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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 1:00 pm 
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Iscritto il: mer set 22, 2021 9:46 pm
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alemans123 ha scritto:
Domanda interessante che mi sta balenando da un pò.... Secondo voi c'è un margine di manovra per rilanciare alla grande Dylan? O ormai la Bonelli e il media fumetto da edicola fa talmente fatica che non ci sono molte cose da fare?

Io ad esempio credo che bisognerebbe:

- diminuire il numero delle storie (ne gioverebbe o perlomeno dovrebbe la qualità media); Ad esempio tenere la regolare, 2 color , 2 maxi e uno speciale all'anno. Chiaramente ragiono sulle vendite del SINGOLO albo altrimenti questa strategia è ovviamente deleteria.

- pensare anche a delle storie più lunghe, dei cicli se li si vuole chiamare così, per permettere una maggiore possibilità di narrazione. Per intenderci una volta all'anno una storia che possa durare da 2 a massimo 4 albi;

-provare a proporre una storia all'anno sulla regolare di un autore emergente o un autore famoso ma che si cimenta per la prima volta con un fumetto. Ne potrebbe giovare la varietà delle storie.

Avete altre idee?


Praticamente quello che ha fatto Recchioni :D

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O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 1:19 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Magari lo vorrebbe fatto con delle Storie Buone © :D

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 1:31 pm 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
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Località: Corbetta
Beh magari lo avesse fatto. Lui ha moltiplicato le uscite che anche prima non erano poche ma comunque lui ha portato il maxi alla stessa tiratura dell'inedito. Ad oggi ciò che è meglio come qualità sono i color fest e lo speciale. Anzi forse lo speciale affidato a Bilotta è stato quello che per i primi 3 4 anni lo ha "salvato".

Con meno storie le storie buone dovrebbero arrivare, o no?

Ad esempio, non so se lo avete letto, storie come quelle del Color sull'inedito potrebbero aumentare la tiratura di Dylan? Perchè io ho forti dubbi sulla dipendenza tra storie buone (qualunque cosa voglia dire "storia buona") e vendite.

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 1:54 pm 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
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Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
wolkoff ha scritto:
Non sapevo come impostare questo topic... che più generico non si può :| .

Dico solo che, essendosi conclusa da poco la trilogia del reset rispetto alle novità introdotte dalla fase Zero in poi...
... qua potete scrivere la qualsiasi sul PERCHE' il grande proggggettoune del Sommo è andato a naufragare in un isolotto allagato dalle pernacchie, e su COSA si potrebbe consigliare (nel nostro piccolo), a livello di cambiamenti, per risalire la china invertendo la rotta, riassestando la linea editoriale collegata al personaggio... oltre al personaggio stesso.

Buone ciarle, e visto che sono d'origine pugliese e siamo in periodo, dolcemente buone:
https://www.ricettedellanonna.net/ricet ... carnevale/


FASE A - status quo
identificazione e analisi dei principi cardine del personaggio
direzione e filosofia editoriale chiara, decisa e coraggiosa

FASE B - costruzione/transizione
accurata selezione di storie e autori (gregari e non, giovani e "vecchi")
Rimodulazione delle collane extra

FASE C - ammodernamento
riconfigurazione del "mezzo": formato, frequenza e prezzo (il fumetto è oramai roba da ricconi)
Eventuale digitalizzazione massiva, a supporto del cambio di formato
Marketing aggressivo anche paraculo stile BAO (il fumetto Bonelli puzza da morire di provincialismo)

Alcune considerazioni sparse:

i contenuti non devono variare in base al target del lettore che si vuole intercettare, bensì è il lettore stesso che si deve adeguare al personaggio.
Di conseguenza, niente stravolgimenti che minano le basi del personaggio e il contesto in cui si muove.

