Cravenroad7

Rivisto ieri, dopo parecchio tempo, Dellamorte Dellamore di Soavi, tratto dal celebre romanzo di Sclavi. Un film di culto tra gli appassionati dell'horror all'italiana e dell'indagatore.
La differenza tra il becchino, qui ben tratteggiato da Soavi, e il nuovo Dylan Dog è abissale. C'è chi dice che questo Dylan Dog sia in tutto e per tutto Francesco Dellamorte. No. E non so dove taluni siano andati a pescare certe analogie.
Non mi risulta che Dellamorte sia un citazionista logorroico.
Mettere insieme uno che prende spunto alla lontana da un personaggio come il becchino di Buffalora e appioppargli un assistente come Gnaghi non vuol dire necessariamente che questo sia un Dylan Dog più vicino concettualmente a Francesco Dellamorte.
Se questo nuovo Dylan fosse stato un Dylan si cinico, ma non logorroico né saccente, e con un appeal a volte più umano (vedasi tentativo di conquistare Anna - non Never, e neanche Forever. Parlo di Anna Falchi - abbastanza impacciato, parlando dell'ossario) allora avremo ritrovato [forse] parte del carattere di un personaggio cult come quello sopra citato. Invece abbiamo un personaggio estremamente saccente convinto pienamente che quanto esca dalle sue fauci sia oro colato. E citazione dopo citazione, spocchia dopo spocchia, si va avanti verso la noia infinita. Parziale retromarcia nel numero di questo mese, ma non è detto che dal prossimo non torni ad ammorbarci con la sua sapienza nerd non richiesta.
Gnaghi che gira con la pala aveva un senso a Buffalora, in primis nel cimitero di Buffalora. Ma girare con la pala a Londra (vedasi pagina 36 del 401: Dylan che entra all'obitorio spacciandosi per agente e si porta dietro Gnaghi con la pala. Ma ne abbiamo già discusso) e altrove, in Inghilterra, ha meno senso. Avrebbe avuto più senso se si portava dietro la pistola da lanciare al capo in momenti di pericolo (la pistola la puoi nascondere, la pala no).
Dunque, se si decideva di ricominciare con "Francesco Dellamorte", in una ambientazione tutta cimiteriale ci poteva pure stare.
Personaggio che parla quando è necessario, dotato di humor nero, Gnaghi che occupa il ruolo che dovrebbe occupare (assistente di un becchino). Leggere qualche numero di "Francesco Dellamorte" sarebbe stato - forse - divertente.
Ma questo non è né Dellamorte né Dylan Dog. Con buona pace di qualsiasi parere contrario.

il paragone andrebbe fatto tra romanzo e fumetto, non tra film e fumetto, il risultato sarà lo stesso quindi il nuovo DD non è Dellamorte, ma già il film non è Dellamorte

Nonostante il libro lo abbia letto parecchio tempo fa, da quanto ricordo, anche in un eventuale paragone tra il nuovo Dylan e il Dellamorte del libro il risultato rimane pressoché invariato (come tra l'altro giustamente sottolinei)

Mah... che Francesco Dellamorte sia "il primo Dylan" è un luogo comune, ma non è poi del tutto vero, Dellamorte è un personaggio assai poco colto, Dylan è un lettore, cinefilo, musicofilo fin dai primi numeri. Il cinismo! Questo sì... c'è! ...e lo stesso Dylan doveva essere più cinico nell'immaginario sclaviano. Il Dylan cinico (un cinismo che è l'ultima spiaggia dei romantici) del primo triennio e mezzo era per me "il vero Dylan". Non ho mai sopportato quel Dylan da "PIU' DIABETE PER TUTTI" che appare nel primo anno di allontanamento da parte di Sclavi, in particolare in quattro numeri che ho detestato mooolto più dell'infame miserabile discutissimo Grimorio e mi riferisco a Titanic, Il mosaico dell'orrore, La sfida e Presenze... gli preferisco di gran lunga questo logorroico recchioniano Dylan che fa molto "Supernatural" (Dylan Winchester e i fratelli Dog?). Venendo a una possibile serie, sarà una gara dura trovare un volto per Dylan... propongo di clonare il viso di Everett, ringiovanirlo e applicarlo in una plastica sul volto di un attore bravo e vagamente somigliante.

dellamorte è il prototipo. si è partiti da li e sclavi e bonelli hanno plasmato quello che poi è diventato dylan. alla fine sono due personaggi molto diversi e lasciando stare il 666, si sono anche incontrati più di una volta.

