Cravenroad7

Ero veramente serio, non volevo prendere per il c..o.
Mi piace questo tipo di votazione, quindi ogni tanto cercherò di avvalermene. [;)]

è un buon suggerimento.
A me è venuto in mente: 476 d.C. Caduta dell'Impero Romano.

ho letto "I sei corvi".
storia bella, con l'elemento soprannaturale gestito in modo avvincente e convincente.

Voto: sorsata di coca cola dopo la pizza (7,5)[:)]

votato complessivamente accettabile,direi un maxi da 6 e nulla + senza infamia ne lode,ma mi sa che pretendere di + attualmente sia fantascenza....
certo che inconfronto a quasi tutti gli albi mensili recenti i 3 autori non hanno certamente sfigurato.



homer

sarà il periodaccio,sarà che montanari e grassani li adoro cosi come il loro splatter..votato 8!!!appena avrò un pò di tempo motiverò anche

La recensione di Glamazonia:

http://www.glamazonia.it/board/in-due-p ... -8912.html

Il bello delle recensioni é quello di notare come le persone possano pensare esattamente il contrario di te.

"Le morti bianche" è davvero un bel Dylan Dog. Gualdoni merita un buon voto alla sua prima storia lunga. La storia ha un soggetto non certo originale, ricorda un po' I Peccatori di Hellborn di Faraci, però è avvincente. La sceneggiatura si muove bene. Dylan operaio è credibile. Si parla di un dramma reale tra i peggiori presenti al mondo: le morti sul lavoro. Quindi è comprensibili l'assenza di Groucho in questa storia. In fabbrica si suda e non si ride., Strappa giusto qualche sorriso la signora Simonson. I personaggi sono ben caratterizzati. Il finale inizia in maniera un po' scontata (il personaggio di Norman Goodman era ovvio che sarebbe riemerso), però poi prende una piega molto avvincente. L'ultima pagina è un piccolo capolavoro. A tutto questo bisogna aggiungere Montanari e Grassani. Anche se alcuni volti sono poco curati (vedi Roy Bendis tra pag. 54 e 55), i due vecchi maestri disegnano ottime tavole. Riescono a dare l'idea fredda e oppressiva della fabbrica, un nuovo Moloch alienante che distrugge le individualità presenti. Ci sono buone scene di violenza, aggravate dal dolore fisico di chi vive ogni giorno tra i macchinari. Chi vi scrive si lamenta del lavoro notturno, ma la Formake è uno dei tanti inferni peggiori disseminati nel mondo. Le tematiche sindacali sono solo accennate, ma ci capisce che l'orrore del fumetto può solo dare uno spiraglio di visione di tutte le tragedie del lavoro.

Si torna all'irrazionale horror con Bruno Enna. Perchè "I sei corvi" è una storia horror con un finale fantastico quasi grottesco.

SPOILER

Dylan indaga a Londra e in uno dei capolavori storici della città. Nella Torre di Londra, tra i sei corvi della Regina e i Beefeaters, Dylan Dog si muove accompagnato da un Groucho in discreta forma.
Qualcuno sta ammazzando i Beefeaters, o meglio non tutti, solo alcuni. Dylan ha un'intuizione a pag. 156 (che sia il quinto senso e mezzo?). Ci sono figure interessanti, come la bella dottoressa Nanami o il grezzo allevatore di corvi Paul.
Sulle scene di violenza degli uccelli Montanari e Grassani avrebbero potuto calcare un po' la mano, ma, visto le loro ultime storie precedenti, c'è da dire che hanno fatto un bel lavoro. In un'ambientazione originale e con figure "storiche" come i guardiani della Torre, la storia si conclude con una rivelazione fatta dallo stesso Dylan. Come ha saputo della storia dello stupro? Non è dato a sapere, forse Enna avrebbe potuto creare una parentesi, ma a detta di molti lettori sarebbe stata giudicata come l'ennesima.
Quindi via al finale irrazionale, con i sei corvi che diventano un uccellaccio e massacrano i cattivi beefeaters. Il peggiore si salva, gli altri pagano con la vita, e forse per qualcuno di loro sarà pure stata una liberazione.
E che dire del personaggio di Clive Seymour? Sembra essere messo lì per poi scoprire che è lui l'assassino. Un pazzo vestito da uccellaccio che massacra i sei del branco. Qualcuno leggendo avrà pensato: ecco la solita rujanata! Per fortuna Enna porta la storia su altri binari e ci dà una storia che va letta.
Si parla dei 6 corvi e quindi non possono mancare le citazioni di Edgar Allan Poe e Brandon Lee. Divertente la scena del clarinetto di pag. 163: pure Dylan a volte riesce a farmi sorridere.
La spiegazione della pianta di sanguinella nell'assurdo mondo di Dylan ci sta in parte perchè molto campata in aria. Dylan dice che il cespuglio di rovi è nato spontaneamente quando Ned Redgrave è diventato RavenMaster: ma allora come hanno fatto i corvi ad unirsi per uccidere il vecchio RavenMaster Adam? Qui l'imprecisione è grossa!
Stiamo parlando di un indagatore dell'incubo, il paranormale è il suo campo e quindi che mostro-corvo sia. Però almeno gli sceneggiatori stiano attenti alle spiegazioni. Perchè si rischia di rovinare il tutto con una soluzione sballata con la storia.

