Tipico albo rujano: ha buone intuizioni ma le spreca malamente.
Ruju all'epoca si mostrò lungimirante nel tirare in ballo un alieno forse non del tutto cattivo, ma certamente non buono (scelta interessante oggi che gli alieni malvagi sono tornati di moda). Però non ne ricava granchè di buono, dato che mette la sordina a quasi tutti gli aspetti fantahorror per focalizzarsi sulla 'solita' trama gialla dove l'unica cosa che davvero conta è la scoperta del 'solito' colpevole.
Si tratta di una scelta precisa, dettata dalla volontà di lasciare il più possibile nell'ombra l'alieno (sia per quanto riguarda l'aspetto che le motivazioni). Resta però il fatto che così la storia soffre parecchio!
Lenta, noiosa, soporifera, con personaggi stereotipati e un soggetto esilissimo.
Ruju prova a vivacizzare la materia inscenando il conflitto tra lo studente pivello e quelli anziani e prepotenti, ma non va oltre le solite quattro banalità in croce.
Il finale, dove provvedono tizi sbucati dal nulla a eliminare il cattivo (in modo che Dylan non si sporchi le mani...
), è indigeribile.