hicks ha scritto:
Ma non è questo il punto. Dyd ora come ora non funziona. O ritorna come un tempo e costringi gli autori a corsi di "Sclavismo" e "Chiaverottismo", e allora lo compro solo io e gli altri nostalgici sperando con il tempo di ricominciare ad attrarre pubblico, o presto esaurirà anche le ultime residue speranze dettate dalla popolarità del personaggio.
Se la testata è ancora in piedi è perchè vive di rendita. Questo è sotto gli occhi di tutti.
La proposta di Gabriele porta a un cambiamento, tornando al passato, questo si, ma almeno aiuterebbe gli sceneggiatori che ora come ora quando scrivono Dyd pensano ad altro.
Mah, in tutta franchezza nel tuo discorso mi sembra ci sia poca ciccia. Non è che basta che un autore scimmiotti Sclavi e allora bam! ecco il Dylan ironico ed esistenziale di vent'anni fa. In questi ultimi anni di sceneggiatori che scimmiottano lo stile di Sclavi ne abbiamo avuti, ottenendo come risultato un Dylan antipatico e pretenzioso quando ci va bene.
Dire torniamo al passato è non dire nulla. Che vuol dire, me lo spieghi? Intendi torniamo a scrivere belle storie, piene di contenuti, con un Dylan in piena forma, e una scrittura come Dio comanda? Beh, grazie tante, per quello non ci vuole un ritorno al passato, ci vogliono autori che sappiano scrivere e non cambia assolutamente niente che il personaggio sia negli anni ottanta o negli anni duemila; non è quella una caratteristica del personaggio. Lo abbiamo visto nel corso degli anni: il Dylan della Barbato non è un Dylan che guarda al passato o a precisi contesti storici, è semplicemente un Dylan scritto ottimamente; stesso discorso per Medda, anche lì abbiamo storie perfettamente a loro agio nei tempi in cui sono state scritte, che ce frega se la data sia 1986 o 2009? Potrei andare avanti con ogni storia (bella) scritta recentemente.
Poi la questione nostalgici non nostalgici, per me non ha senso. O almeno pensarla così è un suicidio, specialmente per un'azienda come la Bonelli. Il fumetto popolare, che di questo stiamo parlando, deve mirare ad abbracciare il maggior pubblico possibile. Che senso ha fare di DD una lettura per trentenni e quarantenni nostalgici?