"Oggetti smarrita" conferma la bellezza di questo Maxi. La storia è un gradino sotto le altre due, ma sicuramente è più che apprezzabile. Di fattura superiore a molte storie della serie regolare del 2008-09, "Oggetti smarriti" è una prima prova da 94 pagine del bravo e giovane Alessandro Bilotta. Il giovane autore realizza una storia senza sbavature. Dylan viene ingaggiato da una giovane e attraente ragazza in un quartiere "in" di Londra.
Dopo un solo giorno si assiste a un omicidio e il quinto senso e mezzo inizia a frullare nella testa dell'indagatore dell'incubo. Intanto riaffiorano oggetti buttati via nel passato: dalle lettere d'amore ai cadaveri.
L'humour contro l'ipocrita gente "perbene" è il life-motiv della storia. E le pagine più belle ce le regala Groucho. l'assistente, spacciandosi per un investigatore del fisco, mette alla berlina e si rimpingua le tasche alla faccia dei circoli più snob. Dylan svolge la sua indagine fino a incontrare l'elemento sovrannaturale della storia. Il camion fantasma della spazzatura ha la sua dose di originalità  e fa da contrasto con il ricco quartiere in cui si muove.
Che la tesi dell'autore sia: ha più dignità la spazzatura dell'ipocrisia borghese? Può darsi. E in questa ipotesi ecco che i bravi ragazzi di Magnolia Lane si scoprono assassini con il rimorso di non aver voluto rovinare il loro status sociale. Mi è piaciuto l'accostamento tra la reclame dei coltelli e gli omicidi. Lo chef Vito ricorda molto lo chef Tony dei coltelli "Miracle Blade": un omaggio di Bilotta a uno dei personaggi della trash-tv più famosi?
Il finale lascia il rimorso. Ce la farà Cliff? Viene proprio voglia di sperare in un sì. Questo è il segno che la storia ha emozionato.
Montanari & Grassani qui danno una prova sotto le loro aspettative. Tre albi all'anno (a volte pure quattro) sono tanti. I disegni sono fatti un po' di fretta forse. Come hanno scritto in molti, l'età dei personaggi inganna. Il professore dimostra molti meno dei suoi 80 anni. Linney dovrebbe avere circa sessant'anni, ma i disegni dicono che ne ha molti meno (a differenza di Cliff). La Doraly sembra invecchiare nel corso di pochi giorni. I due sono esperti disegnatori, ma la mole di lavoro riduce la qualità.
L'ultimo maxi è davvero un ottimo lavoro. Due ottime storie e una buona, che fanno il verso ad alcuni passi falsi della serie regolare. Credo che l'innesto di nuovi autori abbia fatto bene al personaggio. La speranza è che questi sceneggiatori possano continuare a lavorare con costanza.

Insieme a quello del 2000 (in cui Accatino scrisse la notevole "la vita Rubata, accompagnata da due belle storie) questo è probabilmente uno dei Maxi più riuscito in assoluto...

....mi vien da ridere a pensare a quello di quest'anno di Roi che ho trovato indegno...

