Cravenroad7

Di questo albo si salva solo la copertina .
Ruju è un bravo sceneggiatore, quando vuole, ma certi soggetti banali e "stupidini" potrebbe lasciarli stare...

mamma mia, altra storia che non dovrebbe concedere attenuanti. Disegnata da e con disegni e disegnatore impubblicabili, addirittura. Ruju minimale, infantile, non pubblicabile. Sussulto da un soggetto agonizzante la scena finale con il dottore matto che si lascia divorare dalle sue creature (non ci viene mostrato). Amministrazione ordinaria, dignità da salvare, l'inizio e un'indagine superficialmente dylaniani. Ma con quei disegni davvero ogni barlume di piacevolezza nei testi muore sul nascere. Storie come questa fanno rabbia, c'è l'evidente raggiro, è Dylan Dog ma scaduto, snaturato, ma soprattutto scaduto direi. Voto complessivo 4

Vogliamo parlare del finale....?


Quanti sono rimasti allibiti guardando l'ultima vignetta?

Dal 2000 in poi qualunque albo con Cossu (salvo 1 o 2 eccezioni... "Phobia" ad esempio) è una mazzata assurda, poi Ruju ha collaborato con lui nelle sue prove peggiori.
Sopravvivere all'Eden è un albo che è come la casetta della strega in Hansel e Gretel, ti attira non poco la copertina ridondante di leccornie, ti cadono le braccia quando hai finito di leggerlo, lo butti con rabbia insieme agli altri dyd e lo lasci lì per sempre e finisce (fortunatamente) dimenticato dalla tua mente.

DIMENTICABILE

Mah, mi è capitato tra le mani e ho avuto modo di leggerlo.
Cossu e Ruju sono l'autore e il disegnatore che meno digerisco, però devo ammettere che questa storia si è fatta leggere, molto più di altre (percezioni extrasensoriali -.-''')...do la sufficienza, secondo me c'è molto molto peggio. Lo spunto poi lo trovo davvero interessante.

Una delle storie che mi hanno portato a leggere Dylan con il cervello spento e il pilota automatico. Non aggiungo altro.

Tutto sommato questa storia non mi è dispiaciuta; si, sarà come dite voi, Dylan scaduto, pilota automatico ecc. ecc. ma rispetto a certe storie qua siamo su un livello più alto.
Ripeto, sempre rispetto ad alcuni numeri. In generale non figura tra le migliori di Ruju nè dell'intera serie.

Dai, aggiungo qualcosa, che un commento da 1 riga non è da me. Partiamo dal primo tallone d'Achille, del tutto personale: i disegni di Cossu, come sempre indigesti al sottoscritto; penso che mi avrebbe reso indigesto pure "Memorie dall'Invisibile" se per sbaglio l'avessero assegnato a lui. Si è quasi sempre ben difeso bene nelle storie con elementi "da fiaba", tipo "Ombre" o "L'antro della Belva", oppure in altre ironiche/grottesche (tipo "Risvegli"), ma nelle altre ho fatto davvero fatica a salvarlo, anche se qualche eccezione c'è.
Dal lato della "scrittura", penso invece che il soggetto di Ruju fosse potenzialmente interessante, pur non essendo del tutto nuovo nel panorama dylaniato (il ben più riuscito "Lama di Rasoio" riguardava sempre una piccola comunità tendente alla perfezione, che in realtà celava l'iperviolenza di alcuni suoi cittadini, oltre a ben altro!); c'era però almeno l'aspetto inedito di Dylan tentato dall'integrazione nella comunità; il problema invero è la sceneggiatura, scialba, totalmente priva di mordente e assente di scene veramente violente e splatter che in un albo come questo sarebbero state necessarie (il confronto con il già citato #28 è impietoso, ripensando alle tavole trasudanti sadismo di Tacconi). Forse erano già entrati in vigore i famosi paletti (?) e comunque la staticità del tratto di Cossu mette la definitiva pietra tombale sulla questione. Anche la sottotrama gialla non convince, in primis perché l'enigma dell'aspetto del presunto mostro (risolto da Dylan grazie a un improbabile puzzle) ci viene urlata in faccia più volte con i vetri rotti, e poi perché l'identità dell'assassino è, a conti fatti, del tutto indifferente (poteva essere lui, come chiunque altro). Finale che lascia con l'amaro in bocca per il destino del dottore (anche qui c'era da andarci giù pesante) e suscita ilarità per il Dylan-trottolinoamoroso-affettapane. Da segnalare un Dylan sempre più noioso, moralista e compassato, che almeno ancora trombava.
Salvo la scena dell'incendio con l'aggressione della mamma-assassina.
Insufficiente.

bisogna dire sulla carta che l'atmosfera da casette a schiera ben si relazionava a cossu.

