Mallorasetedecocciolatofondutoneisensi ?!?
Non si tratta di un discorso soggettivo/oggettivo.
Si tratta di un percorso diegetico stravolto per una burla da quatto soldi, offendendo ogni logica pregressa come l'intelligenza del presunto letture-boccalone medio. Uno di quei casi in cui il fine non solo non giustifica i mezzi, ma ci va di mezzo nella sua dignità
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Vabbé, per l'ultima volta scendo nel dettaglio, dopo di che vi auguro di esser assunti dal governo cinese per risparmiare sui costi l'abbattimento della Muraglia a craniate
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Dylan Dog, come tutte le creature di fantasia, pur (finora) senza elementi di continuity, ha sempre vissuto in un mondo/dimensione tutta sua fatta di elementi che qualificano la propria sfera d'azione. Non sono elementi che per "quantità" sono lontanamente avvicinabili ad un concetto di rappresentazione paritaria del reale in modo realistico, in tutte le sue sfaccettature dettagliate, ma possiedono
una logica interna che se rispettata permette comunque di destreggiarsi entro un credibile dinamismo, portando avanti diversi percorsi narrativi, anche a suon di cambiamenti.
Nella non-onniscienza poco accidentale e divertita del creatore/narratore Sclavi il nome di battesimo di Bloch non è parso un fattore importante da specificare già nelle prime storie. Come i colleghi di Colombo o di Derrick non chiamano mai per nome il loro capo, così nella funzionalità implicita delle storie - e nel tono da ex-collega scazzato di Dylan - era normale pensare che quel dettaglio indefinito non fosse così importante e non urgesse spiegazione, passando in sordina come trascurabile.
Ma questo non vuol dire che NESSUNO DEI PERSONAGGI CHE INTERAGIVANO CON L'ISPETTORE NON SAPESSE QUEL NOME; vuol dire semplicemente che non lo profferivano a voce alta - nelle vignette a noi esposte, che son 94 pag al mese in un universo che non rappresenta gli inutili
meanwhile di ricucitura, e lascia sottinteso il fuori camera di non interesse quotidiano
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In seguito effettivamente qualcuno, a partire dal creatore stesso, si è chiesto se questa sedimentazione inerte dell'anonimato di Bloch, bypassata ormai per abitudine
fino a diventare status implicito anche per gli altri sceneggiatori, non avesse un senso in sé, una ragione d'essere a parte quella del cliché del non-detto e del lasciato in sospeso. Evidentemente non si è ritenuto così importante manifestare nell'ambito della logica infra-narrativa quella ragione, preferendo conservativamente lasciare il tutto all'ombra di curiosità/mistero tra fan - v. topic aperto qui sopra in merito, un pajo di anni fa se non sbaglio - fino a farne una chicca distintiva. Insomma, Dylan&co una ragione per non pronunciare il nome di Bloch quasi per inerzia forse ce l'avranno anche avuta, o forse no - trattasi di semplice buco - ma non staremo qui a tormentarci sui carboni ardenti se ci passano sopra
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Poi un giorno, qualcuno/i, a corto di altre idee per auto-suggestionare il profilo della testata, ha avuto la brillante idea di rivelarlo, quel nome, e cosa ancora più azzardata, di trovare una ragione per cui non fosse mai stato pronunciato in precedenza. Costruendoci sopra un caso ad hoc.
E sin qui nulla di male, almeno in teoria. Di finestrelle aperte su buchi del passato sino ad allora completamente glissati se ne sono viste a bizzeffe, con tutti gli usi strumentali del caso, più o meno riusciti. Basti pensare, sempre rimanendo in tema Bloch, alla storia di Virgil che viene bellamente ignorata nel corso di 16 anni di confronti (anche molto intimi) a voce, per poi sbucare all'improvviso ed altrettanto all'improvviso tramontare nell'oblio. Ma senza stravolgere nel puttanatismo per un'improvvisata i parametri narrativi dell'UniversoDylan, e la coerenza logica dei suoi attori/fautori.
A questo punto temo anche di scoprire a breve l'episodio dietro la scelta della concessionaria da cui ha comprato il Maggiolone, ma questo è un altro discorso
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Il problema, come già stradetto, è il modo ed il fine per cui la rivelazione di quel nome è invece stata veicolata nel #340, con il relativo retroscena infondato/infondabile/infinocchiante su cui sgorga tutta la scenetta. Può anche far sorridere qualcuno, ci mancherebbe, ma a me fa più sganasciare della risate l'arroganza pecoreccia di chi, come autore, pensa che il suo referente possa mandare giù delle castronate simili senza obiezione - obiettiva? - ferire.
E tutto sacrificato, nella logica interna alla costituzione narrativa dei personaggi, per una gag di questo spessore patetico?
Soltanto pensare che Dylan
IGNORASSE - lo ripeto, e non
TACESSE - il vero nome di Bloch dopo averci lavorato gomitogomito per anni, passando dalla sua porta e dalla sua scrivania, e dopo aver consultato per anni ancora, fino ad "oggi", tonnellate di faldoni cartacei, tra documenti e rapporti firmati/intestati allo stesso ispettore, risulta irrispettoso ed offensivo non solo nei confronti della silenziosa logica interna della testata, ma anche di quella più spiccia di qualsiasi buonsenso comune
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ALOHA accetto soltanto scuse in formato scritto...
...seeh...