Le morti bianche : se non erro l'esordio di Gualdoni, che qui sfoderò una prova davvero ottima, peccato che poi non avrebbe mantenuto. Qualche scena gradevolmente splatter, messaggio di fondo e soggetto tutto sommato originali (non ricordo storie simili), forse si poteva fare qualcosa di più sulla caratterizzazione dei comprimari colleghi di Dylan.

I Sei Corvi. mi aspettavo probabilmente di più da Enna...la storia è a mio giudizio la meno interessante delle tre tuttavia rimane assolutamente gradevole. La soluzione finale mi sembra un po' arrabattata e esagertamente artificiosa, tuttavia il rimando allo stupro di anni prima la rende affascinante (horrorificamente parlando). Si legge senza problemi.

Oggetti smarriti : complimenti a Bilotta che qui sfodera a mio giudizio una prova sottovalutata e notevole...semplicemente fenomenale Groucho in versione funzionario del fisco che entra nella cerchia degli snobboni del quartiere...ottime le atmosfere notturne....inoltre trovo molto interessante il messagio che ne deriva: non serve a niente buttare nella spazzatura i nostri problemi, sogni, incubi senza rendere conto a noi stessi, prima o poi tutto torna..
Persino la figura del camion dei rifiuti fantasma (che detta così può sembrare una trovata ridicola) non stona.

Voto 8 abbondante..

M&G...inutile dire che non hanno il tratto di una volta...ma rivederli porta sepre alla luce bei ricordi e sensazioni..

Un maxi più che dignitoso questo. Peccato solo per l'atavico problema dei disegni di M&G, che conferiscono un'apparenza quasi statica alle storie.

LE MORTI BIANCHE: prima storia lunga per Gualdoni e, imho, tra le sue migliori. Originale e brillante, senza andare ad attingere al passato come in altre occasioni e rifuggendo soluzioni banali e scontate (come Morte-Inferni-Hamlin un trio buono per tutte le stagioni quando l'autore di turno non sa come concludere una sceneggiatura), il Gualdo ci immerge in un'atmosfera cupa, priva di ironia (una volta ogni tanto lo si può anche accettare, prima che diventasse un'abitudine), con qualche guizzo di splatter, proponendo un finale interessante, anche nel messaggio, senza necessità di cazziatoni retorici. Buono.

I SEI CORVI: La più debole del lotto. La parte che ho più apprezzato è la citazione/rivisitazione del Corvo di Poe e in generale l'inizio è ben più interessante del proseguio. Malgrado Enna insista (giustamente) sul soprannaturale, ho trovato un po' troppo farraginosa la parte "gialla" e un po' troppo disinvolto il modo in cui Dylan ricostruisce tutto, alla faccia della mera intuizione. Strupro e corvi rimandano ad echi argentiani (Opera), forse involontariamente. Accettabile.

OGGETTI SMARRITI: Divertente, con un Groucho in gran spolvero, in alcune parti quasi sclaviana (la moglie pluriomicida mi ha fatto tornare in mente quella di "Risvegli"), Bilotta mantiene il tono leggero per gran parte della storia, lasciando passare un messaggio non banale. Nel finale però si lascia andare, con la ricostruzione alla "So cosa hai fatto" e con qualche smanceria di troppo. Discreto comunque.

Pensa che per me la migliore è proprio "I sei corvi" . La prima ha un finale chiaverottiano, anche se per tre quarti procede molto bene; la terza ha un attacco fiacco ma poi si riprende.
Comunque, tutto sommato, si tratta di un volume buono.

Non vedo il difetto.

Fai le bizze, ho capito.

Credo che sia il miglior Maxi degli ultimi tempi.

... con la migliore lunga (tutta) di Gualdoni... non so se mi spiego
Quello di Roi gli arriva subito dietro perché Paranoja non riesce da sola a nascondere certe altre penosità magagnesche.

A volerci trovare dei difetti... mi pare che quando Enna prova a semplificarsi - v. piatta storia di questo mese - cade un certo marzanesimo di forma abbastanza deludente, per niente compensato dal rimpolparsi di citazionismi a josa.
Mentre Bilotta nel formato simpaticoso da commedia(nera) di vita, ogni tanto sembra non trovarsi a suo agio e perde tempo/tavole a vuoto.

ALOHA FAMIGLIA KEATON