Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 11:26 am 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Guriko ha scritto:
Ma cosa la posti a fare se i 10 sono solo film vecchi o colossal MONSTRE che escono una volta ogni 50 anni? Non prova niente.


Ma poi, Decision to live non è nè un film vecchio, nè un colossal; Tàr non è nè un film vecchio, nè un colossal, e sono i film che Rimatt prendeva ad esempio, ma perché devi incartarti senza motivo in cose così semplici?!?
Lo vedrebbe anche un bambino che non sono SOLO quelli i film da 10, ti (e ci) metti proprio in imbarazzo da solo con frasi superficiali e false di questo tipo. Scusami se te lo dico.

Buh! Sei evidentemente informatissimo e preparato su tante cose, sei anche bravo a difendere le tue opinioni, ma fallo in maniera onesta! Leggi bene i post dei tuoi interlocutori, e rispondi in maniera onesta, e ci guadagniamo tutti!

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 11:57 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Keanu Coen ha scritto:
Ma poi, Decision to live non è nè un film vecchio, nè un colossal; Tàr non è nè un film vecchio, nè un colossal, e sono i film che Rimatt prendeva ad esempio, ma perché devi incartarti senza motivo in cose così semplici?!?
Lo vedrebbe anche un bambino che non sono SOLO quelli i film da 10, ti (e ci) metti proprio in imbarazzo da solo con frasi superficiali e false di questo tipo. Scusami se te lo dico.


I rested my case. :D

Bravo tu a provarci ancora, ma la fallacia delle sue argomentazioni è chiara a tutti e penso che l'abbiamo già dimostrato a sufficienza. :dito:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 12:18 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Ma ancora a dar spago al tuttologo e la sua dialettica pindarica* da 13enne massimo? Nel caso ci sarebbe poi il topic (dormiente) sul cinema, eh... sempre che non se ne voglia aprire uno sulla critica dei critici o dei voti da dare ai votanti... :g:

*
Spoiler!
nel senso di saltare di palo in frasca a livello di argomentazioni. Non di "spararla grossa" perché quello sarebbe più un "volo icarico" che pindarico, ma nell'uso (errato) recente, complice la gnuranz dei media e di chi se ne avvale, si è sedimentato questo equivoco distorcendo il reale significato di quell'espressione molto antica.
Non molto diverso dalla "forbice" elettorale che diventò di punto in bianco "forchetta" grazie agli strafalcioni in diretta di Vespa&co, e adesso l'uso comune, dizionari compresi, prevede anche quell'accezione.



:oops: Giusto per non contraddirmi, di pindarismo quasi OT:

rimatt ha scritto:

Noterai che ci sono tre film NUOVI, appena usciti al cinema, ai quali almeno un recensore ha assegnato 10: Decision to Leave, Bussano alla porta e Tar


Decision to Leave è proprio un bel film, ma nulla di strepitoso, anche a confronto di altra roba coreana che ho visto di recente (tipo Parasite, Nido di Vespe, Mother, Pietà, etc).
La tenuta del giallo è abbastanza flebile, se non telefonata (si base tutto sui cellulari in pratica, in modo poco credibile), e il melo-romance non presenta chissà quali guizzi, ma gli slanci passionali nel cinema orientale vengono affrontati sempre in un modo molto più patinato della media... quindi ci sta.

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Io no capito, io no capito

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 1:28 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Località: Verona
wolkoff ha scritto:
Decision to Leave è proprio un bel film, ma nulla di strepitoso, anche a confronto di altra roba coreana che ho visto di recente (tipo Parasite, Nido di Vespe, Mother, Pietà, etc).
La tenuta del giallo è abbastanza flebile, se non telefonata (si base tutto sui cellulari in pratica, in modo poco credibile), e il melo-romance non presenta chissà quali guizzi, ma gli slanci passionali nel cinema orientale vengono affrontati sempre in un modo molto più patinato della media... quindi ci sta.


