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 Oggetto del messaggio: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: lun feb 13, 2023 4:48 pm 
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Non sapevo come impostare questo topic... che più generico non si può :| .

Dico solo che, essendosi conclusa da poco la trilogia del reset rispetto alle novità introdotte dalla fase Zero in poi...
... qua potete scrivere la qualsiasi sul PERCHE' il grande proggggettoune del Sommo è andato a naufragare in un isolotto allagato dalle pernacchie, e su COSA si potrebbe consigliare (nel nostro piccolo), a livello di cambiamenti, per risalire la china invertendo la rotta, riassestando la linea editoriale collegata al personaggio... oltre al personaggio stesso.

Buone ciarle, e visto che sono d'origine pugliese e siamo in periodo, dolcemente buone:
https://www.ricettedellanonna.net/ricet ... carnevale/

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Io no capito, io no capito

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: lun feb 13, 2023 10:34 pm 
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Scusate se interrompo questo interessantissimo dissing, ma è un argomento che mi appassiona molto.

Parto ricollegandomi a un post di Valla sul topic dell'ultimo albo. Per me, e sottolineo mille volte il per me, è un errore credere che esista formula predeterminata per scrivere una "buona storia". Già solo definire cosa sia una buona storia è assurdamente complesso. Non mi metto a fare l'elenco dei grandissimi fumettisti, alcuni nemmeno recenti, che hanno brillato grazie a un modo non-lineare di raccontare storie; lasciamo perdere Moebius, Pazienza, Ware e quant'altri, se ci mettiamo col bilancino a pesare tutte le contraddizioni dei celebrati primi cento (meravigliosi) albi di Dylan Dog saltano fuori certe perle :g: Sono anche abbastanza in disaccordo con l'idea che basti scrivere una storia lineare senza buchi di trama per ottenere una storia leggibile: il mondo è pieno di mediocrate che personalmente trovo illeggibili. Passando un attimo dal generale al particolare, Valla elenca anche tre elementi basilari su cui devono poggiare le storie di Dylan Dog: l'indagine, lo splatter, il soprannaturale.
A parer mio non sono questi gli elementi fondamentali che servono a fare una buona storia di Dylan Dog. Lo splatter e il mistero, per quanto apprezzabili, non sono secondo me ingredienti irrinunciabili di Dylan Dog, l'indagine meno che mai: abbiamo avuto forse centinaia di storie di Dyd che spregiativamente abbiamo definito sulle pagine di questo stesso forum "gialletti soprannaturali", all'idea di leggere un altro Polvere di stelle, Il bacio della vipera, La donna urlante, Medusa, La decima vittima, mi viene voglia di evirarmi a colpi di machete senza filo. E' stato proprio il voler normalizzare Dylan trasformandolo in un Tex dell'occulto che si è ucciso il personaggio: lo si è fatto portando in edicola storie dignitose ma completamente prive di ambizione e di quella indefinibile scintilla che ha reso grandi il personaggio e il suo mondo.
Anche sulle caratteristiche di Dylan come personaggio ci sarebbe tantissimo da dire, perché insomma... Dylan come personaggio non esiste. In un albo è un fragile e tenero gigione, in un altro è James Bond in maggiolone. Fa parte del fascino dei mitici primi cento. Fino agli anni 90 il fumetto periodico da edicola è andato avanti secondo la formula "Una storia, un universo". Questo permetteva ai personaggi di rinnovarsi costantemente consentendo anche al lettore casual di sentirsi libero di seguire la testata partendo dal punto che preferiva. D'altronde anche Eco nel suo Apocalittici e integrati citava l'assenza di continuity di Superman come uno dei suoi pregi assoluti: sia per i motivi che ho già elencato sia perché la continuità fra le storie avrebbe stressato eccessivamente la sospensione d'incredulità del lettore. Oggi però l'idea di un fumetto completamente privo di continuità progressiva è purtroppo irricevibile sia da un punto di vista artistico sia da quello commerciale. Cristallizzare Dylan gli ha impedito col tempo di crescere e di andare incontro al gusto dei nuovi lettori. Per questo ritengo che tornare indietro sia un errore: non solo DYD poteva ma doveva cambiare, di più e meglio di come si è fatto.

