Cravenroad7

Dylan Dog n. 97, mensile
Dietro il sipario

Soggetto e sceneggiatura: Carlo Ambrosini
Disegni: Carlo Ambrosini
Copertina: Angelo Stano

Paul Ganz, il celebre commediografo, è diventato ricco scrivendo storie che altri recitano. Ma forse - pensa Dylan Dog - ha cominciato lui stesso a interpretare una parte. Chi è il killer spietato che cerca di ucciderlo? Qual è l'inganno che si cela nel suo morboso rapporto con il gemello Michael? Cosa nasconde quest'uomo impenetrabile, dietro il sipario della sua vita?

Scheda wikidyd dell'albo: link

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bellissimo albo...

London bridge is falling down, falling down, falling down my fair lady...

Come mai questo topic non ha commenti?
la storia per me è stata davvero una piacevole sorpresa.

A parte i disegni - che sono a dir poco eccellenti - c'è atmosfera,ritmo,malinconia, c'è tutto.Se non avessi letto il tamburino degli autori avrei pensato che la storia fosse sceneggiata dallo stesso Tiziano Sclavi![:o]

L'inizio ricorda molto Grand guignol, ovvero la realtà che si confonde con la finzione, e il finale è molto arzigogolato ma molto coinvolgente e geniale.

Non un capolavoro, ma ci manca poco[;)]

La storia è una di quelle che ti soddisfano. Ma ammetto di non averci capito molto. C'è qualcuno che vuole aiutarmi a capire come finisce?

tre soli commenti per questo piccolo gioiello sono pochi, in effetti. Una delle migliori sicuramente di quel periodo di stand-by sclaviano. Non è assolutamente un capolavoro ma con Chiaverotti che si divertiva a demolire il Mito mi sembrò allora una tremenda mazzata di classe, come se fosse tornato per un attimo Sclavi alle penne.

una storia complessa ma allo stesso tempo molto semplice, addirittura lineare; il tema è quello trito e ritrito dei gemelli, ma a differenza di una storia IMO poco riuscita come "Ossessione" in cui la somiglianza era utilizzata come espediente giallo, qui Ambrosini costruisce sull'ambiguità un dramma tutto particolare, una narrazione onirica che culmina nel prologo, nell'entrata in scena del killer, nel lunghissimo e sofferto flashback, nel finale malinconico con tocco alla Gran Guignol. E naturalmente negli intermezzi di colore con protagonisti il Gatto e la Volpe, l'elemento più banale (comunque piacevole) dell'intero intreccio ambrosiniano. L'autore oltre a sfoggiare la solita classe ai disegni tira i fili attraverso una sceneggiatura nemmeno troppo avveneristica, ben rispettando il classico interagire tra Dylan, Groucho, Bloch e personaggi secondari... manca in effetti lo splatter o comunque un pathos più coraggioso soprattutto nel finale che essendo molto onirico è anche tanto evanescente, ma IMO l'angoscia è grande: storie come queste se sceneggiate da gente in grado di farlo possono rivelare grandi dosi di adrenalina. Non è mai chiaro quale sia il gemello all'opera e sino all'ultimo, sino al colpo di scena definitivo, regna il caos nel senso buono del termine: un caos sapientemente distribuito. Voto complessivo 8

Bellissimo, storia complicata ma con un senso! Ambrosini meraviglioso sia come sceneggiatore sia come disegnatore (un po' come celoni)

Le convinzioni che precedettero la lettura dell'albo furono solo dubbi
Ma è la dimostrazione di come un albo da cui ci aspetta poco, sia uno dei più grandi capolavori mai scritti.
Ambrosini entra nei labirinti della mente umana meglio del caro Freud, intrecciando due vite, passato e presente per costruire un albo complesso ornato dai suoi disegni che sono un bene per la retina.
Viva Ambrosini!

...già...una storia come questa merita molti più commenti in questa sede.

Io personalmente stravedo per questo tipo di Ambrosini a metà tra Londra e Ginevra .
Noir psicolabilmente toccante nei labirinti della rappresentazione (anche teatrale) di sè.
Una storia dal sapore cinematografico, che scorre come una pellicola e tiene catturati alla poltrona.
Per me resta un must, anche maggiore del Guardiano della Memoria, che pure è un albo di qualità sublime...ma trascende un po' troppo nel trascendentale - come un mondo dei sogni e delle idee ante-litteram per il caro Napoleone.

Solo sul Gatto e la Volpe alla lunga avrei qualche riserva...ma come cornice-apologo non pesano più di tanto.
Voto: OTTIMO su tutti i fronti, ed i colori della copertina funzionano a meraviglia.

ALOHA

albo bello,ma troppo incasinato nel finale

E' inutile aggiungere molte parole alla lettura di capolavori come questo, nobilitati da un Ambrosini perfetto. Fra le più belle, tristi, feroci di sempre.
Voto 9.

ottimo...voto 9 anche per me...albo bellissimo

Votato Ottimo, Grande Ambrosini. Mi piace più questa dell'altra di Ambro, "Il guardiano della memoria".

Bella storia che spicca ancora di più rispetto fra gli albi di quel periodo non proprio belli. Buon ritmo e disegni favolosi.
Strano che questo topic abbia così pochi commenti

Ambrosini è eccezionale. Come disegnatore è immenso ma indubbiamente sa il fatto suo anche come sceneggiatore e qui lo dimostra appieno

Bellissimo e poco citato

Bellissimo albo...un tema effettivamente trito e ritrito quello dei gemelli, ma quando una storia è scritta bene e l'autore sa rendere bene l'atmosfera il risultato non può che essere questo;

Non manca davvero niente a questa storia: tristezza, analisi psicologica, mistero, forse solo un po' di splatter a cui tuttavia si può ben fare a meno..

Belli gli intermezzi del gatto e la volpe...il finale è molto molto triste...anche se termina col suicidio mancato..

Voto 8