TheByronicMan ha scritto:
La butto lì... un soggetto sulla misteriosa ragione dietro le morti di grandi nel 2016? Potrebbe uscire qualcosa di bellissimo.
Give the people what they want.
Disco-infermoContinuity a vagonate per l'albo che prosegue le vicende accennate in
Dopo Nove Mesi.
Nell'introduzione dell'albo apprendiamo che Dylan ha toccato il fondo della sua dipendenza da colla vinilica, e si è quindi rivolto ai CC (Collisti Compulsivi) per farsi aiutare. Adesso le cose vanno un po' meglio, ma per riuscire a resistere alla tentazione, Dylan è costretto a ricorrere a un surrogato, ossia un consumo spasmodico di dischi di vinile.
Li accarezza, li annusa, li lecca, e soprattutto spende tutto il suo denaro in vecchi LP, che poi ascolta giorno e notte, trascurando tutte le altre attività.
Titolo della storia. Si comincia.
Dylan sta ascoltando
Carney di Leon Russell, quando Groucho entra a portargli la notizia della scomparsa del cantautore americano. «
Hell's Bells! Non è possibile!» sbotta l'indagatore, «
Uno dopo l'altro! E solo pochi giorni fa è morto il mio amato Leonard Cohen...»
D'improvviso Dylan ha un epifania. «
Ho capito tutto, Groucho. Adesso sto bene. Devo stare bene.» Dylan è finalmente guarito dalla sua ossessione.
Si apre qui un lungo flashback, che rappresenta il vero e proprio cuore dell'albo. Scopriamo che dietro tutte le morti dei musicisti famosi avvenute nel 2016 c'è il solito John Ghost. Avendo previsto che Dylan qualche mese dopo avrebbe ricevuto un barattolo di colla in faccia, sarebbe ricaduto nella dipendenza e l'avrebbe infine sostituita con quella da dischi d'annata, il biondo ha passato l'ultimo anno a causare la morte dei cantanti di volta in volta più ascoltati da Dylan negli ultimi tempi, in modo da scatenare per accumulo una sorta di reazione pavloviana di rigetto, che lo avrebbe tirato (parecchi morti dopo) fuori dal pozzo nel quale era finito.
Per sfortuna di tutti, Dylan non è un appassionato di talent show italiani, e quindi il bilancio delle dipartite è piuttosto pesante.
Il primo è stato Lemmy dei Motörhead (band che sappiamo molto amata da Dylan grazie al
Giudizio del Corvo - CONTINUITY CON LA FASE ZERO!), a cui hanno fatto seguito di lì a poco David Bowie, Glenn Frey, Paul Kantner e così via.
Le sentenze sono state eseguite in parte da Elizabeth Moon e in parte da Mater Morbi, che ha firmato per l'occasione un contratto da co.co.co. con la Ghost Enterprises. Tra i metodi utilizzati scopriamo esserci l'inserimento di una grossa dose di Fentanyl nel tramezzino al tonno di Prince, e la consegna a Keith Emerson del libro di Uskebasi (MAMMA MIA, CONTINUITY CON I PRIMI 100 NUMERI, MI MANCA IL FIATO).
Nel finale dell'albo, Ghost discute con Elizabeth il suo operato: il fine giustifica i mezzi, ed è sua responsabilità proteggere Dylan in vista del ruolo decisivo per l'universo che l'old boy avrà tra qualche tempo. «
A proposito» esclama John, «
È quasi ora!» Così dicendo, acquista su internet un aspirapolvere, lancia un aeroplanino di carta dalla finestra e gioca il 34 sulla ruota di Bari. I pezzi stanno tutti andando al loro posto.
Alcune note:
- Nell'introduzione dell'albo vediamo - in una serie di buffe scene - Dylan fare da babysitter al figlio di Fiona, poiché Jamal (o Ramon, o Kossi, non si sa) si è tirato indietro. Combinerà molti pasticci.
- Quando Dylan entra in fase Beatles, Elizabeth propone di far morire Paul McCartney, ma John Ghost risponde laconico «
Troppo tardi...», per poi virare su George Martin. PAUL IS DEAD?!?
- Nelle ultime settimane prima della guarigione, Dylan inizia a mostrare incoraggianti segnali di ripresa, segno che la terapia inconscia sta funzionando. John Ghost sa bene che al bastone deve seguire la carota, e quindi dice a Elizabeth che Dylan si è meritato un premio. Lei però capisce male, e fa vincere a Bob Dylan il Nobel per la letteratura.