I temi trattati invece possono e devono essere moderni.
Dylan Dog parlava una lingua "alta" ma allo stesso tempo popolare: paura e follia, ironia e malinconia, sogni e realtà, il tutto condito dalla voglia di stupire/spiazzare il lettore.
Attraverso questo linguaggio invitare il lettore ad una riflessione, un approfondimento su temi attuali e non, non cadendo nell'errore della retorica più spinta e becera.
Il lettore di oggi litiga per Carpenter e Rania, per la pianificazione delle uscite, per l'egocentrismo di Recchioni, per una mano disegnata a cazzo, per il matrimonio di Dylan Dog, per John Ghost.
Credo che l'obiettivo principale della Bonelli sia recuperare questo linguaggio, perché elemento fondante che ha decretato il successo di Dylan Dog.
Perché Dylan Dog è stato divisivo e non rassicurante.

3x0 fa 3, vero?

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Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 2:10 pm 
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Iscritto il: mer set 22, 2021 9:46 pm
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Dear Boy ha scritto:
Magari lo vorrebbe fatto con delle Storie Buone © :D


Troppo facile xD

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O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 3:55 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm
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Rimatt la testata ha alti e bassi da decenni. Come tutte le testate. Il discorso che fai tu ha poco senso, cioè che vuol dire "costante"? Quale fumetto seriale popolare con 3mila uscite all'anno è costante? Prima c'erano 7 storie buone su 10 mentre ora ce ne sono 5 su 10? La mettiamo così? OK, perfetto, ma questo non vuol dire che prima era tutto bello e mo' fa tutto schifo, e soprattutto negli anni 90 era molto più facile sfruttare le potenzialità artistiche del personaggio perché era fresco e aveva un sacco di mostri classici e film da cui copiare o "prendere ispirazione".

Il Maxi va eliminato, lo dico da una vita. Ma per tutte le testate, non solo per Dylan. È tecnicamente un clone della regolare. Il Color invece ha senso ed è più sperimentale.

Come fate a dire che Recchioni ha moltiplicato le testate se ai tempi di Sclavi oltre allo Speciale c'era pure il Gigante? Bonelli ha sempre mandato in edicola TROPPO materiale, è sempre stata questa la sua politica. Non è una novità.

Mandarino bravo, il personaggio non va stravolto per piacere ai vecchi. Se non funziona più si chiude e se ne crea un altro, senza questo cambio di scuola fumettistica il fumetto italiano è destinato a morire. Deve copiare il manga come negli anni 60 ha copiato i comics. Lo ripeterò fino alla nausea perché è l'unico modo per piacere ai 20enni. E ci vogliono disegnatori moderni e cambi di tematiche.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 6:46 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
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Località: Macondo
Signori miei, un sacco di belle riflessioni sul personaggio. Aggiungo la mia, facendo riferimento ai post di alcuni utenti senza quotarli, altrimenti diventa un messaggio lunghissimo.

Mi è piaciuto il primo post di Manuel nella pagina precedente; secondo me identifica un paio di peculiarità della testata che sono andate perdendosi. Molto azzeccato il paragone con Tex, per esempio, per spiegare cosa è andato storto in una serializzazione serrata e a lungo termine. Sclavi non ha evidentemente lasciato linee guida su come gestire il personaggio, anche perché è risaputo oramai che Dylan Dog per Sclavi era uno specchio di sé stesso. E’ come se domani un altro scrittore si prendesse la briga di scrivere un seguito de L’amica geniale, o un altro romanzo collaterale all’originale. Trovo semplicemente impossibile che questo riesca a soddisfare i lettori. La replicabilità di Dylan Dog è un progetto impossibile dal principio, nel senso che il personaggio, a dispetto dell’essere stato pubblicato da SBE, non nasce con connotati precisi, al punto che da un albo con l’altro sembra un altro personaggio. E sto continuando a parafrasare le parole di Manuel, col quale sono d’accordo.

