Cravenroad7

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#126 La morte rossa
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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: mer gen 25, 2012 8:52 pm 
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Iscritto il: sab giu 19, 2010 5:51 pm
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storia che oggi non passerebbe in sordina..

Roi impressionante.


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: gio gen 26, 2012 11:05 am 
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Iscritto il: mar dic 23, 2003 11:30 pm
Messaggi: 3287
Località: Corpo a Taranto, cuore a Bari...
Ho un buon ricordo di quest'albo. I disegni di Roi sono perfetti, ti tuffano in quell'atmosfera "malata" come pochi altri sanno fare.

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Braccio di Ferro: avventure di pugni e spinaci > https://pugniespinaci.altervista.org/

Solo io ho la sensazione che ci siano "semplici" lettori legati a un fumetto più dei rispettivi creatori?


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: dom mar 04, 2012 9:53 am 
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Iscritto il: ven ott 15, 2010 4:50 pm
Messaggi: 2643
Località: Venaria Reale (To)
Questa storia è un'occasione persa, perchè il soggetto e la bellezza dei disegni di Roi sono di altissimo livello.

L'unica cosa che stona è la sceneggiatura: Dylan è perennemente accigliato, quasi assonato...non esce mai una battuta degna della sua proverbiale ironia..anche la tipa di turno è completamente insipida...la storia procede a un ritmo troppo lento..

Ed è un peccato perchè anche il finale è ben congegnato e le scene oniriche sono assolutamente apprezzabili...

Voto 7,5...ma c'erano le premesse per farne un capolavoro..

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"Ci sono piu' cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognino i tuoi sistemi filosofici"


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: dom mar 04, 2012 10:16 am 
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Iscritto il: mer giu 29, 2011 6:53 pm
Messaggi: 1406
Località: La Spezia
Sono in parte d'accordo con David Brown. Dylan antipatico, molto eroico e privo di ironia. Il soggetto poteva essere interessante, così come è interessante la storia di Jacopo da Verona.
Roi meraviglioso.
Per me è un 5,5

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Gioco delle citazioni XXII EDIZIONE: Medaglia di bronzo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: dom ago 12, 2012 11:59 pm 
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Iscritto il: sab ago 27, 2011 12:53 pm
Messaggi: 3387
Località: Valsesia
Spiace leggere tanti commenti così negativi nei confronti di quest'albo, per me più che buono. Non arriva all'ottimo, imho, solo per il difetto già evidenziato da David, ovvero l'apatia del Dylan "musone" che dimentica a Londra la sua ironia (fosse uscita oggi nessuno si sarebbe accorto di questa mancanza).
Partendo dall'elemento di assoluto pregio della storia, qui merita di essere incensato un Roi da applausi, che sforna uno dei suoi capolavori, creando un atmosfera malata, morbosa, desolatamente orrorifica (in particolare nei flashback e negli incubi del professor Tyler e Dylan). Le sue tavole sembrano quasi poter trasmettere la peste così come si supponeva potesse farlo il fantomatico quadro di Jacopo da Verona.
Manfredi elabora una sceneggiatura solidissima, mantenendosi sul classico intramontabile del potente cattivone che vorrebbe sterminare l'umanità (o parte di essa). Il suo Dylan si dimostra ancora una volta un investigatore provetto, attento e abile nella risoluzione del caso come mai successo prima nei lavori di Sclavi, Chiaverotti e Mignacco. Forse per questo perde in simpatia e guadagna in deduzioni logiche. Non brilla il finale, anch'esso tipico tallone d'achille del Manfredi "dylaniato".
Spiace aver assistito a così poche trasferte italiche e in generale extra-britanniche in tutti questi anni, ma, considerata l'idiosincrasia di Dylan ai viaggi via mare e cielo, la cosa ci sta.

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https://lastoriadidylandog.blogspot.com


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: dom ago 25, 2013 7:16 pm 
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Iscritto il: mer lug 17, 2013 6:01 pm
Messaggi: 277
Località: Rovigo
Ho appena finito di leggere quest'albo...Che storia! Mi ha davvero colpito! Roi è davvero impressionante quando si tratta di ricreare atrmosfere angoscianti e spaventose...Uno ottimo non glie lo leva nessuno a questo albo...Davvero ottimo...Credo che sia quello che mi ha angosciato di più, dopo "ti ho visto morire"...almeno tra questa ventina di albi che ho letto finora...

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Take me to Hell Cause I'm going there Hot rods to Hell Helldorado
Take me to Hell I'm going where The devil's there Helldorado!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: lun dic 09, 2013 9:19 pm 
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Iscritto il: mer lug 31, 2013 1:39 pm
Messaggi: 786
Località: Palermo
credo che sia l'apice di Roi, quest'albo.