Nel cinema sudcoreano ho sguazzato per parecchio, ma purtroppo, causa cronica mancanza di tempo, è da anni che non sono più aggiornato. L'ultimo film di Park Chan-wook che ho visto è addirittura I'm a Cyborg, but that's OK. :(

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Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 6:28 pm 
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https://www.cravenroad7.it/forum/viewto ... =2&t=10130

Ragazzi e ragazze, se vi va ho creati un topic apposito per discuterr dei disegnatori bonelli vs disegnatori di tutto i'mmondo!
Una royal rumble fatta di matite, pennelli, pennini e pennarellini.
Partecipate, mi farebbe molto piacere sapere i vostri pareri sui disegnatori migliori in italia e nel mondo

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Oggettivo è ciò che richiede dimostrazioni.
Soggettivo è ciò che richiede argomentazioni.

"Di ciò di cui non si può argomentare, si deve narrare" (semicit. di semicit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 9:58 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm
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Keanu Coen ha scritto:
Io non posso dire che la Contu non sa scrivere

Per dire che un autore che va in edicola non sa scrivere devi portare delle prove sennò finiamo come con la macchina di James Bond :lol:

Il mestiere del giornalista è un po' diverso da quello dello scrittore. Uno scrive storie, l'altro sputa sentenze senza sapere scrivere storie. Uno che mette UNO a un film che ha una media globale di 7 è oggettivamente un deficiente e sì, gli sto mancando di rispetto perché è quello che merita avendo mancato di rispetto lui agli autori in primo luogo. Quello che fai tu è mettere ZERO perché c'è una piccola incongruenza o un errore di battitura nel lettering e mancano un paio di apostrofi nei balloon. Infatti di Decision to Leave ho parlato a sufficienza ed è l'ultima opera di uno dei migliori registi del mondo, proprio un film normale eh. Uno di quelli che escono tutte le settimane! E poi ripeto, guarda la media che non è affatto quella di Titanic che è molto più alta.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 10:35 pm 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Guriko ha scritto:
Keanu Coen ha scritto:
Io non posso dire che la Contu non sa scrivere

Per dire che un autore che va in edicola non sa scrivere devi portare delle prove sennò finiamo come con la macchina di James Bond :lol:

Il mestiere del giornalista è un po' diverso da quello dello scrittore. Uno scrive storie, l'altro sputa sentenze senza sapere scrivere storie. Uno che mette UNO a un film che ha una media globale di 7 è oggettivamente un deficiente e sì, gli sto mancando di rispetto perché è quello che merita avendo mancato di rispetto lui agli autori in primo luogo. Quello che fai tu è mettere ZERO perché c'è una piccola incongruenza o un errore di battitura nel lettering e mancano un paio di apostrofi nei balloon. Infatti di Decision to Leave ho parlato a sufficienza ed è l'ultima opera di uno dei migliori registi del mondo, proprio un film normale eh. Uno di quelli che escono tutte le settimane! E poi ripeto, guarda la media che non è affatto quella di Titanic che è molto più alta.


Nulla di quello che c'è scritto in questo post corrisponde a nulla di quello che ho detto io (o nessun altro qui dentro), che ho mai pensato in vita mia, nulla in cui un essere umano potrebbe credere rimanendo vagamente serio.
Una massa di falsità rancorose e superficiali da abbattere un bufalo!
Motivo per cui smetto ufficialmente di rispondere e di seguire questo topic
Grazie Guriko.
Ancora a chiedere prove, a uno che in questo forum ha portato SOLO prove. Bah. L'unico, tra l'altro, che ti trattava come una persona e non come il troll delle caverne che sei.
Ci vediamo negli altri topic, ragazzi.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mar feb 21, 2023 10:49 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm
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Sulla macchina di Dylan - una vecchia macchina usata normalissima che sarà stata modernizzata per renderla guidabile nel 2020 - hai portato delle prove che in realtà erano una citazione. Pensa te. Decine di post basati sul vuoto pneumatico. E dopo hai avuto pure il coraggio di offendere RR anziché chiedere scusa. Vendetta in maschera non merita ZERO solo perché manca un passaggio. Più che un'incongruenza è una mancanza che si potrebbe spiegare off panel con un evento avvenuto "nello spazio bianco" di cui parlavamo l'altro giorno con Metacarpa. E' una dimenticanza? Sì, sicuramente. E' grave tanto da farci mettere ZERO o anche TRE all'albo? No. Non credo proprio. Poi io ho messo 6 e sono convinto che la storia sia proprio scialba perché manca l'elemento soprannaturale caratteristico dylaniano. Sul rancore io mi chiedo, ma voi rileggete mai quello che scrivete su Roberto Recchioni? No perché tecnicamente avete abbondamente sfociato nella diffamazione visto che non fate altro che infangargli l'immagine pubblica. Come faccia Roberto a tollerare tutto questo schifo immondo senza andare per vie legali rimane per me un mistero. Ha fatto bene ad abbandonarvi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 1:57 am 
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Peccato solo che nessuno prenda esempio.

