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#8 Il ritorno del mostro
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Autore:  Lucignolo [ mer set 27, 2017 11:55 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

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N° 8 IL RITORNO DEL MOSTRO

Un incipit meraviglioso apre questo primo albo disegnato da Piccatto, uno dei miei disegnatori preferiti della serie. L'omaggio sentito è quello allo slasher (vi dice qualcosa Jason Voorhees e il suo MACHETE?). La trama segue quindi la fuga solitaria di Damien, il mostruoso ragazzo con deficit mentali e una forza fisica sovrumana, per tornare dalla sua amata/odiata Leonora. Fatta questa doverosa introduzione, devo dire che considero quest'albo forse il più debole dei primi 10. Bellissime un paio di citazioni (quella della fuga dal manicomio uguale a "Qualcuno volò sul nido del cuculo" è meravigliosa) ma la sceneggiatura scricchiola troppo verso la fine, lasciando spazio a un epilogo ai limiti del grottesco; finale che, come detto da qualcuno prima di me, viene largamente fatto intuire a metà storia da una lettura spoilerosissima di Dylan dei rapporti della polizia. Per il resto è un albo ancora gradevole da leggere, ma come ho detto, non il più ispirato dei primissimi numeri.

VOTO: 3,5/5

Autore:  Altair [ mer gen 29, 2020 9:01 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

#8 – IL RITORNO DEL MOSTRO (soggetto: Sclavi (8), sceneggiatura: Sclavi (8), disegni: Piccatto (1))

Pesante modello ispiratore dell’albo è Terrore Cieco (1971), film di Richard Fleischer, in cui la protagonista è già cieca, a causa di una caduta di cavallo avvenuta qualche tempo prima, quando si aggira per la villa di famiglia senza accorgersi subito dei cadaveri. Sclavi sostituisce il personaggio apparentemente fragile di Sarah, interpretato da Mia Farrow, con la ben più risoluta e simpatica come la sabbia nelle mutande Leonora (ancora lo zampino di Poe!), introducendo un elemento di difformità, rispetto al modello di riferimento, con Damien, lo sfortunato garzone dello stalliere. Tiz sceglie di non mostrarne quasi mai il viso e gli cuce addosso diverse caratteristiche dei boogeyman degli anni 70/80: ha un fisico imponente, apparentemente indistruttibile e va in giro con un machete come Jason Voohrees, fugge da un manicomio, dopo anni di tranquillo anonimato, alla vigilia di una strage familiare da lui compiuta come Michael Myers, ha il volto bruciato come Freddy Kruger e porta il nome del figlio prediletto del Diavolo nella saga di Omen-Il Presagio. Figura tragica Damien, con la quale Sclavi introduce altri temi classici dylandoghiani: il diverso (“monstrum” in latino significa prodigio, ci ricorda il dottor Pierce nell’albo) e la malvagità che si cela nel cuore non del mostro, ma dell'uomo. Proprio buonissimo forse Damien non è, visto che comunque fa fuori due tizi dopo la sua fuga alla ricerca di Leonora. Anche questa, come il #6, è più una storia d’amore, che di morte, malgrado abbia la forma del classico slasher. Perfetto in questo senso il finale, preceduto dalla struggente ultima cavalcata sotto la pioggia di un Damien dallo sguardo tristissimo, in cui la donna di ghiaccio si scioglie al fuoco (non solo metaforico) dell’amore. Peccato la storia abbia un difetto macroscopico che le preclude l'eccellenza: gli atti processuali che Dylan legge a metà albo. Il problema non sta nella non credibilità che polizia e inquirenti non abbiano rilevato un indizio evidente (in parte giustificato dal clima di "daje al mostro" intorno alla vicenda), ma nel palesare la soluzione del caso troppo presto: Dylan non ha letto il prologo, noi lettori sì! E' impossibile non capire la verità, al massimo possono sfuggire le motivazioni. Pleonastico il personaggio di Lilith, al dispetto del bel nome, così come l’ultima pagina che in qualche modo vorrebbe chiudere il cerchio. Si arricchisce il background dylaniato con qualche informazione aggiuntiva: scopriamo che Dog non è un nome d’arte (Dylan lamenta di essere stato, anzi, oggetto di scherno da parte dei compagni di scuola), mentre il nome deriva dalla passione del padre (?) per il poeta inglese Dylan Thomas. Non si sente eroe e dimostra di aver paura, mostrando finalmente il suo lato più umano (quello che davvero mi ha fatto amare l’indagatore dell’incubo) abbandonando del tutto la spacconaggine ostentata negli albi #1 e #5. Prima visita dylaniata nel manicomio (per ricchi) di Harlech, ne seguiranno diverse altre, soprattutto nei primi cento numeri. Dylan fa la conoscenza di Lord Chester, uno dei pazienti della clinica, personaggio ricorrente che, fin dal primo incontro, saluta il nostro cercando simpaticamente di strangolarlo (in amicizia!).
Ottimo esordio, ai disegni, del prolifico Piccatto, ricco di particolari e con un tratto più morbido, molto diverso da quello attuale. Personalmente lo preferivo così, prima della svolta stilistica. Molto riuscita la rappresentazione della scalata di Dylan nel pozzo che rende bene l’idea della fatica, della claustrofobia e dell’ansia del nostro. Suggestivi i sotterranei del castello, location comunque superflua nell’economia della storia e bella la galleria di freaks in quel di Harlech. Della copertina di Villa non mi piace il viso di Damien.
Il meno riuscito, imho, tra i primi dieci numeri, anche se rimane una buonissima storia.

