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#MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..
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Autore:  Solomon Kane [ lun feb 23, 2015 11:35 pm ]
Oggetto del messaggio:  #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Tre incubi "vecchio stile" per il secondo Maxi Dylan Dog Old Boy!


Immagine


Maxi Dylan Dog
N° 23

Copertina: Gigi Cavenago

Chiuso nell’incubo
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Maurizio Di Vincenzo

Dylan a confronto con un altro se stesso: la sua cattiva coscienza… Groucho ridotto in fin di vita da un demone che ha gettato Londra nel caos… L’Ispettore Bloch sotto inchiesta per aver passato file riservati all’Inquilino di Craven Road… Come faranno i Nostri a districarsi da questi enigmatici eventi?



A volte non ritornano
Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Giorgio Pontrelli

L’Old Boy riceve la visita di Gregory Talbot, professione “risvegliante” di morti. Il “dono” dell’uomo consiste, infatti, nella capacità di riportare in vita, seppur brevemente, persone appena decedute. Ma da qualche tempo la durata e le modalità dei risvegli sono mutate in modo allarmante...



Sciopero generale
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Alessandro Baggi

All’improvviso, la realtà stessa sembra collassare e Dylan Dog si ritrova alle prese con un mondo divenuto preda di oscuri incubi, tanto incongrui quanto letali, di folli visioni catastrofiche, di un’incredibile ridda di forme impazzite che semina la morte.


..................................................................................................

Per rendere il topic delle ultime uscite più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua a postare qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Autore:  Yulin Fantasy [ gio feb 26, 2015 12:00 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Ho letto la prima storia e a me è piaciuta tantissimo :) E da come ho visto le altre, mi sembrano anche loro altrettanto buone.
I disegni sono bellissimi :g:
Però, sono sempre gusti. A me la prima storia è piaciuta tantissimo perché amo le storie in qui Dylan viene distrutto psicologicamente, e anche le storie che si incentrano sull'amicizia di Dylan e Groucho :)
Per me vale la pena comprarlo, ma prima è meglio che tu aspetti altri pareri.

Autore:  Piccatto [ gio feb 26, 2015 12:24 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Comunque un'uscita validissima, a sorpresa molto migliore del numero precedente e probabilmente uno dei migliori maxi mai usciti.
A sorpresa, in realtà, dati gli autori coinvolti. Tre storie molto diverse, ma tutte piuttosto riuscite.
Di Gregorio tira fuori una storia immediata, senza fronzoli e spiegazioni di troppo, tutta immersa nell'onirico. Dai risvolti non pienamente prevedibili. Di Vincenzo sottotono, ma il suo Dylan dark è eccellente, spero di rivederlo.
La Marzano-Pontrelli è sorprendentemente buona, forse la più bella storia di Marzano, resa ai disegni da un artista che sono estremamente contento di aver la possibilità di rivedere tra appena un paio di mesi.
Non so fino a che punto la storia di Gualdoni sia stata rivista, ma mi ha fatto divertire abbastanza coi suoi rimandi metatestuali. Baggi crea un Dylan anni '70 che non mi spiace punto.
Buono l'effetto spaesamento complessivo, molto dylaniato. Sceneggiature senza le solite pecche che evidenzio per questi autori, questo mi fa molto piacere. Forse non sono tre storie sufficientemente succose da poter comparire singolarmente sulla serie regolare, ma insieme, senza essere capolavori, funzionano bene. Do un buono d'incoraggiamento.

Autore:  Regal [ gio feb 26, 2015 12:58 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Questo maxi è la morte della quarta parete, distrutta gia da quello scorso e seppellita definitvamente con questa. Gia una storia autoconsapevole in un maxi è tanto, due sono impensabili (la prima e la terza).

Comunque prima storia indecente, gia vista e le solite cose, si. voto 4.
Seconda classica "marzanata" ma leggibile, voto 6.
Terza magnifica, per quanto il finale, autoconsapevole tra l'altro, sia tremendo. Voto 8.

In media, votato 7, il miglior maxi da tempo.

Ps: chi diamine ha scritto il trafiletto in inglese di pagina 29? Er monnezza?

Autore:  Yulin Fantasy [ gio feb 26, 2015 2:24 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Ho letto l'ultima storia (ho saltato la seconda, me la leggerò dopo) e la trovo un vero capolavoro. Non voglio dilungarmi troppo, dico solo
Spoiler!
che amo quando si rompe la quarta parete :)

Autore:  Don Cristo [ gio feb 26, 2015 6:28 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Tre buone storie (soprattutto l'ultima). Letto subito dopo il nuovo albo regolare, mi ha restituito il buonumore.

