Goblin ha scritto:
per me è sbagliato il concetto di partenza.
Un autore non deve scrivere qualcosa che "piaccia ai giovani" , facendo il paraculo,
perché facendo così verrebbe fuori una schifezza.
È il lettore che deve cercare tra le varie proposte.
Ad esempio a me quando avevo 13 anni lessi frank miller , dark knight return , ed aveva un modo di scrivere particolare diverso ,difficile da capire per un quattordicenne, ma mi piacque . Anzi era un modo di scrivere da adulto , e non per giovani , ma mi piacque.
Per cui l'autore giovane ruffiano che scrive per i giovvani non sta in piedi.
Non è quello che intendevo io.
Ho detto che quando un autore è giovane, ha quell' entusiasmo , ambizione e sopratutto sintonia ( che è diverso dalla ruffianaggine ) col suo pubblico che man mano che invecchi perdi, è inevitabile.
Quando sei giocane hai una sensibilità particolare, sei come una spugna che assorbe tutto quello che ti circonda, mentre invecchiando diventi un muro su cui scivola tutto e pian piano la noia prende il sopravvento.
Quante volte ti è capitato di leggere/vedere/ascoltare qualcosa che ti piaceva da giovane e pensare " ma come faceva a piacermi stà c+gata qua?"
Ecco, è in questo momento che non capisci più il te stesso di una volta e quindi neppure i giovani di oggi.
E come autore sei finito .