<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br /> E Quesada... be', a differenza di Andrea non mi ha mai esaltato: sarà perché le mie aspettative erano particolarmente alte, sarà perché da Kevin Smith mi aspettavo qualcosa di diverso, ma <i>Il diavolo custode</i> mi è sembrata una storia carina, divertente e poco più.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ecco i miei perchè [8D]...
SPOILER
VACE NON LEGGERE
SPOILER
SPOILER
Partiamo dalla trama.
Sono molto attratto da tutto ciò che (s)co(i)nvolge la prospettiva tradizionale della mitologia biblica (DOGMA è uno dei miei film preferiti di Kevin Smith. Molti miei cortometraggi hanno come idea di base un ribaltamento dei ruoli codificati di Paradiso/Inferno. Preacher e Chosen sono tra le storie più interessanti che mi sia capitato di leggere). Le premesse di Diavolo Custode erano ottime: L' avvento di un nuovo messia (o demonio?) affidato alle cure di Murdok.
Premesse ottime perchè Kevin Smith ripropone (dopo Miller) la fede cristiana di Murdok come baricentro d' analisi psicologica del personaggio: aggiungendo alla metafora supereroe cieco/giustizia cieca l' ossimoro diavolo/uomo di fede.
Poi ci sono le didascalie di pensiero di Matt, le lettere di Karen e i dialoghi tra i due (e penso, ad esempio, quello sul costruire una famiglia), il rapporto profondo e teneramente ambiguo con Natasha e lo spessore di Nelson difronte alle colpe del tradimento.
Il tutto in un crescendo apocalittico che culmina con la morte di Karen. Con la rabbia di Devil. Col dolore di Matt.
Lo so. Uccidere un comprimario con 40 anni di storia è quasi sempre un' arma comoda e vincente, a volte fastidiosa, e che fa leva sull' affetto che si è creato, per proprietà transitiva, in primo luogo attraverso il legame col protagonista .
Eppure, in questo caso, trovo tutto gestito al meglio: con le pause giuste al momento giusto, con retorica composta, con tempi narrativi calzanti.
La trama si sgonfia un po' nel finale (come troppo spesso succede nei fumetti), ma è stato il viaggio, più che la meta, la parte più interessante del racconto.
Poi i disegni.
Tra qualche anno, come fu per Mc Farlane nei 90, ridimensioneremo la portata del character design e dell' impaginazione di Quesada (l' autore stesso comunque si sta evolvendo -vedi Devil:Padre-, cosa che invece il buon Tod non ha saputo fare), ma per il momento, le sue tavole, a riguardarle, sono ancora sbalorditive.
Sono di parte, lo so.
Ma Kevin Smith... voglio dire, è SILENT BOB! Come si fa a non essere di parte? [:I][:D]
A.
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