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#98 - Lo sguardo di Satana
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Autore:  Piccatto [ mer set 18, 2013 9:40 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Ho votato accettabile, ma forse avrei dovuto mettere meno. Ci sono solo due cose che mi hanno spinto a farlo: i sogni rappresentati splendidamente da Dall'Agnol e la trovata finale. Quanto ai personaggi, sono talmente mal caratterizzati che mi veniva voglia di urlare mentre lo leggevo.

Autore:  mariosirius [ lun mar 23, 2020 1:22 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Albo molto discreto che perde mezzo punto nel finale poco credibile... Il controfinale tipico, e superfluo, di Chiaverotti serve a poco, la macchina dei sogni è poco credibile
Ottimi i disegni di Dell'Agnol, forse all'ultima prova con il tratto più popolare, Il Confine ci consegnerà un Dall'Agnol troppo indigesto
Voto 7

Autore:  Kramer76 [ gio apr 02, 2020 10:13 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Immagine

lo sguardo di satana
belli ovviamente i disegni di dall'agnol, il padre ha un volto sgradevole, a un certo punto anche incestuoso
il cattivo di turno si chiama gronberg in una parodia di cronenberg, e negli scatti di ira si mette a spaccare tutto
la storia è una continua discesa nello squallore senza speranza, con la solita spiegazione finale "professorale"
non si discosta dalle solite storie chiaverottiane, nè come qualità, nè come fantasia
copertina simpatica e nulla più

voto 6

Autore:  Stavros [ ven giu 12, 2020 1:05 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Gli ultimi due albi firmati da Chiaverotti prima del #100 sono curiosamente accomunati da una soluzione basata sull'uso di tecnologie innovative. La cosa buffa è che, venticinque anni dopo, l'idea di "registrare" i sogni, e visualizzare l'attività cerebrale, risulta molto meno fantascientifica di un tempo, laddove la realtà virtuale di "La sfida", capace di creare universi così dettagliati e vividi da garantire un'esperienza di fatto indistinguibile dalla "cosa vera", benché all'epoca sembrasse quasi a portata di mano, è rimasta in realtà più o meno un sogno di quegli anni (in quelle forme, intendo).

Un altro effetto bizzarro del trascorrere del tempo è che ho finito per rivalutare moltissimo quest'albo, del quale al momento della rilettura ricordavo poco e nulla, e che invece adesso mi appare il miglior risultato di Chiaverotti sulla serie regolare almeno dai tempi di "I killer venuti dal buio" e "La fata del Male". Merito di una buona costruzione dei personaggi e di un'ottima gestione della tensione (resterebbe da capire come e quando Dylan abbia scoperto dove abitava Gronberg, ma per stavolta sono disposto a soprassedere), ma anche dei disegni di Dall'Agnol, che qui come in "Lontano dalla luce" è colto in un momento cruciale e forse apicale (almeno per i miei gusti), nel quale il suo stile si andava asciugando ma non era ancora così violentemente stilizzato come sarebbe apparso in futuro (due anni dopo, "Il confine" segnerà un piccolo ma decisivo passo in avanti su quella strada). Apprezzo in particolare i suoi neri, molto profondi, e la sua abilità nel rendere le visioni dei personaggi -nota di merito per le allucinazioni entomologiche di James e Natasha-, al punto che le sue tavole mi fanno pensare addirittura ad Ambrosini, non per qualche affinità stilistica ma per la capacità di raffigurare la violenza e la follia in maniera così sottilmente disturbante da mettermi a disagio.

Appropriate le citazioni filmiche, in una storia che prende ingegnosamente alla lettera il famoso detto del cinema come "fabbrica di sogni" (e incubi, si capisce): Julius Gronberg è modellato ovviamente su Cronenberg (sia per il nome, sia per gli occhiali), mentre il volto e l'espressione di James Blake (!) fanno pensare a Klaus Kinski -affinità ancora più evidente se si considera che la figlia si chiama Natasha.

Due curiosità: anche qui ci sono in giro droghe pesanti, come in molte altre storie di Chiaverotti (segno dei tempi, credo -oggi mi pare che la questione non sia più di primissimo piano, ma all'epoca di "emergenza droga" si parlava quasi quotidianamente); e anche qui troviamo una miss Pigoltz (a pagina 62, l'infermiera-formichiere), forse bis-bis-nipote della vecchietta più-che-mezza-sorda incontrata sul "Titanic" qualche mese prima.

Autore:  Unununio [ sab mag 01, 2021 6:13 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Storia dimenticabile, che non rimane impressa, è un semplice compitino di intermezzo in attesa del numero 100.
Carenza di idee e ripetitività di cliché

5

Autore:  Baron Karza [ gio ago 31, 2023 10:10 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Buonasera,
ho votato "Accettabile", quindi la sufficienza in quanto la storia in sé è molto esile e non lascia nulla, ma voglio sottolineare che le allucinazioni sono davvero rese in modo terrificante ... soprattutto quando la presunta entità demoniaca afferma che egli, rompendo la specchio, si è bruciata l'ultima via di fuga.
Voto: 6
Baron Karza

Autore:  ilMaLe [ ven feb 16, 2024 12:46 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #98 - Lo sguardo di Satana

Storia eccezionale del duo Chiaverotti-Dall'Agnol questo "Lo sguardo di Satana" (che titolone!)
Il tratto sporco dl disegnatore si presta benissimo a un albo thriller psicologico dove il regista Gronberg (parodia malvagia di Cronenberg) è un villain di tutto rispetto.
Finale a sorpresa chiaverottiano non strampalato
Spoiler!
Dopo la morte del regista il suo tuttofare prosegue il lavoro di rendere film gli incubi
.
Storia psicologica la cui protagonista femminile non è la solita fidanzatina del mese, ma una donna complessa, così come lo è il padre di lei.
Uno di quei Dylan Dog che si rileggono sempre volentieri.

La copertina di Stano è un piccolo capolavoro. Un incubo vero e proprio.

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