Curiosità: Sclavi omaggia, intitolandogli uno dei capitoli, anche un altro thriller con una protagonista non vedente, interpretata dalla sempre splendida Audrey Hepburn (che ebbe una nomination all’Oscar per la sua interpretazione): Gli Occhi della notte (1967)di Terence Young.

BODYCOUNT: 10

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Vuole uccidermi. Vuole completare la strage. E tenterà di farlo. Perché Damien la notte scorsa è fuggito dal manicomio. E’ libero.”

Autore:  Kramer76 [ ven mar 27, 2020 6:15 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

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il ritorno del mostro
certo che ne scrivevo di cazzate su questo forum, ciao a tutti, c'è nessuno?
ebbene sì, mi sono rimesso a leggere dylan dog (e sticazzi)
qualcosa ho rivalutato, qualcosa (più di qualcosa) l'ho "distrutto" definitivamente
adesso devo recuperare tipo 10 anni di arretrati :roll:
ripartiamo dalle basi, anche qui poco da dire, è già stato detto tutto
è l'ABC dylaniano, citazione che non è scopiazzamento ma creatività (fin dal prologo) e il mostro-non-mostro...
scena preferita: l'esplorazione dei sotterranei, le classiche geometrie alla piccatto, vedi anche "maelstrom"
grande copertina
CAPOLAVORO

voto 10

Autore:  Altair [ ven mar 27, 2020 8:47 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

Capolavoro mai e poi mai. Però gran bella storia, sì.

Autore:  wolkoff [ sab mar 28, 2020 4:32 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

In effetti non è che sia questa genialata.
Semplice ed efficace, forse un tantino troppo cinematografica. Voto 7 1/2.


ALOHA ALLE BRAVE RAGAZZE
PIACCIONO GLI ENERGUMENI

Autore:  mariosirius [ lun lug 06, 2020 3:15 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

Storia solida, bei disegni, ma poco più
Dylan deve ancora assestarsi su tematiche e caratteristiche definitive, a volte si ha l'impressione si leggere di un altro personaggio
La storia poi è... weird...
Bah, pur essendo un albo discreto, risulta un dei peggiori dei primi 20
Voto 7++

Autore:  Unununio [ gio apr 01, 2021 1:50 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

Sembra un pochino una soap a tema "dramma famigliare" in certi momenti, ma intrisa di forte morbosità malata.
Finale con il "rogo" che lascia un po' meh, ma comunque ottima prima parte.

8

Autore:  Jarod [ mer gen 05, 2022 11:30 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #8 Il ritorno del mostro

L'unico albo dei primi 35 che non ha neppure un'insufficienza! Un motivo ci sarà!
Appena rileggo anche gli altri, aggiornerò il post!

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