Cravenroad7

Sorprendente esordio ai testi da parte di Ambrosini (suo era già stato il soggetto di Margherite). La storia da lui pensata, impregnata di situazioni oniriche e simboliche e flashback, si sposa magnificamente con il suo stile di disegno. Il tema del doppio si conferma uno dei più avvincenti e meglio trattati nella saga dylaniata, non a caso accumuna le due migliori storie (imho) dell'annata 1994: "L'inquilino del terzo piano" di Sclavi/Casertano (con atmosfere polanskiane) e questo "Dietro il sipario" che ricorda invece più Cronenberg. Ambrosini dimostra di conoscere a menadito i meccanismi della serie, evidentemente imparati stando "dall'altra parte della barricata". Forse si potrà obbiettare che Dylan esca un po' di scena nella parte finale quando protagonista diventa il lungo flashback sui fratelli Ganz, peraltro assolutamente necessario per dipanare una vicenda fino ad allora assolutamente intricata (per merito anche di alcuni trabocchetti inseriti nella sceneggiatura); il risultato è però talmente forte, raggiungendo un picco di drammaticità altissimo, che lo si può considerare un peccato veniale. Resta tanta malinconia verso un passato terribile che non si può cancellare se non con la morte, unico estremo rimedio per il Ganz superstite di ritrovare la propria identità.
Ambrosini eccelle qui sia ai disegni che ai testi. Per me capolavoro.

Capolavoro... Ambrosini ne scrive 3 e sono 3 capolavori... e poi con quel tratto ricorda troppe belle storie... ma farlo tornare su Dyd no eh?

riletto ieri sera; nulla da aggiungere ai vostri commenti. Davvero molto bello.
La domanda sorge naturale: perché Ambrosini così poco utilizzato?? Oltretutto lui fa parte della vecchia guardia, il suo primo lavoro (se non sbaglio) è stato il n 15 (solo ai disegni); lui ha vissuto il vero Dylan

abrosini non mi delude praticamente mai.
storia favolosa,realtà finzione che si mischiano in continuo ,finale che sorprende.
non meno di un 8 per il conte.

Riletto stanotte.

Ben fatto, continuo sballottamento tra finzione e realtà, gran finale.
Decisamente da 8.

Ambrosini è grande. È nato per disegnare Dylan Dog. Questa storia è fenomenale. La sorpresa finale (almeno per me).

Voto 9. Quasi un capolavoro.

POSSIBILI SPOILER

Gran numero questo, a partire dal bellissimo prologo che richiama il maestro Sclavi. Ambrosini scrive una storia a metà tra Dylan e Napoleone, con la sua inconfondibile oniricità e un intreccio intelligente che può apparire complesso ma che alla fine, quando il quadro si chiude risulta anche abbastanza lineare. La sceneggiatura è ottima, infatti tiene il lettore in sospeso fino all'ultimo. La parte finale con la madre è toccante ed è uno dei punti più alti dell'albo, mentre il lungo flashback che fa da preludio al finale esclude un po' Dylan dall'azione ma il risultato finale non ne risente.

Fantastici anche i disegni, ma a questo Ambrosini ci aveva già abituato, mentre della copertina mi piace il gemello incendiato in primo piano che è reso davvero bene, un po' meno Dylan (il mio solito problema con le copertine di Stano, soprattutto le prime).

mi ha stupito davvero, anche se a parer mio in alcune parti si rende un po' troppo intricato; non così tanto da richiedere una seconda lettura, però alcune cose possono sfuggire se non si sta concentrati..
doppia lode per ambrosini con una storia stupenda e dei disegni incredibili

8 pienerrimo!

Ottima storia, davvero molto molto bella, triste e malinconica, c'è scappata pure la lacrimuccia . Ottimi i disegni. Voto 9

Ho pianto come un idiota. Storia bellissima.

E infatti c'è tornato! ma qual è la terza a cui ti riferivi? "Dietro il sipario", "Il guardiano della memoria" e...?

... E una che è uscita sul gigante dell'anno scorso, mi pare si chiami effetti collaterali.

Ach so! Danke

Ce ne sarebbe una quarta, come dice Raffa...ma non credo che si riferisse a quella... visto che una buona parte dei testi è stata "drogata" dal Gualdo, con la sua personale paneacea intossicante :



ALOHA BUGIARDINI E SINCEROTTI

Forse hai ragione tu, anche se i testi sono di Sclavi.