Autore:  V.M. [ gio feb 26, 2015 7:37 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

SPOILER SPOILER SPOILER

Chiuso nell'incubo è un episodio tanto pretenzioso quanto inutile. Anzi, persino dannoso. Per quanto mi riguarda, sono allergico ai What If e alle storie totalmente incentrate sulla psicologia di Dylan, sulle sue idiosincrasie e sulle sue debolezze. Come posso farmi coinvolgere da vicende come la morte di Groucho, il trasferimento forzato di Bloch o la nuova occupazione di Dylan, se so fin dall'inizio che a pagina 98 tutto tornerà come prima? Sulla presunta morte di Groucho, poi, Di Gregorio sforna una spiegazione di rara comicità involontaria.

A volte non ritornano parte bene, per un po' avanza con un certo ritmo, ma si risolve nella solita orda di zombi che fa virare l'horror verso l'action. La storia di Marzano non è né più né meno che mediocre.
Pontrelli prova a fare il Dall'Agnol, ma i risultati sono altalenanti: il lavoro di sintesi c'è, ma alcune tavole sono eccellenti, altre quasi imbarazzanti.

Sciopero generale è un classico Dylan surreale, che a tratti sprizza genialità e (sempre a tratti) quasi regge il confronto con capolavori dell'assurdo come Golconda, Ucronìa o Cose dell'altro mondo. Peccato per il finale, che pur alleggerito da una piacevolissima autoironia, si traduce comunque in un'inutile spiegazione dell'inspiegabile.
Gualdoni, aiutato dalle ottime tavole di Baggi (e forse anche da qualche opportuna "correzione" di RRobe), a mio parere firma il suo miglior Dylan Dog.

Tiro le somme.
Questo secondo Old Boy fa un passo avanti rispetto al primo, sia nei testi sia nei disegni.
Resta forte, però, l'impressione che il Maxi serva ad ospitare scarti della vecchia gestione e storie nuove troppo mediocri per trovare spazio sulla serie regolare.
In ogni caso, comprendo perfettamente le ragioni che spingono l'editore a tenere in piedi questa collana (le sue buone vendite; i moltissimi autori al lavoro su Dylan; i lettori tradizionalisti e contrari alle novità del nuovo corso). Se è il prezzo da pagare per avere una serie regolare migliore (e fino ad ora è stato così), mi va bene.

P.S.: Ma... è così brutto fare l'impiegato in azienda? :o La questione su Dylan non è nuova (v. la breve L'incubo dell'Indagatore, di Sclavi & Villa, con le conseguenti polemiche di alcuni lettori) e viene affrontata in tutte e tre le storie di questo Maxi. La risposta è sempre la stessa. :D

Autore:  Cyber Dylan [ ven feb 27, 2015 3:16 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Non ho preso il Maxi precedente, ma ho comprato questo. Più che altro affascinato dalla copertina.

Ne è valsa la pena? Mah... :| Francamente trovo che il Maxi, oggi come in passato, continui a galleggiare nel mare della mediocrità.

Prima e seconda storia non più che accettabili.
Terza storia a dir poco terribile! :(

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Chiuso nell'incubo

Di Gregorio realizza una storia apparentemente critica sullo stile di vita dylandoghiano.
In realtà si tratta di un trucco: a un clichè viene sostituito un altro clichè di segno opposto. :|

Intendiamoci, certe caratteristiche di Dylan Dog negli ultimi anni avevano cominciato a infastidire anche i lettori bonelliani di lunga data, che pure sono per tradizione conservatori. Troppe cose apparivano ormai fuori tempo (l'atteggiamento con le donne, lo stile di vita...) e quindi era giusto e inevitabile che qualcuno le criticasse.

Ma di storie "critiche" ne sono state fatte parecchie ormai! La Barbato da sola ne ha sfornate almeno una mezza dozzina! Insomma, la cosa si è trasformata in un vero e proprio sottogenere dyladoghiano.
E questa storia non aggiunge assolutamente nulla, anzi ostenta clichè di altro tipo, solo più recenti (es.: Dylan con le guance non rasate perchè il lettore capisca quanto terribilmente stia soffrendo... :cry: ).