In un altro post Dear Boy scriveva: "Le storie della golden age non sono invecchiate di un giorno per quanto erano moderne nella narrazione". Vero: ma Sclavi aveva una grazia nella scrittura, una brillantezza indefinibile e irreplicabile da cui non possiamo ripartire senza una macchina che ci dia accesso al suo cervello degli anni '80. Lo stesso Sclavi di oggi, arrugginito a dire poco, quando ha avuto la possibilità di rientrare dalla finestra nell'universo narrativo che ha creato ha prodotto I racconti di domani, una roba del tutto fuori tempo massimo ad essere buoni.

La strada giusta era quella presa da Bilotta: tradire il personaggio rinnovando il suo mondo, e poco conta che il Dylan di Bilotta sia di fatto un personaggio meno fresco e originale di quello da cui è derivato; poco conta anche che dopo la mitica trilogia zombie di Romero nessuno sia riuscito a fare di più e meglio con gli stessi elementi a disposizione. Ciò che rende (rendeva) il Dylan di Bilotta interessante era la personalità dell'autore che traspariva dalle pagine, quel je ne sais quoi che ritroviamo anche nelle migliori storie di Medda, di Ambrosini, dello stesso Recchioni. Bloccare il personaggio all'interno di una formula da cui non uscire mai è proprio ciò che a suo tempo ha decretato la morte della testata.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: lun feb 13, 2023 11:05 pm 
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Manuel Crispo ha scritto:
è un errore credere che esista formula predeterminata per scrivere una "buona storia"

Alleluia. Lo splatter non era stato edulcorato per evitare rotture di coglioni dal punto di vista legale? E' pur sempre un prodotto per tutti e non VM 14 come alcuni film horror. Dylan Dog non è mai stato James Bond, neanche nella miniserie 666. Che Dylan come personaggio non esista non è vero, è una proiezione del creatore (che ha le stesse fobie, passioni e ossessioni) e in quanto tale ha delle caratteristiche ben precise.

Cita:
In un altro post Dear Boy scriveva: "Le storie della golden age non sono invecchiate di un giorno per quanto erano moderne nella narrazione". Vero

E' falso, Groucho è invecchiato malissimo e Sclavi ha 70 mila anni. E' invecchiato eccome. E' invecchiato lui come è invecchiato Cico, per rimanere sul genere "comic relief". Oggi il comic relief ha poco senso forse anche perché troviamo comicità a iosa ovunque sui social con meme ecc


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 10:47 am 
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Guriko ha scritto:
E' falso, Groucho è invecchiato malissimo e Sclavi ha 70 mila anni. E' invecchiato eccome. E' invecchiato lui come è invecchiato Cico, per rimanere sul genere "comic relief". Oggi il comic relief ha poco senso forse anche perché troviamo comicità a iosa ovunque sui social con meme ecc


Ma quindi, per capirci, secondo te una storia dello Sclavi anni Ottanta vale una storia odierna qualsiasi di Simeoni/Baraldi/Contu?
Cioè ritieni che il livello qualitativo della testata sia rimasto COSTANTE nel tempo e non ci siano stati cali di sorta?

Occhio perché con la tua risposta rischi la credibilità. :g:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 10:55 am 
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Manuel Crispo ha scritto:
Passando un attimo dal generale al particolare, Valla elenca anche tre elementi basilari su cui devono poggiare le storie di Dylan Dog: l'indagine, lo splatter, il soprannaturale.
A parer mio non sono questi gli elementi fondamentali che servono a fare una buona storia di Dylan Dog.
Lo sarebbero come premessa ovviamente ma l'elemento troppo spesso sottovalutato, che è davvero stato motore del suo successo, è l'ironia. Il Dylan Dog sclaviano era di base una commedia e l'horror solo contesto.
Un proposta solo avventurosa/soprannaturale/gore oggi faticherebbe troppo ad emergere vista la concorrenza. E non basterebbero neanche le derive strappalacrime e pseudosociali che, per me, hanno affossato la serie e oggi sono puro "cringe".
Purtroppo la scrittura brillante non si improvvisa. È un dono. E credo di non aver mai letto dialoghi più antipatici di quelli del ciclo666 (che è riuscito solo a ribadire la modernità degli episodi originali con i suoi maldestri remake).