Non penso invece che lo splatter sia un elemento essenziale per Dylan Dog. E’ un tratto molto presente, che ha aiutato a dare una connotazione alla testata, ma, per il mio gusto personale, non fondamentale. E qui apriamo a un altro problema, ossia la ricezione del personaggio da parte dei lettori. Posto che un Dylan canonico non esiste, lettori diversi preferiranno diverse declinazioni del medesimo personaggio. Questo favorisce sicuramente la diffusione e il gradimento della testata, specialmente nei primi 15 anni di vita circa. Ma crea un problema non da poco, ossia un pubblico non omogeneo che cerca cose diverse dal medesimo prodotto. E questo, per la serialità, è un problema notevole. Infatti, quando si è cercato di canonizzare il personaggio, si è virato verso i cosiddetti “gialletti”, le varie storie di Ruju, Marzano, Gualdoni, Di Gregorio, De Nardo, Gualdoni per citare quelli storicamente incolpati di mediocrità e appiattimento, ma il pool sarebbe estendibile ai contemporanei. Si è pertanto messo l’accento su alcuni tratti del personaggio, i più facilmente canonizzabili, tralasciandone altri.

Quello che dice Dear Boy e sottolinea Altair è per me fondamentale. Loro parlano di ironia e vengono travisati da altri utenti che pensano che si stia parlando delle battute di Groucho, personaggio peraltro usato molto bene da alcuni autori di recente, a mio parere. Mi perdonino Dear e Altair se interpreto il loro pensiero: ritengo che al Dylan di oggi manchi l’essere scanzonato, il non prendersi sul serio, l’avere una punta di sagacia e, perché no?, di stronzaggine di facciata. Tutto riconducibile, forse e se non interpreto male, a un ampio concetto di ironia. L’essere insomma un personaggio sfaccettato e non un monolite con a fianco una macchietta coi baffi.

Si torna allora irrimediabilmente alla facilità della scrittura di Sclavi, alla grazia innata di un uomo evidentemente vocato alla scrittura che, con la pratica, nel corso della sua vita ha prodotto cose egregie. E, se la vogliamo mettere su questo piano, Dylan Dog è ancora più che impossibile da replicare e/o da canonizzare. Con questo, sia chiaro, non voglio dare la lode a qualsiasi prova di scrittura di Sclavi. Lungi da me, senza neanche sforzare lo spirito critico vengono in mente albi di Dylan Dog così come romanzi non all’altezza delle sue prove migliori. Ma, del resto, non stiamo parlando di un Nobel per la letteratura, quanto più di un ottimo autore con una produzione sconfinata tra fumetti, romanzi, canzoni, poesie; mi sembra naturale che ci siano alti e bassi. La differenza è che un capolavoro di Sclavi, come può essere Memorie dall’invisibile, Il lungo addio, Margherite o anche Non è successo niente sarà sempre migliore, nella scrittura di un’ottima prova di un onesto mestierante come Faraci o Ruju. Con tutto il rispetto immenso per questi due autori di Dylan Dog così come di romanzi, nessuno dei quali minimamente al livello di quanto citato prima per Sclavi (menzione d’onore per I peccatori di Hellborne, però).

E allora? E allora siamo fregati. Per quel che mi riguarda se ne sono provate talmente tante negli ultimi vent’anni che stare qua a discutere è quasi un esercizio di stile. Con buona pace di alemans e Mandarino, io penso che non ci sia margine per rilanciare Dylan Dog alla grande. La testata vegeta, dopo dieci anni siamo tornati al “gialletto”, la versione di Recchioni non è piaciuta, quella di Bilotta ha soddisfatto un risicato zoccolo duro di integralisti (tra cui me), rimanendo però quasi a un livello di masturbazione cerebrale. Il mercato non può controllare la qualità delle singole storie, troppo legata all’autore; tuttavia, può tenere a freno l’emorragia – EVIDENTEMENTE – con l’elefantiasi delle uscite e la diversificazione. È lampante che le testate di maggior successo in Bonelli (Tex, Zagor, Dragonero e DyD) stanno vivendo una moltiplicazione di uscite che suona più come piano editoriale che come tentativo di rilanciare i personaggi. Poi che Dylan Dog sia quella che ha fatto più confusione in questo piano editoriale è un altro discorso su cui andrebbe aperta un’ulteriore parentesi a riguardo dell’incapacità gestionale (o dell’impossibilità gestionale) di una testata del genere, se vogliamo essere iper-generosi.