Al clichè del Dylan superficialmente innamorato e orgogliosamente irresponsabile si è sostituito il clichè del Dylan che si piange addosso e si macera nei tormenti... per 94 pagine. Dopodichè tutto torna nella norma dato che nella storia successiva bisogna ricominciare dalla casella del "VIA".

Ripeto: storie del genere non sono vera critica, ma solo un clichè di segno opposto. E ovviamente lasciano il tempo che trovno, come le situazioni (ormai consunte e non più credibili) del Groucho in punto di morte e del Bloch licenziato/pensionato.

Comunque la storia si assesta sulla sufficienza perchè è sceneggiata con buon piglio e disegnata da un Di Vincenzo in ottima forma.

*******************

A volte non ritornano

Storia semplice e di lettura scorrevole, senza eccessive pretese.
Però lo spunto poteva essere sviluppato meglio ed è un peccato che tutto si risolva nel consueto e prevedibile action con sangue ai minimi livelli.

Inoltre il soggetto è esilissimo e Talbot, nonostante lo sforzo, ha una personalità troppo generica per lasciare il segno (nulla lo caratterizza, tranne il potere e l'affetto per la moglie).

Comunque l'insieme si legge piacevolmente.

********************

Sciopero generale

Gualdoni cerca di recuperare lo spirito e la verve del Dylan Dog più nonsense dei tempi d'oro - ma, per farla breve, non ci riesce.

Manca fantasia visionaria.
Manca brillantezza.
Mancano buone gag.
Manca poco che uno si addormenti mentre sfoglia questo miscuglio di assurdità accumulate a capocchia di cane!

Non è sufficiente buttare giù dei tentativi di metafumettismo, gag da scuola elementare (il "maggiolino" di Dyd che diventa un vero e proprio insetto), citazioni immotivate (Accadde Domani) per creare una buona storia. La dinamica narrativa è troppo insulsa per suscitare qualcosa di diverso dal tedio e dall'irritazione. :cry:

Quasi illeggibile.

Autore:  Gatecrasher [ ven feb 27, 2015 10:10 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

V.M. ha scritto:

P.S.: Ma... è così brutto fare l'impiegato in azienda? :o La questione su Dylan non è nuova (v. la breve L'incubo dell'Indagatore, di Sclavi & Villa, con le conseguenti polemiche di alcuni lettori) e viene affrontata in tutte e tre le storie di questo Maxi. La risposta è sempre la stessa. :D

Credo sia l'incubo più spaventoso che ti possa capitare.

Autore:  Kowalsky [ ven feb 27, 2015 11:28 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Gatecrasher ha scritto:
V.M. ha scritto:

P.S.: Ma... è così brutto fare l'impiegato in azienda? :o La questione su Dylan non è nuova (v. la breve L'incubo dell'Indagatore, di Sclavi & Villa, con le conseguenti polemiche di alcuni lettori) e viene affrontata in tutte e tre le storie di questo Maxi. La risposta è sempre la stessa. :D

Credo sia l'incubo più spaventoso che ti possa capitare.


ecco, questo penso che sia uno dei motivi per cui c'è veramente bisogno del famoso "aggiornamento".
negli anni '80 Sclavi si scagliava contro un determinato tipo di lavoro impiegatizio che, oggi, non esiste più. quel tipo di lavoro piccolo-borghese alienante da Storia di un Impiegato di De Andrè, per intenderci, che negli anni '80 in Inghilterra è stato la base di consenso della contro-rivoluzione di Reagan-Thatcher
oggi quella roba lì non esiste più, la retorica che è rimasta sulle pagine di Dylan è un'impalcatura vuota

Autore:  V.M. [ sab feb 28, 2015 12:37 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Kowalsky ha scritto:
negli anni '80 Sclavi si scagliava contro un determinato tipo di lavoro impiegatizio che, oggi, non esiste più. quel tipo di lavoro piccolo-borghese alienante da Storia di un Impiegato di De Andrè, per intenderci, che negli anni '80 in Inghilterra è stato la base di consenso della contro-rivoluzione di Reagan-Thatcher
oggi quella roba lì non esiste più, la retorica che è rimasta sulle pagine di Dylan è un'impalcatura vuota
Beh, fino a un certo punto.
Nelle ultime due storie del Maxi si parla di impiego nei call center (diffuso più oggi che ieri) e alle poste.
Oggi la maggior parte di chi fa un lavoro intellettuale in azienda passa le sue 8 o più ore seduto alla scrivania davanti al pc, condivide la stanza con i colleghi (magari non 100, ma 4 o 5) e deve rispettare le consegne del capo.
Può essere gratificante o mortificante a seconda di un'infinità di variabili, ma credo sia la condizione della maggior parte dei lavoratori intellettuali.
Anche i redattori della Bonelli lavorano così (del resto fu questa la risposta data in una vecchia Horror Post alle polemiche di cui sopra).