Quindi amen. Si stava meglio quando si stava peggio e stacce.

rimatt ha scritto:
Occhio perché con la tua risposta rischi la credibilità. :g:
322 risposte non ti sono bastate? :g:

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 11:34 am 
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@Dear Si, concordo. L'ironia é un elemento fondamentale.

...

La scrittura brillante, ma in realtà la scrittura di ogni tipo, non si improvvisa, é il risultato di studio, rigore, esercizio. Chi pensa che scrivere una storia sia facile finisce a fare La mano sbagliata :)

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O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 11:47 am 
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Dear Boy ha scritto:
rimatt ha scritto:
Occhio perché con la tua risposta rischi la credibilità. :g:
322 risposte non ti sono bastate? :g:


Diamogli fiducia! :D

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 5:04 pm 
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Mo' Dylan Dog è diventato una commedia. E certo. A 'sto punto diciamo che è un fumetto comico perché c'è Groucho che fa il pagliaccio non richiesto. La testata ha alti e bassi adesso come ce li aveva negli anni 80 e 90, solo che negli anni 80 e 90 MAGARI e dico MAGARI era molto più facile scrivere storie originali che lasciassero il segno essendo il personaggio completamente nuovo e fresco oltre che un qualcosa di "cinematografico" mai visto prima in Sergio Bonelli Editore. Oppure no? Scrivere storie dopo 4.500 albi è la stessa cosa? Non mi pare che prendere in prestito i mostri classici della letteratura horror o ricalcare film X o Y mettendoci dentro L'IRONIA (che rende automaticamente qualsiasi schifezza un capolavoro d'arte moderna, tipo questo post, vero?) richieda chissà quale dose di creatività e inventiva. Sclavi ha inventato tutto o ha in buona parte copiato?

Penso che Sclavi sia stato uno dei migliori autori che i Bonelli abbiano mai avuto in squadra, ma penso anche che sia molto sopravvalutato da certi lettori storici di Dylan Dog e soprattutto troppo, troppo pigro. Scrivere 50 storie belle per poi scappare, farsi da parte e rimanere fermi chiusi in casa a guardare gli altri lavorare è molto più facile che mettersi costantemente in gioco durante tutta la carriera come hanno fatto altri autori altrettanto importanti. Prendere una QUALSIASI storia di Sclavi, come se fossero tutte bellissime fantasmagoriche e perfette (CREDICI) e una QUALSIASI storia del Dylan attuale, come se fossero tutte delle mortali ciofeche illeggibili (ARICREDICI), è un atteggiamento da nostalgico girellaro con le fette di salame sugli occhi e in quanto tale lascia esattamente il tempo che trova. Storie brutte c'erano prima, storie belle ci sono adesso. Ma soprattutto l'espressione "storie belle" di per sé.da sola, non accompagnata da sufficienti argomentazioni non vuol dire assolutamente niente. La narrativa non è una scienza esatta. È arte e come tale è soggetta al gusto del singolo individuo.


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MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 6:40 pm 
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Anche secondo me Sclavi non ha scritto tutti capolavori e, probabilmente, ha abbandonato la sua creatura troppo presto.
Ma non gli si può fare certo una colpa se ha esaurito la "vena creativa", la voglia, l'entusiasmo. Magari fossero così coerenti gli autori attuali.


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MessaggioInviato: mar feb 14, 2023 6:51 pm 
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Certo che è una colpa, è una colpa eccome. Toriyama che ha fatto solo due manga in croce (bellissimi) mica può essere messo sullo stesso livello di chi ne ha fatti 200. I grandi autori sono quelli che fanno TANTI fumetti e vanno avanti per tutta la carriera (Tezuka, Urasawa), non quelli che ne fanno uno e poi spariscono (Oda sparirà sicuramente, e posso pure capirlo essendo ricchissimo) o tirano avanti la carretta sempre con la stessa opera arrivando a snaturarla per portare a casa la pagnotta (Miura, ma anche Araki in un certo senso). Per esempio Castelli mica ha abbandonato MM, anche se non lo scrive comunque lo cura. Medda idem. Sclavi non fa una mazza da secoli, quando torna scrive storie discutibili, campa di rendita co' 50 storie di cui alcune neanche così belle e dobbiamo pure metterlo sul piedistallo come fosse Stephen King. Anche no.