Da buon disilluso (come potrebbe piacermi Dylan Dog, sennò?), io sono convito che l’unico modo per avere una seconda età dell’oro sia un autore estremamente prolifico in grado di riprodurre una gestione del personaggio simile a quella che c’era sotto Sclavi. Ossia un autore che scrive una percentuale di storie elevata, supervisiona tutte le altre, ha la pazienza di cambiarle, ma soprattutto che sia dotato di grazia innata di scrittura e di una sensibilità che gli permetta di adattarsi a più aspetti del personaggio. Insomma, un altro Sclavi che non arriverà probabilmente mai. Solo questo potrebbe salvare il personaggio, non cambiare il ruolo dei comprimari ogni cinque anni. Ma che poi non sto mica scoprendo l’acqua calda, eh! Sono convinto che sia Gualdoni che Recchioni hanno tentato, con modalità diverse, qualcosa del genere. Chiaramente nessuno dei due ne aveva le capacità, visto come sono andate le cose.

PS: rispondo sui manga a Guriko nel topic apposito

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 7:23 pm 
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Dear Boy ha scritto:
rimatt non ti facevo così lento, dai! :D


Lento ma attento. 8-)

Guriko ha scritto:
Rimatt la testata ha alti e bassi da decenni. Come tutte le testate. Il discorso che fai tu ha poco senso, cioè che vuol dire "costante"? Quale fumetto seriale popolare con 3mila uscite all'anno è costante? Prima c'erano 7 storie buone su 10 mentre ora ce ne sono 5 su 10? La mettiamo così? OK, perfetto, ma questo non vuol dire che prima era tutto bello e mo' fa tutto schifo, e soprattutto negli anni 90 era molto più facile sfruttare le potenzialità artistiche del personaggio perché era fresco e aveva un sacco di mostri classici e film da cui copiare o "prendere ispirazione".


Sono uno dei pochi che non tollerava Chiaverotti, ma anche che ha difeso uscite recenti che qui sul forum non sono piaciute praticamente a nessuno. Quindi grazie, so che la testata ha sempre avuto alti e bassi, solo che una volta c'erano – appunto – alti e bassi, ora ci sono... boh, medi e bassissimi, altini e infimi, decenti e abietti. Fate vobis.

Che poi il cinema horror mica si è fermato negli anni Novanta, negli ultimi anni stanno uscendo fiotti di titoli interessantissimi. Io stesso, che pure di film ne vedo sempre meno, ho in mente almeno una dozzina di titoli da cui gli autori dylaniani potrebbero "prendere ispirazione". Solo che non lo fanno. Inoltre dimentichi che Dylan, sebbene abbia tremila uscite all'anno, ha anche tremila autori diversi, quindi non è che sia così difficile riempire le edicole. Se ci sono mille testate dylaniane più o meno intercambiabili, è anche perché ci sono mille storie già pronte da smaltire. Tex lo scrivono letteralmente in tre/quattro, eppure ha anche più uscite di Dylan. Lì sì che gli autori li spremono.

Dylan quanti autori ha? Una trentina? E quante storie appaiono, di ogni autore in un anno? Mediamente credo siano una o due, massimo tre. Ecco, se quell'autore non riesce a tirar fuori qualcosa di buono scrivendo due storie di Dylan all'anno, magari farsi venire il dubbio che non sia all'altezza? Ma no, diamo la colpa al personaggio che non ha più nulla da dire, che è esaurito ecc.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 7:41 pm 
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rimatt ha scritto:
Guriko ha scritto:
E' falso, Groucho è invecchiato malissimo e Sclavi ha 70 mila anni. E' invecchiato eccome. E' invecchiato lui come è invecchiato Cico, per rimanere sul genere "comic relief". Oggi il comic relief ha poco senso forse anche perché troviamo comicità a iosa ovunque sui social con meme ecc


Ma quindi, per capirci, secondo te una storia dello Sclavi anni Ottanta vale una storia odierna qualsiasi di Simeoni/Baraldi/Contu?
Cioè ritieni che il livello qualitativo della testata sia rimasto COSTANTE nel tempo e non ci siano stati cali di sorta?

