Tra il 1992 e il 1995 Stephen King scrisse un trittico di romanzi che vedevano protagonista la figura femminile, tre storie dove la donna era vittima di una violenza generata in ambito familiare e dove l’uomo (o meglio il marito) era il mostro dal quale fuggire.
A soli due mesi dall’uscita di Cattivi pensieri, storia in cui Sclavi prendeva spunto da un altro libro di King (Il miglio verde) esce Verso un mondo lontano, dove l’autore torna ancora una volta a confrontarsi con la narrativa Kinghiana prendendo spunto proprio dai romanzi sopra citati, tra i tre il più saccheggiato è senza dubbio Rose Madder (a mio avviso il meno riuscito).
Al tempo non si parlava ancora di femminicidio ma questa realtà di violenza casalinga era già presente, Sclavi ce la presenta a suo modo mischiando un po' le carte e inserendo il personaggio misterioso di Vaal, un giovane che dice di venire da un altro pianeta (altra citazione cinematografica presa dal K-Pax interpretato da Kevin Spacey).
La storia ha una buonissima prima parte con la presentazione di Vaal e tutto il discorso citazionista su Mattatoio n5 di Vonnegut, sacrificata la figura di Primrose che troverà più spazio nella seconda parte che però è clamorosamente più debole della prima, anzi leggendo l’albo ho avuto come la sensazione che i due frammenti del racconto siano stati scritti in momenti diversi.
Sclavi non va al di la di una rappresentazione abbastanza stereotipata della violenza sulle donne, copiando (o citando se si preferisce) intere parti di Rose Madder, inoltre la fase conclusiva risulta confusa e piena di capovolgimenti di fronte che mancano di equilibrio.
Mi duole infine segnalare un CLAMOROSO errore nella sceneggiatura che metto sotto spoiler:
A parte questo la storia si legge senza colpo ferire, certo il peso delle citazioni/omaggi/copia incolla si fa sentire e magari era lecito attendersi qualcosa di più.
Voto: 6