Albo che inaugura la c.d. "trilogia dello spaziotempo" (che continuerà con i successivi #58 #59), che è al contempo un sequel (ovvero il seguito diretto del #7), che aggiunge tasselli alla continuity dylaniata (ci sono pure Xabaras e Morgana
), che vede il ritorno di uno dei nemici storici di Dylan (il Dr. Hicks di Londra), che narra un nuovo capitolo/versione della teoria degli universi più volte ipotizzata da Sclavi (e sublimata nel #43) e che avrà implicazioni future per il nostro (vedi #77). Insomma tanti motivi di interesse che però sono al contempo anche un limite, in quanto la carne al fuoco è forse troppa e la storia è pure sacrificata in partenza, con un bel 10-15% o più riciclato dal prequel per rinfrescare la memoria al lettore. Forse anche per questo Tiz rinuncia a Groucho. Inoltre c'è qualche piccolo errore di "coordinamento": il Dr. Hicks di Londra non può essere fratellastro di quello di Inverary, in quanto quest'ultimo era già anziano negli anni 20! Al massimo l'Hicks originale (il medico nazista poi clonato) avrebbe potuto esserlo per ragioni di età. Malgrado ciò, la storia rimane godibile con la perla della nuova versione del "Valdemar" di Poe. Buona la prova di M&G e anche la copertina di Stano.
Di un sequel della "Zona del crepuscolo" non sentivo il bisogno, ma questo numero #57 rimane comunque un albo "importante" che però, per i difetti succitati, arriva al massimo, imho, a un discreto.