Forse la peggiore?

nelle peggiori storie di Dyd c'è sempre... Cossu XD

Eh...non benissimo,eh.
Storia un po' cosi',che parte anche in maniera curiosa.Tuttavia,l'interesse iniziale per la comunita' e per l'approccio verso di essa...tende a scemare pagina dopo pagina,rivelando tutte le debolezze di un racconto che arranca ad arrivare,non dico a una conclusione...che c'e',frettolosa e insipida ma c'e'...ma a un reale senso di empatia con i personaggi e con l'evoluzione stessa della storia.E' un Dylan piuttosto piatto,senza mordente...non c'e' molto di personale.Difetti che riscontro spesso nella scrittura di Ruju,che sembra virare in mille direzioni per poi non arrivare a niente di concreto.I disegni di Cossu,non il mio preferito per non dire altro...non aiutano.

Quoto quasi tutto quello che è stato scritto fin qui.

Questa storia appartiene al Ruju peggiore.
Pazienza i disegni di Cossu, ma la sceneggiatura è uno sfacelo!

Si prenda per esempio quando Dylan, durante il primo incontro coi teppisti, commenta: "E questo sarebbe un luogo tranquillo e pacifico?!"
Ma santiddio, è evidente anche all'ultimo dei fessi che i teppisti NON fanno parte della comunità! Vengono da fuori!
E' come se io, qualora la casa dei miei nonni (novantenni totalmente innocui) venisse vandalizzata da un intruso sconosciuto, me la prendessi col nonno anzichè con lo sconosciuto dicendogli: "Ma perchè casa tua è diventata un simile postaccio? Io qui non ci metto più piede!"

Altrettanto assurdo il fatto che il collega dello scienziato, personaggio cruciale, venga introdotto solo nelle ultime pagine. Giusto in tempo per spiegare la rava e la fava a Dylan il quale altrimenti non cavava un ragno dal buco.

Storia da dimenticare. Io purtroppo non l'ho dimenticata.

Da Ruju non mi aspetto mai il capolavoro, sarà per questo che trovo le sue storie perlopiù dignitose (nel bene e nel male leggibili) e a volte persino piacevoli, non le ho lette tutte ma ultimamente ne ho “revisionate” molte, in particolare quelle della serie regolare, iniziando da Il richiamo della Foresta sua prima prova dylaniana.
Beh nessuna vetta, nessuna storia da inserire nell’olimpo delle migliori ma una discreta manciata di albi buoni, storie piacevoli, tra quelle lette le uniche che boccio senza appello sono Hook l’implacabile, Nato per uccidere e in parte La nuova Stirpe.
Sopravvivere all’Eden conferma lo status “ordinario” di uno sceneggiatore capace che non riesce mai ad andare oltre un certo standard qualitativo, anche in questo caso si parte da un soggetto abbastanza scontato che Ruju porta avanti senza particolari trovate, è vero che l’iter narrativo è in alcune parti prevedibile ma è altrettanto vero che la storia intrattiene a dovere e che la riflessione di fondo, quella di una società tenuta “sotto controllo” dall’illusione di un Mad Doctor lascia comunque pensare.
Certo, molto meglio sarebbe stato se tale tema fosse stato sviscerato con un piglio diverso, con un approfondimento diverso, cosa che non avviene in quanto Ruju si limita al suo compitino e ci consegna un episodio senza guizzi ma che inserito in un contesto seriale ci sta senza problemi, perchè unisce una buona parte investigativa ad una dimensione orrorifica folle ma in fondo non tanto lontana dalla nostra attualità (esistono già molti quartieri o villaggi chiusi allo straniero, con le proprie leggi e regole, per chi non lo avesse visto consiglio il film La zona).
Cossu a me piace, per cui promosso anche lui.
Voto: 7

"Sopravvivere all'Eden" è una storia che ha pregi e difetti.

Bruttina la copertina, buono il soggetto, anche se forse andava lavorato meglio.



Disegni di Cossu perfetti, in un tipo di ambientazione che ben si sposa con il suo tratto da favolista. C'era da lavorare parecchio su un soggetto simile e la sceneggiatura temo sia stata sbrigativa, anche per la mole di lavoro che all'epoca aveva il povero Ruju.