DISEGNI STUPENDI! Invece la storia non mi ha fatto impazzire


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Storia: 6,5
Disegni: 10 + lode

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“Gli amici esistono anche per questo… per fare cose inutili!” Groucho - n 107 (Il paese delle ombre colorate)

"Ti catturerò con il mio sacco mortale". Tu penserai che io sia impazzito. Ma ti faccio una promessa... tornerò ad uccidere ancora!


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: mar dic 10, 2013 1:02 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6855
Località: Inverary 2.0
Incredibile quanta fatica faccia Manfredi per sviluppar uno spunticino interessante in 94pp.
L'albo vale solo per la cornice d'atmosfera assai affascinante, i ri-quadri storici, la curiosità per la trasferta, ed un Roi maestoso 8-) .
[che comunque non è poco, se messi insieme, come fattori]
L'esaltazione per la peste mi ha ricordato - in chiave involontariamente comica :cry: - quelle dei tipi del #105 per i sorci... dove però l'autoironia grottescosa era bella che evidente.
Tutto il resto è un costrutto bizantin-machiavellico - per restare nell'Italia pre-moderna - di rara scialbezza, sulla scia di alcuni complotti in Martin Mystère... dove forse avrebbe trovato miglior rifugio. Con qualche ideuzza scaltra in più poteva arrivare al 7, ma nun ce siamo.
Finale da Ispettore Derrick... anche lui in trasferta, da Rai2.

ALOHA CANAL GRANDE, SUL SATELLITARE

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: lun gen 27, 2014 10:09 am 
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Iscritto il: lun mar 25, 2013 12:14 pm
Messaggi: 610
Località: San Dona' di Piave
Sarà che gli albi che contemplano, di base, una solida indagine del nostro Old Boy sono i miei preferiti.
Sarà che io a Venezia ci sto 4 giorni alla settimana, e quindi mi sembrava di camminare con Dylan.
Sarà che Roi qui è da urlo.
Ma io quest'albo l'ho votato ottimo (un 9 per me).

P.S.
Un piccolo appunto: Dylan in questa storia gira spessissimo in motoscafo, e lo fa anche e soprattutto per spostarsi dal Lido all'isola maggiore, e lì la lingua di mare non è poi così breve.
E neppure sempre di mare piatto.
Eppure non soffre mai di mal di mare, né si lamenta di correrne il rischio.
L'ho trovato strano, considerato che è proprio su una piccolissima imbarcazione da diporto che i sintomi sono maggiori.

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Non c'è arte senza cultura.
Non c'è cultura senza birra fresca.


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: mar gen 28, 2014 10:23 pm 
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Iscritto il: mar ago 30, 2011 8:46 pm
Messaggi: 638
Località: inferno ,uno dei tanti possibili (torino)
i disegni di roi favolosi però la storia non mi prende proprio , lo trovata a tratti noiosa.
a mio parere più adatta a jan dix che dyd.

_________________
26 09 2011. ciao sergio.

ci sono state storie fantastiche , alcuni capolavori e poi..memorie dall' invisibile

"imbecille ? no : libertà"


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: ven ago 22, 2014 11:31 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
Messaggi: 4122
Località: Macondo
La storia è interessante e ben strutturata, il problema è che è poco dylaniata: sono un po' tirati per i capelli (per quanto belli) gli incubi di Dylan. È un giallo adatto un po' a tutti, modificando un po' la sceneggiatura. Ma proprio perché si adatta a tutti, ne esce una buona e gradevole storia di Dylan Dog.
Roi valore aggiunto, è lui che fa diventare una vicenda border line una storia di Dylan Dog.

8

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: ven apr 10, 2020 6:09 pm 
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Iscritto il: sab giu 19, 2010 5:51 pm
Messaggi: 2843
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la morte rossa
un'epidemia durante il carnevale di venezia, albo profetico :?
grande prova di ROI, però la storia è noiosissima, troppo verbosa, non succede nulla e quel poco che succede in flashback storici e onirici... troppo documentaristica, sembra veramente una gita turistica, peccato perchè l'argomento era interessante e i luoghi non ne parliamo
anche vagamente chiaverottiana, con la parola "paura" ripetuta in tutte le salse, manfredi ha perso contatto con il personaggio, un superdylan manesco e sapientino
copertina normale

voto 7


Ultima modifica di Kramer76 il sab set 12, 2020 12:09 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: dom giu 28, 2020 5:54 pm 
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Iscritto il: mer mag 13, 2020 12:29 pm
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Uscita pochi mesi prima di un'altra storia firmata dagli stessi autori, "Il masticatore di sudari" (sul sesto Dylandogone), l'ultima apparizione di Manfredi sulla serie regolare è come quella una delle sue prove migliori, e ne condivide sia l'incipit d'ambientazione storica sia, in un certo senso, l'epilogo: i colpevoli si rivelano essere coloro che più di tutti vogliono credere alla leggenda. Vero che in questo caso la leggenda è effettivamente (e solo) tale, e quindi ci si potrebbe anche lamentare dell'assenza di elementi strettamente soprannaturali: tuttavia, da una prospettiva horror, direi che una specie di setta di fanatici che vuole vendicarsi del mondo diffondendo un'epidemia mortale è già un'idea abbastanza spaventosa (di questi tempi, poi...).

