Dalla lettura di questo albo si capiscono due cose:
1 - Che Caveletto ama Dylan Dog e sa usare molto bene lui, come personaggio, e i comprimari della serie.
2 - Che sarà un ottimo acquisto... per Martin Mystère!
Insomma, Dylan e Groucho sono loro da cima a fondo, ed è stato un piacere ritrovarli fino in fondo, la storia è buona e si legge volentieri, ma è una storia di Martin Mystère, non di Dylan Dog.
In altri tempi, forse sarebbe stata un piacevole diversivo, al giorno d'oggi invece, quando di storie poco dylandogghiane ce ne sono un po' troppe, non mi ha fatto piacere scoprire che anche il nuovo autore non sembra particolarmente portato per scrivere trame dylandogghiane (Di Gregorio lo è molto di più, secondo me... il problema è che spesso non le scrive benissimo ^_^ e gestisce il protagonista decisamente meno bene di Cava). Forse sto giudicando troppo in fretta, ma anche "L'Armata di Pietra" mi era sembrata poco dylandogghiana, con l'aggravante che la sceneggiatura era meno coinvolgente e ne risultava un episodio mediocre.
Questo non lo è. Come ho detto è una buona storia, decisamente piacevole da leggere...
Quindi, in definitiva, ben venga Cavaletto se manterrà questo standard... anche se per ora mi pare che non sia autore portato a scrivere vicende profondamente dylandogghiane.
Particolarmente bello il finale sardonico che ribalta tutta la vicenda, comunque.
Voto: Buono.
P.S: Per quanto riguarda Bloch, sono convinto al 100% che vi state immaginando cose che non esistono