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Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog
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Autore:  Gabriele79 [ lun gen 28, 2013 7:34 pm ]
Oggetto del messaggio:  Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Scrivo qui in forma epistolare aperta, come se mandassi, e forse manderò, chissà, questa Mia alla Redazione bonelliana.

Spett. Redazione Bonelli,
da molto tempo leggo gli albi di Dylan (ne sono un lettore dal 1993, prima ristampa di Scritto con il sangue, che mi fece quasi farmela addosso per quei tempi), e da molti anni ormai rifletto sui riguardo il tempo in cui viene ambientato Dylan. Un tempo che non è più il suo. Quanto ancora si potrà coerentemente andare avanti con Dylan ambientato nell'anno e nel mese in cui viene pubblicato l'albo?
Ce lo troveremo nel 2050, per chi ci sarà e chi ancora lo leggerà, sempre che le pubblicazioni continueranno, che prenderà ormai 300 sterline (inflazione ed euro permettendo) al giorno più le spese, sempre con la solita camicia e le solite clarks, ancora che si rifiuta di avere un telefonino e internet quando ormai ci saranno cose tipo reti neurali impiantate nei cervelli, ancora in giro con un maggiolone ormai vecchio di oltre un secolo? Ricordiamo che il Maggiolone che fa tanto retrò nell'86, almeno Quel modello, non aveva ancora 20 anni, era un'auto vecchia insomma, ma ora possiamo dire d'epoca e sarà sempre peggio. La Bodeo, be', quella era già d'epoca, diciamo che ancora fino a che non ci saranno le prime pistole a fase o laser potrà tenerla, ma tutto il resto?
E Bloch starà ancora aspettando la pensione quando ci ha detto che non fa determinate cose dal 48 o dal 36? Forse aggiornerà le cose e dirà che non le fa dal 2010 chissà.
Dylan è un personaggio nato negli anni 80, sta bene in quell'ambiente, altrimenti è come pretendere di vedere Tex in giro a cavallo per Los Angeles a prendere a fucilate le gang di ispanici invece che i ladri di bestiame o delle banche di minatori d'oro.
So che potreste rispolverare il vecchio "nun ce rumpete!", come ai tempi de Il lungo addio, poi tanto celebrato, ma che andava inequivocabilmente a cozzare con certe cose dette precedentemente. Io più che non rompeteci lettori (e paganti della baracca alla fine), a questo punto direi onestamente: Dylan è nostro, abbiamo noi i diritti, e ne facciamo quello che vogliamo, possiamo anche dire una cosa il mese prima e contraddirla il mese dopo.
La risposta potrebbe e anzi dovrebbe, legalmente, essere: avete ragione, ma personalmente seguirebbe una scrollata di spalle e la mia avventura con Dylan finirebbe, felice di avere un certo numero di albi che mi hanno regalato ore di astrazione da una realtà altrimenti ben più cupa e triste, come è la condizione umana in generale, a prescindere dai soldi che si abbiano, o dalla presunta felicità familiare che si ritiene di avere per il semplice fatto del nostro essere mortali e di vivere in un mondo che per sua natura (e non possiamo farci niente) è basato sul caso, sulla fortuna, ma anche sull'opportunismo, e ripeto, non c'è comportamento o retorica buonista che possa modificare ciò.

Sgrombrato il campo dal fatto che potete cestinare la lettera o chiudere il discorso con un conciso, ma poco costruttivo: nun ce rumpete; la mia proposta è: Perché non tentare almenoun esperimento? provate a fare una caspita di storia che sia ambientata a cavallo tra 80 e 90, niente internet, niente cellulari, niente pc che ti risolvono i casi con le loro imponenti banche dati, parliamo ancora della tatcher, del principe carlo e diana, delle 50 sterline al giorno, dei punk e della disco, delle nuove droghe sintetiche, cerchiamo di ricalare dylan, e ricarlarci noi in quel periodo, non trasportiamo dylan in un tempo che gli è alieno, e forse ostile ormai.

Alla fine in questi due decenni e mezzo, quasi tre, Dylan ha consentito alla Bonelli di fare molti esperimenti editoriali, molti andati male, altri meglio, ma è grazie alle entrature di Dylan che si sono potuti fare nuovi tentativi in direzioni molto varie. Ora, forse, sarebbe il caso, e forse pure necessario, dare una possibilità in più a Dylan Dog, vedere che cosa succede a fermarlo nel suo tempo, fargli vivere le sue avventure in un eterno presente, come del resto è lui, eternamente sui 33-35 anni. Lui non invecchia, ma il mondo intorno a lui cambia, e di lì le contraddizioni. Penso che molti fan di quel tempo apprezzerebbero, ma anche i nuovi, quelli nati negli anni '90, o addirittura 2000, che hanno solo sentito parlare di questi due decenni, per molti versi "mitici", e sicuramente irripetibili (come tutte le epoche), potrebbero scoprire meglio quel mondo sicuramente ancora ben presente nella mente di sceneggiatori e disegnatori.