Occhio perché con la tua risposta rischi la credibilità. :g:



Mi permetto di portare la mia esperienza (e ne approfitto pure per "presentarmi", visto che i frequentatori assidui sono un po' tutti qua. Sì, vi lurko da tempi immemori).
Io ho cominciato a leggere Dylan da ragazzino come molti, solo che a differenza di molti era il periodo in cui Sclavi aveva già abbandonato la testata da un pezzo, e scrivevano principalmente Ruju, Chiaverotti, Barbato e il resto della cumpa. Mi innamorai lo stesso del personaggio, specie per le storie dei vari (ai tempi non lo sapevo, non sapevo neanche cosa fosse uno sceneggiatore, col senno di poi ho capito) Barbato, Chiaverotti, Medda, le penne buone insomma. Oltre che dei disegnatori magnifici e delle atmosfere horror decadenti che adoravo. E di Groucho.
Soltanto successivamente, più grandicello, grazie alla granderistampa, ho recuperato tutto il Dylan delle origini, che mi mancava. L'ho approcciato senza alcun tipo di sacralità, ma con la genuina curiosità di scoprire il nocciolo, il "core" di questo personaggio che avevo imparato ad amare. Insomma, il punto è che che mi sono sparato il Dylan di Sclavi DOPO aver conosciuto il Dylan dell'era Marcheselli, in età più matura, a botte di tre storie alla volta, e devo dire con onestà che una qualità così costante nella scrittura, nelle trame, nel variare dei generi e delle atmosfere, io l'ho trovata in pochissimi prodotti d'intrattenimento.
Questo in risposta principalmente a chi dice che l'effetto nostalgia gioca brutti scherzi: per quanto mi riguarda, questo effetto esiste al rovescio: mi ricordo benissimo le trame dei numeri (spesso ciofecon :r: ) del buon Ruju mentre molti Dylan classici li ho totalmente rimossi. Eppure, la qualità di quello che leggevo quando leggevo Sclavi (i famosi primi 100, ma anche 130-150) era entusiasmante. E sono freschissimi anche oggi, invecchiati da dio.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 9:44 pm 
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Iscritto il: sab feb 04, 2023 2:21 pm
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alemans123 ha scritto:
Domanda interessante che mi sta balenando da un pò.... Secondo voi c'è un margine di manovra per rilanciare alla grande Dylan? O ormai la Bonelli e il media fumetto da edicola fa talmente fatica che non ci sono molte cose da fare?

Io ad esempio credo che bisognerebbe:

- diminuire il numero delle storie (ne gioverebbe o perlomeno dovrebbe la qualità media); Ad esempio tenere la regolare, 2 color , 2 maxi e uno speciale all'anno. Chiaramente ragiono sulle vendite del SINGOLO albo altrimenti questa strategia è ovviamente deleteria.

- pensare anche a delle storie più lunghe, dei cicli se li si vuole chiamare così, per permettere una maggiore possibilità di narrazione. Per intenderci una volta all'anno una storia che possa durare da 2 a massimo 4 albi;

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Avete altre idee?