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https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=x4qv5rBEs9E


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 11:18 am 
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Località: Palermo
Così, OT (ma in fin dei conti anche IT), mi viene in mente quella barzelletta del tizio alla guida che sente alla radio: "Attenzione c'è un pazzo che sta guidando contromano in autostrada!" e lui mentre scansa una macchina, e poi un'altra, e un'altra ancora e così in continuazione, pensa "Uno solo? saranno duecento!"

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 12:10 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm
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Ma infatti non sono io quello che sta guidando contromano. Questo è il forum di Dylan. Come se uno andasse sul forum della Juve a tifare Inter. E a dare del troll a chi tifa Juve.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 12:21 pm 
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Località: Inverary 2.0
Come no, proprio tu che sei il primo (nella tue barricate mentali da trolleggiamento di disturbo) che viene a strombazzare qua che DD deve chiudere, che è un personaggio finito, che Sclavi nasce come sfigato nerd plagiatore, che il fumetto SBE è kaputt, etc :o .

Proprio un ottimo sostenitore della causa (che non sia la fanbase leccapiedante a rrrosico di partizaneria spudorata).
Presentati con la maglia e la sciarpa della Vinovese in curva Nord tra i BoysSan e poi capirai come noi siamo anche fin troppo tolleranti nelle tue folkloristiche provocazioni senza senso, tranne quello di delegittimare l'immagine del forum.

Per il resto gradirei che si tornasse in topic e non sulla questione fantoccio dei voti... a Lourdes, dove a propo' di voti, dovrebbe immergersi per la grazia chistammessomalemale come certi e-le-menti(dove sono? neuroni in fumo). E portaci pure il tuo degno compare Geggno da Tor Fregnacciara, chissà non si converta al responsabilismo maturo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 12:45 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm
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I personaggi seriali non funzionano più, non piacciono ai giovani ed è un dato di fatto. Fine della discussione. Questo non è trolling, significa semplicemente non avere le fette di salame sugli occhi. Qua dentro i troll hanno gradualmente sostituito quelli che guidavano nella direzione corretta, facendo apparire contromano chi cerca di riportare le cose verso il senso giusto. Ormai guidate contrornano da talmente tanto tempo che quando vedete uno che guida correttamente gli date del pazzo. Vi ricordo che state sul forum di Dylan Dog. E che la diffamazione è reato. Sclavi era un nerd con problemi di alcol e una vita sociale inesistente, lo ha detto lui stesso diverse volte. Parole sue. Dylan Dog non è che deve chiudere, Dylan Dog CHIUDERÀ come tutte le testate Bonelli se non hanno ricambio generazionale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 7:09 pm 
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Iscritto il: ven set 23, 2005 2:31 pm
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Località: Palermo
Al netto dei vari vaneggiamenti assolutistici di qualcuno, ecco un mio pensiero su come si potrebbe rilanciare la testata.
Ovviamente è una MIA idea, fondata su MIE convinzioni e MIE conoscenze dettate da tre aspetti fondamentali:
1. Seguo Dylan Dog dal 1992 (e ovviamente ho letto tutto quello che c'era da leggere, compreso i 6 anni precedente alla mia prima lettura del personaggio)
2. Sono stato edicolante da che avevo memoria fino al 2016 e mi dilettavo a osservare gli acquirenti delle nuvole parlanti
3. Sono un professore della Secondaria dal 2015 e insomma... più o meno ho avuto a che fare nel tempo con almeno un migliaio di adolescenti.
A questi aspetti, va da se, si aggiungono le informazioni che carpisco qua e la tra giornali, web e confronti.
Quindi, giusto per ripetermi: sono MIE elucubrazioni che lasciano il tempo che trovano, quindi stikazzi chi è totalmente in disaccordo. Lo ignorerò perché i forum (o qualunque dibattito) non sono fatti per convincere gli altri del proprio pensiero ma, paradossalmente, per rivedere il proprio pensiero alla luce di osservazioni coerenti, intelligenti e non certo supponenti.
Quindi, mi solleticherebbe maggiormente un eventuale confronto costruttivo sui miei vaneggiamenti e non mantra che leggo ormai da qualche tempo.