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Ha ragione Dear Boy. L'elemento che manca più di tutti, da molto tempo prima della gestione Recchioni in verità, è proprio l'ironia (nonché l'autoironia del personaggio).

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https://lastoriadidylandog.blogspot.com


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Se fai una gag durante una sequenza thriller o comunque intensa rompi l'atmosfera, l'ironia non c'è manco in Johnny Freak o Il lungo addio, comunque questa critica l'ha mossa lo stesso Dylan 86 al Dylan attuale nella trilogia del nuovo inizio, quindi hanno fatto autocritica.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
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Guriko ha scritto:
Mo' Dylan Dog è diventato una commedia. E certo. A 'sto punto diciamo che è un fumetto comico perché c'è Groucho che fa il pagliaccio non richiesto. La testata ha alti e bassi adesso come ce li aveva negli anni 80 e 90, solo che negli anni 80 e 90 MAGARI e dico MAGARI era molto più facile scrivere storie originali che lasciassero il segno essendo il personaggio completamente nuovo e fresco oltre che un qualcosa di "cinematografico" mai visto prima in Sergio Bonelli Editore. Oppure no? Scrivere storie dopo 4.500 albi è la stessa cosa? Non mi pare che prendere in prestito i mostri classici della letteratura horror o ricalcare film X o Y mettendoci dentro L'IRONIA (che rende automaticamente qualsiasi schifezza un capolavoro d'arte moderna, tipo questo post, vero?) richieda chissà quale dose di creatività e inventiva. Sclavi ha inventato tutto o ha in buona parte copiato?

Penso che Sclavi sia stato uno dei migliori autori che i Bonelli abbiano mai avuto in squadra, ma penso anche che sia molto sopravvalutato da certi lettori storici di Dylan Dog e soprattutto troppo, troppo pigro. Scrivere 50 storie belle per poi scappare, farsi da parte e rimanere fermi chiusi in casa a guardare gli altri lavorare è molto più facile che mettersi costantemente in gioco durante tutta la carriera come hanno fatto altri autori altrettanto importanti. Prendere una QUALSIASI storia di Sclavi, come se fossero tutte bellissime fantasmagoriche e perfette (CREDICI) e una QUALSIASI storia del Dylan attuale, come se fossero tutte delle mortali ciofeche illeggibili (ARICREDICI), è un atteggiamento da nostalgico girellaro con le fette di salame sugli occhi e in quanto tale lascia esattamente il tempo che trova. Storie brutte c'erano prima, storie belle ci sono adesso. Ma soprattutto l'espressione "storie belle" di per sé.da sola, non accompagnata da sufficienti argomentazioni non vuol dire assolutamente niente. La narrativa non è una scienza esatta. È arte e come tale è soggetta al gusto del singolo individuo.


Quindi, riassumendo, la tua risposta alla mia domanda: "ritieni che il livello qualitativo della testata sia rimasto COSTANTE nel tempo e non ci siano stati cali di sorta?" è sì? Così capisco se vale la pena continuare a discutere o no. :x:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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rimatt non ti facevo così lento, dai! :D

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Domanda interessante che mi sta balenando da un pò.... Secondo voi c'è un margine di manovra per rilanciare alla grande Dylan? O ormai la Bonelli e il media fumetto da edicola fa talmente fatica che non ci sono molte cose da fare?

Io ad esempio credo che bisognerebbe:

- diminuire il numero delle storie (ne gioverebbe o perlomeno dovrebbe la qualità media); Ad esempio tenere la regolare, 2 color , 2 maxi e uno speciale all'anno. Chiaramente ragiono sulle vendite del SINGOLO albo altrimenti questa strategia è ovviamente deleteria.

- pensare anche a delle storie più lunghe, dei cicli se li si vuole chiamare così, per permettere una maggiore possibilità di narrazione. Per intenderci una volta all'anno una storia che possa durare da 2 a massimo 4 albi;

-provare a proporre una storia all'anno sulla regolare di un autore emergente o un autore famoso ma che si cimenta per la prima volta con un fumetto. Ne potrebbe giovare la varietà delle storie.

Avete altre idee?

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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