Cravenroad7

Un albo da 7 che avrebbe meritato di più se fosse stato un po' meno verboso (soprattutto nella spiegazione finale). Buon esordio per la Barbato, si vede che aveva la stoffa

Albo molto bello, forse un pò troppo pesante per racchiuderlo in 98 pag di fumetto. Nella lettura spesso ti pare di non arrivare mai alla fine...ci fossero cmq albi di questo livello! a me a lasciato anche un senso di vuoto dopo la lettura, fa riflettere molto. I disegni di Brindisi ottimi, la copertina bella ma forse l'avrei preferita piu' attinente alla storia.

Albo strepitoso , un po' troppo fantascientifico ma una delle storie migliori di Dylan e della Barbato

BARBATO-BRINDISI 10/1999

... .non conosco questa Barbato. ... ma questa storia,credo la sua prima, per me e' scarsa.. ... troppo articolata e fantascientifica

vedro' le altre che ho recuperato e spero siano migliori.

Albo piuttosto pesante da leggere, però mette in mostra il potenziale dell'autrice. I disegni di brindisni non mi hanno impressionato.

Storia 6,5
Disegni 7

"Il sonno della ragione" ha generato un ottimo mostro (di scrittura) come Paola Barbato. La storia, con passaggi temporali e lunghissimi dialoghi, è pesante, ma intensa.

Più letteraria che fumettistica, a meno che non si consideri il fumetto una forma di letteratura. Il talento della scrittrice è innegabile e qui, agli esordi su Dylan, lo dimostra.

Aiutata da un Bruno Brindisi al top e da una copertina furba che dice tutto e non dice niente (Stano penso che abbia dovuto adeguarsi), la Barbato immerge Dylan e il suo mondo in una claustrofobica vicenda di smaterializzazioni alla Dick e passaggi nel tempo alla Wells.

Il pessimismo tecnologico della Barbato a distanza di 20 fa riflettere. Consiglio a tutti di rileggerla e ai supervisori di pensare a un modo di riproporre i personaggi.

il sonno della ragione
mi immagino il disegnatore brindisi che, dopo l'indigestione di fatine e folletti, si trova tra le mani una sceneggiatura del genere
verbosa all'inverosimile, in pratica è un racconto di prosa con illustrazioni... ma soprattutto così tetra, oscura, programmaticamente priva di ironia...
l'esordio della BARBATO ha il fascino dell'incompreso, dell'arcano, del contorto... molti i lettori perplessi, se non addirittura contrariati...
per me è l'inizio di una nuova golden age, ci viene proposto davvero qualcosa di nuovo, nonostante il tema sia quello classico della possessione...
inquietante la cura nei dettagli medici (il demone che divora il cervello con una raffica di embolie), opprimente la quarantena, interessante l'obliqua evocazione di mali più realistici, l'aids, l'anoressia, la droga (lui che ritrova lei nuda, secchissima, in un vicolo, in una notte piovosa)
innegabile l'eccesso fantascientifico, la storia va letta con molta calma, anche a più riprese, però in questa fantascienza è insito un grande orrore, uno scienzato pazzo che usa la figlia neonata come cavia incolpandola della morte della moglie... in fondo il personaggio di daisy è parente stretta della sclaviana "alfa e omega"
tutti sanno che detesto lo spiegazionismo, ma quando ti innamori ci passi sopra... forte e chiara l'impronta femminile data all'albo
copertina simpatica assai

voto 9

Che mattone!
Altra storia che ricordavo come molto bella, in realtà mi ritrovo nel 2020 un malloppone troppo carico di ingredienti, poco credibile e iper intrecciato...
Storia che diventa una spirale, con un controfinale dedicato all'altro esperimento umano
Storia da almanacco o speciale al massimo, sprecati i bellissimi disegni di Brindisi
Voto 5 per la pretenziositá
ps Ho preso i prossimi numeri scorgendo un Triplo Ruju di cui una con Di Vincenzo
Che anni pessimi eran questi qui
Forse peggio di questi attuali

Io rimango esterrefatto da certe votazioni...
Periodo pessimo questo post 150...
Storie agghiaccianti, la meno peggio è Il Gigante e ho detto tutto

Polpettone che ho digerito pur essendo in salsa fantascientifica
L'esordio della Barbato è sconvolgente (in positivo) sia per le tematiche affrontate sia per l'esecuzione dolmeniana che andava smussata a suon di picconate...
Comunque intrattiene, consiglio pause frequenti per metabolizzare il tanto che c'è in ogni pagina e verso la fine può fare scendere qualche lacrimuccia se non siete ammattiti per lo spiegone.
Non è certo la mia storia preferita, anzi, ma è ampiamente sufficiente.

Dio santo che zozzeria. Ma il caro vecchio "Show, don't tell" non l'avevano ancora scoperto alla Bonelli nel 1999? Eppure lo insegnano ad ogni corso di scrittura creativa, sin dagli anni '30...

In questa fase paola barbato diventa l'anti Sclavi. Nel senso che lei è evidente come si butti a capofitto e creda fortissimamente in ciò che scrive, mentre Sclavi è come lo Stephen King immaginato dai Griffin che, raschiando il fondo del barile, tira fuori dal cilindro il "mostro lampada", cercate la scena.

Il problema di questo fumetto è che non riesce ad essere un fumetto da quanto è saturo di parole. È il primo tentativo di un'autrice che sarà parte del rinascimento di questa testata e per me è più che promosso

7.5