende inverosimile. Si esprimono un zinzino in più le tre projezioni simboliche di Napoleone, messe a tacere un albo fa.
Non è tagliente nei dialoghi o "chiuso" nella narrazione come il primo episodio, ma comunque sfoggia una qualità davvero elevata su molti punti, roba che un medio DD la può auspicare col telescopio, in attesa che cadano gli astri. Ho l'impressione che Ambrosini abbia però dovuto sacrificare diverse cose, perché in effetti la tragedia dello scultore+Allegra non è qui approfondita in modo pregnante, come non lo è il conflitto latente (negli anni) tra il Cardinale e suo figlio Joh(a)n(na)... che per certi versi mi ha ricordato le gelosie di Virgil al cospetto di suo padre per l'allievo prediletto Dylan. In questo senso si poteva risparmiare qualche vignetta della suora ciarlona, come tutte le scene un po' verbose in ospedale. Anche Palmieri è un po' ripetitivo nei suoi ragguagli.

Molto azzeccata l'indignazione burbera di Napoleone quando sente definire Allegra un "miraggio" o "anestetico" - se lo dicesse il ganzo vanesio di mia figlia se la passerebbe molto peggio che con un timido "menevadodallamostra "
Mi è venuto un colpo quando ho visto Napoleone e Boulet stesi in bagno dai projettili, anche se ho pensato a qualche diffrazione temporale immaginaria... perché 5 pagine dopo il secondo era vivo & vegeto sul gommone, mentre il primo veniva spacciato per rapito su uno yacht.

Non mi trovo tanto sui motoscafi in piena Sao Paulo, che più o meno dista un'ottantina di km dal mare, né con i baloons invertiti dei due piloti in elicottero - pp.82-83, quello più impietosito non corrisponde a dx con quello più cinico da ordini a sx - ma parliamo di bazzecole...
Una cosa che invece torna a non convincermi, è il tormentone della scuola di pensiero di E.Severino pubblicizzato come se non ci fosse un domani a livello filosofico. Spero che ad Ambrosini passi presto questo pallino, da visione riduttiva ed infatuata. Non bastasse l'inedito di DD, anche qui il Conte insiste sulla vita sospesa tra il nulla del passato e quello del futuro CHE NON ESISTONO (aridanghete), le favole necessarie come la Morte, e la [cit.] "gioja della pienezza della verità incontrovertibile" che messa su questo piano è una baggianata filosofesca chemmanco Leibniz ubriaco potrebbe sostenere. Insomma una lezione/manifesto che lascia il tempo che trova: appena illusorio, appunto .

Per fortuna alla fine prevale la volontà di Essere Napoleone per sempre (p.78) .
E nel mio cuore ci rimarrà per molto, questo è certo. Nonostante il 5 Maggio io sia in lutto da diversi anni.


EI FU, SICCOME ALOHA

Nonostante ciò che di buono si è avuto negli anni successivi il 5 maggio rimane purtroppo una ferita sempre aperta

Anche a me questo Camagni, ma già lo si era visto su Dylan, sembra un lontano parente di quello di anni fa. E non è l'unico.

Spero prima o poi il nostro caro albergatore torni di nuovo e magari sarà proprio per riallacciare e approfondire il suo rapporto con Allegra.
Tra l'altro anni fa avevo la mezza idea che potesse perfino saltar fuori che fosse sua figlia illegittima. Il nome è lo stesso della figlia naturale che Lord Byron ebbe con Claire Clairmont, sorellastra di Mary Shelley, con cui soggiornò a Ginevra. Altro labile indizio il fatto che Napoleone vestì anche i panni del poeta inglese in Le lacrime di Frankenstein. Ma non penso Ambrosini sia tipo da melodramma del genere

Vi assicuro che di quel 5 maggio, per quanto fosso solo un bambino di 9 anni, non dimenticherò mai quel Milan Lecce e la sensazione di "assurdità" che si viveva a San Siro

Questa cosa mi urta da tempo .
A parte Bacilieri, tutti i napoleonici che ho rivisto spennellare su Dylan sono diventati delle mezze calzette rispetto a quanto visto prima. Camagni (v. sopra) in netta involuzione sembra avere difficoltà ad usare il programmino da tablet, Ornigotti si è limitato ad imitare lo stile di Ambrosini abbozzando confusione, mentre Nizzoli è passato ad uno fase troppo bonacciona che ricorda addirittura Cossu.
Manca il migliore di tutti (secondo me), cioè Del Vecchio, ma se è finito su Tex, vuol dire che merita un posto di primo piano e si è mantenuto su standard molto elevati.




Se continuate così, è probabile che quest'anno vedrete più assurdità direttamente sul campo durante Milan-Lecce, tipo che Suso azzecchi un cross, o Calhanoglu capisca da che parte è la porta .

ALOHA AD AGOSTO ALBERO DI NATALE
...SAPENDO DI NON MANGIARE IL PANETTONE

Stendiamo un velo pietoso sul Milan ahahahah
Cento volte meglio Napoleone
Ma anche Dylan Dog, forse, vista la performance di Udine...

Non so, Napoleone ha dimostrato di saperci fare a calcio (con Boulet in La lucertola e il serpente), ma Dylan mi sa che è negato e i nuovi acquisti e il (non)gioco (leggi continuity) sono da zona retrocessione

Del Vecchio sta facendo ottimamente su Tex.