Cordialmente
G.B.

Autore:  LebbraDelSabatoSera [ mar gen 29, 2013 8:22 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Rispetto il tuo parere, ma non potrei essere meno d'accordo.

I comics americani sono decenni che si reinventano rimanendo fedeli alle origini (a parte l'abominevole rilancio DC di un paio di anni fa), l'Uomo Ragno é perfettamente inserito nella New York attuale come la Gotham di Batman é contemporanea senza perdere lo stile gotico del pulp originario da cui nasce.
Lo fanno semplicemente affidandosi alla sensibilità e al talento di scrittori ed editor, non avendo paura di calare il personaggio in un contesto che cambia e soprattutto essendo consapevoli che i tratti caratteristici importanti di un personaggio sopravvivono anche se inseriti in questi nuovi contesti.
Si torna sempre lì: servono autori di talento e editors (ed editori) aperti ad un "cambiamento controllato".

Autore:  the Imp [ mar gen 29, 2013 10:06 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Non saprei, qualche anacronismo c'è, ma per me il fascino di Dylan sta anche e soprattutto nell'essere un filtro delle inquietudini contemporanee, ed è giusto che queste vengano aggiornate perchè continuino a fare presa sui lettori. Certo, tutto questo in teoria, visto che le storie che attualmente si pongono una problematica come quelle delle origini non sono poi molto abbondanti...

Autore:  Ezekiel 25:17 [ mar gen 29, 2013 11:55 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Idem come sopra: rispetto il tuo parere, ma una cosa del genere sarebbe un suicidio. Le brutte storie che vengono pubblicate oggi sarebbero ancora più brutte e ridicole, perché non è che parliamo di un'epoca ben precisa come potrebbe essere una serie ambientata negli anni '40 o '70 (Saguaro). Il risultato sarebbe alienante e sarebbe fare dieci passi indietro, e la serie già non se la passa bene.

Autore:  dogamy [ mer gen 30, 2013 12:27 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Quoto Gabriele al 100%.
Le tematiche anni 80/90 sono attuali anche oggi e certe variazioni di situazioni contemporanee potrebbero benissimo adattarsi a quel periodo senza esser ridicole. Mentre l'immobilismo di Dylan Dog nella Londra attuale è francamente irritante.
Questo è il motivo per cui Sherlock Holmes piace ancora oggi, mentre se lo si ambientasse nel 2013 sarebbe francamente anacronistico.
Ma tanto è battaglia persa.

Autore:  Nikolaj Stavrogin [ mer gen 30, 2013 1:28 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Sono parzialmente d'accordo con le critiche, e ne aggiungo una: Gabriele, il tuo punto di vista è legittima, ma prova ad immaginare un'azienda che riceve una lettera del genere. E sottolineo un'azienda.

Se ha fatto determinate scelte, e le porta avanti ormai da tre anni [diciamo dalla "promozione" di Gualdoni], ci sarà un motivo, e sarà un motivo precisamente economico. Vuol dire che la nuova linea continua a fruttare, e i dati di vendita sono lì a testimoniarlo: mi pare che Dylan Dog abbia subito giusto la normale inflessione che investe oggi l'intera industria editoriale, ma venda ancora piuttosto bene.
Quindi temo proprio che la tua missiva riceverebbe in risposta al massimo un'alzata di spalle.

Se le vendite precipitassero, solo allora non mi stupirei di un tentativo di ritorno alle origini.

Autore:  Gabriele79 [ mer gen 30, 2013 2:20 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

be' io sono un lettore, nel mio piccolo per quanto incostante, e come tale posso rivolgere critiche all'azienda se il prodotto che acquisto non mi soddisfa completamente, minacciando anche di non servirmi più di loro se il prodotto non si confà più alle mie aspettative. Loro liberi di dirmi nun ce rumpete e amici come prima, ci mancherebbe...

che le vendite poi vadano bene mah, non so se siano pubbliche le vendite degli ultimi anni, da ciò che ho letto in qualche articolo di riviste specializzate però non mi sembrano così rosee le cose, e comunque nella mia lettera faccio appunto una Proposta di fare una Prova, magari in qualche storia nei vari maxi e -dogoni, che vendono moooolto meno degli albi regolari peraltro, non penso che fare una prova sarebbe un suicidio editoriale, stante le prove (pessime spesso, lasciatemelo dire) fatte per dare vita ad idee abbastanza balzane, che vorrei poter chiamare originali, di nuove testate destinate alla chiusura pressoché immediata (appunto, tanto per provare), o con tirature semestrali o annuali addirittura, e all'interno degli stessi albi di Dylan, scelte discutibile, con discutibili ritorni economici.