Per come la vedo io, bisogna partire da un presupposto fondamentale che molti - Recchioni in primis - sembrano a volte dimenticare: siamo in Italia. Ebbene si, purtroppo è così. Viviamo in Italia e Dylan Dog è un fumetto italiano, per il mercato italiano, letto da italiani. Pochi cazzi! Come avviene negli altri campi artistici, c'è una sorta di esterofilia che però costantemente si scontra con la forte tradizione che caratterizza questo Paese. Tradotto in altri termini: si grida ai capolavori assoluti di marca americana (comics) o marca giapponese (manga) ma fondamentalmente la gran parte della popolazione italiana legge Tex, Dylan Dog, Diabolik e Topolino (quest'ultimo originario americano ma la produzione del settimanale è quasi tutta di casa nostra). Con questa premessa che voglio dire? (ritornando a Recchioni o a qualche cieco) Che è profondamente sbagliato trarre conclusioni partendo da determinati successi esteri, pensando che un modello narrativo valido in altri paesi si adatti perfettamente a delle serialità pluridecennali italiche o alla richiesta MEDIA italiana delle storie che si vogliono leggere. Quelli esteri sono si dei successi, ma oltre - ovviamente - la qualità di alcune storie, sono figlie anche di altri fattori che sono, in primis, la lettura delle effettive vendite che, numeri alla mano, sono successi relativi e comunque ciò che arriva qua è sempre una parte della sconfinata produzione nippo-coreana e americana (quindi c'è già alla base una forma di selezione). In secundis perché molti di questi "fenomeni" editoriali sono spinti soprattutto da film, serie tv, cartoni e promozioni online ben studiate e in mano a chi il proprio mestiere lo sa fare.
Qua casca il primo asino.
La Bonelli difetta sotto questo aspetto. Non c'è un minimo di elemento trascinatore negli altri media. E a quando a quando la SBE si cimenta a metterne su uno, ti prende il personaggio sicuramente meno iconico rispetto ad altri della propria scuderia (si, chiaramente mi riferisco a Dampyr). Se passiamo poi ai cartoni animati, ancora peggio. Non tanto nella scelta di Dragonero, quanto piuttosto per come questo viene reso. Il cartone non diventa un veicolo del fumetto che seppur edulcorato affronta in modo semplificato le tematiche adulte della serie che esce in edicola, quanto piuttosto una narrazione parallela specificatamente pensata per bimbi fin dai primi soggetti che poi si traduce in storie ridicole e dallo scarso appeal anche per un seienne. Insomma, era molto più forte il reboot di DuckTales (quello si, costruito sui fumetti di Barks e Don Rosa) piuttosto che una qualsiasi serie di cartoni italiana tratta da un fumetto di casa nostra.
Ma questa è una politica - profondamente sbagliata - della Casa Editrice che mentre spende milioni per il film di Dampyr, sgrana gli occhi dinanzi al ritrovato morboso interesse verso Diabolik spinto - quello si - dalla trilogia dei Manetti bros. (e questo al netto della qualità intrinseca dei film in quanto prodotti cinematografici).
La Bonelli, se doveva spendere milioni per film o serie TV, doveva innanzitutto puntare sui cavalli di razza (o comunque ben noti) della sua scuderia. Non puoi ancora tergiversare in particolare su Tex e Dylan Dog che per un motivo o per l'altro sono noti dai ragazzini di 12 anni fino ai novantenni. E si badi bene: NOTI non LETTI.

Andiamo al secondo asino che casca, anche se a metà. La promozione online. Negli ultimi tempi - seppur timidamente - girano più notizie sui personaggi bonelliani. E Dylan Dog sotto sotto, non tanto negli ultimi mesi ma sicuramente nell'ultimo lustro, ha fatto la parte del leone (e qua bisogna ovviamente darne merito a Recchioni). Il problema però è che nel mondo moderno iper scafato, non puoi promuovere rivoluzioni per poi propinare schifezze senza né capo e né coda, prive di mordente e di una banalità sconcertante al pari di una performance del cantattucolo di turno che vuole fare il rivoluzionario ma nella sostanza fa ciò che chiede l'attuale e imperante politically correct. Perché tempo due albi... pardon... 20 pagine dell'albo che acquisti per curiosità indotta dal web, ed ecco che lo usi per decorare l'alberello di natale dopo aver appallottolato i fogli e tinti di rosso (esperienza purtroppo personale con una mia classe e proprio con un Dylan Dog... "Jenny" per essere più precisi). Nel velocissimo e iper scafato mondo moderno, se tu prometti un petardo, devi presentarti con una bomba. E se promuovi una bomba, devi far leggere un ordigno nucleare. In tali modi fidelizzi i lettori.

