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#212 Necropolis http://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=13&t=609 |
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Autore: | dalborgo [ sab gen 03, 2015 6:13 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Qui il fattore tempo è importantissimo perché ogni anno che passa e più si accatastano opere ispirate al "furto d'identità". La Bonelli brevetta la sua interpretazione del "prigioniero" nel 2004: non troppo tardi ma nemmeno troppo presto. Almeno batte allo sprint "The Island" (2005) dove Ewan McGregor se la fa con Scarlett "Arcangelo" Johanson. Dylan è il numero 14? Nessuno ha provato a collegare questo numero a qualcosa, non ci proverò nemmeno io! Chi è il numero 1? Non è importante... Tema a forte impatto sociale dove la comunità e spersonificata e la collettività è del tutto simile ad un alveare che lavora e lavora senza farsi poi tante domande. E' già sorprendente che possa esistete il concetto di protagonista, la possibilità di puntare l'obbiettivo su qualcuno rispetto un altro. La vera star dovrebbe essere sempre il contenitore: Il villaggio La fortezza La colonia Il cubo Necropolis "Il prigioniero" (1967) mostra al grande pubblico cosa significhi essere un numero. "2013 - La fortezza" ha come sistema inibitore un fibrillatore che superata la linea gialla provoca dolore. Nella colonia di Alien³ (1992) sono esiliati i detenuti con la sindrome XYY (la doppia y che contraddistinguerebbe gli assassini). Anche Van Damme ha la sua prigione ipertecnologica in Double Team. Nel Cubo un imprigionato ha progettato i portelloni delle stanze. Il piacere della scoperta di Alberto Angela viene meno tanto più è vasta la nostra cultura cinematografico-letteraria. Non mi aspettavo che Arcangelo fosse la ragazza, per me è stato un colpo di scena. Mi sarei aspettato un'evasione insieme alla co-protagonista invece, qui, non scappa nessuno. C'è la volontà di fuggire ma, invece che mostrare dell'azione eludendo i sistemi di sorveglianza, si privilegia l'aspetto psicologico e si da una morale inaspettata. Il sistema funzionava e i cattivi erano gli oppressi. L'uomo a cui vengono inibite le emozioni trova il suo EquilibriUM e Dylan, infrangendo le regole, destabilizza quella quiete e riconosce il suo gesto come controproducente. Qui, per quel che mi riguarda, l'albo è stato orginale. L'epilogo non è stata una fuga ma il raggiungimento di una consapevolezza che la costrizione è un bene. |
Autore: | leonearmato [ gio mag 07, 2015 6:07 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Grandissimo albo. Ha un che di troppo precisino nel finale, forse un po' verboso e dilatato, ma resta un albo di grandissimo spessore. Molto sclaviano nel soggetto, estremamente barbatiano nella sceneggiatura. Freghieri neanche al meglio, a dire la verità, ma a me piace e, in ogni caso, non sfigura. Una delle migliori storie di Paola, probabilmente la numero uno, certamente un albo imprescindibile. Grazie sbarbi |
Autore: | Drake [ sab mag 09, 2015 3:00 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Grazie a voi che mi avete messo curiosità ho riletto la storia, dato che non la ricordavo minimamente. Non male, veramente non male, scorre liscia, cattura l'interesse, ti fa provare empatia e pietà per Dylan e l'assenza di comprimari come Bloch e Groucho aumenta l'estraniamento. Non mi pare di aver visto errori "tecnici" come invece è più volte successo ne "Il sapore dell'acqua", si fa riferimento ad Orwell e alla Bisbetica domata, il riferimento a "Il prigioniero" è palese ma sensato e ben calato nel contesto. I dialoghi funzionano ma i personaggi secondari per me no. Non so, i pazzi o gli assassini che ridacchiano mentre si "presentano" o il tizio che "fa le scarpe" mi sanno di cliché, di estremizzazione della figura dell'assassino naturale in un contesto realistico, che di estremizzato non dovrebbe avere nulla (se non la struttura Necropolis). Arcangelo è più approfondito, ma anche qui è un po' esasperato il concetto alla base del suo problema. Forse qualche pagina in più fuori dalla struttura, con persone che parlano di Necropolis, in modo da alimentare