Autore:  LebbraDelSabatoSera [ mer gen 30, 2013 12:53 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

dogares ha scritto:
Questo è il motivo per cui Sherlock Holmes piace ancora oggi, mentre se lo si ambientasse nel 2013 sarebbe francamente anacronistico.


E' proprio quello che é stato fatto nel recente serial "Sherlock" , e funziona alla grandissima.

Autore:  dogamy [ mer gen 30, 2013 2:19 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

LebbraDelSabatoSera ha scritto:
dogares ha scritto:
Questo è il motivo per cui Sherlock Holmes piace ancora oggi, mentre se lo si ambientasse nel 2013 sarebbe francamente anacronistico.


E' proprio quello che é stato fatto nel recente serial "Sherlock" , e funziona alla grandissima.

Si? Ne dubito...

Autore:  Ezekiel 25:17 [ mer gen 30, 2013 5:19 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Beh, prima di dubitarne, guardalo! :mrgreen: E' un'ottima mini serie inglese (tre episodi di un'ora a stagione), ed è un esempio clamoroso di come un personaggio in apparenza profondamente radicato nel suo tempo, in realtà possa benissimo essere riletto anche ai tempi nostro. L'importante è che un progetto del genere passi da mani capaci.

Al di là di questo, imbottigliare Dylan a cavallo anni '80/90 cosa porterebbe di concreto alla serie, intendo di effettiva qualità delle storie? Davvero darebbe una rinfrescata alla serie, aggiungergli un altro paletto ancora? Insomma il fatto di non usare internet o facebook o di poter considerare il maggiolone retrò e non d'epoca, non mi paiono rilevanti al fine di una buona storia.

Dylan dovrebbe abbracciare a grandi linee gli anni di pubblicazione e sfruttarli (cose che ovviamente non fa). Quindi non m'importa che l'albo del mese sia ambientato nel 2013, ma da qualche parte negli anni duemila.

Autore:  Gabriele79 [ mer gen 30, 2013 5:51 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

ma a parte tutto, una prova non si potrebbe fare?

E perché parli di imbottigliare scusa, tex si sente forse imbottigliato a vivere da 60 anni sempre a metà del secolo decimonono?

Autore:  Nikolaj Stavrogin [ mer gen 30, 2013 6:00 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Gabriele79 ha scritto:
be' io sono un lettore, nel mio piccolo per quanto incostante, e come tale posso rivolgere critiche all'azienda se il prodotto che acquisto non mi soddisfa completamente, minacciando anche di non servirmi più di loro se il prodotto non si confà più alle mie aspettative. Loro liberi di dirmi nun ce rumpete e amici come prima, ci mancherebbe...

che le vendite poi vadano bene mah, non so se siano pubbliche le vendite degli ultimi anni, da ciò che ho letto in qualche articolo di riviste specializzate però non mi sembrano così rosee le cose, e comunque nella mia lettera faccio appunto una Proposta di fare una Prova, magari in qualche storia nei vari maxi e -dogoni, che vendono moooolto meno degli albi regolari peraltro, non penso che fare una prova sarebbe un suicidio editoriale, stante le prove (pessime spesso, lasciatemelo dire) fatte per dare vita ad idee abbastanza balzane, che vorrei poter chiamare originali, di nuove testate destinate alla chiusura pressoché immediata (appunto, tanto per provare), o con tirature semestrali o annuali addirittura, e all'interno degli stessi albi di Dylan, scelte discutibile, con discutibili ritorni economici.


Ti rispondo anche da lettore: il fatto che Dylan Dog sia ambientato negli anni '80, '90, 2000, nel Medioevo, nel futuro, sott'acqua, dentro una piramide, nella foresta amazzonica o durante la Rivoluzione d'Ottobre è assolutamente irrilevante.
Ciò che serve sono i buoni autori.