Passiamo al terzo asino che casca. La qualità delle storie. Beh... è profondamente bassa. Diciamo scarsa. Se ai tempi di Gualdoni leggevi i gialletti insulsi ma ti ritrovavi comunque i caratteri sbiaditi di Dylan Dog, nell'ultima decade leggi banalità biografiche di un personaggio che non somiglia manco lontanamente a Dylan Dog. Chi escrive oggi Dylan Dog non ha la minima idea di come si scrive un simile personaggio. E spesso non ce l'hanno neanche i lettori neofiti che - giustamente - si affezionano al personaggio attuale (anche se mi chiedo come può accadere una roba simile) e non hanno idea di cosa fosse Dylan Dog 30 anni fa e giustamente, quando lo leggono, trovano un personaggio nuovo, magari non nelle proprie corde o rientrante nei gusti personali. Ma il problema non è ovviamente il Dylan Dog di 30 anni fa ma quello attuale che - essendo scritto dopo e portandone il nome - ha l'evidente difetto di allontanarsene totalmente dalla poetica narrativa. Va da se che l'Italia è piena di ottimi e vulcanici sceneggiatori ma se ci si ostina a riempire i mesi con la stessa quindicina di autori (spesso poco apprezzati, lontani dal mondo di Dylan Dog e che trasmettono più l'impressione che scrivano per timbrare il cartellino piuttosto che raccontare qualcosa), supervisionati con la mano sinistra tra un post e l'altro sui social e mentre la mano destra scrive tutt'altro, ecco che la qualità crolla.

Procediamo col quarto asino che casca. Il tipo di narrazione - e qui mi riaggancio con la premessa sull'esterofilità - deve essere adatto al gusto italiano. Se si analizzano le produzioni (di libri, fumetti, serie TV) di successo in casa nostra (al netto della qualità), risulta evidente che non vi è una narrazione serrata (ovviamente ad eccezione di micro serie che nascono con l'intento di raccontare una storia ben definita in tot puntate). La fruizione seriale dell'italiano, paradossalmente, è occasionale. Non seriale. Ma è il successo della serialità italiana. Le trame orizzontali sono blande, spesso insignificanti. Lo capì Sclavi nell'86 e lo vediamo tutt'oggi. Si puà usufruire di un libro (o un episodio) di Montalbano come "La danza del gabbiano" senza necessariamente passare dal primo libro (La forma dell'acqua) o dal primo episodio per la TV (Il ladro di merendine). Posso comprare l'ultimo Diabolik senza avere la necessità di conoscere "Il re del terrore" del 1962. Posso vedermi un qualunque episodio di Don Matteo della decima stagione senza sorbirmi i precedenti 20 anni di produzioni. E così via... da sempre il modus narrativo seriale italiano si muove in tal modo. Perché fondamentalmente è così che lo vuole l'italiano medio.
E di certo c'è che in ogni caso se una serie (qualsiasi sia il canale comunicativo) nasce e si struttura in un certo modo, non può certo "modificarsi". Verrebbe snaturata con il risultato che viene a perdersi l'interesse del fruitore, sia che si parli di una narrazione orizzontale blanda, sia se si tratta di una serie con una narrazione concitata, serrata. Insomma, se improvvisamente mi fanno - ad esempio - "The Boys" con storie autoconclusive che non aggiungono nulla di che, dopo 8 episodi, su quanto accade tra i Boys e la Vought International... beh... un po' mi cagherebbe la minchia e non andrei avanti con la serie. Medesimo discorso con Dylan Dog: se per decenni ho fruito delle sue storie che iniziavano e si conludevano lì, senza avere necessariamente il bisogno di comprare il numero successivo o quello previsto dopo mesi o anni per sapere come la cosa si evolve, in tal modo deve continuare. Ma non perché uno è matusalemme o altre minchiate del genere scritte tanto per insultare o far passare per degli idioti i lettori, quanto piuttosto perché l'universo di Dylan Dog NON è stato pensato, progettato, costruito, strutturato e pubblicato per una narrazione serrata. Non vi sono i personaggi adatti (né come tipologia, né come numero), non vi è una genesi aprioristica del protagonista ben chiara, non c'è una contrapposizione forte e variegata tra le parti che giustifichi una narrazione serrata. E nel mondo di Dylan non la puoi calare di botto, senza alcun senso. Soprattutto se non si è il creatore del personaggio, nonché il creatore in un momento della propria vita contraddistinto dall'ispirazione. Cioè se Enoch e Vietti decidono improvvisamente di fermarsi con la serialità bonelliana per passare a una serialità per stagioni in Dragonero, è lecito perché non lo stanno facendo a 25 anni dalla nascita del personaggio e comunque ci si stanno cimentando in un momento altamente creativo della propria carriera di fumettisti. Ma di certo non lo può fare Recchioni in una serie dell'86 di Sclavi. E in ogni caso non ne ha mostrato le capacità, sotto molteplici aspetti.

