Concordo con quasi tutti: a rileggerlo è meno peggio di quanto ricordassi, ma resta nettamente inferiore agli speciali precedenti. Una specie di frullato o liofilizzato sclaviano, che recupera dall'aldilà il Godfrey di "La casa infestata" (#30) -a proposito: le battute sul suo nome stancano già a pagina 2-, riprende la straordinaria intuizione di "Inferni" (#46), e ricicla la soluzione basata su un errore di trascrizione infernale da "Il giorno del giudizio" (primo Dylandogone).
La critica al sensazionalismo televisivo è ovviamente a livello di tema delle scuole superiori (ma pochi mesi dopo l'autore farà anche peggio, con "Il mondo perduto", nell'Almanacco 1996), e come spesso accade con Mignacco si resta con molti dubbi in merito alla coerenza (interna, intendo) di determinati eventi. Piuttosto inconsistente la ragione per cui Godfrey stermina la famigliola, e del tutto incongruente la rabbia che spinge Randy a uccidere l'ex marito e la nuova fiamma di lei (pag. 54), visto che secondo lo stesso Godfrey -e lo ribadisce, in altri termini, anche T.J.- i morti "non provano sentimenti" (pag. 84)... anche se poi continuano a fare quello che facevano, come Jack lo Squartatore, che proprio apatico non sembra.
Siniscalchi se la cava bene, a mio avviso, ma la sfortuna vuole che proprio nell'anno in cui riesce, primo in assoluto fra i disegnatori dylaniani, a realizzare la doppietta Almanacco-Speciale (dopo di lui accadrà solamente a Freghieri, nel 2008), le storie che è chiamato a illustrare segnalino l'inizio del declino delle rispettive collane, almeno in termini di qualità media.
_________________ Non giudicare gli uomini sulla base delle loro opinioni, ma da ciò che le opinioni possono fare di loro. (Georg Christoph Lichtenberg)
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