Anche qui, poi, come del resto nella doppia "Aracne"/"La profezia del Ragno", a dare una grossa mano allo sceneggiatore è Corrado Roi: forse la sua insistenza sui primi piani è a tratti sospetta (problemi di tempo? :mrgreen: ), ma nel complesso la sua è una prova superba, con alcune tavole da antologia -l'incipit, la lunga sequenza dell'incubo di Tyler, gli incubi di Dylan... Certo, si potrebbe anche pensare che tutta questa sfilata di incubi sia un sintomo della difficoltà di Manfredi nel riempire le canoniche novantaquattro pagine (obiezione che, d'altra parte, si potrebbe muovere anche a diverse storie di Chiaverotti), ma visti i risultati non me la sento di criticarlo per questo. Per altre cose, invece, sì: anche stavolta il personaggio femminile è poco significativo (la lamentosa Cecilia), e anche stavolta le ultime due pagine, con tanto di moralina finale, confermano la difficoltà dell'autore nel chiudere le proprie storie.

Piccolo dubbio: uno dei dettagli da cui Dylan intuisce la colpevolezza di Cecilia è il fatto che la sua telefonata al ristorante non fosse diretta al laboratorio, bensì a Beavin -cosa che a sua volta ha intuito dall'assenza di giornalisti che lo aspettavano (vedi pagina 82). Ma come faceva a sapere che non c'erano giornalisti ad attenderlo, visto che -dopo la prima visita, precedente alla scena del ristorante- al laboratorio non c'è più tornato? Cecilia si era limitata a dirgli (vedi pagina 49) che la polizia lo pregava di tenersi lontano dal laboratorio, per evitare di alimentare l'interesse della stampa -cosa che suona del tutto plausibile, dato che in effetti la stampa era presente in forze sul luogo, e che in effetti qualcuno lo aveva già riconosciuto (da cui la comparsa della sua foto sul giornale).

Nota storica: molto interessante, soprattutto alla luce degli sviluppi editoriali degli ultimi due anni, il riassunto di una vecchia discussione che, a quanto ho capito, ha coinvolto anche Paola Barbato, sulla possibilità di realizzare cicli narrativi di durata superiore all'albo singolo (o al più doppio). In effetti, dopo aver riletto questa sua prima trasferta italiana, ho pensato anch'io che non sarebbe stato male (e non lo sarebbe tuttora, se qualcuno avesse voglia di farlo) provare a portare Dylan Dog qui da noi e tenercelo per un po', diciamo un anno o due -del resto, lo fece anche Martin Mystére, e anche lui tra l'altro poco dopo il decennale...

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Non giudicare gli uomini sulla base delle loro opinioni, ma da ciò che le opinioni possono fare di loro. (Georg Christoph Lichtenberg)


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: mar feb 08, 2022 12:11 pm 
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Iscritto il: dom ago 24, 2008 9:27 pm
Messaggi: 741
Gianfranco Manfredi è una certezza e, per quanto non sia mai stato a pieno un "dylandoghiano", ha sempre realizzato storie degne di nota. Aiutato da una stupenda e carnevalesca copertina di Stano e dalle tavole di Roi, che trasforma Venezia in una cupa città mascherata, quasi come fosse il set di un film dei primi Avati o Argento. "La Morte Rossa" è tra i migliori albi della serie regolare.

La prima trasferta veneziana di Dylan resta nella storia della saga. A tratti più martimysteriana che dylandoghiana, ma pur sempre una storia da rileggere volentieri. In tempi di pandemia, la peste in quella Venezia di fine anni '90 è davvero coinvolgente. E Manfredi aggiunge elementi artistici e storici che arricchiscono un fumetto come Dylan Dog, schiacciato spesso tra le sole citazioni della letteratura e del cinema horror. Come l'indagine immersa tra i capolavori della città sull'acqua. Chicca immortale


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 Oggetto del messaggio: Re: #126 La morte rossa
MessaggioInviato: mar lug 19, 2022 1:45 pm 
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Iscritto il: gio mar 04, 2021 10:21 am
Messaggi: 270
L'idea di una trasferta italiana in clima peste non mi garba troppo già di principio.
Nel complesso le atmosfere sono anche fiche e rese molto bene dai disegni, ma nel complesso è tutto dimenticabile.

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