Cravenroad7

Per parte mia non credo , Nya che l'assassino abbia un background di sofferenza altrimenti avrebbe dovuto farne accenno. Io posso accettare il raptus,posso accettare il fatto che hai subito degli abusi infantili e sei diventato uno psiscopatico,posso anche accettare che tu abbia paura di morire e chieda perdono alla famiglia. Quello che non accetto sono le fredde frasi retoriche che si possono sentire al bar e già lì mi danno fastidio,in quel contesto non ne parliamo
A chi dice che la morte di Sylvie è una parodia...sì,ovvio c'ero arrivata anche io,ma mettere una parodia in un albo di questo genere e come infilare una strofa di "applausi per fibra" in "my immortal" degli evanescence....
lo ripeto ,un peccato

Storia estraniante, a mio parere bellissima. Il mio è un giudizio generale. Dylan Dog è anche questo. Mi ha ricordato a tratti "la locanda alla fine del mondo", albo della serie regolare che adoro.

Ah ecco, c'era la spiegazione

evita di trollare i neoiscritti.

"Scritti nella sabbia" (o sulla sabbia che sia) è un buono speciale. Il merito va a Di Gregorio, il cui stile malinconico e intimista è ormai segno di garanzia, almeno per il sottoscritto. La storia può sembrare ripetitiva (ricorda forse troppo "La locanda ai confini del mondo") però si regge su personaggi credibili e ben caratterizzati. Alcuni sono odiosi o scostanti, altri più rassicuranti e in mezzo un Dylan Dog spaesato e spazientito come sarebbe per un comune mortale. Alcune cose non mi sono ben chiare e o sono abbozzate e poi lasciate lì:



I disegni di Freghieri sono eccellenti anche se di mostri alla blob non se ne può più!
Alla fine mi è caduta una lacrimuccia, cosa che non succedeva dai tempi di "Accadde domani" e "L'uomo nero". Segno che Dylan sa ancora emozionare. Grazie Giovanni Di Gregorio!

"Può sembrare"?

Ho appena letto "Spazio Profondo", "Mai più ispettore Bloch" e "Anarchia nel Regno Unito": lì di ripetizione di soggetto e sceneggiatura ce ne sono molte di più. Ma è il nuovo ciclo che succede al vecchio...

E' l'ultimo difetto che mi verrebbe in mente per quei tre albi, in tutta franchezza. Qui invece è proprio congenita la ripetitività.

scritti nella sabbia
questo non lo avevo mai letto, mi pare che più o meno si equivalga con "la bomba", stessi pregi, stessi difetti, confezione elegante ma sostanza poca
belle le didascalie, il font utilizzato, i disegni di un freghieri ovviamente perfetto per il tipo di storia, mi è piaciuto anche l'effetto goccia a pag.117
mi è piaciuta la metafora del motel mangiato da ruggine e salsedine, il postino che getta le lettere in mare, i castelli di sabbia indistruttibili
ma, oltre a "la locanda alla fine del mondo" e "saluti da moonlight", mi ha ricordato "profondo blu" e "il santuario", 160 pagine sono troppe...
classica storia luogocomunista di di gregorio, più che sufficiente, ma ha fatto di meglio: "la morte non basta", uscita sempre nella fase 1
questo e "la bomba" mi sembrano albi molto sopravvalutati, vai a capire perché... forse perchè si veniva da un periodo buio...
da segnalare anche l'avvento del "lei" recchioniano al posto del "voi", l'ennesima citazione di de andré (il malato di cuore)
copertina di stano semplice semplice

voto 6+