Concludiamo col quinto asino che casca. La sceneggiatura e come questa viene messa in scena. Qua apriamo un tasto dolente. Il primo problema di Dylan Dog è stata questa sorta di auto censura che prima ha introdotto Sergio Bonelli per poi passare in modo più o meno conscio ai vari autori - compreso Sclavi - che di fatto hanno iniziato a limitarsi. Il fascino di Dylan Dog, quel suo essere colto e popolare allo stesso tempo, era figlio di una crasi tra simili concezioni e strutturazioni del fumetto. Cioè potevi passare dalle masturbazioni pirandelliane, alle battute idiote nel giro di poche pagine, così come dalle teorie freudiane ad aghi infilzati negli occhi, o ancora passaggi da Poe con viste su tette e culi. Dylan era tutto questo. Un insieme di raffinatezza e grossolanità. Se levi uno di questi aspetti, perdi un animo del personaggio, nonché della serie. E ovviamente una parte di lettori. L'italiano - tornando sempre alla premessa - è morboso. Non puoi levargli l'eros e lo splatter. Ma allo stesso tempo non puoi levargli la citazione colta, la narrazione sorprendente. E nel paese dei mille problemi e della ricerca forsennata nello sdrammatizzare, non puoi levare l'ironia, il sarcasmo, la semplice comicità pura e a volte demenziale. Il successo di Dylan era tutto questo insieme. Non una parte. Non è che se uno oggi mi scrive: "a me lo splatter neanche piaceva" significa che è stata la mossa giusta fatta dalla casa editrice. Ma Dylan Dog nacque in un certo modo e il successo che ne ha decretato la miticità nel fumetto seriale italiano non è certo dovuto ai primi dieci confusi numeri o al successivo periodo in cui Sclavi già aveva guai seri di salute (corrispondente più o meno dal numero 85 in poi), quanto piuttosto a quella settantina di numeri che hanno forgiato in un certo modo la serie sotto i suoi molteplici aspetti narrativi, che ora accontentavano il palato fine così come quello boccacesco.

Ecco... dopo questa strage di asini, più o meno è chiaro qual è il pensiero per il rilancio. MIO e solo MIO.
Niente di trascendentale ma solo alcuni punti ben chiari da seguire (ovviamente al netto che un altro Sclavi è impossibile averlo):
- Storie autoconclusive;
- Semplicità di base nella trama (o per lo meno nella maggior parte delle trame) per focalizzarsi sulla strutturazione dei personaggi;
- Cura nel comporre soggetti e sceneggiature;
- Citazionismo sensato;
- Promozione online a pillole e ossessiva;
- Una serie TV in stile The Boys: senza censure ma anzi schiacciando l'acceleratore, quindi rendendola vietata ai minori;
- Ritorno serrato - quello si - all'ironia, allo splatter e all'erotismo (più o meno velato);
- Scouting fra giovani autori non affermatisi o se sono già noti, che non lo siano per produzioni lontane dallo spirito dylanato;
- Osservazione delle reazioni dei lettori ma non per realizzare pseudo fan service*;
- Riduzione della produzione per confezionare al meglio il prodotto;
- Una supervisione meticolosa e immersiva dei curatori (perché penso che ce ne vogliano più di uno);
- Diversificare - e lì si, sperimentare - le uscite extra (magari inventandosene una proprio forte sotto tutti i punti di vista).

