Non ci piove, NECROPOLIS è il più bell'albo degli ultimi tempi. Ma credo superfluo aggiungere che non ci possiamo aspettare miracoli, e il "vecchio" Dylan non tornerà mai.
I motivi sono molteplici, ma potrebbero essere racchiusi in due parole: tutto passa. Il Dylan degli anni '80/primi '90 era lo Sclavi di quegli anni, e solo lui sapeva (e poteva)scrivere quel genere di storie. Lui ERA Dylan allo stesso modo in cui Gianluigi Bonelli era Tex, in un'identificazione quasi totale con il personaggio (e non sto assolutamente dicendo che Dylan ASSOMIGLIASSE a Sclavi, badate bene). Le sue paranoie, le sue manie, i suoi problemi, le sue speranze... Nel Dylan di quegli indimenticabili anni è confluito tutto lo Sclavi-pensiero. Che con il tempo si è naturalmente modificato, si è evoluto, è cambiato. E difatti, con il tempo, le sceneggiature sclaviane sono diventate meno incisive, più "professionali" e meno sentite di una volta. In definitiva, meno belle. Per quanto possa essere strano, credo che la vita di Sclavi sia migliorata di pari passo con il "peggioramento" del suo personaggio prediletto. Lo Sclavi sereno e tranquillo di oggi non scriverà più come quello irrequieto e tormentato (almeno credo che lo fosse) di quindici/vent'anni fa (e a scanso di equivoci, una precisazione: mi auguro che a Sclavi le cose vadano nel miglior modo possibile; ci ha già dato tanto, in passato, e ha tutta la mia gratitudine).
Ora che Sclavi non scrive più, credo ci possiamo aspettare solo questo: professionalità. Tante storie così così, alcune belle, magari qua e là spunterà perfino qualche capolavoro... ma i tempi di "La bellezza del demonio" non torneranno più.
E dove lo troviamo, infatti, un altro sceneggiatore che "senta" Dylan allo stesso modo di Sclavi?
Ciao
Teo
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