Io ho paura che ormai il treno sia un po' andato, non ho dati, ma credo che abbiano perso troppi lettori con il 400. L'unica cosa su cui mi baso è la reazione inaspettata, repentina e shockante di Sclavi, tipica di chi non ha programmato niente ma si ritrova preso dal panico (di un crollo improvviso di vendite suppongo). Soprattutto hanno perso e continuano a perdere credibilità, con continue provocazioni ai lettori storici, annunci atomici che poi si rivelano miccette, reboot che durano da natale a santo stefano, e così via.
L'unico modo per rimettersi in carreggiata, secondo me, è puntare davvero, e in maniera duratura, sulla qualità, per cercare di far tornare a bordo chi è ancora in giro in stazione. Questo vorrebbe dire affidare stabilmente il personaggio a pochi autori in gamba, magari capaci di creare dei cicli narrativi sensati, magari andando a raccontare i vuoti del personaggio, tutti quegli aspetti su cui non si è mai fatta luce (come sta facendo Bilotta nello speciale). Bisogna riportare entusiasmo con storie belle, non con trovate pubblicitarie. I nomi di questi autori li conosciamo tutti (ci metto dentro lo stesso recchioni, che quando scrive è molto bravo).
E comunque non sono sicuro che servirebbe, per costruire una credibilità ci vuole tantissimo, per perderla ci vuole un attimo.
Infine bonelli ha un bisogno tremendo di fare scouting tra gli sceneggiatori, non è possibile che ci siano autori che scrivevano storie scialbe e svogliate 30 anni fa, e sono ancora là oggi, solo perchè rispettano le scadenze e sanno stare nelle 98 pagine di sceneggiatura. Non è possibile.

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MessaggioInviato: mer feb 15, 2023 10:24 pm 
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Per dire, immaginatevi un ipotetico (quanto irrealizzabile) Dylan scritto soltanto da: Ambrosini, una Barbato dei tempi d'oro, Medda, Bilotta, Chiaverotti, un Recchioni senza la smania di sconvolgere il mondo, Sclavi magari un numero all'anno, Enna, a me piace anche la Contu anche se so che qua dentro è una bestemmia, più qualcuno bravo che mi sarà di certo dimenticato.
Il tutto strutturato in cicli narrativi di 3-4 o più numeri, dando grande spazio di iniziativa ai singoli autori di sviscerare e spulciare il personaggio.
A chi salterebbe in testa (microtrolls) di parlare di personaggio esaurito, carpenter, rania, rivoluzioni, pensionamenti, grouco fuori tenpo massimo, incompatibilità con questo o con quell'altro? A nessuno. Semplicemente parleremmo di un gran bel fumetto.

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La discussione si sta esaurendo, ormai abbiamo detto tutto e non resta che aspettare il nuovo inizio. Il cinema horror è morto, cosa vuoi raccontare più nel cinema horror? Ormai è tutto un riciclo e una operazione nostalgia. Ormai al cinema fanno più film per 50enni che per ragazzi, vogliamo parlare di Indiana Jones? Accanimento terapeutico. Che nel Dylan di oggi non ci siano gli alti lo dici TU. Per me ci sono eccome storie da 7.5 anche 8. Non copiano più spudoratamente forse anche perché con Internet vengono sgamati più facilmente. In ogni caso fare Dylan oggi è più difficile e ne è una prova il tuo punto di vista, non è che all'improvviso noi italiani siamo diventati tutti incapaci a scrivere storie. La tua spiegazione quale sarebbe, che si sono improvvisamente rimbecilliti tutti quanti?


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Guriko ma tu sei fissato con l'esaurimento... mi dà l'idea che tu voglia per forza limitare e mettere un punto su ogni cosa (questo è oggettivo, questo è esaurito)
Ma tant'è... fare horror oggi è più complicato, sono d'accordo. L'horror vive di atmosfera e di silenzi, di attesa e di costruzione della tensione. Tutte cose che nel mondo ipercinetico e iperattivo cocainomane di oggi non vengono concesse. Eppure al cinema di horror bellissimi negli ultimi 10 anni ne sono usciti una mucchia, e come dici tu anche su Dylan di storie molto belle continuano a uscirne. Penso ad Ambrosini che scrive storie folli e senza schemi, di un'originalità ogni volta impressionante, e mi chiedo come si faccia a ritenere un personaggio o un genere "esauriti".
Gli sceneggiatori non sono rincoglioniti, semplicemente se quelli bravi abbandonano la baracca (medda, chiaverotti) o sono forzati a scrivere secondo canoni non loro (barbato), quelli scarsi rimangono, mentre quelli nuovi non sono minimamente all'altezza, non puoi aspettarti altro.
Io di samuel stern ho letto solo una storia, la tanto acclamata "valery". Ora, non so se lo sceneggiatore abbia azzeccato la storia della vita o se sia bravo davvero, ma da curatore di Dylan farei di tutto per avere storie del genere nella mia testata. Vallo a dire dopo che il personaggio è esaurito.