Sulla reazione dei lettori (*) mi riferisco soprattutto alla strutturazione di un mondo Dylaniano quello si, che nel tempo, possa essere strutturato per una narrazione serrata di tot numeri. Se per esempio c'è una poliziotta come Carter di "Destinato alla terra" che ha fatto tanta breccia all'epoca nei lettori, perché inventarsi dal nulla Rania? E se c'era già un Gorman di "Anime prigioniere" che tanto intrigò i lettori, perché creare Carpenter? Insomma, attraverso delle indagini, capire cosa piace ai lettori. Per esempio, Barks invento Paperon de Paperoni solo come espediente narrativo nella storia "Il Natale di Paperino sul Monte Orso" ma la reazione dei lettori fece si che il buon Karl riprendesse il personaggio in storie successive sviluppandolo a tal punto di diventare uno dei comprimari imprescindibili delle storie Disney ambientate e Paperopoli e dintorni. E all'epoca neanche c'era internet per saggiare subito ciò che piaceva o meno ai lettori. Questo devono tornare a fare alla Bonelli. Non ebetarsi degli allocchi che scrivono costantemente "bravi", "capolavoro", etc... ma capire le critiche (positive e negative, ma soprattutto argomentate) e cosa veramente fa breccia nel gusto dei lettori.

Ecco... diciamo che questa è la mia visione per il rilancio. Sempre MIA e solo MIA.
Magari poi qualche altra cosa mi verrà in mente e casomai l'aggiungo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rrobivecchi e nuovi DD: pensieri sparsi per il rilancio
MessaggioInviato: mer feb 22, 2023 8:08 pm 
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Bel post Lord, sono d'accordo più o meno su tutto.
Sono molto d'accordo sul discorso media, incredibile che si sia partiti con Dampyr... ma d'altronde la Marvel era partita con un personaggio minore (iron man) quindi era ovvio fare lo stesso. Patetico.
Molto d'accordo pure sulla presenza online, a tratti inesistente, a tratti irrispettosa, a tratti insultante dell'intelligenza dei lettori. Il discorso "purchè se ne parli" può funzionare per un certo tempo e in certi campi, ma alla lunga stanca ed è deleterio.
Sulla qualità delle sceneggiature e su quanto molti autori siano inadatti al personaggio, stendiamo un velo pietoso.
Non concordo sul discorso della serialità. Ok, giusto guardare al proprio mercato di riferimento, però è chiaro che ormai anche in italia, c'è richiesta di una trama che in qualche modo proceda, anche a sommi capi, anche un numero ogni annata. Oppure tramite cicli narrativi. Il tutto ovviamente cercando di mantenere uno status quo confortante per il lettore casuale. Non è facile, ma secondo me si può fare.
Mi è piaciuto molto il discorso sulle varie anime della testata: ho sempre trovato una stronzata il discorso di "prendere tanti autori così che ognuno interpreti un lato del dylan di sclavi". Ho sempre creduto che fosse uno dei motivi per cui la testata soffre. Dylan ha bisogno di pochi autori, in grado di gestire tutte le caratteristiche (ottimamente elencate da lord) che sclavi gli ha dato. È difficile? Sì. Ma gli autori in grado di farlo ci sono stati e ci sono, e i nomi li sappiamo. E se non ci sono, si cercano. Stiamo pur sempre parlando della seconda testata della casa editrice!
Bellissimo anche il discorso sul riutilizzare personaggi passati. È sempre bello vedere personaggi ricorrenti, e ti da quel senso di "universo narrativo coerente". Mi ricordo la Barbato con il suo ciclo "il seme della follia-la scelta-la peste" oppure con il recente trittico di Nora. Questo intendo per cicli narrativi adattabili alla serialità bonelli. Lasciare all'oblio un personaggio che funziona è una scelta che trovo assurda e controproducente. Bilotta insegna come si fa a riutilizzare le storie passate con classe.

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Oggettivo è ciò che richiede dimostrazioni.
Soggettivo è ciò che richiede argomentazioni.

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