Fresco di lettura dell'ultimo numero napoleonico, tiro un po' le fila delle sensazioni provate leggendo questa serie, che definire "di livello" è eufemistico.
Ho dato un'occhiata veloce a qualche commento recente, quindi specifico che me la sono letta tutta filata, dall'1 al 54 in tre -massimo quattro- mesi, cosa che mi è parsa contare molto nel giudizio generale. Comunque...
IDEAZIONE DELLA SERIEAmbrosini tira in piedi un mondo interessante, filosofico e molto concettuale. Fatico a ricordare gli albi singoli, un po' per la lettura veloce e un po' per l'alta qualità generale della serie. E' vero, come dicono alcuni, tende talvolta a ripetersi, ma Ambrosini si ripete con una grazia nello scrivere non indifferente e, nel finale, si alterna a Bacilieri, che è una grandissima sorpresa per il sottoscritto, quantomeno come sceneggiatore.
E infatti c'è un momento, verso i 3/4 della serie, in cui un po' di noia prende piede. Ma si doveva pur arrivare agli ultimi, favolosi, albi (ultimo escluso, ovviamente
).
Mi è piaciuta la filosofia di cui sono intrisi gli albi, l'Ambrosini-pensiero nei lunghi monologhi del cavallo, il finale talvolta aperto segnato da una battuta all'ultima vignetta. Una serie concettuosa che non avrebbe mai potuto sfondare col grande pubblico; in qualche modo è una serie per "iniziati", un po' élitaria, oserei dire. Ma a me piace così: probabilmente non ho colto tutto, magari mi mancano strumenti per capire appieno ogni albo, ma la rilettura che un giorno ne rifarò mi potrà svelare significati oggi a me nascosti.
Ambrosini... il finale
PERSONAGGINapoleone si evolve, diventa più cattivo, più cinico, più stronzo, forse più umano. Col passare della serie preme il grilletto spesso e volentieri, talvolta si dylandoghizza nel rapporto con le donne, ma resta un personaggio estremamente interessante, intrigante e ricco di sfaccettature; ti regala un sorriso e la pagina dopo è incazzato come una iena. Grande personaggio.
Il cardinale è una palla al piede. Usato troppo spesso in maniera un po' casuale sul finale degli albi, riesce a regalare apparizioni di livello nei flashback e ne Il labirinto. Sull'ultimo albo, mi sono già espresso.
Allegra a me non è dispiaciuta affatto; va bene, anche lei negli ultimi albi è più un pretesto che un personaggio, ma in generale mi ha sempre divertito la narrazione imperniata sulle sue vicende. Le avrei dato un ruolo nel finale.
Boulet è strano, si alterna tra aiutante, deus ex machina e personaggio reale e pensante. Talvolta agisce come una macchietta che tira fuori Napoleone dai guai o che gli passa dei casi. All'inizio è un po' Jenkins e fa la spalla di Dumas, quest'ultimo poi tende a starsene nel suo ufficio per non diventare il Bloch di turno e allora Boulet giostra un po' tra i due. In generale, un buon personaggio, ma molto difficile da usare e, purtroppo, qualcosa di già visto.
SCENEGGIATORIAmbrosini è Ambrosini, dire che non sbaglia un colpo è azzardato e probabilmente inesatto, ma ci arriva vicino. La qualità media dei suoi albi è altissima, rasenta la perfezione dei grandi del fumetti seriale, tenendo conto che 41/54 albi sono suoi e la serie non si presta a molte variazioni sul tema (come magari Dylan Dog). Già ho detto qualcosa su di lui nell'intruduzione al mio commento: talvolta annoia ed è logorroico, è vero, ma non è mai banale. E cerca di adattare un personaggio scomodo a diverse situazioni, riuscendoci più o meno. Voto 9, anche e soprattutto per l'ideazione complessiva.
Cajelli è una sorpesa, per me. Il livello dei suoi albi è alto e, talvolta scorrono più di quelli di Ambrosini. Certo, sono anche molto meno pregni di concetti. Dovrei leggere qualcosa d'altro di questo sceneggiatore per capire quanto faceva la revisione e quanto era pienamente farina del suo sacco. Fatto sta che ad un certo punto non scrive più per Napoleone e si passa in un periodo totalmente ambrosiniano, nel quale i suoi albi mancano un po'. Voto 8.
Bacilieri è LA sorpresa. Tralasciando i disegni, di cui parlerò dopo, non mi aspettavo minimamente una capacità di adattare il personaggio alla propria sensibilità e di creare un "Napoleone di Bacilieri", uguale ma diverso da quello di Ambrosini. Le prime prove sono un po' farraginose, ma è comprensibile. Le ultime due storie sono poesia. Voto 9.5
DISEGNATORIIn generale, un comparto grafico ECCELLENTE.
Ambrosini: le copertine sono una più da urlo dell'altra, passando anche per il #42 in cui ridisegna la cover di Villa per Dylan Dog#1 in maniera magistrale. Forse tra le più belle in assoluto di sempre alla Bonelli. Ai disegni è bravo, non impazzisco per il suo tratto, ma si destreggia bene in quei sei (o sette, non ricordo) albi che disegna. In fondo, è il creatore anche grafico. Voto 8
Del vecchio e Camagni sono due garanzie. Senza eccessive particolarità del tratto, ricreano le atmosfere in maniera deliziosa e composta. A entrambi, voto 9
Nizzoli e Ornigotti non mi piacciono particolarmente (anche adesso su DyD, lo ammetto). Sono bravi ma non mi sono eccessivamente congeniali, soprattutto Nizzoli con quel suo tratto sottile attorno allo spazio immancabilmente bianco. Non fanno male, anzi. Solo che a me non piacciono. Voto 7
Mammucari, probabilmente alle prime esperienze in Bonelli, è lontano da quello che diventerà (ossia un disegnatore al computer) e sul fumetto classico di Ambrosini non si riesce a esprimere al meglio. Risulta anonimo piuttosto e anzichenò e se ne ricordano più gli occhietti dei personaggi che il tratto. Su Napoleone, poca roba e risicata sufficienza. Voto 6
Gli altri, che appiaiono per un paio di albi, senza voto.
Ah, Bacilieri. Bacilieri è Dio e voto 10. Perché come lui nessuno riesce a creare un universo così particolare e allo stesso tempo così adatto al personaggio. Come autore completo è anche meglio di Ambrosini. Special guest.
Leggete Napoleone, stolti