Una delle storie di Di Gregorio che più ho apprezzato.
Deve averci messo del suo, come v'è scritto nella presentazione dell'albo, perchè trovo sia riuscita proprio bene.
Tutto è ben caratterizzato. L'ambiente Universitario, il direttore tiranno, i tanti leccapiedi ed i pochi "ribelli", le tensioni, le invidie, le ipocrisie.
SPOILER
Ho molto apprezzato il realismo della storia. Ovvero, che tutto girasse attorno alla chimica. Skinner dopo un pò è risultato poco credibile come artefice di tutto, ma di certo non mi aspettavo un finale del genere. Il sovrannaturale è solo una semplice scusa, un movente che lascia spazio a quella che è la triste realtà, ben peggiore dell'incubo.
Il finale è stato per me decisamente emozionante.
Non mi è piaciuto molto il Dylan "spara-sentenze", ma l'ho comunque apprezzato. Sarà che sono uno sfegatato idealista.
Fine SPOILER
Dunque, ottima prova dell'autore che continua a donarmi emozioni.
Nota di demerito invece a Piccatto. Nonostante sia un suo grande ammiratore, in questo albo non mi pare abbia dato il meglio di sè. La sua evoluzione stilistica la aprezzo tantissimo, i suoi disegni sono semplici e di impatto, ricchi di forza e di stile, ma ne "Il Re delle mosche", ha commesso delle ingenuità che poteva evitare, come l'anatomia di Skinner che sembra cambiare in ogni vignetta.
Per lui, voto 8, ma poteva essere un 10...
Soggetto e sceneggiatura: 9
Disegni: 8
Copertina: 10
Voto finale: 9
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