baubau ha scritto:
Bel post Lord, sono d'accordo più o meno su tutto.
Non concordo sul discorso della serialità. Ok, giusto guardare al proprio mercato di riferimento, però è chiaro che ormai anche in italia, c'è richiesta di una trama che in qualche modo proceda, anche a sommi capi, anche un numero ogni annata. Oppure tramite cicli narrativi. Il tutto ovviamente cercando di mantenere uno status quo confortante per il lettore casuale. Non è facile, ma secondo me si può fare.
Si, concordo! Credo infatti di essermi espresso male. Cioè ho preso determinati esempi extra-Dylan proprio perché comunque ce l'hanno una blanda trama orizzontale. E credo che fosse anche questa la formula vincente del Dylan che fu. Negli otto anni che separano il n°1 dal n°100 sono uscite 4 storie riguardante Dylan Dog e il suo passato, più altrettante che in modo delicato e fugace trattavano il medesimo argomento (o citavano determinati personaggi) in poche vignette. Pertanto c'era un filo conduttore, seppur molto labile, che teneva le redini biogrfiche del personaggio. Non ho fatto il calcolo, ma parliamo veramente di pochissimi numeri su una produzione di 150 storie circa (compresi gli extra). Oggi, a posto di un fumetto DI Dylan Dog, mi tocca invece leggere un fumetto SU Dylan Dog... fatto comunque male o - parafrasando René Ferretti - a cazzo di cane.
Comunque si, ripeto: continuità blanda e magari mini cicli non necessariamente consecutivi (come ad esempio ha fatto Sclavi con la trilogia degli alieni).
baubau ha scritto:
Bel post Lord, sono d'accordo più o meno su tutto.
Bellissimo anche il discorso sul riutilizzare personaggi passati. È sempre bello vedere personaggi ricorrenti, e ti da quel senso di "universo narrativo coerente". Mi ricordo la Barbato con il suo ciclo "il seme della follia-la scelta-la peste" oppure con il recente trittico di Nora. Questo intendo per cicli narrativi adattabili alla serialità bonelli. Lasciare all'oblio un personaggio che funziona è una scelta che trovo assurda e controproducente. Bilotta insegna come si fa a riutilizzare le storie passate con classe.
Che poi, di fatto, è stato il percorso intrapreso sempre da Sclavi. Non credo che lui a tavolino aveva pensato di riutilizzare a più riprese personaggi come Wells, Trelkovski, Bronsky, Jenkins, Botolo, Cagliostro, Lord Chester, etc... etc... semplicemente li inseriva per lo sviluppo della singola storia e poi per "simpatia" personale verso quel personaggio o per riscontri da colleghi e lettori, li usava una tantum a seconda delle esigenze narrative.
Nulla di costruito o artefatto, inserito per forza, ma solo una spontanea genesi del personaggio che in qualche modo si distingueva nell'universo Dylan Dog.