il suo alone leggendario, avrebbe giovato alla sensazione di paura di Dylan e del lettore una volta ritrovatisi lì dentro. Questo numero mi ha fatto rivalutare Freghieri, alcune dissolvenze, alcuni chiaroscuri, alcune posizioni anatomiche o inquadrature sono davvero d'alto livello. Peccato i volti sempre simili. Questo episodio, tra le tante cose, mi ricorda il terzo numero della serie ESP, "Il mondo sepolto" se non erro. Entrambi partono da premesse simili ma poi si evolvono in maniere totalmente diverse e, nel caso di ESP, secondo me, in modo molto più struggente e agghiacciante. Detto questo è un buon buon numero, uno di quelli che ancora aspetto nella fase 2 e che forse nella fase 1 ho visto solo nei raminghi dell'autunno. Brava Paola. |
Autore: | ilMaLe [ dom giu 28, 2015 1:32 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Per quanto inverosimile ai limiti del surreale, "necropolis" è Dylan Dog in una leggenda metropolitana che fa dell'albo stesso una leggenda. Lo si può odiare o amare, come tante storie scritte da Paola Barbato, di sicuro questa fa discutere e resta in testa anche a distanza di anni. In più cè un Freghieri in gran forma, per quanto Arcangelo sia troppo figa per essere credibile come assassina di cui tutti i carcerati han paura. Ma Freghieri vede solo stragnocche o racchie, le ragazze normali con difetti non le conosce. |
Autore: | Kramer76 [ gio apr 30, 2020 12:49 am ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
necropolis una delle storie più famose della barbato, secondo me non all'altezza dei suoi capolavori, comunque un albo di ottima fattura e che si distingue nella massa fantascienza basica, dylan ingabbiato come ai tempi di "alfa e omega" (c'era una breve scena) e retorica anti-sistemica alla sclavi con un finale delirante e quasi non-sense dylan vivisezionato psicologicamente per la gioia dei lettori, malinconico (la serra), ironico (le proprietà curative della malva, beckham), spirito ribelle... il bisbetico indomabile, rigorosamente in infradito, si lascia andare ad una parolaccia ("stronzata") ma, soprattutto, in un amplesso liberatorio... ed è una novita per la barbato freghieri ormai non è più quello di una volta, anche se qui è agevolato/ispirato dall'asetticità della vicenda, bella la pagina 32 copertina non male voto 9 |
Autore: | Oasis84 [ mar mag 12, 2020 8:35 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
La copertina di Stano è abbastanza efficace, nonostante la quasi monocromia di fondo. Dylan ha uno strano colorito ma ci passiamo sopra. Freghieri è uno dei miei disegnatori preferiti. Anche qui grande prova di abilità, nulla da dire. Voto 7: questo è un albo dove si sente la mancanza di Groucho. La storia scorre comunque bene, ed è molto rapida nei ritmi, forse pure troppo viste le rapide promozioni di Dylan per farlo arrivare dove lo si vuole. Dylan agisce da Dog come al solito e guarda solo al lato umano dei suoi coinquilini, senza ricordarsi che gli altri sono tutti lì per una ragione, ovvero che sono dei pazzi criminali. Finale con una pseudo presa di coscienza sui mali inestirpabili del mondo. Titolo alternativo: Barbatolis |
Autore: | Unununio [ sab nov 11, 2023 8:29 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Chiaramente ispirata ai format tossici dei reality show, potenziati nel loro essere distopici. Storia che coinvolge e che fa stare davvero male. Curioso tutto il "bianco" che invade ogni singola tavola, e curioso come Dylan sia sempre solo: niente Bloch e niente Groucho. Un bel numero, atipico. 7,5 tendente all'8 (votato buono anche perché tutto il plebiscito di ottimi mi sembra fin eccessivo ) |
Autore: | mariosirius [ ven gen 26, 2024 4:35 pm ] |
Oggetto del messaggio: | Re: #212 Necropolis |
Albo che perde qualcosa nei 3/4 di storia... Forse occorrevano le Tavole di uno Speciale Resta comunque il primo Capolavoro in tanti e tanti mesi di numeracci La Storia è veramente Bella Una delle Migliori del Duo Barbato/Freghieri, il meglio disponibile a quell'Epoca Storia che con qualche tavola in più e meno fretta sull'epilogo poteva ambite al 10 Resta un 9 pieno |
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