Autore:  wolkoff [ sab feb 28, 2015 2:10 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Esatto. L'impiagatucolo travet esiste ancora, in modalità varianti solo in apparenza.
Dai tempi di Kafka a quelli del primo Sclavi, arrivando fino ai giorni nostri, dove il post-yuppismo del singolo manovale da pc rrrrrampante non sostituisce ancora lo sgobbismo del ragioniere fantozziano, di giornate e giornate in fotocopia su quella scavata scrivania davanti ad un display. Magari dopo un master o chissà quale altra amenità, per alimentare i soliti circuiti del conventicolismo di sorta... :roll:

ALOHA FATTI UNA POSIZIONE...SEDUTO

Autore:  Aleksandr [ sab feb 28, 2015 9:26 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

Per ora ho letto solo Sciopero generale e mi ha divertito abbastanza. Una sarabanda di situazioni surreali, alcune di grande effetto (come quella dell'uomo nell'ascensore). Gualdoni è irritante quando continua a strizzare l'occhio con le sue solite citazioni senza motivo dalle vecchie storie (es. l'ultimo uomo rimasto sulla Terra, l'ascensore all'Inferno alla fine, ecc.), ma la metatestualità (già vista anche nel precedente Maxi e per ora il gioco è ancora bello) si rivela una carta vincente. Non sappiamo quanto su questa caratteristica abbia insistito la nuova revisione o sia tutta farina dell'autore, conta il risultato e per me è un 6,5. Bravo Baggi, d'effetto i suoi disegni, soprattutto nelle tavole più ampie, qualche incertezza nelle fisionomie.

Autore:  rkc [ sab feb 28, 2015 10:16 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

letto e apprezzato!!!
prometto che saro' piu' esaustivo a breve!!!

Autore:  Kowalsky [ sab feb 28, 2015 11:42 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #MAXI 23-Chiuso nell’incubo-A volte non ritornano-Sciopero..

V.M. ha scritto:
Kowalsky ha scritto:
negli anni '80 Sclavi si scagliava contro un determinato tipo di lavoro impiegatizio che, oggi, non esiste più. quel tipo di lavoro piccolo-borghese alienante da Storia di un Impiegato di De Andrè, per intenderci, che negli anni '80 in Inghilterra è stato la base di consenso della contro-rivoluzione di Reagan-Thatcher
oggi quella roba lì non esiste più, la retorica che è rimasta sulle pagine di Dylan è un'impalcatura vuota
Beh, fino a un certo punto.
Nelle ultime due storie del Maxi si parla di impiego nei call center (diffuso più oggi che ieri) e alle poste.
Oggi la maggior parte di chi fa un lavoro intellettuale in azienda passa le sue 8 o più ore seduto alla scrivania davanti al pc, condivide la stanza con i colleghi (magari non 100, ma 4 o 5) e deve rispettare le consegne del capo.
Può essere gratificante o mortificante a seconda di un'infinità di variabili, ma credo sia la condizione della maggior parte dei lavoratori intellettuali.
Anche i redattori della Bonelli lavorano così (del resto fu questa la risposta data in una vecchia Horror Post alle polemiche di cui sopra).


Punto di vista da (ex) impiegato: ni.
Certo, il lavoro rimane lavoro e nessuna balla sul cognitariato o sul lavoro creativo potrà cambiare che rimane lavoro. Ma rispetto a quegli anni lì, c'è una cosuccia magica: l'internet. Mica è un caso se i forum sono popolati dal lunedì al venerdì e durante gli orari d'ufficio. Fa una differenza enorme rispetto a quel mondo in cui tutti i rapporti sociali erano riassunti dalla gerarchia interna all'ufficio e dal nucleo familiare.
Poi, appunto, c'è una differenza enorme tra l'impiegato delle poste sostanzialmente libero di organizzare il suo tempo e l'operatore di call center di fatto sottoposto a un regime da catena di montaggio.

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