Autore:  Ezekiel 25:17 [ mer gen 30, 2013 6:10 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Ah beh, la Bonelli è liberissima di provare quello che gli pare! :D E' che ti ripeto, non ne vedo un'utilità pratica, cioè correggere in questo modo i piccoli anacronismi della serie (anche se a pensarci bene, io di veri e propri anacronismi non ne vedo) secondo me non porta a nulla; sì, va bene nel caso Bloch direbbe non faccio questo o quello dal 45' senza risultare un bicentenario, il Maggiolone sarebbe retrò, Dylan prenderebbe 50 sterline più le spese, ecc... Embè? Che hai risolto? La gestione rimarrebbe questa, ovvero con risultati disastrosi, perché, ripeto ancora, la differenza la fanno le storie, quello che si racconta e come lo si racconta: le nefandezze pubblicate in questi anni restano tali anche se ambientate negli anni '80/'90.

Poi, Tex non è che ha un decennio specifico a cui riferirsi, ma un periodo storico, e inoltre il personaggio è molto diverso, è più portato a vivere in un periodo preciso e sempre uguale; d'altronde le storie di Tex sono sempre quelle, la differenza la fa il modo in cui vengono scritte.

Dylan, al contrario, è un contenitore in cui riversare le proprio paure, incubi e sogni, o almeno questo è quello che dovrebbe essere, oggi lo sappiamo tutti, purtroppo non lo è più. Quindi non ha il bisogno di vivere in anni precisi. Basta vedere le storie di Medda, l'autore che secondo me ha meglio interpretato Dylan nel corso degli anni con i vari cambiamenti di costume. Dylan non ha bisogno degli anni '80/90 per vivere, quello che aveva da dire su e in quel periodo l'ha detto, ora (e in teoria, sempre) ha bisogno di qualcuno che lo sappia scrivere, e tornare indietro di vent'anni (e di fatto intrappolarlo lì) non vedo in che modo possa aiutare gli sceneggiatori.

EDIT: ecco NIkolaij ha detto in tre parole il succo di quello che volevo dire :mrgreen:

Autore:  rimatt [ mer gen 30, 2013 6:47 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

LebbraDelSabatoSera ha scritto:
dogares ha scritto:
Questo è il motivo per cui Sherlock Holmes piace ancora oggi, mentre se lo si ambientasse nel 2013 sarebbe francamente anacronistico.


E' proprio quello che é stato fatto nel recente serial "Sherlock" , e funziona alla grandissima.


Capolavoro. Uno dei due/tre serial televisivi migliori di sempre.

the Imp ha scritto:
il fascino di Dylan sta anche e soprattutto nell'essere un filtro delle inquietudini contemporanee, ed è giusto che queste vengano aggiornate


Questa è l'essenza di Dylan: Dylan deve essere ancorato alla realtà, altrimenti perde la propria incisività e la propria tridimensionalità. Se lo si facesse vivere fuori dalla contemporaneità, lo si snaturerebbe irrimediabilmente. Che più o meno è quel che è successo negli ultimi anni, a parte un paio di eccezioni.

Autore:  dogamy [ mer gen 30, 2013 6:59 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: Lettera aperta alla Bonelli per rilanciare Dylan Dog

Sarà anche la serie migliore della storia della tv, ma con Sherlock Holmes non c'entra assolutamente niente. E' un reboot splendido fin che vi pare, ma tale rimane. Sarei curiosa di sapere quanti, del vasto pubblico che apprezza la serie nuova, hanno mai letto le storie di Conan Doyle e sanno chi veramente era l'investigatore di B.Becker Street.
La verità è che se parli di Sherlock Holmes pensi all'epoca vittoriana e pace.
Il fossilizzarsi di Dylan...? La si pensi come vuole, ma certo appare risibile vedere una persona come Dylan che usa ancora un telefono stile anni 80 e un tv da culone da tubo catodico, nell'era dei piatti al plasma...ma è, più che altro, un fatto di concetto. Gabriele penso intenda che si accetta che un personaggio non invecchi né muti se schematizzato in un'epoca precisa, meno se dovrebbe evolvere e crescere con il mutare delle stagioni.
Tex è quello e tale rimane per sempre. Dylan pretende una attualità che gli sfugge dalle dita e che lo costringe ad una moralità stucchevole e imbambolata. Cmq a livello generale, penso cambierebbe poco o nulla, visti gli assolutamente risibili e scarni riferimenti a Londra e all'epoca moderna, nell'ultima decade di storie di DyD.
Piuttosto mi augurerei una maggiore cura dei comprimari. A parte "Il Giudizio del Corvo", e naturalmente "Mater Morbi", del RRobe, non c'è stato un solo personaggio secondario che abbia bucato le pagine, negli ultimi anni.

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