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Guriko ha scritto:
La discussione si sta esaurendo, ormai abbiamo detto tutto e non resta che aspettare il nuovo inizio. Il cinema horror è morto, cosa vuoi raccontare più nel cinema horror? Ormai è tutto un riciclo e una operazione nostalgia. Ormai al cinema fanno più film per 50enni che per ragazzi, vogliamo parlare di Indiana Jones? Accanimento terapeutico. Che nel Dylan di oggi non ci siano gli alti lo dici TU. Per me ci sono eccome storie da 7.5 anche 8. Non copiano più spudoratamente forse anche perché con Internet vengono sgamati più facilmente. In ogni caso fare Dylan oggi è più difficile e ne è una prova il tuo punto di vista, non è che all'improvviso noi italiani siamo diventati tutti incapaci a scrivere storie. La tua spiegazione quale sarebbe, che si sono improvvisamente rimbecilliti tutti quanti?


Continui a sentenziare, ma a ben vedere le tue rimangono solo ipotesi. Per esempio scrivere che il cinema horror è morto è discutibile, visto che è uno dei generi per cui escono più titoli, e se ne sono visti di davvero belli anche negli ultimi anni. Indiana Jones c'entra come i cavoli a merenda.

Storie da 7,5/8 ci sono ancora? Certo. Solo che una volta si leggevano storie da 9/10 con qualche storia da 7/8 e occasionalmente un 5, oggi si legge una storia da 7/8 in mezzo a una dozzina di storie da 4/5 e occasionalmente un 3.

La mia spiegazione è quella che ha già scritto baubau, su Dylan ci sono troppi autori non all'altezza o non adatti. Non è che ci voglia chissà che. Certo, poi se a te fanno schifo Bilotta e Barbato e ti piacciono i vari Simeoni e Baraldi, qualche domandina me la farei. :D

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Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: gio feb 16, 2023 12:46 pm 
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Iscritto il: lun ott 17, 2022 9:56 am
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Principale motivo del mio intervento è salutare Baubau. Benvenuto, da uno arrivato l'altro ieri!

baubau ha scritto:
A chi salterebbe in testa (microtrolls)


... Naturalmente! :P
Vai pure al bar del forum, prenditi una birretta e mettila sul mio conto, te la sei meritata.

Guriko ha scritto:
Ormai al cinema fanno più film per 50enni che per ragazzi, vogliamo parlare di Indiana Jones? Accanimento terapeutico.


Guriko, guarda che, per quanto mi riguarda, il punto di tutta la discussione sull'esaurimento sta in quell'ormai che scrivi. Parli come se ci sia una sorta di entropia delle idee in ogni medium (oggi mi cito da solo, how post-modern of me), ma non è così che va: a fine anni 90 i colossal erano morti, l'idea di una trilogia era fuori dalla testa di ogni produttore, poi è arrivato Jackson e ha fatto Il signore degli anelli. La storia produttiva di quella trilogia è delirante, perché all'epoca era fuori da ogni modello; il suo immenso successo ha decretato una rinascita del genere colossal. Ora ci sono i Marvel e i sequel-spinoff-prequel che sono per me un trend noiosissimo, ma questo non vuol dire che siamo condannati.


Sugli alti e bassi della serie DD dico solo:

Il signore del silenzio
Accadde domani
Golconda
La iena
Storia di Nessuno (o nessuno???)
Riflessi di morte
Goblin
Inferni
Scritto con il sangue
Horror paradise
Il mistero del Tamigi
Ai confini del tempo

12 mesi di fila, evidentemente non pescati a caso, con alti e bassi relativi. Ma, ladies and gentlemen, è di questi alti che stiamo parlando.


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