Ne ho in mente una in modo diretto: "Orrore nero" e una citazione indiretta ne "La donna che uccide il passato" Dylan scavando in un cimitero dice: "L'amico Dellamorte direbbe che gli rubo il mestiere"... quali sono le altre?

intendevo che si sono incontrati "fisicamente" più di una volta. c'è orrore nero, c'è la storia breve stelle cadenti che ne è un sorta di seguito e un numero della serie regolare che non ricordo.

Appunto: questa analogia tra il nuovo Dylan e Dellamorte è solo una panzana. Sono abbastanza visibili le differenze caratteriali.
Dellamorte un tipo sicuramente cinico, ma non logorroico/citazionista. Più parco. Un tipo che arriva subito al dunque.
Questo Dylan un personaggio che si perde spesso in sciocchezze e fa perdere tempo a chi lo sta leggendo: da antologia (nera) la lunga citazione a Shyamalan. O certe uscite sulla sua idiosincrasia nei confronti della bicicletta. Un personaggio abbastanza stupido che si vorrebbe tratteggiare come un character dal passato tormentato ma che rimane una macchietta bidimensionale sempre pronta a sciorinare "perle di saggezza". Qualsiasi barlume di vera umanità, qualsiasi residuo di quello che può essere un personaggio vero presente nella vita reale è bandito. Rimane una specie di caricatura di nerd, tipo Uomo Fumetto (quello dei Simpson).
Ben diverso il vecchio Dylan, magari anche quello che dici tu. Per modellarlo - e che piaccia poi o meno è opinabile - hanno impiegato anni. Un Dylan dotato di ironia, autoironia, umanità, magari anche sarcasmo.

Ricordo un altro riferimento nel numero 205, mentre pedina un uomo che scopre essere un becchino, dice: «E allora? È un lavoro come un altro, dopotutto... su un mio amico italiano hanno fatto anche un film!». Può essere questo?

"Stelle cadenti"! Ma certo! L'avevo rimossa!
Bella storia!

no, c'è proprio una storia dove riappare per alcune tavole....in effetti però non si incontra con dylan ma vado a memoria.

leggero OT



Non capisco se sia una provocazione o un pour parler tra vaghi ricordi.
Cosa c'entra il Chiaverotti di quegli albi intorno alla #90ina, con le stucchevoli tendenze iper-glicemiche da Johnny Freak in poi, a parte Lontano dalla Luce, che comunque punta ad altro Non vedo niente di più distante da quell'ottica (marcheselliana, in prevalenza) che le storie del Chiave di quel periodo, anche se il Mosaico dell'Orrore punta tangenzialmente alla sensibilità comuneggiante per la vicenda del vecchietto nel finale...
Più cinico di Presenze... poi, Claudione non è mai stato...

UN'INSULINA DI ALOHA DIRETTAMENTE NELL'IPOFISI,
E TUTTO PASSA... DIREBBE BIRBA O BRENDA MORGAN [cit]

Entrambe le cose.
Forse.
O forse no.

Non ho citato Johnny Freak e nemmeno le storie che hanno ruotato attorno ad essa, anzi Johnny Freak è una delle storie che ho amato di più in un'annata che trovo ancora oggi insuperabile (la '92-'93): 12 storie 12 bellezze, praticamente un album di 12 canzoni... 12 hits.

Venendo a noi... ma questo BonelliVerse... è un parto destinato a riuscire o c'è qualche interruzione di gravidanza?

Dal backstage di Dampyr si può forse capire come andranno (malamente) a finire anche le riprese della serie su dyd?!?
p.s. unica nota di merito (in quello che sembra il set di un porno) è l'attrice che interpreta Tesla. Wow! per il resto...meh...