Sono i primi 7 numeri della serie Marvel Knights
Comunque proprio due parole sul ciclo di Miller e il suo
Born Again:
Frank Miller.
Tutti lo conosciamo per i suoi lavori su Batman, in primis
Anno Uno e
Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, due autentici capolavori che verranno sempre citati tra i
must have dei comics. Ma prima della DC, Frank lavorò per la Marvel, scrivendo uno dei cicli più belli per la casa editrice, probabilmente il migliore per Daredevil.
E’ proprio su Devil che Miller fa qualcosa che nessuno aveva fatto prima. Una rivoluzione che sarà per anni il punto di riferimento del panorama fumettistico statunitense. Svolta che funge da apripista e che sarà seguita da tanti altri autori, fortemente influenzati dai concetti supereroistici milleriani. L’ Omnibus della Panini che ripropone interamente il suo ciclo è un ottimo mezzo per poter capire a fondo questo percorso di maturazione attuato da Miller ad inizio degli anni 80’. Il volume, in questione, pubblica i primi lavori da disegnatore sui testi di McKenzie. Successivamente, Miller diventa l’autore principale della testata stravolgendo totalmente l’universo supereroistico e calando il personaggio in un contesto hard-boiled, dalle atmosfere noir e da crime story.
Proprio quando si apre la lunga gestione di Miller, si nota la differenza sostanziale con i precedenti numeri. Niente più atmosfere solari, canovacci narrativi lineari e semplici o villain da serie z. Ma soprattutto niente più eroe senza macchia e sempre sicuro di sé. Infatti, la psicologia del personaggio viene continuamente messa a dura prova episodio dopo episodio: dubita delle sue scelte, la sua morale viene continuamente stuzzicata da personaggi fortemente iconici e simbolici, alcuni nemesi della sua personalità, altri speculari, altri totalmente fuori da ogni contesto. Ed è proprio qui che Miller ci presenterà personaggi di una potenza narrativa incredibile, come Bullseye, lo stesso Frank Castle, Kingpin, Elektra o La mano. Proprio gli ultimi due sono rappresentazione del suo amore verso la cultura nipponica, che sarà un punto cardine in Ronin.
Questo travaglio interiore è reso così epico, struggente ed immortale anche e soprattutto alle sue matite. Layout stravolti, splash page, primi piani, sfondi monocromatici, il tutto assume un certo dinamismo ed un senso pulp che nessuna prima aveva mostrato con tale forza. Percorso di maturazione che culminerà nel suo lavoro più importante e più ambizioso:
Born Again.
Miller raggiunge livelli eccelsi in quello che per molti è uno snodo fondamentale e un capolavoro. Sulla testa principale di Daredevil per sette numeri, Miller cala Matt Murdock in un vortice di disperazione assoluto. La privazione della sua identità, del suo ruolo all’interno della società, la perdita di alcuni punti fissi della sua vita come Nelson e Karen Page, lo trascineranno in una storia che non sembra avere via d’uscita. Un capolavoro semplicemente disarmante ed emozionante, pieno di colpi di scena che tengono sempre alta l’attenzione.
A Miller bisogna anche riconoscergli anche la capacità di rendere la città stessa in cui vive Matt Murdock, i suoi amici e i semplici cittadini, un elemento principale e fondamentale, forse la vera nemica del supereroe cieco. I suoi vicoli, i palazzi, i cornicioni e le vie rendono Hell’s Kitchen un’ entità, fuori dal mondo, con le proprie leggi, i suoi vizi e le poche virtù, gestita da delinquenti e boss mafiosi.
Farei leggere questo bellissimo ciclo a chi pensa erroneamente che i supereroi siano una lettura da ragazzini che non stimola alcun spunto di riflessione.
Immenso.
Meraviglioso.
Sublime.