Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 11:50 am 
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Se per tenere in vita Dylan, occorre modificarlo ( e, attenzione, non dico che sia ingiusto o errato farlo ) significa che il personaggio Dylan Dog non riesce più a tenersi in vita da solo.
Che è, editorialmente, finito. Il che non vuol dire che non vende ( Dylan vende eccome..), significa che continua come parodia di se stesso.

Una cosa del genere capitò a Capitan America. Partito come nemico dei nazisti, divenne attraverso un espediente, eroe nell'America moderna ( quando alla Marvel compresero che ciò che doveva fare come eroe anti nazi l'aveva fatto ) , e subì altre trasformazioni, sopratutto dal punto di vista ideologico ( quando vennero a cadere i propri capisaldi ideologici post anni sessanta e ottanta )
Ma lì c'era una struttura americana, da Marvel, del fumetto, che è del tutto assente in Dylan Dog.
Il fumetto USA parte già con il cambiamento come DNA, la vita dell'eroe è un frullatore continuo di novità, morti, rinascite, ecc...ecc...
Qui no. Il modello Bonelli è molto più rigido e stabile ( almeno per le testate che ho letto io ).
A ciò si aggiunga anche il fatto che le tematiche horror, per quanto affascinanti, sono a lungo andare limitate.
A meno che non si voglia trasformare Dylan in un Nathan Never o in Nick Raider.

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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 12:02 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 12:04 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 12:08 pm 
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Non necessariamente il grigio - uno dei miei colori preferiti - è sinonimo di grigiore o vile indecisione, sospesi tra bianco & nero :oops: .
...Voglio dire che non condivido in parte l'ottimismo potenziale di rimatt sul fatto che
rimatt ha scritto:
Dylan è un personaggio vivissimo, potrebbe durare potenzialmente per sempre. Di incubi e situazioni inquietanti e misteriose è pieno il mondo


... ma neanche il fatalismo documentato di dog per cui
dogamy ha scritto:
ciò che doveva dire e fare Dylan Dog l'ha già fatto e detto...
...Che [dopo] quasi 30 anni di storie, orrori, incubi, misteri... non abbia più niente di nuovo, di interessante da dire.


Io penso sinceramente che moltissimo dipenda dagli autori e dalla loro verve creativa, oltre che dalla capacità editoriale di mettersi ad un tavolo a discutere di quale taglio (libero?) restituire alla testata, di quali orizzonti scalfire e quali certezze far venir meno... per rimetterla a nuova & feconda vita :dito: .

Dylan non mi sembra un personaggio (da edicola) che sprizzi ancora tanta vitalità.
Un po' per colpa sua - auto-predato dai suoi cliché, a dozzine :cry: - un po' perchè legato ad un certo fenomenismo di costume ormai sorpassato, un po' perché inscatolato da un decennio di rigore qualunquista e conservativo (pro bimbiminkia), un po' perché è difficile per una serie horror ridarsi lustro ad ogni più sospinto.
E' molto più semplice per un fanta-Nathan o per un mysterico-Martin trovare interspazi narrativi immensi in cui inserirsi, variazione su variazione, motivo su motivo, episodio per episodio, a raffica autopropulsiva :P .
La paura purtroppo non è inesauribile ma porta all'esaurimento... anche di sé.
Come tema e come dinamiche.
Testimone una certa produzione cinematografica horror che nell'ultimo decennio stenta ad uscire da un'evidente stato di stagnazione e ripropone sempre la stessa solfa, con la scusa di ammiccare compiaciuta al "genere"... perdendo la capacità di stupire e di creare attesa, che sono alla base dei contenuti "da paura" :x: .

Detto questo per fortuna Dylan non è solo un fumetto horror e vanta notevoli frecce al suo arco, se qualcuno è in grado di usarlo dinamicamente, con ispirazione e qualità :) .
Tenerlo in vita non vuol dire attaccarsi ad un malato in coma vegetativo irreversibile.
Sono convinto che numerosi autori abbiano da dire ancora molto per questa testata.
Alcuni finora non sono stati in grado di esprimersi perché tarpati da una certa linea editoriale.
Altri messi alla porta perché non ritenuti idonei alla causa, e pronti a rientrare dalla finestra alla prima occasione opportuna per mostrare il proprio talento.
Adesso spero le cose cambino perché c'è in giro una sincera voglia - anche programmatica, vedi Rrobe - di rimettersi in gioco e rimettere in gioco la vita stessa dell'Old Boy... magari sfruttando il trend di certe serie tv o una maggiore libertà nella composizione, più coraggiosa ed intraprendente 8-) .
E non parlo di stravolgimenti tali da trasformare la serie in altro da sé.
A parte gli stadi della decomposizione...solo ciò che non é vivo non è in grado di mutare, adattandosi a luoghi, tempi e personalità diverse. :g:

Sul cambiamento sono comunque fiducioso.
Spero solo che non ci siano le solite levate di scudi sul fatto che "Dylan non è più come una volta".
Non lo è neanche il sapore dell'uva.
E Sclavi lo sa. Eccome... :3
Provate ad assaggiare i lychees.

FRUTTAROLOHA


@Skel.
Quello è un (r)impianto dopo l'altro :( :( :( .
Tante siliconature e silicionature per nulla.
Ma d'altronde è noto che i sardi ambiscano alla Corsica...

