Tratto da UBC :
Ikigami
Ikigami di Motoro Mase è stato pubblicato da Planet Manga a partire da maggio 2007. Il fumetto che più mi ha colpito nel 2007 è Ikigami di Motor? Mase, serie in prosecuzione giunta, in Giappone, al quarto tankobon e della quale sono stati finora pubblicati, in Italia, i primi tre volumi per un totale di sei episodi.
In questa serie l'autore immagina che, in una sorta di Giappone alternativo, il governo abbia deciso di iniettare per legge ad un cittadino su mille, in età scolare, una nanocapsula destinata a far morire il soggetto in un momento ben determinato della sua tarda adolescenza, mentre agli altri 999 bambini viene invece iniettato un innocuo vaccino. Lo scopo di questa burocratica roulette russa sarebbe quello di far riscoprire a tutti i cittadini il valore della vita, di renderli quindi più produttivi e, di conseguenza, di contribuire alla prosperità della nazione. A chi è destinato a morire, invece, resta solo un giorno di vita per cercare di dare un senso a tutta la propria esistenza, poiché è solo ventiquattr'ore prima dell'esplosione della nanocapsula che un messaggero del Ministero della salute e del benessere ufficializzerà, per lo sfortunato uno su mille, il memento mori consegnandogli un ikigami (che significa, per l'appunto, "annuncio di morte").
Questo spunto narrativo può essere, e forse è senz'altro, assolutamente assurdo. Siamo sicuri che la possibilità di schiattare all'improvviso fra i 18 e i 24 anni non spinga all'edonismo, piuttosto che alla produttività? E perché, superati i 24 anni ed essendo quindi scampati al pericolo, si dovrebbe continuare ad essere produttivi? E quale nazione accetterebbe di investire per anni nella formazione di giovani destinati a morire o rischierebbe addirittura di poter perdere, per i capricci del caso, un ipotetico ricercatore che già a 23 anni si fosse rivelato un "cervello" potenzialmente destinato a scoprire, che so, la cura risolutiva di una qualche malattia a larga diffusione? Superate queste perplessità iniziali, Ikigami si rivela però un fumetto estremamente ben congegnato dal punto di vista della struttura narrativa, con personaggi e situazioni ben approfondite dal punto di vista psicologico e un'ottima capacità di alternare i diversi registri stilistici, riuscendo ad esempio a far prevalere spesso, sul dramma, delle aperture intensamente poetiche.
Ma il pregio maggiore di questa serie è forse quello di far sì che il lettore, osservando le ultime ventiquattr'ore di vita di chi riceve, di volta in volta, un ikigami, si trovi scisso fra l'empatia per il morituro di turno e il dover riconoscere come una legge apparentemente così assurda e inumana riesca, sia pur in maniera inaspettata, a sortire comunque degli effetti positivi. In ciascun episodio, infatti, non solo la consapevolezza di avere poche ore da vivere induce spesso il destinatario dell'ikigami a salutare l'esistenza compiendo un ultimo gesto encomiabile, ma sempre accade che, tramite il modo in cui egli sceglie di vivere le sue ultime ventiquattr'ore - persino, si badi bene, nel caso in cui decida di impugnare una pistola per uccidere qualcuno -, la sua morte porti un beneficio a uno o più personaggi che gli sopravviveranno.
Ciò che più intriga, quindi, intellettualmente ed emotivamente, è che, anche nei casi in cui è palese che la morte del destinatario dell'ikigami ha avuto effetti positivi sulla vita di altre persone, non si può fare comunque a meno di trovare aberrante la Legge per la prosperità nazionale, così come accade a Kengo Fujimoto, il dubbioso messaggero del quale in ogni episodio seguiamo il punto di vista. Emblematica, riguardo la contraddittorietà della legge che l'autore vuol far intenzionalmente emergere, la conclusione del quinto episodio, nel quale il padre di un ragazzo ucciso dalla nanocapsula sarà spinto, proprio grazie alla morte del figlio, ad un riscatto personale... riscatto personale che si concretizza però, in una sorta di cortocircuito, nel consacrare quella che prima era una vita insulsa alla lotta contro la stessa Legge per la prosperità nazionale che gli ha tolto il figlio.
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Batti in aria le mani e poi falle vibrar ,
se fai come Simone , non puoi di certo sbagliar !
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