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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 3:01 pm 
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wolkoff ha scritto:
Io penso sinceramente che moltissimo dipenda dagli autori e dalla loro verve creativa


Questo lo penso anch'io, in realtà. Era un sottinteso del mio discorso: [in mano ad autore capaci di scriverlo], Dylan è un personaggio dalle grandi (e immutate) potenzialità. E mi riferisco al Dylan autentico, non a una sua ipotetica versione riveduta e aggiornata.

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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 4:58 pm 
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Credo che qualsiasi personaggio, per quanto ben scritto, finisca con il perdere le proprie potenzialità in un arco narrativo lungo decine di anni.
Se questo non sarà per Dylan Dog, sarà il tempo a dircelo, ma resto scettica sulla lunga durata in auge del personaggio.
Del resto anche Paola Barbato, adorata qui dentro ( e a ragione a volte ), ha modificato il mondo di Dylan ( o ha tentato di farlo, la maggior parte delle volte...) per darsi maggiore libertà di azione e dotare di maggiore duttilità il personaggio.
Che Dylan sia un fumetto dalle potenzialità infinite, mi pare troppo ottimistica come previsione.
Dylan non è SpiderMan, FQ, Xmen ( che pure hanno attraversato e attraversano crisi mica da ridere ) o Batman.
Dylan è Dylan con il suo mondo e la sua ripetitività concettuale, che finisce inevitabilmente per inaridire ogni contesto creativo.
La riprova son proprio collane come "Le Storie" ove sceneggiatori criticati e ripetitivi in Dylan Dog, trovano ( sentendo molti qui ) maggior vena creativa e abilità strutturale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Fase 1 - le nostre conclusioni
MessaggioInviato: ven set 19, 2014 6:40 pm 
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Però un personaggio come Dylan pesca (o può pescare) dalla realtà gli spunti per le proprie storie, e la realtà è in continua evoluzione. Per quello dico che, potenzialmente, non c'è fine alle vicende del nostro indagatore.

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MessaggioInviato: sab set 20, 2014 3:25 pm 
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Non ci capiamo, e me ne scuso. Non dico che a Dylan non manchino gli spunti per rendere attuali e ben orchestrate le sue storie.
Dico che è proprio la figura di Dylan Dog, nel suo essere, nell'evoluzione che ha disegnato il Dylan attuale, ad essere stantia.
Dylan affronta le vicende con uno schema classico, ripetitivo e monocorde, che non muta e che dopo 30 anni risulta stucchevole.
Questo non significa che non sia possibile creare storie belle o stupende, come alcune delle attuali, ma che in se il personaggio ha già dato. Sarà impossibile, ad esempio, che Dylan si sposi o che abbia una compagna fissa per un tot numero di albi, cosa che ad esempio capita nei comics americani a certi personaggi. Quindi che la sua ottica cambi, non dico si stravolga, ma muti di conseguenza.
Poi c'è chi giudica questa rigidità classica un fatto positivo, ci mancherebbe.

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MessaggioInviato: sab set 20, 2014 5:16 pm 
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dogamy ha scritto:
Dico che è proprio la figura di Dylan Dog, nel suo essere, nell'evoluzione che ha disegnato il Dylan attuale, ad essere stantia.


Hai ragione, il Dylan attuale, anche come punto di riferimento fumettistico - e non solo come personaggio - è un sarcofago stantio di se stesso.
Ma questo significa che non ha subito alcun'evoluzione.
Al massimo si è involuto...come Sclavi non avrebbe voluto che si riducesse alla pantomima forzosa di quello che era in origine :cry: .


dogamy ha scritto:
Dylan affronta le vicende con uno schema classico, ripetitivo e monocorde, che non muta e che dopo 30 anni risulta stucchevole.
Sarà impossibile... che abbia una compagna fissa per un tot numero di albi...


Credo che l'obiettivo del Rrobe e di altri nel parco-autori sia proprio quello di frantumare alcuni di questi crismi monolitici e proporre nuove soluzioni per nuove impostazioni, a livello di mini-archi narrativi, nuovi traumi esistenziali, sottili fil rouge dietro le quinte, di storia in storia, di passaggio in passaggio - non necessariamente imponendo il 2014, come set specifico, o una continuty serrata che nun c'azzeccherebbe.
Dare più ampio respiro, e non castrarsi con le solite formule imposte per abitudine :) .

Cose che finora erano state viste come la kriptonite e rigettate con una smorfia scandalizzata per la profanazione dell'icona "Dylan" - o meglio, del vademecum per scriverlo secondo il proprio vangelo autoprodotto e semimasturbatorio.
Non sarà Dylan a mutare come personaggio, ma le situazioni che dovrà fronteggiare.
Ed il modo dinamico in cui raccontarle, spesso e volentieri, dando più spazio alla creatività personale degli autori a pieno regime.
Sotto l'ala (di pipistrello) protettiva di Mastro Tiziano, che ritornerà da buon paponzo prodigo a supervisionare il figliastro fin qui prigioniero delle ziette bacchettone :g:

Vabbene er pessimismo ma lassamoli lavorà prima :3

ALOHA PIER FRANCESCO LOCHE

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dogamy ha scritto:
Dico che è proprio la figura di Dylan Dog, nel suo essere, nell'evoluzione che ha disegnato il Dylan attuale, ad essere stantia.
Dylan affronta le vicende con uno schema classico, ripetitivo e monocorde, che non muta e che dopo 30 anni risulta stucchevole.


Secondo me Dylan non deve agire secondo uno schema classico: una delle caratteristiche vincenti del personaggio (e della serie) è di essere aperta alla sperimentazione, nonché di essere "adattabile". :)

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